AVREBBERO POTUTO COSTRUIRE UN MIRAGGIO PIU' CREDIBILE 



Una critica al Rapporto Finale (pdf) del NIST sul collasso delle Torri Gemelle del World Trade Center.
Di Jim Hoffman. Articolo originale qui. Traduzione di MaxPiano interamente tratta da qui.
 

INDICE:

  • Introduzione
  • Lo svolgersi del "Collasso Globale"
  • L'incredibile teoria del cedimento delle colonne
  • Le vaghe risposte del NIST alle critiche
  • Correggere l'imparzialità dell'ASCE
  • Omissioni e distorsioni
  • Conclusioni
  •  

    Introduzione

    Il National Institute for Standards and Technology ( NIST ) pubblicò in Settembre la versione definitiva del suo "Rapporto Finale sulle cause del collasso delle Torri Gemelle del World Trade Center" e un addendum separato per il WTC-7.

    Questo documento rappresenta il lavoro finale di una indagine durata tre anni e costata 16 milioni di dollari al contribuente americano. I risultati del NIST sono spesso citati come la fonte ufficiale della teoria secondo cui gli impatti degli aerei, uniti agli incendi, avrebbero causato i collassi degli edifici.

    In realtà il Rapporto Finale non spiega affatto come sia stato possibile che tre edifici siano collassati in modo completo; ciò è in effetti anche in contrasto con la assoluta mancanza di precedenti storici : nessun grattacielo in acciaio è mai crollato totalmente se non a seguito di demolizioni controllate.

    Il Rapporto, nonostante dedichi molto spazio agli impatti degli aerei, agli incendi, alla perdita di vite umane, non fa alcun tentativo per spiegare la natura di collassi aventi caratteristiche così simili, in effetti, a esplosioni controllate: l’esplosività , la polverizzazione, il crollo in perfetta verticale, la velocità quasi da caduta libera - fanno eccezione due frasi infilate in una paginetta con cui il NIST risponderebbe alle critiche mosse alla bozza del Rapporto. [ il Rapporto Finale è di Settembre 2005, la Bozza di Giugno - NDT ] Il NIST evita questi grattacapi dichiarandoli come esterni allo scopo delle loro indagini sostenendo che il “collasso globale” era “inevitabile” dopo si verificò l’“inizio del collasso”.



    La teoria del NIST in breve

    Il NIST confeziona una spiegazione per l’inizio del collasso la quale evita di colpevolizzare la costruzione delle Torri : gli aerei, impattando, avrebbero rimosso l’isolante dall’acciaio in un modo tale che questo fosse esposto direttamente all’azione distruttiva dell’incendio.
    Le travature a ponte del WTC [ che compongono di fatto la base su cui poggiano i piani - NDT ], piegandosi a causa del calore, avrebbero tirato verso l’interno i muri perimetrali causando una “propagazione dell’instabilità “ nelle colonne perimetrali e aumentando al contempo lo stress sulle colonne del nucleo centrali già indebolite dall’incendio.
    La “tremenda energia” dei piani sopra la zona in cui si sviluppò l’incendio innescarono il “collasso globale”.




    Obiettivi

    La mia critica seguirà due strade :

    1. Dimostrare l’inconsistenza della teoria del NIST riguardo i danni degli impatti e degli incendi
    2. L’infondatezza della congettura per cui l’inizio del collasso avrebbe comportato il “collasso globale”

    Anche se il Rapporto dedica molte pagine al primo aspetto, gli impatti e gli incendi, non prende neppure in considerazione la dinamica del collasso.
    Uno dei principali ricercatori del NIST, Shyam Sunder, viene spesso citato in un articolo di “Popular Mechanics” in cui vengono attaccate le “teorie cospirazioniste”.

    L’autorevole teologo David Ray Griffin, in una conferenza presso l’Università del Wisconsin dell’Aprile 2005 ( trasmessa due volte da un canale televisivo ), ha descritto in modo molto preciso e dettagliato i motivi per cui si dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di demolizione controllata.
    Alcune sue osservazioni (il suo articolo completo è qui):

    Non considerando tutto ciò che è avvenuto dopo l’inizio del collasso, il NIST evita di rivelare i dati che paleserebbero la demolizione controllata.

    NOTA: nel seguito le citazioni dal Rapporto Finale del NIST saranno indicate come questo testo. Ogni riferimento sarà indicato usando sia il numero di pagina relativo al Rapporto sia quello relativo al documento PDF. Per esempio (p 50/100) indica pagina 50 del Rapporto e pagina 100 del documento PDF.

     

    Lo svolgersi del "Collasso Globale"

    Per spiegare il collasso delle Twin Towers dovremmo prendere per vere entrambe le teorie del NIST : quella che avrebbe innescato il crollo e quella secondo cui si sarebbe avuto un “collasso globale”.

    Il Rapporto formula delle ipotesi senza portare a supporto alcuna argomentazione scientifica e con noncuranza le ribadisce più volte, quasi fossero fatti già dimostrati. Ad esempio:

        - Indagine limitata : l’analisi della cronologia degli eventi prosegue fino a quando le torri non sono “sul punto di crollare”.
        - Mancanza di precedenti storici : si ignorano edifici in acciaio che abbiano subito un “collasso globale”.
        - Vendita della teoria : nell’utilizzo ripetuto del termine “collasso progressivo” si nasconde in realtà il fatto che le Twin Towers sono stati gli unici presunti edifici ad aver sperimentato un collasso progressivo totale dal tetto fino alla base.

