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ASTEROIDI

METEORITI

STELLE CADENTI

 

 

 

 

ASTEROIDI

8 Marzo 2004 ore 23,08

l'asteroide 2004FH ha sfiorato la superficie della terra passando ad appena 42.700 km sopra le nostre teste.

Un incontro inaspettato (è stato avvistato solo a 72 ore da un possibile impatto) e piuttosto ravvicinato, direi.
Basti pensare che la distanza media che ci separa dalla Luna è di 384.000 km e che i satelliti in orbita geostazionaria sono a 36.000 km.
Con un diametro stimato di circa 30 metri se ci fosse venuto addosso non ci avrebbe creato molti danni. Probabilmente si sarebbe interamente consumato nell'impatto con l'atmosfera.

Ma se fosse stato più grande?

La minaccia di tipo astronomico che incombe sul nostro pianeta è rappresentato dal Neo (Near-Earth-Objects): si stima che

  • almeno 1.000 asteroidi abbiano un diametro superiore al chilometro, abbastanza per una catastrofe planetaria
  • oltre 30.000 superino i 150 metri, capaci di causare estesi danni locali o tsunami.

Non sono notizie certamente da stare tranquilli.

Ma notizie confortanti (se così si può dire) ci vengono date dal Cnr di Roma: la  probabilità  che un grande asteroide cada sulla terra è ovviamente proporzionale al loro numero. Quelli grandi (circa 1 km di diametro) cadono ogni 1-2 milioni di anni.  I grandissimi (maggiori di 5 km) ogni 50-100 milioni di anni. Gli oggetti sui 150 metri cadono ogni 1.000 anni circa, i 50 metri ogni secolo.

Che cosa sono gli asteroidi

Gli asteroidi, noti anche come 'pianetini' sono piccoli pezzi di materiale planetario che orbitano attorno al sole.

Hanno la forma di patate e cosparsi di crateri.

Il primo è stato scoperto da  Giuseppe Piazzi nel 1801 dopo che era stato scambiato per una cometa. Ma dopo che la sua orbita venne determinata meglio, fu chiaro che non si trattava di una cometa, ma più verosimilmente di un piccolo pianeta. Piazzi lo chiamò Cerere, in onore della dea siciliana del grano. Ha un diametro pari a 933 km .

Dopo Cerere vennero trovati altri pianeti poco luminosi orbitanti tra Marte e Giove. Ognuno appariva come un puntino simile a una stella. Nel 1802 venne creato il nome "asteroide" per indicarli.


Ad oggi sono stati scoperti più di 7000 asteroidi; ogni anno ne vengono scoperti a centinaia. Senza dubbio ce ne sono centinaia di migliaia, che però sono troppo piccoli per essere visti dalla Terra. Si conoscono 26 asteroidi con diametro maggiore di 200 km. Il catalogo degli asteroidi più grandi è oggi quasi completo: probabilmente conosciamo il 99% degli asteroidi con diametro maggiore di 100 km. Di quelli con diametro compreso fra 10 e 100 km, ne sono stati catalogati circa la metà. Ma conosciamo ben pochi degli asteroidi più piccoli: gli asteroidi con diametro inferiore ad un chilometro potrebbero essere un milione.

I numeri di Titius

In realtà gli astronomi avevano cominciato a cercarli 16 anni prima di G. Piazzi, in seguito alla scoperta di Johann Titius di un rapporto numerico tra le distanze dei pianeti dal sole.

Titius trovò che se annotava i numeri 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, e 192 (ciascuno il doppio del precedente) e poi aggiungeva 4 a ciascuno otteneva 4, 7, 10, 16, 28, 52, 100, e 196. Comprese che, supponendo la distanza dal Sole alla Terra fosse 10 unità, il numero 4 rappresentava la reale distanza dal Sole a Mercurio, 7 quella dal Sole a Venere, e così via. Su questa scala la distanza dal Sole a Marte era 16 unità, dal Sole a Giove di 52, dal Sole a Saturno di 100. I numeri 28 e 196 erano disponibili.

Quando si scoprì Urano, si trovò che la distanza del pianeta dal Sole corrispondeva al numero 196. Quindi si supponeva l'esistenza di un altro pianeta tra Marte e Giove alla distanza indicata dal numero 28.

Fu così che Piazzi, impegnato nel preparare un catalogo delle stelle, scoprì casualmente un nuovo pianetino alla distanza prevista, cui diede il nome di Cerere.

Dopo Cerere vennero trovati altri pianetini orbitanti tra Marte e Giove. Le loro orbite sono raggruppate in fasce separate causati dall'influsso del campo gravitazionale di Giove.

