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Il Grande imbroglio: sesta puntata

Berlusconi "socialista". Flavio Carboni e Olbia.

   
   

Ai congressi e ai meeting socialisti si cantava L'Internazionale. Non sappiamo se sottovoce, il Cavaliere ha mai canticchiato l'inno dei lavoratori, per compiacere, ce lo siamo chiesto e restiamo in trepidante attesa di qualcuno in grado di darci una risposta.

Ma come è avvenuto l'incontro fatale tra Silvio e Bettino?

Berlusconi, costruttore, è in stretto rapporto con Silvano Larini, architetto socialista con alto peso specifico nel Piano Intercomunale Milanese (PIM), per la sua caratura politica.

Dal PIM dipende il "via libera" o il freno ad opere e guadagni spudorati.  Larini, alto e massiccio, sempre abbronzato, ha conosciuto tutti i potenti della penisola ed ha trattato con loro da pari a pari. Eminenza grigia a cavallo tra il Cardinale Mazzarino e il colonnello delle SS, Dollman, è stato il pony express delle tangenti. A lui Berlusconi deve il primo incontro con Bettino Craxi. Berlusconi e Craxi sono accomunati da molte caratteristiche come l'attenzione all'utilità, il calcolo spregiudicato,  l'ambiguità del sì che volge al no e del no ammiccante al sì, l'avversione al partito di Berlinguer, la politica come impegno per l'espansione del potere e il suo consolidamento e presto li troveremo insieme nell'arrembaggio alla Televisione.

Ci sono prove documentate e accertate che Gelli tentò un avvicinamento a Craxi, tramite l'affiliato piduista Giovanni Nisticò, portavoce craxiano. All'epoca della vicenda Petronim, 1979, Nisticò procurò l'incontro tra Gelli e Craxi all' hotel Raphael, incontro del quale Gelli si mostrò particolarmente soddisfatto. Nisticò, in un interrogatorio di "mani pulite" dichiara di aver conosciuto Francesco Pazienza, avventuriero legato ai servizi segreti, consulente di Roberto Calvi. Pazienza riferì a Nisticò di essere in contatto con esponenti socialisti come Fernando Mach di Palmestein, uno dei cassieri occulti di Craxi. Nisticò conobbe anche il generale Santovito (piduista), condotto a casa sua da Elia Valori, suo amico (piduista) e venne a conoscenza, dal segretario di Pazienza, del fatto che se i servizi segreti fossero stati unificati sotto la direzione di Santovito, ci sarebbe stata un'ingente somma di danaro per il Partito Socialista.

Suggerì a Pazienza di mettersi in contatto con Mach di Palmestein.

Santovito inoltre parlò con  Nisticò dell'importanza degli interessi in Somalia e che Bettino era molto amico di Siad Barre. Questi interessi erano comuni a Pillitteri, Craxi e Berlusconi che voleva imporre la propri presenza industriale in Somalia.

Nel sottosuolo del potere craxiano, intrighi, carriere, affari, imbrogli e Berlusconi vi partecipa alla grande.

Tutto quanto sopra scritto è tratto dagli atti della commissione parlamentare di inchiesta sulla P2 e dall'interrogatorio di Nisticò nel processo "mani pulite".

 Da giovane è stato un portaborse di un deputato democristiano che, al termine del rapporto lo fece lavorare presso il ministre della P.I. Flavio Carboni, sardo, frequenterà con disinvoltura monsignori in Vaticano, massoni, industriali dell'edilizia, malavitosi, ufficiali dei servizi segreti, boss mafiosi, politici, editori e banchieri.

Tra i suoi partner politici di una certa attualità troviamo Giuseppe Pisanu, potente capo della segreteria di Zaccagnini, che poi, con volo pindarico, passerà nelle file di Forza Italia, vicepresidente dei deputati berlusconiani.

Tra il 1972 e il 1973 Carboni acquista terreni agricoli di proprietà di Jas Gawronski (futuro deputato europeo di Forza Italia), a Olbia per una cifra irrisoria, 150 milioni. In quattro giorni il Sindaco socialista di Olbia converte i terreni da agricoli in edificabili, 45 mila metri quadri: un guadagno, per Carboni, di miliardi. Passa il tempo, Carboni fa errori su errori, rimane senza una lira per il fallimento di folli progetti consigliati da Angelo Rojch, consigliere regionale DC, poi eletto al parlamento e nessuno gli fa più credito fino al 1979 quando conosce Romano Comìncioli, stretto collaboratore di Berlusconi alla Edinord. Gli parla dei terreni, e Berlusconi gli fissa un appuntamento per metà marzo 1980, al Grand Hotel di Roma. Contano anche gli eccellenti rapporti di Carboni con massoneria, DC e comune di Olbia.

Seguiamo la deposizione di Armando Corona, Presidente dell'assemblea regionale sarda. (DC) resa al magistrato Oliviero Drigani nel dicembre del 1982.

"Conobbi il Carboni nel 1981, presentatomi dall'on. Angelo Rojch (DC) come un operatore locale, imprenditore che si occupava di costruzioni e insediamenti turistici. Il Carboni mi presentò Berlusconi che aveva interessi con lui e che era orientato a investire in Sardegna. Nel colloquio avuto con loro mi chiarirono che i loro progetti erano comuni e che, come soci, volevano costruire Olbia 2".

Corona fu poi inquisito e condannato per tangenti (500 milioni) avute dal corruttore Carboni, socio di Berlusconi e, in quel periodo squattrinato.

Ma come avrà fatto Carboni a pagare 500 milioni?

Carboni si da alla vita sfrenata, senza effettivi mezzi economici. Compra una barca di 22 metri, il Punto Rosso, poi un off-shore e poi, in leasing, un'aereo. Imbarca Pisanu e Berlusconi sul Punto Rosso. Poi ancora Pisanu e Roberto Calvi , in libertà provvisoria dopo due mesi di carcere a Lodi. Ma la Banda della Magliana, con cui è fortemente indebitato, non lo molla, lo tallona e lo inquieta. Malavitosi della banda vengono risarciti con ville e terreni ad Olbia.

Berlusconi, anche lui, non dorme sonni tranquilli. Già pesantemente esposto con le banche deve far fronte ad inaspettati problemi di liquidità. Ovunque il mercato immobiliare è alla paralisi.

Nel frattempo Carboni affronterà vari processi per truffe di varia specie. Sarà condannato a dieci anni, insieme al boss della Magliana Diotallevi perché mandante di un omicidio ai danni di Roberto Rosone, che non ha finanziato due progetti di Carboni. È coinvolto nella tragica e misteriosa fine di Roberto Calvi, trovato impiccato alla travatura di un ponte sul Tamigi, a Londra.

Romano Comìncioli, amico di Berlusconi e, con lui negli affari di Olbia, coordinatore di Forza Italia, finisce in galera.

Vista la cattiva aria che circola nel mondo del cemento, Berlusconi è tempista. Cambia tavolo da gioco.

Scrive un biografo francese. " Fa lesto i suoi conti. Tre soli piccoli minuti di pubblicità televisiva valgono il prezzo di un appartamento in complesso residenziale che ci sono voluti anni a costruire e che ha richiesto investimenti molto costosi".  Eugène Saccomano "Berlusconi: le dossier vérité" Braudard e Taupin, Parigi 1994.

Troverà, anche in questa sua nuova impresa, chi gli spianerà la strada. Non saranno finanziarie occulte, come negli inizi della carriera di imprenditore edile, ma politici compiacenti che in qualche modo conoscono e apprezzano i piani destabilizzanti e antidemocratici della P2.