     

    Indagine limitata

    Il Rapporto limita il suo interesse dal momento dell’impatto dell’aereo fino all’inizio del collasso di ciascuna Torre.
    Nell’introduzione leggiamo :
    Questo è il rapporto finale dell’Istituto Nazionale di Standard e Tecnologia ( NIST ) riguardante la ricostruzione dei collassi delle torri del World Trade Center ( WTC ) nei termini consentiti dal National Construction Safety Team Act (NCST).
    Questo report descrive come gli impatti degli aerei e i conseguenti incendi abbiano portato le torri al collasso dopo che i terroristi fecero schiantare i suddetti aerei commerciali, pieni di carburante, contro gli edifici; vengono altresì valutate come le procedure di emergenza siano state seguite per capire se le vittime siano state più o meno numerose relativamente alla gravità dell’evento.
    (p XIII/15)

    Il sommario esecutivo è meno sincero :

    Obiettivo 1.
    Determinare come e perchè il WTC 1 ed il WTC 2, a partire dagli impatti iniziali degli aerei, collassarono.
    (p xxxvii/39)

    La profondità della spiegazione del NIST riguardante i collassi e le loro caratteristiche da “demolizioni controllate” è visibile in questa nota :

    L’obiettivo principale dell’Indagine era studiare la sequenza di eventi che andarono dall’istante in cui l’aereo ha impattato contro la torre fino all’inizio del collasso dell’edificio. Per brevità in questo report la sequenza sarà indicata con il termine “probabile sequenza di collasso” sebbene essa includa delle brevi considerazioni riguardanti il comportamento della torre dopo che furono raggiunte le condizioni per l’inizio del collasso e questo diventasse inevitabile.
    (p xxxvii/39)

    In realtà tale nota è una riedizione di quanto troviamo scritto in un paragrafo contenuto nella Bozza [ Giugno 2005 - NDT ] dello stesso Rapporto :

    [...] sebbene in pratica esso non includa il comportamento strutturale della torre dopo che le condizioni per l’inizio del collasso furono raggiunte e il collasso divenisse inevitabile.
    (p xxxvii/39 della Bozza)

    Questa modifica riflette l’aggiunta di una breve sezione di mezza pagina dal titolo “Eventi seguenti l’inizio del crollo” che combina vaghe spiegazioni della teoria del “collasso a catena” con incomplete, deboli ed auto-referenziali risposte alle ipotesi di demolizione controllata.
    L’aggiunta di tale sezione non cambia di una virgola la realtà per cui il NIST non ha mai fatto alcun tentativo per modellare o caratterizzare in modo significativo la dinamica dei crolli.

    Fermiamoci un attimo e consideriamo quali siano le implicazioni.

    L’indagine del NIST è presentata come la definitiva versione riguardante i collassi delle Twin Towers e del WTC 7. Il crollo di ogni Torre fu l’ultimo di tre eventi :

    1. Un aereo colpisce la Torre provocando una breccia ed esplodendo in una gigantesca palla di fuoco.
    2. Il carburante dell’aereo si riversa su diversi piani producendo incendi dal denso fumo nero; il calore prodotto avrebbe deformato alcuni elementi strutturali.
    3. la Torre collassa totalmente, dalla cima alla base, non lasciando in pratica nulla che fosse riconoscibile a eccezione di frammenti che costituivano lo scheletro di acciaio e i rivestimenti in alluminio.

    Ognuno di questi eventi fu terribile e provocò la morte di centinaia di persone. Solo il terzo di questi però andò oltre quella che era l’esperienza degli ingegneri e richiese quindi l’introduzione di nuove teorie per permetterne una qualche giustificazione.
    Nonostante questo fatto il Report si occupa solo dei primi due eventi che diventano l’oggetto di analisi in centinaia di pagine; non viene invece mostrato alcun interesse nel terzo inspiegabile evento.
    Si tratta indubbiamente di curiose priorità per una indagine i cui intenti sarebbero dovuti essere quelli di spiegare i tre più famosi quanto inaspettati cedimenti strutturali nella storia dei grattacieli in acciaio : il collasso totale del WTC 1, 2 e 7.

     

    Mancanza di precedenti storici

    Il Rapporto Finale del NIST non fornisce alcun indizio al lettore sul fatto che i collassi totali di questi grattacieli non solo non fossero prevedibili ma che non avessero neppure alcun precedente storico. Al contrario suggerisce che i collassi totali di grattacieli siano eventi “normali” anche se normalmente si propongono in maniera meno improvvisa.

    Nelle nostre città , non abbiamo mai assistito a disastri di tale entità nè abbiamo mai sperimentato il collasso totale di grattacieli avvenire in modo così rapido quanto inaspettato. (p xli/43)

    In effetti gli edifici, prima di essere abbattuti con una demolizione controllata, vengono di norma evacuati e circoscritti per cui, con questo significato, le affermazioni del NIST sarebbero vere.