 

Non solo nella cintura principale Marte-Giove

Alcuni asteroidi, chiamati Centauri, seguono orbite eccentriche che incrociano quelle dei pianeti interni ed esterni.
Icaro per esempio orbita vicino al sole incrociando la Terra, mentre l'orbita di Hidalgo si allunga verso quella di Saturno e quella di Chirone addirittura attraversa l'orbita di Urano.


Altri, chiamati Troiani,  gravitano sulla stessa orbita di Giove in due gruppi (nei punti lagrangiani: 60 gradi davanti e dietro Giove sulla sua orbita) e si ritiene che possano essere oltre un migliaio.

Ci sono anche alcuni piccoli asteroidi nei punti lagrangiani di Venere e della Terra.

L'origine

L'origine degli asteroidi non e' ancora nota con certezza. Si pensa che siano i resti di un "pianeta mancato" che avrebbe dovuto formarsi tra Marte e Giove per aggregazione di planetesimi . Sembra che la velocità relativa dei vari asteroidi sono troppo alte perché potevano fondersi tra loro e formare un corpo più grande.

Perchè ci vengono addosso

Le collisioni giocano un ruolo molto importante nella dinamica di questi oggetti. Gli asteroidi si muovono a velocità piuttosto elevate, circa 18.000 Km/h, e le loro orbite si intersecano spesso.
A queste velocità, un impatto tra due asteroidi provoca la formazione di crateri sulla loro superficie o addirittura li disgrega. Essi sono destinati a frammentarsi e a diventare sempre più piccoli.

Ma impatti a queste velocità possono anche proiettare questi corpi fuori dalla loro orbita instabile e generare il loro vagare nello spazio fin quanto non vengono attratti dalla forza gravitazionale di qualche pianeta.  Se questa è tanto forte rispetto alla loro velocità allora ecco che ci cadono addosso.

Il Sistema solare, che fino a pochi anni fa era visto come un sistema ordinato e preciso, si sta rivelando sempre più qualcosa di molto simile ad un enorme tavolo da biliardo dove milioni di palle corrono da una parte all’altra all’impazzata urtandosi e spingendo altre palle su orbite nuove. Pensare che la Terra possa attraversare indenne una situazione simile è come pensare di poter attraversare ininterrottamente un’autostrada ad occhi bendati senza essere investiti.

.... e che danni causerebbero?

Ritorniamo al nostro asteroide 2004FH.
Nonostante le piccole dimensioni l'impatto con un piccolo corpo che si muove ad alta velocità, può dare luogo ad eventi tipo quello di Tunguska.
Se cadono su regioni abitate il numero di vittime può essere dell'ordine di alcune  migliaia. Una catastrofe regionale senza effetti particolari su larga scala.

Per asteroidi di diametro superiore ai 1500 m l'effetto di devastazione è su vasta scala per via anche delle polveri immesse nell'atmosfera. Il numero delle vittime potenziali è dell'ordine del miliardo di persone.

Con NEO dai 10 km in su, come quello responsabile della estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa, si rischia l'estinzione della specie umana.

Infatti:

  • La temperatura della Terra si alzerebbe di migliaia di gradi e la pressione di 1 milione di volte.
  • L'esplosione creerebbe 21.000 chilometri cubi di detriti di cui 1770 verrebbero scagliati in orbita a velocità 50 volte quella del suono.
  • La luce solare sarebbe schermata per mesi. La temperatura sulla Terra resterebbe a lungo sotto zero.
  • Nel raggio di centinaia di chilometri dal punto di impatto le coste sarebbero devastate da tsunami con onde di oltre 90 metri.
  • Un terremoto un milione di volte più forte di quelli mai registrati farebbe sentire i suoi effetti sull'intero pianeta.
  • Il cratere scavato potrebbe misurare oltre 100 chilometri di diametro e avere una profondità di 40 chilometri.

Soltanto a titolo statistico nella notte tra il 30 e 31 ottobre 1937 l'asteroide Hermes di 900 metri di diametro è passato a 733.000 km dalla Terra, mentre fra il 9 19 dicembre 1994 l'asteroide PHO è stato scoperto quando era già in fase di allontanamento dalla Terra, come avvenuto per il 2002MN che è passato a 120.000 km dal nostro pianeta il 14 giugno 2002 ed è stato scoperto 3 giorni dopo.

Il prossimo incontro ravvicinato (fra quelli prevedibili) sarà con l'asteroide che il 29 settembre 2004 passerà a 0,01036 UA dalla Terra.

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METEORITI

Le meteoriti sono i residui di corpi extraterrestri rocciosi o metallici, detti meteoroidi, che hanno colpito il suolo terrestre.

