IMPORTANTE:
TUTTE LE TECNICHE INDICATE DI SEGUITO DEVONO ESSERE UTILIZZATE SOLO
DA PERSONE ADDETTE AL PRIMO SOCCORSO. SE ESEGUITE DA PERSONE NON COMPETENTI
IN MATERIA POSSONO RISULTARE MOLTO PERICOLOSE PER SE E PER GLI ALTRI |
Primo soccorso |
|
Apparato
respiratorio e cardiaco |
|
Tipi
di annegamento |
|
Verifiche
iniziali |
|
Respirazione
artificiale |
|
Massaggio
cardiaco |
|
Tecniche
di trasporto in acqua |
|
Avvicinamento
al pericolante |
|
Tecniche
di trasporto |
L'annegamento è uno stato di asfissia acuta di tipo occlusivo determinato dalla penetrazione di liquido nelle vie aeree con successivo arresto respiratorio e poi cardiaco. Vi è poi un altro tipo di annegamento detto "da idrocuzione" nel quale si ha invece prima perdita di coscienza poi arresto cardiaco, ed infine, arresto respiratorio; questo a causa di fattori traumatici (forti colpi subiti nell'entrata in acqua), termici (troppo sbalzo di temperatura fra quella corporea e acquea), allergici o digestivi. |
Trovandosi di fronte ad una vittima, bisogna effettuare un controllo generale per verificare: lo stato di coscienza, la funzione respiratoria, la funzione cardio-circolatoria, la presenza di ferite, fratture, emorragie esterne. Comunque la verifica della presenza delle funzioni vitali rimane la cosa primaria, così come il successivo ripristino. Segue l'eventuale compressione di un vaso sede di emorragia esterna e l'immobilizzazione di arti fratturati. Fare molta attenzione negli spostamenti della vittima in quanto potrebbe avere fratture gravi (ad esempio alla colonna vertebrale) che potrebbero complicare ulteriormente le cose, causando altre lesioni (ad esempio al midollo spinale). Controllare il colorito cutaneo, l'ampiezza delle pupille e la presenza di eventuale rigurgito. Per controllare la presenza del battito cardiaco premere con 2 dita nelle zone dei polsi arteriosi: il polso radiale dal lato del palmo sotto il pollice, il polso carotideo al disotto della mandibola, il polso femorale a metà della piega inguinale. Inoltre si controlla ponendo l'orecchio sul torace, sopra la linea immaginaria che unisce i capezzoli, verso sinistra. Se l'attività cardiaca è assente, bisogna iniziare il massaggio cardiaco. Per quanto riguarda l'attività respiratoria, controllare se vi sono movimenti della gabbia toracica e dell'addome, la loro ritmicità e profondità. Per accertarsi meglio, porre 2 dita al disotto dello sterno, nel punto di passaggio tra torace e addome. In caso di mancanza di attività respiratoria, bisogna iniziare la respirazione artificiale. |
Vi sono 3 sistemi: 1) con aria espirata 2) manuale 3) semimeccanico. 1) Il migliore in quanto introduce direttamente l'aria nelle vie aeree della vittima ed in quantità maggiore dei sistemi seguenti. Vi sono 3 metodi: a) bocca-naso b) bocca-bocca c) bocca-naso-bocca. Prima di iniziare, bisogna distendere la vittima su una superficie rigida e controllare la pervietà delle vie aeree, eliminando eventuali corpi estranei o rigurgito. Tale eliminazione va effettuata manualmente con le dita, eventualmente ponendo sul fianco la vittima, o percuotendo con il palmo della mano sulla schiena, o comprimendo lo sterno (da evitare nel caso di donne incinta o lattanti). Nel caso di lattanti o bambini metterli a testa in giù e percuotere con il palmo della mano. Poi è essenziale iperestendere il capo all'indietro, per evitare che la lingua occluda il passaggio dell'aria. Adesso si può iniziare a insufflare l'aria nel naso (chiudendogli la bocca), nella bocca (chiudendogli il naso) o entrambi (nel caso di lattanti). Bisogna iniziare con 2 insufflazioni forti; se la vittima non riprende a respirare da solo, continuare con insufflazioni dalla durata