ASTEROIDI METEORITI STELLE CADENTI
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8 Marzo 2004 ore 23,08 l'asteroide 2004FH ha sfiorato la superficie della terra passando ad appena 42.700 km sopra le nostre teste.
Un incontro
inaspettato (è stato avvistato solo a 72 ore da un possibile
impatto) e piuttosto ravvicinato, direi. Ma se fosse stato più grande? La minaccia di tipo astronomico che incombe sul nostro pianeta è rappresentato dal Neo (Near-Earth-Objects): si stima che
Non sono notizie certamente da stare tranquilli. Ma notizie confortanti (se così si può dire) ci vengono date dal Cnr di Roma: la probabilità che un grande asteroide cada sulla terra è ovviamente proporzionale al loro numero. Quelli grandi (circa 1 km di diametro) cadono ogni 1-2 milioni di anni. I grandissimi (maggiori di 5 km) ogni 50-100 milioni di anni. Gli oggetti sui 150 metri cadono ogni 1.000 anni circa, i 50 metri ogni secolo. Che cosa sono gli asteroidi Gli asteroidi, noti anche come 'pianetini' sono piccoli pezzi di materiale planetario che orbitano attorno al sole. Hanno la forma di patate e cosparsi di crateri. Il primo è stato scoperto da Giuseppe Piazzi nel 1801 dopo che era stato scambiato per una cometa. Ma dopo che la sua orbita venne determinata meglio, fu chiaro che non si trattava di una cometa, ma più verosimilmente di un piccolo pianeta. Piazzi lo chiamò Cerere, in onore della dea siciliana del grano. Ha un diametro pari a 933 km . Dopo Cerere vennero trovati altri pianeti poco luminosi orbitanti tra Marte e Giove. Ognuno appariva come un puntino simile a una stella. Nel 1802 venne creato il nome "asteroide" per indicarli.
I numeri di Titius In realtà gli astronomi avevano cominciato a cercarli 16 anni prima di G. Piazzi, in seguito alla scoperta di Johann Titius di un rapporto numerico tra le distanze dei pianeti dal sole. Titius trovò che se annotava i numeri 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, e 192 (ciascuno il doppio del precedente) e poi aggiungeva 4 a ciascuno otteneva 4, 7, 10, 16, 28, 52, 100, e 196. Comprese che, supponendo la distanza dal Sole alla Terra fosse 10 unità, il numero 4 rappresentava la reale distanza dal Sole a Mercurio, 7 quella dal Sole a Venere, e così via. Su questa scala la distanza dal Sole a Marte era 16 unità, dal Sole a Giove di 52, dal Sole a Saturno di 100. I numeri 28 e 196 erano disponibili. Quando si scoprì Urano, si trovò che la distanza del pianeta dal Sole corrispondeva al numero 196. Quindi si supponeva l'esistenza di un altro pianeta tra Marte e Giove alla distanza indicata dal numero 28. Fu così che Piazzi, impegnato nel preparare un catalogo delle stelle, scoprì casualmente un nuovo pianetino alla distanza prevista, cui diede il nome di Cerere. Dopo Cerere vennero trovati altri pianetini orbitanti tra Marte e Giove. Le loro orbite sono raggruppate in fasce separate causati dall'influsso del campo gravitazionale di Giove.
Non solo nella cintura principale Marte-Giove Alcuni asteroidi, chiamati
Centauri, seguono orbite
eccentriche che incrociano quelle dei pianeti interni ed esterni.
