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Il Grande imbroglio: ottava puntata

"I valori in cui crediamo"

   
   

Miriam Bartolini è di venti anni più giovane di Silvio Berlusconi. Attrice nello Stabile di Trieste ha un avvio di carriera felice, col nome d'arte Veronica Lario.

Nel 1980 la compagnia recita al "Manzoni" di Milano, comprato da Berlusconi per accontentare un amico che sarà utile, il sindaco Tognoli, socialista. Una scena de "La cena delle beffe" impone a Veronica di mettere a nudo il seno:  turbamento violento e lancinante  di Berlusconi, venuto alla  "prima"e quando Veronica torna dietro le quinte trova, ad attenderla, il Cavaliere. Non vi racconto l'agiografia melensa di Mario Oriani e vi rimando al suo libro: "Berlusconi story", Trend, Milano 1994.

Veronica e la madre si trasferiscono in gran segreto a Villa Borletti sede della Fininvest.

vi siete abituati a leggere la vita di Berlusconi con inquietanti sottofondi di dissimulazione, mistero, occulto, bugiarderie, segreti impenetrabili: ora la relazione segreta, che più segreta non si può.

Villa Borletti appare di una dicotomia difficilmente comprensibile: da una parte i dirigenti Fininvest, nell'altra, nella clandestinità, Veronica, il grande amore segreto, colpevole, proibito, adultero, peccaminoso.

Il segreto resiste per tre anni, poi la giovane rimane incinta, ma nulla ancora trapela. La precauzione non è mai troppa e Veronica viene ricoverata in una clinica defilata. Barbara Berlusconi nasce il 30 luglio 1984 in un villaggio svizzero. Berlusconi riconosce subito la figlia; padrino, al battesimo un altro uomo misterioso e di una riservatezza tombale, il Presidente del Consiglio in carica, Benedetto Craxi detto Bettino. La doppia vita ad Arcore e in via Rovani continua fino all'8 ottobre 1985 quando si ha la separazione di Silvio da Carla Dall'Oglio; vent'anni di matrimonio all'epilogo. Veronica gli darà altri due figli, Eleonora e Luigi. Nel Dicembre del 1990, il matrimonio a Palazzo Marino. Cerimoniere il sindaco socialista Paolo Pillitteri e testimoni Bettino e Anna Craxi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta.

Lo sapevate che quando il Cavaliere ha baciato le mani del Papa o quando ha parlato dei "valori in cui crediamo", lui, di quei valori, ne ha rispettati pochini? Li conoscete i nomi che i cattolici danno a coloro che peccano in questo modo? È credibile che lui parli in nome di quei valori?

Proviamo a ragionare sintetizzando.

Il giovane Berlusconi, ventisettenne,  da poco laureato, dopo una parentesi canora nelle crociere, inizia la sua attività di imprenditore nel modo che abbiamo visto. Man mano che ci addentriamo nei tortuosi percorsi che ci si snodano davanti, emerge un affresco con tinte nebulose, incerte; si penetra nella nebbia, nella oscurità, nel mistero, nei segreti. Ci accorgiamo che, come spettatori di un thriller, non siamo ancora in grado di scoprire il sottofondo dell'azione, e ci appaiono, uno dopo l'altro solo gli interpreti, senza conoscerne il reale ruolo. Ci lasciamo prendere dall'intuizione, facciamo scommesse sul ruolo dell'uno o dell'altro, ci azzuffiamo nelle ipotesi o, al limite si tenta di restare indifferenti, o peggio, minimizzare e dire che quel film non l'abbiamo visto e il film non esiste. Chi scrive i copioni di trame complesse, contorte, che cambiano rapidamente lasciando dubbi su dubbi?

È certo che nella vita e negli affari di Berlusconi, nella sua prepotente ascesa verso il successo e l'arricchimento personale (legittimi, per carità, ma ne riparleremo), incrociano tutti i personaggi di quegli anni di tensione, di trame golpiste, di generali felloni, di malavitosi, di massoni potenti , di boss mafiosi, di finanzieri senza scrupoli,  di faccendieri spregiudicati e pregiudicati, di avventurieri, di stragisti, di misteriosi omicidi-suicidi, di politici corrotti, di servizi segreti deviati, di bombe, di terrorismo nero e rosso. Molti personaggi coinvolti in scandali più o meno noti, o meglio, percepiti dall'indignazione dell'opinione pubblica, hanno attraversato la vita del Cavaliere, se non vi hanno preso parte attivamente.

Un modo oscuro gravitava intorno a lui. Tutto l’affair “Telekom-Serbia” è una trasposizione moderna dell’atmosfera tipica di quegli anni in cui un certo mondo, quel mondo, il solito mondo, tramava trappole!

E adesso domandiamoci: ma cosa c'entra Berlusconi con uomini come D'Alema o Fini? Come Casini o Bertinotti? Questi, i politici di razza, quelli che non vanno di moda, quelli che devono lasciare il passo agli uomini venuti dalle professioni, dalla "società civile". Non sono i quattro citati, tanto per fare alcuni esempi, uomini mossi da sincera passione politica? Senza interessi, almeno nel termine più secco della parola.

Uomini che possono essere antipatici o simpatici, uomini che sbagliano, come sbagliano i politici. Ma almeno non "sono scesi in campo" quando ci si sentiva il terreno scricchiolare sotto i piedi per l'eliminazione dei referenti politici, come, a nostro avviso, ha fatto Berlusconi.

Questa destra, in proporzioni intollerabili, è intrisa di falso perbenismo e composta da uomini che di "essere per bene" devono ancora dimostrarlo. Questa destra che si allea con chi difende i localismi, i particolarismi nel Nord ricco, sostituendo gli "ismi" vecchi dei fascismi e dei comunismi con quelli nuovi e, a mio avviso, più pericolosi. Il particolare si difende da solo nell'insieme che lo comprende, se il grado di civiltà e di democrazia lo consente. La democrazia italiana è matura per un salto di qualità, sia la destra o la sinistra a governarla, ma a patto che non si stravolgano le regole del vivere in una società solidale. Ma con questa destra,  se Fini inietta una goccia di civiltà con la proposta del voto amministrativo agli emigrati, il barbaro Bossi e tutti gli adepti al Ku Klux Klan padano minacciano di far cadere il governo!