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editoriale

VIAGGI

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Camposcuola a Camporege

Di Elisa e Laura IIA
Come ogni anno a San Biagio è stato organizzato un fantastico camposcuola.
Una settimana è trascorsa velocemente, purtroppo, con buoni pranzetti, giochi e divertimenti vari.
Con il nostro mitico Don Bruno, un prete simpatico, scherzoso e divertente, abbiamo imparato il significato dell’amicizia vera.
Non sono mancate le “scenette” allegre e le prese in giro alle spalle degli assistenti.
Le notti erano fantastiche, con scherzi e balli fino a tardi.
La solita gita a Fabriano si è dimostrata un’ottima scusa per comprare tutto ciò che volevamo.
Gnocchi, tagliatelle, pizza, pollo, dolci, polpettone e molti altri cibi cucinati dalle insuperabili cuoche non avevano niente da invidiare ai ristoranti fabrianesi.
Tra partite a pallavolo, a calcio e gavettoni il tempo è volato e la settimana è finita, come abbiamo detto, in un baleno.

L’ ultimo giorno sono venuti i genitori per ammirare i lavori svolti e tutto si è concluso con una messa di un quarto d’ora con il nostro ‘solito’ Don Bruno, un pic-nic all’aperto malgrado la pioggia e delle repliche delle scenette già rappresentate nel corso della settimana.
E’ stato fantastico: venite anche voi l’anno prossimo!
VI ASPETTIAMO AD AGOSTO!!!

Valleremita-Camporege
Ridente frazione posta all’incrocio di due vallette, in un paesaggio pre-montano, che alla forma geometricamente ordinata delle viti e ai rari ulivi, alterna l’architettura dei piccoli terrazzamenti, con cui l’uomo è riuscito a modellare e ad utilizzare per l’agricoltura anche i terreni posti sui fianchi ripidi delle colline.
Fabriano
Fabriano è un comune delle Marche in provincia di Ancona, situato in una conca bagnata dal fiume Giano, a 75 km dal capoluogo.
 

Fabriano è nota per le sue cartiere, per i mobili e per gli oggetti di artigianato che vi si producono.
Il territorio del comune risulta abitato fin da Paleolitico, mentre la città sorse in età storica e fu centro fortificato dei Piceni, finché non perse l’indipendenza con la conquista romana.
Ritornata autonoma nell’Alto Medioevo, divenne in seguito dominio della famiglia Chiavelli, che la tenne fino al 1435.
Poi venne sottomessa dalla Chiesa a partire dal 1449.
Già dal ‘300 si era sviluppata la celebre pittorica fabrianese, grazie alla presenza di artisti di rilievo, tra i quali spicca Gentile da Fabriano.

La Germania del Sud

Maysaan Marie e Nicolò Stortoni IA
La Germania del Sud è molto verde e nella zona della Baviera è per lo più montagnosa.
Se una persona ci dovesse andare appena passata la frontiera, la cosa più interessante che incontrerebbe è il castello di Fussen. Il castello è fiabesco, straordinario. In mezzo a cime non molto alte, si staglia con la sua torre centrale dalla quale si possono scorgere quattro laghi.
Andando avanti col viaggio si può visitare Monaco, la capitale della Baviera, conosciuta come città della birra per la grande festa chiamata October Fest (anche se ormai si svolge nel mese di settembre…). Monaco è grande e va girata in metropolitana. Per gli appassionati delle auto c’è il museo BMW dove ci sono esposti una trentina di veicoli. Nella piazza Marien Platz di Monaco, c’è il grande Comune che ogni tre ore sul campanile mostra una giostra di cavalieri. Lasciando Monaco la rotta è per Rottemburg, un piccolo borgo fortificato tenuto bene, originale e pittoresco.Terza tappa, sempre salendo verso nord è Norimberga, una grande città con un misto di moderno e antico in stile veneziano.
Meta turistica molto ambita, “pane” per gli amanti dello shopping perché piena di negozi e grandi magazzini.
Proprio vicino a Norimberga la quarta tappa è la città di Bamberga, una città grande circa come Ancona.
Questa città è attraversata da un fiume ed è quindi piena di ponticelli, è molto pittoresca ed è considerata patrimonio dell’Unesco.
Sempre salendo, la successiva tappa è Francoforte, una città con i grattacieli che si estendono per tutto il contorno tranne un piccolo punto, in centro, che è il vero cuore storico lasciato intatto dalla seconda guerra mondiale. La città non ha attrazioni turistiche particolarmente interessanti, ma ha il suo fascino.
A questo punto potremmo decidere di dirigerci verso sud e di visitare Stoccarda. E’ una grande città e qui come a Monaco per gli appassionati di auto c’è il museo Mercedes molto completo con all’interno oltre cento modellini auto.
Andando a nord ovest troverete invece la piccola ma stupenda città di Chochem.
Costruita attorno al fiume, è di stile moderno, pulita e ordinata. Il viaggio è giunto al termine e spero che questa terra vi sia piaciuta e che penserete di visitarla.