Ci sono anche alcuni piccoli asteroidi nei punti lagrangiani di Venere e della Terra. L'origine L'origine degli asteroidi non e' ancora nota con certezza. Si pensa che siano i resti di un "pianeta mancato" che avrebbe dovuto formarsi tra Marte e Giove per aggregazione di planetesimi . Sembra che la velocità relativa dei vari asteroidi sono troppo alte perché potevano fondersi tra loro e formare un corpo più grande. Perchè ci vengono addosso
Le collisioni giocano un
ruolo molto importante nella dinamica di questi oggetti. Gli
asteroidi si muovono a velocità piuttosto elevate, circa 18.000
Km/h, e le loro orbite si intersecano spesso. Ma impatti a queste velocità possono anche proiettare questi corpi fuori dalla loro orbita instabile e generare il loro vagare nello spazio fin quanto non vengono attratti dalla forza gravitazionale di qualche pianeta. Se questa è tanto forte rispetto alla loro velocità allora ecco che ci cadono addosso. Il Sistema solare, che fino a pochi anni fa era visto come un sistema ordinato e preciso, si sta rivelando sempre più qualcosa di molto simile ad un enorme tavolo da biliardo dove milioni di palle corrono da una parte all’altra all’impazzata urtandosi e spingendo altre palle su orbite nuove. Pensare che la Terra possa attraversare indenne una situazione simile è come pensare di poter attraversare ininterrottamente un’autostrada ad occhi bendati senza essere investiti. .... e che danni causerebbero?
Ritorniamo al nostro asteroide 2004FH.
Per asteroidi di diametro superiore ai 1500 m l'effetto di devastazione è su vasta scala per via anche delle polveri immesse nell'atmosfera. Il numero delle vittime potenziali è dell'ordine del miliardo di persone. Con NEO dai 10 km in su, come quello responsabile della estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa, si rischia l'estinzione della specie umana.
Infatti:
Soltanto a titolo statistico nella notte tra il 30 e 31 ottobre 1937 l'asteroide Hermes di 900 metri di diametro è passato a 733.000 km dalla Terra, mentre fra il 9 19 dicembre 1994 l'asteroide PHO è stato scoperto quando era già in fase di allontanamento dalla Terra, come avvenuto per il 2002MN che è passato a 120.000 km dal nostro pianeta il 14 giugno 2002 ed è stato scoperto 3 giorni dopo. Il prossimo incontro ravvicinato (fra quelli prevedibili) sarà con l'asteroide che il 29 settembre 2004 passerà a 0,01036 UA dalla Terra. Le meteoriti sono i residui di corpi extraterrestri rocciosi o metallici, detti meteoroidi, che hanno colpito il suolo terrestre. Molti di essi sono asteroidi, altri sono pezzi di nuclei di comete disgregati. Alcune meteoriti, infine, hanno origini lunari o marziane. Una delle meteoriti marziane, nota come ALH84001, si crede rechi le tracce di vita su Marte, ma allo stato attuale non ci sono evidenze certe di questo fatto.
Un
gran numero di meteoroidi colpisce ogni giorno la Terra, a velocità
comprese tra 35.000 e 250.000 Km/h: si tratta di diverse centinaia
di tonnellate di materiale, di cui la gran parte si disgrega
nell'alta atmosfera per attrito e raggiunge il suolo sotto forma di
polvere. Le piu' grandi, dopo essere state decelerate dall'attrito
atmosferico fino a velocità di poche centinaia di Km/h, colpiscono
il suolo terrestre, producendovi un cratere.
up
Le stelle
cadenti, note a tutti i popoli sin dalla antichità, non sono vere
stelle ma meteore.
Orbitando attorno al Sole una cometa emette gas e polvere lasciando
una traccia di materiali lungo il suo percorso orbitale.
E' intuitivo che questa scia di polveri e detriti risultino formate
da più meteore, spesso a migliaia. Allora questi "sciami" di meteore
sono davvero spettacolari, perchè sembrano provenire tutte dallo
stesso punto del cielo detto "radiante" e prendono il nome dalla
costellazione nella quale appare questo punto. Perseidi, Leonidi
....ecc.
Il Circa 20 di queste comete avrebbero potuto provocare nel giro di circa 1 milione di anni la catastrofe di incendi, terremoti e maremoti che avrebbe scosso la terra a tal punto da determinare l’estinzione totale dei suoi abitanti animali e vegetali Se fosse così partendo dal Cambiano ci sarebbero state ventitre catastrofi di origine cosmica. Almeno cinque di queste distruzioni di massa sono accettate dai paleontologi.