    Non esplicitando la parola “demolizione” la stessa frase sembra però costruita apposta per essere fraintesa. Infatti non abbiamo esempio di collasso totale di grattacieli in alcuna parte del mondo a parte le demolizioni controllate.
    E’ vero che abbiamo esempi di edifici in acciaio alti 20 piani colpiti duramente da terremoti ma questi edifici, pur potendo presentare gravi danni, non crollano totalmente.
    Al contrario gli scheletri in acciaio delle Twin Towers sono finiti in migliaia di pezzi mentre le parti non metalliche si sono polverizzate in finissimo pulviscolo. Non accennare a esempi storici riguardanti edifici simili è essenziale al fine di indurre il lettore a pensare irrazionalmente che sia normale che un “collasso iniziale” provochi anche un “collasso globale”.

     



    Vendita della teoria

    Il Rapporto menziona il termine “collasso progressivo” 16 volte perlopiù in sezioni in cui dovrebbe occuparsi di raccomandazioni sulla sicurezza.
    Definisce collasso progressivo quando “un edificio o una porzione di esso collassa a causa della propagazione a catena di un cedimento locale iniziale” ma non ricorda quanto raro sia questo fenomeno o che non abbiamo alcun esempio di collassi progressivi totali di edifici in acciaio oltre quelli visti l’11 di Settembre del 2001.

    A furia di ripetere, come fosse un mantra, il concetto astratto di “collasso progressivo” ma nascondendo la mancanza di ripetibilità dello stesso, al di fuori di “incidenti terroristici”, il Rapporto rinforza subdolamente la congettura per cui il “collasso globale” debba necessariamente seguire l’“inizio del collasso”

     


    L'incredibile teoria del cedimento delle colonne

    La teoria del cedimento delle travate dei piani era in voga nel 2002, avendo vinto i premi messi in palio dalla PBS e dal Discovery Channel, ed eclissò ben presto i sostenitori della teoria per cui la colpa del collasso sarebbe stata del cedimento strutturale delle colonne. Ma ora nel 2005 la “teoria delle colonne” è tornata nuovo in auge e con un nuovo sostenitore (il NIST) forte di un budget da 20 milioni di dollari e modelli tridimensionali a non finire.

    La cosa ironica è che le due teorie sono perfettamente in contrapposizione : mentre la FEMA trova il colpevole nel cedimento dei supporti delle travature (definiti “angle clips” dal Professor Eagar), il NIST incolpa la resistenza degli stessi elementi ritenendo che sono stati il punto di aggancio con cui le travature, incurvate dal peso e dal calore, avrebbero piegato all’interno le colonne perimetrali - il primo passo verso la contagiosa diffusione della cosiddetta “instabilità tra le colonne”.

    Naturalmente il NIST ha dovuto lavorare di impegno per far apparire la sua nuova teoria più plausibile.

    Il Report in breve:

        - Presenta simulazioni dell'impatto degli aerei talmente dettagliate che i modelli includono le pale delle turbine nei motori dei jet - in questo modo si aiuta il lettore a non accorgersi della mancanza di dettaglio nella vaga descrizione dell’“instabilità delle colonne” che porta al “collasso globale”.
        - Combina dettagli basati su osservazioni con pure speculazioni in modo che il lettore non si renda conto della mancanza di prove riguardanti i danni e le alte temperature presenti nelle colonne centrali.
        - Usa ripetizioni e un modo di scrivere melodrammatico in modo da convincere il lettore che l’acciaio, “sottoposto a incendi di tale entità”, non poteva che soccombere rapidamente.
        - Esagera le dimensioni e l'intensità degli incendi, assumendo temperature superiori di 300°C a quelle evidenziate dalle prove.
        - Ignora la proprietà che rende l'acciaio piuttosto resistente al fuoco come la sua conduttività termica.
        - Afferma che le colonne del perimetro fossero piegate verso l'interno portando come unica prova alcune fotografie in cui si vedrebbero le colonne, sì apparentemente distorte, ma senza cercare plausibili spiegazioni alternative.




    Una montagna di dettagli che distoglie l'attenzione

    Riuscire a trovare la teoria del collasso del NIST nel voluminoso Report richiede un certo impegno.

    Come ho già anticipato prima, il NIST in realtà non fornisce una teoria completa del collasso in quanto si limita ad analizzare la sequenza di eventi che avrebbero condotto al suo inizio. Tuttavia il lettore casuale potrebbe farsi sviare da titoli altisonanti come “Analisi del Collasso”, “Analisi Globale” o “Probabile Sequenza del Collasso” e ritenere in buona fede che una tale teoria esista davvero.
    Alcuni lettori potrebbero addirittura non trovare la teoria del collasso del NIST proprio a causa della mole del Report : infatti richiede un certo impegno anche solo trovare le sezioni riguardanti la teoria nello stesso indice!

    Il NIST ha implementato dettagliati modelli degli aerei e di porzioni delle Torri in modo da simulare gli impatti [ che con gli incendi riempiono, come si può vedere, la quasi totalità del volume - NDT].
    Quello che ci interessa è sepolto nella Parte II (”Ricostruzione del Disastro”), Capitolo 6 (”Ricostruzione dei Collassi”), Sezione 6.14 (”Analisi dei Collassi delle Torri”). Tale sezione è composta dalle nove pagine più ridondanti dell’intera pubblicazione e con le descrizioni delle teorie del collasso per le Torri Nord e Sud relegate in tre e quattro paragrafi rispettivamente. Queste descrizioni, in pratica, non presentando alcun dettaglio quantitativo e appaiono in totale contrasto con le tonnellate di pagine dedicate agli impatti e agli incendi.

