La scomparsa della sonda Phobos 2

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LA SCOMPARSA
della Sonda Phobos 2
 
     
  Nel luglio del 1988, i russi lanciarono in direzione di Marte due sonde scientifiche senza uomini, la "Phobos 1" e la "Phobos 2", con l'obiettivo principale di studiare la misteriosa luna del Pianeta Rosso, ma accadde qualcosa di misterioso.  

 

Il contatto con "Phobos 1 " sfortunatamente si perse dopo due mesi di viaggio, a causa (questa la spiegazione ufficiale) di "un comando radio sbagliato".
Anche il contatto con "Phobos 2" si interruppe in circostanze misteriose: ma non prima che la sonda inviasse alcune immagini e dati del pianeta Marte.
"Phobos 2" era arrivata a destinazione nel gennaio del 1989, e si era collocata in orbita intorno a Marte, preparandosi alla sua missione primaria: trasferirsi in un'orbita "in tandem" con Phobos per esplorare la piccola luna con sofisticati equipaggiamenti, fra i quali due capsule strumentali, che dovevano essere piazzate sulla superficie della luna stessa.

Tutto andò bene fino al momento in cui "Phobos" (la sonda) non si allineò con Phobos (la luna). In quel momento, il 28 marzo, il centro di controllo della missione sovietica improvvisamente e senza preavviso cominciò ad avere "problemi di comunicazione" con la navicella. L'agenzia di stampa ufficiale sovietica (all'epoca esisteva ancora l'URSS), la TASS, riporto' in un comunicato che la sonda "aveva perso il contatto con la Terra dopo aver completato una serie di manovre attorno alla luna di Marte, Phobos. Gli scienziati non sono stati in grado di ripristinare il collegamento radio".

Che cosa ha causato la perdita della navicella "Phobos 2"?
La risposta arrivò tre mesi dopo. Pressate dalle richieste di chiarimenti avanzate da tutte le agenzie spaziali straniere che avevano partecipato all'organizzazione della missione (tra cui l'italiana ASI), le autorità sovietiche diffusero una specie di breve "documentario" realizzato montando una selezione delle immagini trasmesse dalla sonda negli ultimi momenti di contatto, prima della perdita improvvisa di ogni collegamento.
Il documento è stato ripreso da diverse stazioni televisive in Europa e in America che lo hanno inserito nei loro notiziari come una semplice curiosita' e non come portatore di una serie di informazioni inquietanti.

La sequenza televisiva evidenziava due particolarità insolite. La prima era una formazione di linee diritte visibili nell'area equatoriale di Marte; alcune di queste linee erano corte, altre lunghe, alcune sottili, altre larghe abbastanza da sembrare sagome rettangolari "incavate" nella superficie marziana.


Poste in file parallele, coprivano un'area di circa 600 chilometri quadrati. All'apparenza, tutto sembravano eccetto che formazioni naturali. In una dichiarazione, il dottor John Becklake del London Science Museum ha definito la struttura come "assai enigmatica", dal momento che lo schema osservato sulla superficie di Marte era stato inquadrato con la speciale camera a raggi infrarossi della sonda,un' apparecchiatura fotografica che riprende gli oggetti sfruttando il calore da essi irradiato, e non dal contrasto tra luce e ombra; in altre parole, la formazione di linee parallele e rettangoli che copriva un'area di quasi seicento chilometri quadrati di superficie marziana, era una specie di ciclopico termosifone.

E' molto improbabile che possa trattarsi di una forma di irraggiamento naturale (una serie di geyser o una concentrazione di minerali fortemente radioattivi sulla superficie, per esempio) : non si capisce infatti che tipo di fenomeno naturale possa creare un disegno così geometricamente perfetto.
Anche osservato attentamente, il reticolo non perde il suo aspetto decisamente "artificiale". Richiesto di esprimere un parere sulla sua natura, Becklake ha ammesso francamente: "Non ne ho la minima idea".

Secondo Boris Bolitsky, corrispondente scientifico di Radio Mosca, prima che si perdesse il contatto radio con "Phobos 2", la sonda trasmise verso la Terra alcune immagini di strutture descritte dai tecnici russi come "molto notevoli". Un articolo riportato dalla rivista inglese "New Scientist" l'8 aprile 1989 ne parla così:

"Queste singolari strutture possono trovarsi o sulla superficie di Marte o negli strati inferiori dell'atmosfera marziana. Sono ampie 20/25 chilometri e non somigliano ad alcuna formazione geologica nota. Sono lunghe e sottili, e determinano interesse e sconcerto".

Dal momento che non sono state fornite le coordinate esatte di queste "singolari strutture", è impossibile stabilire se per caso non siano collegate a un' altra "struttura" presente sulla superficie di Marte, ripresa dalla sonda americana "Mariner 9" (fotogramma 4209-75). Anch'essa si trova nella regione equatoriale (longitudine 186.4) ed è stata descritta come "strana formazione radiale con raggi che si protendono da un mozzo centrale", causata (secondo gli scienziati della NASA) dallo scioglimento e il conseguente crollo di strati di terriccio misto a cristalli di ghiaccio. A giudizio di molti, la struttura assomiglia a una moderna aviorimessa, con gli hangar e gli edifici che accolgono velivoli e magazzini disposti in modo da irradiarsi da un fulcro centrale.