Il cratere esiste tutt’ora, nello Yucatan. Lo si desume inequivocabilmente dalle tracce di Iridio presenti nel cratere, in terreni circostanti e persino in Italia. Nelle rocce della terra esiste una piccola striscia gialla chiamata KT che segna il confine tra il cretaceo e il terziario: il momento in cui un corpo astrale impattò la terra. Le polveri sollevate dall’impatto oscurarono il sole per alcuni anni, la fotosintesi venne interrotta, morirono le piante e le specie si estinsero a catena, fra le varie specie i Dinosauri. L’Ipotesi Astrale
Fino a cinquant’anni
fa la possibilità che un corpo celeste potesse cadere sulla Terra
era considerato fantascienza e chi ipotizzava ciò era un
catastrofista, non si sa perché, contrario al progresso. Nel Corano si parla di un certo Aad che si fece beffe di Allah e per colpa sua la città su cui regnava, Ubar, fu distrutta da una “nuvola nera” portata da un vento fortissimo. Nel 1932 Harry Sr. John “Abdullah” Philly trovò nel deserto della penisola Arabica una strana area dove coesistevano resti di vetro nero, frammenti di roccia bianca e frammenti di ferro. Il luogo era chiamato dagli arabi Al-Hadida (la cosa di ferro) ed era il sito della città di Ubar (che gli inglesi storpiarono in Wabar). La città era stata colpita e distrutta immediatamente da un meteorite che al momento dell’impatto si spaccò in almeno tre parti. Uno di questi pezzi pesante 2200 chili fu trasportato a Riyadh, alla King Saud University, e ora fa bella mostra di se nella capitale dall’Arabia Saudita. Secondo la ricercatrice Elisabeth Thomsen anche la Kaaba, la sacra pietra nera oggetto di culto dei mussulmani conservata a La Mecca, sarebbe un pezzo di impactite proveniente dalla distruzione di Ubar-Wabar. Un’altra pietra cadde sulla terra a Ensisheim nel 1492, pesava solo 130 chili ma divenne ben presto famosa grazie alla stampa di alcuni almanacchi di un sol foglio che un poeta dilettante, Sebastian Brant, pubblicava nella vicina città di Basilea. La caduta del meteorite pubblicata in 21 numeri dell’almanacco di Brant fu di volta in volta il segno della gloria dell’imperatore Massimiliano, il segno divino per la dichiarazione di guerra alla Francia e per la guerra ai turchi nonché il segno profetico della morte del padre dell’imperatore, Federico. Negli anni ’70 a Walla-Walla Valley nello stato di Washington, USA, il geologo Richard Waitt scoprì tracce di sedimenti in rocce basaltiche, segno che una grande massa d’urto aveva spaccato le rocce lasciando i sedimenti. La causa venne attribuita al lago glaciale Missoua: un argine del lago sarebbe crollato allagando l’ovest Montana, il nord Idaho e l’est dello stato di Washington per un’area uguale a quella della Romania. Il fatto avvenne alla fine dell’ultima glaciazione, ma che cosa l’aveva provocato? Una popolazione del nord America, gli Ute, raccontano una leggenda secondo la quale i loro antenati videro un carro di fuoco cadere sulla Coon Mountain. Esattamente in quel luogo si trova il Cratere della Meteora, o del Diavolo. Profondo circa 200 metri e largo un chilometro si pensa sia stato prodotto da una meteora di cento metri di diametro. Quindi la leggenda Ute più che una fantasia è la testimonianza visiva tramandata di un fatto avvenuto ben 20.000 anni fa. Nel luglio 1994 la cometa Shoemaker-Levy si è andata a sfracellare sulla superficie di Giove. Questo impatto ha permesso di avere una visione più realistica di quella ricostruita a computer degli effetti di un impatto con un corpo cosmico.
In Italia
Solo per restare
in Italia negli ultimi anni: nel 1988 un meteorite è caduto davanti
all’ingresso dell’industria spaziale Aeritalia, mentre nel 1996 un
meteorite del peso di dieci chili si è conficcato in un campo a
Fermo sotto gli occhi di alcune persone. Il meteorite è conservato
nel museo della cittadina ascolana. Altri impatti sono stati
veramente davanti agli occhi di tutti gli abitanti della Terra.
E per ultimo
un piccolo caso che mi ha toccato da vicino.
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