     


    Mischiare osservazioni e supposizioni


    Danno causato dall'impatto del primo aereo contro il WTC-1
    (cliccare per ingrandire)

    Un trucco usato nel Rapporto per aggiungere realismo alla teoria e di combinare dati sperimentali con speculazioni senza però sottolinearne la differenza.
    Per esempio capita più volte che vengano presentate insieme le stime del danno delle colonne perimetrali (deducibili dalle fotografie) con quelle relative al danno subito dalle colonne centrali del nucleo (che invece è una mera speculazione!).
     
    I detriti [ dell’aereo entrato nel WTC 1 - NDT ] tagliarono un varco sottile attraverso la rete di travature danneggiando l’isolamento fino alla parete nord del nucleo dell’edificio. La devastazione durò circa 0,7 secondi. Il danno strutturale e quello all’isolamento fu considerevole e stimato essere :

    Come verrà osservato in seguito, il Report afferma che i violenti incendi imperversarono nei nuclei degli edifici con una tale dovizia di particolari che potrebbe far pensare che ci sia davvero una prova a supporto di questa speculazione.
    Da altre parti viene infatti ammesso che non c’è alcuna prova visiva che possa far pensare che ci fossero incendi nel nucleo o anche solo in prossimità di esso:

    Incendi più interni di qualche metro non si poterono osservare visto l’oscuramento prodotto dal fumo e l’angolo visivo molto inclinato presente in praticamente tutte le immagini.

     

     

    Enfasi cinematografica



    Spaccato della struttura del piano.
    (cliccare per ingrandire)

    Mentre nel Rapporto alcuni argomenti sono riportati con ricchezza di dettagli, altre importanti conclusioni vengono invece dedotte senza alcuna prova scientifica, spesso presentate con un linguaggio studiato apposta in modo da avere una qualche valenza emotiva per il lettore.
    Per fare un esempio si suggerisce che c’era qualcosa che non andava proprio nella costruzione dei piani e nella disposizione delle travature:

    [...]ogni piano consisteva in uno strato di cemento leggero, dello spessore di 4 pollici [ 10 cm circa - NDT ], steso sul momento sopra un ponte di acciaio scanalato ma qui è dove l’ordinario finisce. A reggere la struttura vi era una griglia di travature costituite da leggere barre d’acciaio. (p 10/60)


    Spaccato della struttura di una Torre del WTC.
    (cliccare per ingrandire)

    Da altre parti il Rapporto annota l’adozione per le Torri di “una innovativa filosofia costruttiva di tipo framed-tube”.
    Mentre questo poteva essere vero ai tempi in cui le Torri furono progettate, al giorno d’oggi la stragrande maggioranza dei più alti grattacieli impiega proprio questo tipo di design - cioè lunghe travature che, ad ogni piano, connettono le colonne del nucleo centrale a quelle del perimetro.

    Viene ripetuto più volte che l’acciaio si sarebbe riscaldato velocemente una volta esposto al calore:

    I componenti in acciaio [ spogliati dall’isolamento - NDT ], se esposti ad un esteso e forte incendio, possono scaldarsi rapidamente fino a compromettere la capacità di sostenere il proprio peso.
    (p 11/61)

    e ancora :

    L’acciaio strutturale può scaldarsi rapidamente de esposto al fuoco anche se di moderata entità quindi una qualche protezione termica o isolante risulterebbe necessaria.
    (p 69/119)

    Queste affermazioni sono assai superficiali perchè ignorano il fatto che il metallo, possedendo un’alta conducibilità termica, condurrebbe il calore lontano dal punto scaldato riducendone la temperatura; si ignora anche la capacità termica associata alle quasi 100000 tonnellate di acciaio con cui era costruita ciascuna Torre.

    L’implicazione che la mancanza di isolamento [ comunque da dimostrare - NDT ] sia elemento fondamentale della trattazione è certamente fuorviante dal momento che nessun grattacielo in acciaio è mai collassato in seguito a incendi, sia che le strutture in acciaio fossero o non fossero isolate.

    Un’altro aspetto assurdo è l’antropomorfizzazione degli edifici, tecnica che il NIST usa con maggior cautela dello stesso New York Times il quale arrivò a titolare la sua serie di documentari “La battaglia per la vita quando le Torri morirono”. [ ‘Fighting to Live as the Towers Died’ - NDT ]

    [...] iniziò allora il furioso incendio che, alimentato dal materiale da ufficio e dalle 13 tonnellate di combustibile riversato dagli aerei, avrebbe alla fine sopraffatto il già danneggiato edificio.
    (p 24/74)

    [ incendio da 500 - 600° C che sappiamo dallo stesso NIST essere durato un 10 minuti per quanto riguarda il kerosene e altri 10 per quanto riguarda i restanti materiali da ufficio , prima di tornare a temperature massime comprese tra i 250 e i 500°C - NDT ] [ comunque sia, avendo cercato di mantenere il significato letterale della frase, notate la vaghezza e la poca scientificità delle affermazioni oltre che l’uso del termine “sopraffare” ed il “pathos” che traspare in una pubblicazione che dovrebbe essere una analisi tecnica - NDT ]

     