Ombre sulla superficie di Marte

Il nastro televisivo diffuso dai russi mostrava anche una strana ombra che attraversava la superficie marziana. Era molto ben definita, tanto da poter essere descritta (così si legge nel testo pervenuto da Mosca) come una "sottile ellisse".
Era certamente del tutto diversa dall'ombra proiettata da Phobos sul pianeta, ripresa 18 anni prima dal "Mariner 9". Quest'ultima appariva come un'ellisse piuttosto tozza e dai contorni molto irregolari, corrispondenti al profilo accidentato della piccola luna. La "forma anomala" ripresa da "Phobos 2" era invece un'ellisse molto sottile, dai cui contorni si protendevano segmenti irregolari, simili ad alettoni. Secondo il dottor Becklake, l'ombra doveva appartenere ad un oggetto che si trovava "tra la sonda sovietica in orbita e Marte, perché - é possibile vedere la superficie marziana sotto di essa"; e aggiunse che l'oggetto era stato ripreso sia dalla macchina fotografica ottica che da quella a raggi infrarossi, sensibile al calore.
Anche i sovietici non sostennero che questa "sottile ellisse d'ombra" fosse stata lasciata dalla luna Phobos, che fra l'altro al momento della ripresa era già allineata con la sonda, e non sottostante ad essa. Secondo Becklake "i russi hanno filmato qualcosa che non dovrebbe esistere".
L' immagine, comunque, é stata diffusa da Mosca soltanto attraverso lo spezzone di video fornito alle televisioni occidentali: il fotogramma originale non è stato mai distribuito.

Che cosa ha interrotto bruscamente la missione di "Phobos 2"?

La sonda si è forse persa nello spazio "per avere visto troppo"?
Sono domande sollecitate anche dal fatto che - a quanto si dice - esisterebbe un'immagine trasmessa dalla telecamera di bordo, l'ultima prima dell'interruzione dei collegamenti, che è stata coperta dal segreto più assoluto perché "troppo sconvolgente". Il presidente dell'agenzia spaziale sovietica, intervistato dalla rivista americana "Aviation Week and Space Technology", facendo riferimento a quest'ultimo fotogramma disse:

"Vi compare un'immagine che sembra includere un oggetto dalla forma strana comparso tra la navicella e Marte".

Non è certo che questa foto "segretissima" sia quella che in seguito venne fornita ai giornali occidentali dal colonnello Marina Popovich, pilota e astronauta russa da sempre interessata ai fenomeni UFO. In una conferenza sugli UFO tenutasi nel 1991, la Popovich diede ai ricercatori presenti varie informazioni da lei fatte uscire "di contrabbando" dalla ormai ex Unione Sovietica. In particolare, parlò del "primo indizio certo" della presenza di un'astronave-madre aliena nel sistema solare".

L' ultima immagine nota trasmessa da "Phobos 2" sembra per l'appunto la foto di un'astronave gigantesca di forma cilindrica: una struttura enorme, lunga approssimativamente 20 chilometri e con un diametro di un chilometro e mezzo. Questa astronave-madre, dalla "tradizionale" forma a sigaro, venne fotografata il 25 marzo 1989, mentre era collegata o "parcheggiata" vicino a Phobos, la luna marziana. Proprio dopo aver radiotrasmesso il "fotogramma" verso Terra, la sonda automatica sparì misteriosamente; secondo i russi, come se fosse stata distrutta - o inattivata - da un impulso d'energia.

Questa astronave a forma di sigaro visibile nell'ultimo fotogramma inviato da "Phobos 2" è apparentemente l'oggetto che, nelle foto precedenti, gettava la misteriosa ombra ellissoidale sulla superficie di Marte.
Anche secondo Brian Crowely, noto divulgatore scientifico australiano, l'ombra misteriosa fotografata sulla superficie di Marte non poteva essere stata proiettata altro che da qualcosa che era collocato in orbita, sotto l'orbita di "Phobos 2" stessa.
Questa ombra - a forma di sigaro affusolato - per il suo stesso aspetto non può essere attribuita alla luna Phobos, la quale ha la forma di una patata molto irregolare.
Non ci vuole molta immaginazione per richiamare alla mente le gigantesche astronavi-madre a forma di sigaro tante volte documentate negli anni dalle ricerche sugli UFO.

Foto all'infrarosso di una città sepolta

Un'altra foto di "Phobos 2" presente nello spezzone televisivo, presa con una camera a raggi infrarossi, mostra un'immagine della superficie marziana in cui appaiono chiaramente aree rettangolari ben definite, interconnesse tra loro con un reticolo di canali perfettamente diritti, come i palazzi e le strade di un quartiere cittadino. Sullo stesso tratto di superficie, ripreso da una macchina fotografica ottica, non appare tuttavia niente di simile. Questo indica che quanto l'apparecchio a infrarossi ha registrato è in realtà una struttura sotterranea emanante calore; una struttura, tuttavia, dall'apparenza troppo "regolare" per poter far pensare a una rete di gallerie naturali. Secondo John Becklake, "Ia formazione somigIiante a una città, é larga 60 chilometri, e potrebbe essere facilmente scambiata per una veduta aerea di Los Angeles".

L' ultima foto presa da "Phobos 2" prima di non dare più segno di vita, come si è detto, non è mai stata resa pubblica. Il 19 ottobre 1989 la rivista inglese "Nature", pubblicò una serie di rapporti tecnici degli scienziati sovietici che fornivano resoconti circa gli esperimenti compiuti da "Phobos 2": su 37 pagine, solo un piccolo paragrafo accennava ai motivi della sua scomparsa. Il rapporto confermava che, prima della perdita dei contatti, l'astronave stava girando rapidamente su sé stessa, forse per un guasto al computer, o forse perché aveva subito un "impatto" con un "oggetto sconosciuto".

Dal che si deduce che non soltanto la NASA americana, ma anche gli organismi spaziali sovietici (o ex-sovietici) non si fanno scrupolo di mantenere un circospetto silenzio su tutte le informazioni relative a immagini e dati provenienti da altri pianeti...

 
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