TUTTO ISLANDA
Islanda terra di ghiacci e di fuoco

Letizia Frontini IIIA
A differenza degli altri territori nordici, la sua origine geologica è molto recente ed è anzi la terra più giovane. L’Islanda si trova lungo la linea di frattura che taglia in due tutto l’Atlantico, segnando la separazione tra la zolla continentale Europea e quella Americana. Ciò spiega l’intensa attività vulcanica, che costituisce il fenomeno più caratteristico dell’isola. Alla natura vulcanica dell’isola sono legati i fenomeni di vulcanesimo secondario, qui più diffusi che in ogni altro paese, come i GEYSER; si tratta di piccoli vulcani che eruttano anziché lava getti di acqua calda e vapore in modo intermittente. La straordinaria abbondanza di sorgenti di acqua calda si è trasformata in una preziosa risorsa utilizzata per riscaldare le abitazioni e le serre. Il clima in inverno non è particolarmente rigido, infatti, agisce su di esso l’azione mitigatrice della corrente calda del golfo, tuttavia l’isola non conosce l’estate: la temperatura oscilla tra gli 8° e gli 11°C. Il territorio è quasi completamente montuoso ed è solcato da numerosi fiumi vi sono anche ghiacciai perenni, uno dei quali il VATNA, che è tra i più grandi d’Europa. Nonostante le precipitazioni abbondanti e ben distribuite la breve durata dell’estate e la debolezza del sole limitano la crescita degli alberi però sono diffusissimi i prati, come anche i licheni e i muschi tipici della tundra.
I primi europei ad arrivare in Islanda furono probabilmente alcuni monaci irlandesi. Furono tuttavia i Vichinghi a colonizzarla in modo stabile.
I vichinghi portarono nell’isola non solo le tradizioni scandinave ma anche la lingua norvegese da cui è derivato l’islandese. L’isolamento ha fatto sì che l’Islanda sia rimasta omogenea dal punto di vista etnico. Inizialmente l’isola fu legata alla corona norvegese e successivamente a quella danese. L’Islanda adesso è una repubblica parlamentare. Sebbene nel novecento il numero degli abitanti si sia triplicato, favorito dal tasso di natalità elevato, quasi tutti gli islandesi (280 000 circa, quanto i veronesi…), vivono in piccoli centri lungo le coste dove il clima è più mite e dove si trova la capitale.
L’Islanda è l’unico paese europeo in cui la pesca è la principale attività economica. Anche qui le correnti di acqua calda e fredda favoriscono lo sviluppo del plancton. Dopo la pesca è l’allevamento il più sviluppato nel settore primario a differenza dell’agricoltura che limitata a una superficie molto piccola da cui si ricavano esclusivamente patate.
L’unico centro abitato dell’islanda è la capitale Reykjavik è anche la sede politica e amministrativa ed è il centro commerciale infatti possiede un porto e un aeroporto.
A Skálholt, nell'Islanda meridionale, una volta all'anno si procede al raduno delle pecore, una tradizione che risale al Medioevo. Gli ovini islandesi sono diretti discendenti di quelli portati in Islanda nel X secolo dai colonizzatori vichinghi. L'allevamento degli ovini è una risorsa fondamentale dell'economia islandese: si calcola che nel paese vengano allevati più di 487.000 capi, con un rapporto per abitante di due a uno.

1) Raduno delle pecore, Islanda

2) Veduta della capitale

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