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Il Grande imbroglio: quinta puntata

La "discesa in loggia"

   
   

Berlusconi, così vicino alla destra democristiana e al PSI di Craxi, decide di irrobustire le sue relazioni. Si iscrive alla Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli, tessera 1816. In sede giudiziaria darà versioni diverse e contrastanti su questa sua affiliazione. Cadrà spesso in contraddizione e dirà semplicemente molte bugie.

Bugia n°1. Interrogato a Milano il 26 ottobre 1981 dirà di non aver mai effettuato versamenti. Agli atti risulta un versamento, che, messo alle corde, confesserà in seguito.

Bugia n° 2. Nello stesso interrogatorio dirà che non ha mai avuto rapporti con altri affiliati. Vedremo come è affollata la cerchia dei pidduisti in stretto rapporto con Berlusconi, anche di solida amicizia.

A Verona, in un altro interrogatorio, in cui Berlusconi viene chiamato come querelante di alcuni articoli "diffamatori" pubblicati da Ruggeri e Guarino su "la Notte", "l'Unità", ed "Epoca", che riprendevano un libro, scritto dai due autori, e NON QUERELATO (Berlusconi ha tentato di non far uscire il libro ed è anche arrivato a tentare di  acquistare tutte le copie possibili) dal titolo "Berlusconi. Inchiesta sul signor TV", Kaos Edizioni, 1987, il tribunale sente Berlusconi nella parte di querelante-parte offesa, patrocinato dall'avvocato Contestabile, ora senatore di FI ed ex sottosegretario alla giustizia di Alfredo Biondi. Depone sotto giuramento e dice una serie di bugie che fanno scattare la denuncia per falsa testimonianza. Berlusconi da querelante diviene imputato e verrà per questo condannato nel 1990.

Interessante è il terzo interrogatorio il 3 Novembre 1993 a Roma in cui racconta del perché della sua iscrizione alla P2 che può essere sintetizzata dall'insistenza di Gelli che "voleva intorno a se gli uomini migliori" e quella di Roberto Gervaso (iscritto)  che, se riusciva a far affiliare Berlusconi, avrebbe ottenuto uno spazio sul Corriere della Sera. Credibile? Comunque resta il fatto che, per difendersi, Berlusconi è caduto in troppe contraddizioni che lo hanno portato ad una condanna. Perché ha corso questo rischio? Cosa doveva assolutamente NON DIRE?

Entriamo meglio nella conoscenza della P2.

I  Magistrati entrano nella Villa di Gelli, ad Arezzo, e negli uffici di Castiglion Fibocchi il 17 marzo 1981 e mettono le mani su una lista di 962 affiliati, una serie di documenti dei servizi segreti su alcuni dei più ignobili affari della Repubblica e una serie cospicua di fotocopie e documenti originali che provano esportazioni clandestine di capitali, operazioni finanziarie illecite e ricatti. (Carlo Rognoni; L'Italia della P2, Mondatori 1981 pag. 8).

Militano nel "partito occulto" tre ministri in carica, due ex-ministri, il segretario del PSDI, il capo del gabinetto del Presidente del Consiglio, Forlani, l'intero vertice dei servizi segreti, i vecchi capi del SID e della Guardia di Finanza e il suo attuale comandante, banchieri, editori, giornalisti, magistrati. Figurano uomini di tutti i partiti eccetto il PCI, il PDUP e il partito radicale. Emerge chiaramente che gli affiliati, utilizzando anche la loro attività finanziaria, perseguono obiettivi politici nel campo della battaglia anticomunista. L'Italia è un paese a democrazia limitata.

Quando Forlani annuncia la pubblicazione delle liste, premuto da Pertini, la parte dei quotidiani che più teme l'instabilità del quadro politico, si getta nella minimizzazione. Sobrietà, misura, si apre l'epoca della polifonia garantista e c'è tutto un coro di invito alla prudenza, guardarsi dall'isteria, in democrazia non si fanno esecuzioni sommarie, si indurrà l'opinione pubblica ad una sanatoria generalizzata. Canale 5 alla vigilia delle elezioni del 1994 la butta in facezia: " Ma la P2 è una barzelletta, vogliamo davvero prendere sul serio una comitiva che comprendeva personaggi come Roberto Gervaso? Ci accorgeremo poi come Roberto Gervaso sia stato " indennizzato" con l'assunzione della figlia in Mediaset e,  lui stesso, ha uno spazio giornaliero su Retequattro (?). Peste e corna. Due volte al giorno, con replica.