di 3 secondi, con pausa di 2 secondi riaprendogli la bocca o il naso. Continuare finchè non riprende a respirare da solo. Importante: se l'insufflazione è corretta si deve vedere un sollevamento del torace. Se si alza l'addome vuol dire che l'aria è entrata nello stomaco; iperestendere meglio il capo e verificare la pervietà delle vie aeree. Seguendo all'incirca questi tempi cercare di ottenere circa 15-18 cicli al minuto negli adulti, 20 nei bambini e 30 nei lattanti. Nel caso di sospetta frattura della colonna vertebrale evitare nel modo più assoluto manovre di lateralizzazione e flessione in avanti della testa; si potrà eseguire solamente una modesta estensione del capo mentre il resto deve rimanere allineato. 2) Da usare se non è possibile usare il sistema ad aria espirata. Vi sono vari metodi, comprimendo alcune parti del corpo: con la vittima a pancia in giù comprimendo sulle scapole e sollevando le braccia, o comprimendo sulla regione lombare e sollevando le anche, o pancia in su comprimendo sulla regione addominale e allargando poi le braccia della vittima. 3) Tramite strumenti, come ad esempio il pallone Ambu. |
Inginocchiarsi (preferibilmente sulla destra) e porre la base del palmo della mano a contatto con il torace, al centro di una linea immaginaria che unisce i capezzoli. Sovrapporre poi l'altra mano ed effettuare delle compressioni, partendo dalle spalle con braccia distese e perpendicolari, producendo un abbassamento dello sterno di 4-5 cm. Effettuare un numero di compressioni vicine alle 80-90 al minuto e terminare quando riprende l'attività cardiaca (verificare periodicamente l'eventuale ripresa). Osservare, inoltre, il cambiamento del colore cutaneo e la grandezza delle pupille. Se si è da soli il ritmo da tenere in caso di arresto respiratorio e cardiaco è: 2 insufflazioni e 15 compressioni; se si è in due 1 a 5. |
Il pericolante può trovarsi in varie situazioni: può essere calmo, può dibattersi o può essere già affondato o galleggiante e privo di sensi. Un pericolante agitato è anche molto pericoloso, in quanto, a causa della forte paura, non è in grado di controllarsi e quindi potrebbe afferrare il soccorritore e impedirgli qualsiasi movimento. In casi di questo tipo per il soccorritore, se alle prime armi, potrebbe diventare anch'egli una vittima (un soccorritore esperto troverà dei vantaggi nel fatto che la vittima si muove in quanto può risultare vantaggioso per il suo galleggiamento). Alcune regole basilari per ridurre al minimo i rischi: non avvicinarsi troppo al pericolante e compatibilmente con la situazione studiare il suo comportamento (eventualmente facendolo stancare un pò) e parlargli per rassicurarlo, evitare il contatto diretto porgendogli un qualcosa a cui attaccarsi, avvicinarsi sempre da dietro. Se nonostante ciò si venisse presi e bloccati, lasciarsi affondare evitando dispendio energetico finchè il pericolante non si stacca. Nel successivo trasporto (con pericolante sempre sul dorso) verificare che la bocca sia sempre fuori dall'acqua. Il trasporto sarà lento nel caso di pericolante cosciente, veloce nel caso contrario. La nuotata di avvicinamento deve essere a testa alta a Rana o Crawl per non perdere di vista la posizione del pericolante. Se si arriva frontalmete si può andare in immersione e girare il pericolante dalle gambe. |
Se il pericolante viene prese al capo, bisogna tenere le dita dritte e il pollice aperto che passa dietro l'orecchio, in modo tale da lasciarlo libero (utile per potergli parlare e rassicurare). Fare molta attenzione a tenere le mascella e non il collo. Ecco
alcune tecniche di trasporto con soccorritore che nuota sul dorso
in posizione leggermente seduta:
Tecniche alternative: |