    Calore virtuale

    Nel Report viene ripetutamente riferito che nelle Torri ci fossero ancora alte temperature la qual cosa, oltre a non essere supportata da alcuna prova, viene contraddetta dallo stesso NIST :
    [...] Il NIST ha usato due metodi per stimare la massima temperatura raggiunta dall’acciaio : analisi della verniciatura e la microstruttura [...] Osservazioni relative alla screpolatura della vernice a causa dell’espansione termica. In più di 170 zone relative ai 16 pannelli perimetrali esaminati, solo tre colonne perimetrali sono la prova che le temperature hanno superato i 250°C; [questo è avvenuto ] nella rete interna dei piani 92 e 98 per quanto riguarda il lato est dell’edificio e la connessione delle travature al piano 98.
    Solo due campioni delle colonne centrali mostravano sufficiente vernice rimasta per condurre una simile analisi e comunque la loro temperature non raggiunse i 250°C. [...] Usando analisi relative alla microstruttura del metallo il NIST ha concluso che non esiste alcuna prova che alcuno dei campioni esaminati possa aver superato i 600°C.
    (p 90/140)

    Quindi la temperatura massima stimata fu di 250°C e il fatto è anche compatibile con i risultati di test condotti su parcheggi in acciaio non isolato in cui furono mostrate temperature massime dell’acciaio di 360°C. Ci stupiamo allora di come il NIST abbia potuto affermare che le travature, nel loro modello, siano state sottoposte a temperature di 700°C e si siano addirittura incurvate.

    Per il piano è stato creato un modello al fine di studiare le modalità di cedimento causate dalla combinazione della forza di gravitò e dal calore.
    La sezione del piano fu scaldata fino a 700°C ( con una temperatura variabile da 700°C a 300°C dalla parte opposta - superiore - della lastra ) per circa 30 minuti.
    Inizialmente l’espansione termica ha prodotto una compressione contro le colonne spingendole verso l’esterno ma poi, man mano che la temperatura aumentava, il piano si è incurvato tirando verso l’interno le colonne.
    (p 98/148)

    Come il NIST avrebbe dedotto che la temperatura dell’acciaio avrebbe dovuto essere più di 450°C visto che la qual cosa va contro ogni evidenza ?
    Tuttavia il prossimo estratto del Rapporto ci mostra quale sia il metodo sperimentale seguito dal NIST :

    Un bruciatore a nebulizzazione è stato impiegato per fornire 1,9MW o 3,4MW di potenza termica in una camera di 7 metri per 3 metri e mezzo e alta 3,8. La temperatura vicino al soffitto raggiunse i 900°C.
    (p 123/173)

    Ma 3 megawatt equivale alla potenza di 500 stufe a legna tutte applicate in uno spazio grande quanto una stanza!

    Il carburante dell’aereo ha accelerato la crescita dell’incendio. Solo il 60% del materiale di ufficio fu consumato. In prossimità del soffitto si raggiunsero temperature comprese tra gli 800 e i 1100°C.
    (p 125-6/175-6)

    Temperature dell’ordine dei 800-1100°C in incendi di edifici sono normalmente osservate per brevissimi periodi in quelli che gli esperti chiamano flashover. Il flashover avviene quando i gas incombusti, accumulatisi in alto, in prossimità del soffitto, prendendo violentemente fuoco.
    Visto che la fiammata consuma la miscela preriscaldata di carburante e ossigeno in un istante, tali alte temperature durano solo per pochi secondi.
    Tenete presente però che le temperature di 900°C ottenute nei test sono state raggiunte con l’ausilio di un superbruciatore di quasi 4MW di potenza cosicchè hanno certamente dovuto bruciare un bel pò di kerosene! La prima sezione del Rapporto, la quale descrive in modo poco corretto gli incendi, parla di temperature di circa 1000°C ( raramente viste anche nelle momentanee fiammate - i flashover) e di incendi sviluppatisi persino nel nucleo dell’edificio.

    A parte qualche area isolata, protetta magari dal qualche muro in gesso rimasto in piedi, le parti più fredde nello strato superiore del piano erano attorno ai 500°C mentre in prossimità degli incendi arrivavano a 1000°C.
    Frammenti dell’aereo sono penetrati attraverso i muri centrali del nucleo dal 94-esimo al 97-esimo e qui le temperature nelle parti più in alto erano simili a quelle delle aree abitabili [ gli uffici - NDT ].
    (p 28/78)


    Le simulazioni del NIST mostrano temperature massime dell'aria nel nucleo di 300°C

    Notate l’assurdità di affermare che gli incendi nel nucleo fossero intensi quanto quelli delle aree abitabili quando:

    Come se non bastasse l’idea della presenza di temperature altissime nel nucleo è contraddetta dalle loro stesse simulazioni di incendio così come illustrato in Figura 6-36 ( del Report) dove si vede al contrario che le temperature dell’aria nel nucleo sono in gran parte inferiori addirittura ai 300°C.
     

    Ignorare la conduzione

    Sembra che il NIST si sia dimenticato di considerare la conduzione termica nel suo modello.
    Dal momento che l’acciaio è un buon conduttore di calore e le Twin Towers sono dei veri e propri reticoli di acciaio, tale struttura avrebbe dovuto condurre via una parte più o meno consistente di calore dalle zone esposte all’incendio.

    Il Rapporto descrive un modello di “Interfaccia Incendio-Struttura” e descrive il calcolo relativo al trasferimento di calore tra l’aria e le strutture d’acciaio ma non menziona in alcun modo la conduzione di calore attraverso la struttura stessa [vedere p 131-2/181-2].