Molti di essi sono asteroidi, altri sono pezzi di nuclei di comete disgregati. Alcune meteoriti, infine, hanno origini lunari o marziane. Una delle meteoriti marziane, nota come ALH84001, si crede rechi le tracce di vita su Marte, ma allo stato attuale non ci sono evidenze certe di questo fatto.

Un gran numero di meteoroidi colpisce ogni giorno la Terra, a velocità comprese tra 35.000 e 250.000 Km/h: si tratta di diverse centinaia di tonnellate di materiale, di cui la gran parte si disgrega nell'alta atmosfera per attrito e raggiunge il suolo sotto forma di polvere. Le piu' grandi, dopo essere state decelerate dall'attrito atmosferico fino a velocità di poche centinaia di Km/h, colpiscono il suolo terrestre, producendovi un cratere.
Almeno 120 crateri da impatto sono stati scoperti finora sulla superficie del nostro pianeta.

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STELLE CADENTI

Le stelle cadenti, note a tutti i popoli sin dalla antichità, non sono vere stelle ma meteore.
La maggior parte delle stelle cadenti consiste di piccoli pezzi dispersi da una cometa.

Orbitando attorno al Sole una cometa emette gas e polvere lasciando una traccia di materiali lungo il suo percorso orbitale.
Quando la Terra quindi  interseca l'orbita della scia di detriti lasciata dalla cometa, quelli più grandi penetrano nell'atmosfera terrestre dove bruciano a causa dell'attrito con le molecole dell'aria.
Queste molecole si ionizzano ed emettono radiazioni sotto forma luminosa.

E' intuitivo che questa scia di polveri e detriti risultino formate da più meteore, spesso a migliaia. Allora questi "sciami" di meteore sono davvero spettacolari, perchè sembrano provenire tutte dallo stesso punto del cielo detto "radiante" e prendono il nome dalla costellazione nella quale appare questo punto. Perseidi, Leonidi ....ecc.

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DISTRUZIONI DI MASSA

Il paleontologo John Sepkoski ha scoperto una certa ripetitività nelle distruzioni di massa verificatesi sulla Terra. Ogni ventisei milioni di anni una stella nana rossa chiamata Nemesi ruotando attorno al sole passerebbe vicino alla Nube di Orte perturbando milioni di comete che possono dirigersi verso il sole e quindi anche sulla Terra.

Circa 20 di queste comete avrebbero potuto provocare nel giro di circa 1 milione di anni la catastrofe di incendi, terremoti e maremoti che avrebbe scosso la terra a tal punto da determinare l’estinzione totale dei suoi abitanti animali e vegetali

Se fosse così partendo dal Cambiano ci sarebbero state ventitre catastrofi di origine cosmica. Almeno cinque di queste distruzioni di massa sono accettate dai paleontologi.

  • nell’era paleozoica se ne verificarono due, una 435 e l’altra 360 milioni di anni fa causando la morte di decine di migliaia di specie di organismi marini;
  • la terza avvenne 250 milioni di anni fa, vennero distrutti il 95% degli esseri viventi e passarono altri dieci milioni di anni perché si riaffermasse la vita sulla Terra;
  • nell’era mesozoica, 205 milioni di anni fa, vennero distrutti quasi tutti i rettili e gli anfibi;
  • alla fine dell’era mesozoica, 65 milioni di anni fa, vennero distrutti i dinosauri e con essi sparì anche il 65% delle specie viventi.

Il cratere esiste tutt’ora, nello Yucatan.

Lo si desume inequivocabilmente dalle tracce di Iridio presenti nel cratere,  in terreni circostanti e persino in Italia. Nelle rocce della terra esiste una piccola striscia gialla chiamata KT che segna il confine tra il cretaceo e il terziario: il momento in cui un corpo astrale impattò la terra.

Le polveri sollevate dall’impatto oscurarono il sole per alcuni anni, la fotosintesi venne interrotta, morirono le piante e le specie si estinsero a catena, fra le varie specie i Dinosauri.

L’Ipotesi Astrale

Fino a cinquant’anni fa la possibilità che un corpo celeste potesse cadere sulla Terra era considerato fantascienza e chi ipotizzava ciò era un catastrofista, non si sa perché, contrario al progresso.
Negli anni le opinioni dei catastrofismi vennero sempre più prese in considerazione anche perchè le prove non mancavano, basti pensare al Meteor Crater in Arizona. Nel 1908 a Tumbuska, in Siberia, cade dal cielo un ammasso di ghiaccio del diametro di cento metri. L’impatto sprigionò una forza seicento volte più grande della bomba di Hiroshima che in pochi secondi rase al suolo milleottocento chilometri quadrati di foresta, se fosse caduto su Parigi o Londra non sarebbe rimasto nulla. Passano gli anni e le presenze di meteoriti si verificano senza ombra di dubbi. Nel 1972 una roccia di ottanta metri di diametro rimbalza fuori dall’atmosfera senza provocare danni e nel 1992 viene filmato un corpo celeste che si disintegra a pochi chilometri da terra. Altri “sassolini” pericolosi sono stati trovati in varie parti del mondo. Uno di questi è particolarmente interessante.