La procura romana definì la P2 "nucleo ad altissimo potenziale criminogeno, versatilmente impegnato nella consumazione delle più varie attività delittuose". Ma analizzando il disegno generale dell'organizzazione potremo scoprire che Berlusconi, al di là dal consumare attività delittuose, si è affiliato non solo per consonanze ideologiche, ma anche perché il suo partner privato e pubblico più influente, negli anni ottanta, Craxi, condivide, sostiene e, in parte attua il programma d'azione della P2.

Il "Piano di rinascita democratica", un documento interno alla P2, acquisito agli atti anni successivamente, non è scritto da Gelli, ma verosimilmente da un uomo politico con una certa preparazione giuridica, ispirato da Gelli stesso, fa trasparire la necessità di  una società chiusa, tecnocratica, un po’ grigia, dove si lavora molto e si discute poco. (Commissione di inchiesta parlamentare sulla P2). Vengono fatti i nomi di uomini che possono portare allo scopo: per il PSI Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI Visentini e Bandiera; per la DC Andreotti e Forlani; per il PLI Cottone e Quilleri; per la destra Covelli. L'azione del piano prevede di AFFIDARE AI PRESCELTI GLI STRUMENTI FINANZIARI SUFFICIENTI PER PERMETTERE LORO DI ACQUISIRE IL CONTROLLO DEI RISPETTIVI PARTITI.

 Nel caso che non si riuscisse, il piano prevede la FONDAZIONE DI CLUBS PROMOTORI COMPOSTI DA UOMINI E DA ESPONENTI DELLA SOCIETA' CIVILE (parole testuali). Tali uomini devono essere inattaccabili per rigore morale, capacità e onestà e TENDENZIALMENTE DISPONIBILI PER UNA AZIONE POLITICA PRAGMATICA; CON RINUNCIA ALLE CONSUETE E FRUSTE CHIAVI IDEOLOGICHE. Coincidenze? Nella lista degli uomini da finanziare c'è tutto il CAF e  Forza Italia nasce sulla FONDAZIONE DI CLUBS PROMOTORI COMPOSTI DA UOMINI E DA ESPONENTI DELLA SOCIETA' CIVILE TENDENZIALMENTE DISPONIBILI PER UNA AZIONE POLITICA PRAGMATICA CON RINUNCIA ALLE CONSUETE E FRUSTE CHIAVI IDEOLOGICHE.

 Ma anche nel seguito, la P2 sembra prefigurare quello che Berlusconi farà:

-     redigere un elenco di 2 o 3 elementi per ciascun quotidiano o periodico;

-     ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli         esponenti politici definiti;

-      in un secondo tempo dovranno essere acquistati alcuni settimanali da battaglia;

-      coordinare tutta la stampa provinciale e locale con apposita agenzia centralizzata;

-      coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa;

-      dissolvere la RAI-TV in nome della libertà d'antenna ex art. 21 della costituzione.

Non vi è dubbio che Berlusconi abbia seguito, passo per passo le "direttive" del documento della P2. Non vi è dubbio che nei due anni e mezzo di governo Berlusconi sta attuando tutto il piano della P2. (leggi l'intervista a Gelli)

Con la consueta abitudine all'occulto, Berlusconi non ha un solo motivo per rifiutare l'adesione ad una associazione politica di segno anticomunista e autoritario, usandola anche verosimilmente come agenzia d'affari: lo aveva detto ai magistrati durante un interrogatorio. È un pidduista organico e funzionale alla clandestinità.

Ma dall'iscrizione alla P2, Berlusconi ne trae un utile? Cercheremo di mantenerci nella descrizione di fatti certi.

Non passano tre mesi dall'iscrizioni alla loggia che nel quotidiano più letto, il Corriere della Sera, caduto totalmente in mano alla P2 (erano iscritti alla loggia massonica l'editore Angelo Rizzoli, l'amministratore delegato Bruno Tassan Din, il direttore Franco Di Bella) esordisce un opinion-maker: Silvio Berlusconi, pidduista anch'egli.