    Il sospetto che il NIST abbia ignorato la conduzione termica dell’acciaio è in effetti corroborato dall’ammissione di aver effettuato i test su elementi di acciaio isolati al fine di calibrare il loro modello (p 134/184)

     

    Colonne piegate o luce rifratta ?


    Fotografia dalla quale il NIST dedurrebbe una incurvatura delle colonne perimetrali.

    Un aspetto fondamentale della spiegazione da parte del NIST per cui sono avvenuti i collassi è che le colonne perimetrali su una delle facce di ciascuna Torre si incurvarono verso l’interno, tirate dalle travature piegate dal calore e dal loro stesso peso.

    Nel Report si sostiene che le colonne della faccia sud della Torre Nord si siano piegate un attimo prima del collasso e che le colonne sul lato est della Torre Sud si piegarono in modo analogo ma un po' prima del crollo. A supporto della ipotizzata incurvatura delle colonne, il NIST citerebbe alcune fotografie; una di queste è anche inclusa nel Report e mostrerebbe con opportune annotazioni la prova della incurvatura; non abbiamo invece alcuna prova fotografica riguardante le colonne della Torre Sud sebbene vi fossero due fotografie allegate ad una presentazione precedente al Report.

    Il NIST manca però di considerare una spiegazione alternativa per l’apparente incurvatura delle colonne nelle fotografie selezionate: la rifrazione della luce causata dallo strato di aria calda adiacente le pareti.[ L’aria calda potrebbe essere prodotta dall’incendio come pure dal naturale calore proveniente da terra e dalla parete della Torre stessa - come si osserva per qualsiasi edificio del resto - NDT].
    Una tale condizione atmosferica avrebbe rifratto la luce in modo compatibile con la distorsione osservata per le colonne nelle fotografie.

     

    L'analisi globale del NIST

    Le quasi 300 pagine del Report hanno solo una pagina e mezza dedicata ai “Risultati dell’Analisi Globale” dei collassi.
    Queste si trovano in due sezioni introdotte dalla seguente descrizione, che sembra studiata apposta per far credere che i danni locali siano diventati la ovvia causa della presunta “instabilità “ totale delle Torri.
    I risultati sono stati una simulazione del deterioramento strutturale di ciascuna torre dal momento dell’impatto dell’aereo fino al momento in cui gli edifici diventarono instabili cioè furono sul punto di collassare.
    (p 144/194)

    6.14.2 risultati dell’Analisi Globale per il WTC1

    ...
    L’incurvatura della parete sud [unica dimostrazione la foto di prima - NDT] causò il cedimento di porzioni delle colonne perimetrali e delle giunzioni in modo che tali colonne diventarono instabili. L’instabilità si propagò orizzontalmente lungo l’intera parete sud. Incapace di sopportare i carichi, la parete sud redistribuì sul nucleo, già esso stesso indebolito dal calore [i 300°C ? - NDT], attraverso il cosiddetto hat_truss [ una sorta di chiave di chiusura che unisce il nucleo al perimetro - NDT ] e attraverso le giunzioni.
    La sezione sopra la zona di impatto cominciò a inclinarsi verso sud non appena le colonne sul lato est e ovest non riuscirono più a reggere il carico maggiore. Questo fatto portò ad un aumento del carico sulle colonne centrali del nucleo. Non appena la sezione superiore comincio a muoversi verso il basso, la struttura indebolita dall’impatto e dagli incendi non fu più in grado di assorbire la tremenda energia del blocco impattattante e il collasso globale fu inevitabile.
    (p 144-5/194-5)

    6.14.3 risultati dell’Analisi Globale per il WTC2

    ...
    Il muro sud si spostò in basso a seguito dell’impatto ma si assestò almeno fino a quando, 43 minuti dopo, anche il lato est diventò instabile. Le colonne perimetrali sul lato est diventarono instabili a causa della forza di curvatura applicata sulle giunzioni a cui erano applicati i piani, essi stessi incurvati [a causa della forza di gravità combinata al calore - NDT].
    L’instabilità si propagò orizzontalmente lungo l’intero lato est. Il muro est, ora incapace di sopportare il carico, lo ridistribuì attraverso l’hat truss [letteralmente travatura di chiusura - una specie di chiave di volta che collegava le colonne del nucleo a quelle del perimetro- NDT ] sulle colonne del nucleo, indebolite dal calore a sulle colonne perimetrali del lato est e ovest attraverso le giunzioni.
    La sezione dell’edificio sopra il punto di impatto iniziò a inclinarsi verso est e sud in quanto l’instabilità si propagò velocemente attraverso le colonne sul lato est e sulle adiacenti pareti nord e sud incrementando il carico sulle indebolite colonne centrali a est.
    In modo analogo al WTC 1, non appena la sezione superiore iniziò a cadere, la struttura nel punto di impatto e dove c’erano gli incendi non fu in grado di assorbire la tremenda energia della sezione in caduta e il collasso globale fu inevitabile.
    (p 145-6/195-6)

    Mentre abbiamo sofisticate simulazioni al calcolatore di come gli aerei si siano distrutti durante gli impatti, quando si tratta di discutere le modalità dei collassi l’affermazione più quantitativa che viene fatta è “la tremenda energia della sezione dell’edificio in caduta” [ quanti GJ vale la parola “tremenda energia” ? - NDT]

    Insomma : perchè non ci sono calcoli che mostrino una seppur minima approssimazione delle energie in gioco?