Nel Corano si parla di un certo Aad che si fece beffe di Allah e per colpa sua la città su cui regnava, Ubar, fu distrutta da una “nuvola nera” portata da un vento fortissimo. Nel 1932 Harry Sr. John “Abdullah” Philly trovò nel deserto della penisola Arabica una strana area dove coesistevano resti di vetro nero, frammenti di roccia bianca e frammenti di ferro. Il luogo era chiamato dagli arabi Al-Hadida (la cosa di ferro) ed era il sito della città di Ubar (che gli inglesi storpiarono in Wabar). La città era stata colpita e distrutta immediatamente da un meteorite che al momento dell’impatto si spaccò in almeno tre parti. Uno di questi pezzi pesante 2200 chili fu trasportato a Riyadh, alla King Saud University, e ora fa bella mostra di se nella capitale dall’Arabia Saudita. Secondo la ricercatrice Elisabeth Thomsen anche la Kaaba, la sacra pietra nera oggetto di culto dei mussulmani conservata a La Mecca, sarebbe un pezzo di impactite proveniente dalla distruzione di Ubar-Wabar.

Un’altra pietra cadde sulla terra a Ensisheim nel 1492, pesava solo 130 chili ma divenne ben presto famosa grazie alla stampa di alcuni almanacchi di un sol foglio che un poeta dilettante, Sebastian Brant, pubblicava nella vicina città di Basilea. La caduta del meteorite pubblicata in 21 numeri dell’almanacco di Brant fu di volta in volta il segno della gloria dell’imperatore Massimiliano, il segno divino per la dichiarazione di guerra alla Francia e per la guerra ai turchi nonché il segno profetico della morte del padre dell’imperatore, Federico.

Negli anni ’70 a Walla-Walla Valley nello stato di Washington, USA, il geologo Richard Waitt scoprì tracce di sedimenti in rocce basaltiche, segno che una grande massa d’urto aveva spaccato le rocce lasciando i sedimenti. La causa venne attribuita al lago glaciale Missoua: un argine del lago sarebbe crollato allagando l’ovest Montana, il nord Idaho e l’est dello stato di Washington per un’area uguale a quella della Romania. Il fatto avvenne alla fine dell’ultima glaciazione, ma che cosa l’aveva provocato?

Una popolazione del nord America, gli Ute, raccontano una leggenda secondo la quale i loro antenati videro un carro di fuoco cadere sulla Coon Mountain. Esattamente in quel luogo si trova il Cratere della Meteora, o del Diavolo. Profondo circa 200 metri e largo un chilometro si pensa sia stato prodotto da una meteora di cento metri di diametro. Quindi la leggenda Ute più che una fantasia è la testimonianza visiva tramandata di un fatto avvenuto ben 20.000 anni fa.

Nel luglio 1994 la cometa Shoemaker-Levy si è andata a sfracellare sulla superficie di Giove. Questo impatto ha permesso di avere una visione più realistica di quella ricostruita a computer degli effetti di un impatto con un corpo cosmico. 

 

In Italia

Solo per restare in Italia negli ultimi anni: nel 1988 un meteorite è caduto davanti all’ingresso dell’industria spaziale Aeritalia, mentre nel 1996 un meteorite del peso di dieci chili si è conficcato in un campo a Fermo sotto gli occhi di alcune persone. Il meteorite è conservato nel museo della cittadina ascolana. Altri impatti sono stati veramente davanti agli occhi di tutti gli abitanti della Terra.
 

E per ultimo un piccolo caso che mi ha toccato da vicino.
Mia moglie era in autostrada nel tratto da San Benedetto del Tronto verso Roseto, quando qualcosa colpì il vetro anteriore dell'auto. Nell'angolo basso a destra si era formato un foro perfettamente circolare senza incrinature grande quanto la capocchia di uno spillo. L'autostrada era libera, nessun camion, nessuna macchina davanti. Tra l'altro nessun sasso di quelle piccole dimensioni avrebbe potuto generare un foro ad una Opel Corsa a 120 km all'ora. Poteva essere solo ciò che restava di un meteorite di piccola massa, oramai consumato con l'attrito della atmosfera, ma dalla elevata velocità e densità.

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