Sono i giorni del sequestro Moro, le piazze d'Italia sono piene di manifestanti con le bandiere rosse, contro le brigate rosse, insieme alle bandiere scudo-crociata. Siamo in piena emergenza antiterrorista, ci si affanna a difendere la democrazia, si cercano soluzioni per isolare i terroristi. Il dibattito è serrato. L'Italia, e la sua democrazia quasi in ginocchio.

Non restano molti spazi per dibattere temi che non riguardano  l'offensiva antiterrorista.

Nondimeno, come se fosse un giornalista di fama, in posizione insolita e con accorgimenti tecnici che gli danno un grande rilievo, trova accoglienza un editoriale dal titolo: "Un piano per l'industria che darà pochi frutti. Con la legge 675 si rischia il dirigismo" firmato Silvio Berlusconi. Tra i  redattori, ignari della penetrazione della P2, c'è sgomento e ci si chiede come è possibile che il direttore abbia ingaggiato un costruttore, nemmeno molto conosciuto, in veste di opinionista. La firma di Berlusconi tornerà con regolarità. Chiariamo, alcuni sono articoli di scrittura elegante e pensiero limpido, critico verso il governo di unità nazionale e, talvolta persuasivi. Ma è possibile credere che la P2 comincia a servire a Berlusconi e Berlusconi serve la P2?  All'ombra della P2 saranno  più facili i rapporti col sistema creditizio!

I piduisti infiltrati nelle banche e nei ministeri del Tesoro e delle Finanze sono 119. Gelli ha scritto: "Nella loggia P2 figuravano numerosi uomini politici, alti funzionari dello Stato, industriali e banchieri. Nel Banco Ambrosiano figurava un nome che fa, oggi, accapponare la pelle: Roberto Calvi, e le principali banche con i loro massimi dirigenti pidduisti sono: la BNL, il Monte dei Paschi di Siena, la Banca Toscana, l'Istituto centrale delle casse Rurali e Artigiane, l'Interbanca e il Banco di Roma.

Nella relazione della commissione parlamentare si legge: "non vanno trascurati gli interventi che la loggia P2 pone in essere tramite il Banco Ambrosiano ed altre banche ove alcuni operatori, come Genghini, Fabbri e Berlusconi hanno goduto di appoggi e finanziamenti al di la di ogni  merito creditizio." Berlusconi è indebitato oltre misura con la BNL e con il Monte dei Paschi. Da rilevare che Gianfranco Graziadei, amministratore delegato di Servizio Italia, BNL, (come visto, la fiduciaria che nel 1974 ha sottoscritto il capitale dell'Immobiliare San Martino e l'anno successivo ha costituito la Fininvest) è affiliato alla P2.

Fininvest nasce con i finanziamenti e gli indebitamenti che Berlusconi contrae con la BNL, tramite la fiduciaria Servizio Italia e il Monte dei Paschi!

Dentro la P2 fino al collo!!

Nel Monte dei Paschi è lo stesso collegio sindacale ad inguaiare il Direttore Generale Cresti dopo la rivelazione del sodalizio in Loggia tra lui, Cresti e Berlusconi e nell'adunanza conclusiva, con un Cresti dimissionario, i sindaci attaccano in modo categorico e tagliente: "La posizione di rischio verso il gruppo Berlusconi ha dimensioni e carattere del tutto eccezionali, che ci permettono di dimostrare l'esistenza di un comportamento preferenziale accentuato".

Dal 1974 al 1981 il sistema creditizio italiano ha messo a disposizione del Cavaliere 198 miliardi di fidi , 150 miliardi di fideiussioni e 90 miliardi di mutui di credito fondiario.

Gli amici della P2 hanno fatto grossi favori a Berlusconi e il suo impero è nato da indebitamenti possibili solo con un patto solidale con la Loggia Massonica del Grande Oriente d'Italia, la P2. Così è nata Fininvest.

Agli elettori del Cavaliere che si agitano sbandierando le capacità imprenditoriali di Berlusconi chiediamo: le avrebbe avute se la sua spregiudicatezza non lo avesse portato a scendere a patti col diavolo? E se il "diavolo" non avesse messo a sua disposizione tanto danaro quanto viene stanziato in  una legge finanziaria di un intero paese come la Danimarca, il Belgio o l'Olanda?!!!