    Trovo significativo che il Report non mostri alcuna immagine del suo “Modello Globale Multipiano” che mostri davvero la “sezione dell’edificio sopra la zona di impatto” iniziare a inclinarsi o a cadere.

    Nel Report è facile imbattersi in coloratissime figure che mostrano “Modelli Globali Multipiano” [in relazione ai test di incendio - NDT] ma non vi è nulla, neppure una visualizzazione statica o un dato quantitativo, che mostri “l’instabilità delle colonne” o movimenti relativi della struttura dovuti al cedimento.

     

    Le vaghe risposte del NIST alle critiche

    La differenza sostanziale tra la Bozza [Giugno 2005 - NDT] e la versione finale del Report [Settembre 2005 -NDT] è l’aggiunta in quest’ultimo della Sezione 6.14.4 intitolata “Gli eventi che seguirono l’inizio del collasso” la quale è composta di cinque miseri paragrafi che, insieme, riempiono mezza pagina [pagina 146 del pdf, in alto - NDT]. Questa sezione dovrebbe rappresentare quella “breve analisi del comportamento strutturale” che segue l’“inizio del collasso” menzionata nel Sommario del Report.

    La Sezione 6.14.4 propone la teoria del “pancake” [l’autore usa il termine “pile-driver”, letteralmente “battipalo” - NDT] utilizzando a supporto delle affermazioni circolari.

    Con argomentazioni fallaci se non addirittura inesistenti [date un’occhiata all’articolo di Steven Jones quindi chiedetevi se queste sono le risposte logiche, razionali e scientifiche che dubbi di tale entità meriterebbero ! - NDT] vorrebbe convincere della inesistenza di alcuna prova a sostegno della demolizione controllata.

    Per screditare meglio le ipotesi di demolizione controllata, le mischia a note bufale etichettandole come “teorie alternative” [ancora bene che non tira fuori gli UFO! - NDT].

     

     

    La teoria del pancake

    I primi due paragrafi della nuova sezione riprendono nuovamente la teoria del “pancake” [in verità mai descritta - NDT] usando una vaghezza simile a quella con cui tale teoria era già stata introdotta prima dallo stesso Report.
    Il cedimento del muro sud del WTC1 e di quello est del WTC2 causò l’inclinazione della porzione dell’edificio nella stessa direzione del muro. L’inclinazione fu accompagnata da un movimento verso il basso. Il piano immediatamente sotto quelli in cui le colonne hanno ceduto non fu in grado di arrestare il movimento iniziale come si evince dai video presi da diversi punti di vista. La struttura sottostante il livello in cui il collasso ha avuto inizio ha offerto una resistenza minima alla caduta della massa al di sopra del punto di impatto. L’energia potenziale rilasciata dal movimento verso il basso dall’enorme edificio andò oltre la capacità di assorbimento per deformazione di tale energia delle seppur intatte strutture sottostanti.
    (p 146/196)

    Vi prego di osservare le osservazione per cui la struttura sottostante “non fu in grado di arrestare il movimento” inziale e offrì “resistenza minima”.
    Il Report assume che questo fatto di non riuscire ad arrestare il movimento fu dovuto alla distruzione delle strutture intatte sottostanti ma non dimostra una tale affermazione e anzi non prende neppure in considerazione l’idea che potrebbero proprio essere state le cariche da demolizione la ragione della “resistenza minima”.

    Viene detto che “l’energia della massa in caduta superò le capacità di assorbimento per deformazione delle strutture sottostanti”. Questo può essere vero o meno ma la struttura intatta avrebbe potuto arrestare la caduta della cima dell’edificio senza necessariamente deformarsi ma trasmettendo l’impulso a terra. [aggiungo : e se si fosse deformata avrebbe comunque sottratto energia a quella “tremenda” della sezione superiore - NDT].

    Queste sfumature sul significato potrebbero non essere notate dal lettore casuale ma possono permettere agli investigatori [del NIST - NDT] di difendersi dall’accusa di coprire il crimine relativo alla demolizione intenzionale delle Torri. Affermazioni che sono totalmente fuorvianti ma legalmente difendibili - perchè teoricamente vere - sono uno dei “marchi di fabbrica” dei cover-up più sofisticati.

     


    Frettolosa spiegazione di due aspetti

    I due paragrafi successivi della nuova sezione sono gli unici due punti del Report in cui il NIST prende in considerazione le critiche sollevate dalla Bozza [ uscita qualche mese prima del Final Report - NDT] la quale ignorava le prove riguardanti la demolizione controllata delle Torri.

    Il terzo paragrafo si occupa di “spiegare” proprio l’elevata velocità di collasso :

    Visto che i piani sottostantii il punto in cui ha avuto inizio il collasso fornivano una resistenza minima alla tremenda energia rilasciata dalla massa in caduta, la sezione soprastante è scesa giù in caduta libera, come si vede dai video. Intanto il collasso avanzava, la massa in caduta aumentava di massa aumentando ulteriormente l’effetto dell’impatto sui piani sottostanti, sempre più incapaci di arrestare il movimento della “valanga”.
    (p 146/196)

    Ancora una volta non ci viene spiegato perchè mai la struttura sottostante non sia riuscita nè ad arrestare la massa impattante nè perchè non vi sia stato neppure un significativo rallentamento.

    Di nuovo il NIST aggira le domande usando una sorta di argomentazioni circolari : le Torri collassano velocemente perchè i piani di sotto non riuscivano a resistere alla “tremenda energia della massa in caduta”.[ bene : allora che venga calcolata la terribile energia e sia confrontata con l’energia di deformazione dei piani - cosa già fatta da ricercatori indipendenti - NDT]

    I video mostrano chiaramente che la sezione superiore è caduta come un grave e che le strutture sottostanti hanno offerto una resistenza minima, venendo quindi travolte dalla massa impattante.
    Questa risposta in realtà presuppone implicitamente che la forza che ha sopraffatto le strutture sottostanti sia stata la massa in caduta e non qualche altro tipo di forza come ad esempio gli esplosivi.

    La mancanza di un qualche precedente storico di “collasso progressivo” al di fuori delle Twin Towers rende assolutamente antiscientifico presupporre che un tale fenomeno, mai visto, si sia verificato un’unica volta proprio al World Trade Center. Come qualunque altra propaganda della teoria del pancake anche quella del NIST è priva del minimo dettaglio quantitativo. Per esempio, perchè il NIST non prova neppure a quantificare la quantità di energia accumulata dalle sezioni superiori dopo una caduta “a grave” di un piano - calcolo davvero semplice ? [mgh? - NDT ].
    Forse la risposta è che altrimenti il NIST avrebbe dovuto considerare molti altri problemi che una simile teoria farebbe emergere:


    Due dei numerosi potenti "sbuffi" che uscivano dai muri delle Torri durante il collasso


    Il quarto paragrafo tratta gli sbuffi a getto (i cosiddetti squibs) osservati nei video :

    La massa in caduta dell’edificio ha compresso l’aria davanti a se in modo simile a come farebbe un pistone spingendo i detriti e il fumo fuori delle finestre come si osserva in numerosi video.
    (p 146/196)

    Il NIST nasconde la reale natura di questi vigorosi “squibs” definendoli solo come “materiale spinto fuori dalla finestra” ma in pratica non indica alcun documento videofotografico in cui si possa analizzare la prova. Quando si esaminano attentamente questi getti diventa ovvio che la “teoria del pistone” del NIST non è in grado di dare una spiegazione.
    Alcuni motivi :

    Il NIST cerca di giustificare solo un paio delle sei evidenze a favore dell’ipotesi di demolizione controllata che saranno ricordate alla fine di questo articolo.




    Suggerire teorie alternative facili da screditare

    Nell’ultimo paragrafo il NIST impiega la tattica di strumentalizzare a proprio vantaggio teorie diverse da quelle ufficiali ma che siano al tempo stesse facili da confutare o da screditare, modus operandi molto spesso usato nell’articolo di Popular Mechanics.

    Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa corroborare le ipotesi alternative riguardanti l’impiego di dispositivi esplosivi piazzati antecedentemente l’11 di Settembre 2001 e con cui sarebbe stato demolito il WTC. Il NIST non ha trovato alcun riscontro nell’idea che un missile sia stato sparato o che un missile abbia colpito le Torri.
    Al contrario le fotografie e i video mostrano chiaramente e da diversi punti di vista che il collasso è iniziato proprio nei punti di impatto e in cui si svilupparono gli incendi e che il collasso progredì da questi piani almeno fino a quando le nuvole di polvere non oscurarono la vista.
    (p 146,196)

    Potrebbe essere vero che il NIST non sia riuscito a trovare prove riguardanti la demolizione controllata : forse i suoi ricercatori hanno fatto attenzione a non guardare alcuno dei quasi 7000 spezzoni video o delle altrettante fotografie che avrebbero mostrato gli eventi successivi all’inizio del collasso.
    Potrebbe anche essere vero (e ancora più plausibile) che il NIST non abbia trovato prove degli “attacchi missilistici” ipotizzati dai documentari letsroll911.org, In Plane Site e Loose Change.
    Il NIST utilizza la stessa strategia di queste produzioni : per togliere di mezzo tutte le “ipotesi alternative”, mette sullo stesso piano le ipotesi della demolizione controllata con quella assolutamente illogica, dunque facile da screditare, che gli aerei avrebbero anche sparato un missile verso la Torre contro cui si sarebbero, di lì a pochi istanti, schiantati.

    Come per l’articolo del Popular Mechanics di prima, i più accesi sostenitori della teoria ufficiale possono trarre forza proprio dalle produzioni più sensazionali le quali vorrebbero attaccare la teoria ufficiale impiegando prove fasulle.

    Nel secondo attacco il NIST è più cauto : fa intendere che una demolizione controllata avrebbe sì distrutto le Torri ma in un modo diverso - dal basso verso l’alto e non, come è stato osservato, dall’alto verso il basso.
    Si ignora che le “demolizioni controllate” sono dette tali proprio perchè controllate e dunque la sequenza potrebbe essere impostata in qualsiasi ordine e anzi la demolizione delle Twin Towers sarebbe potuta essere controllata in modo da far credere che il collasso fosse iniziato proprio dalle zone di impatto a causa degli incendi - ma anche così, la giustificazione del NIST lascia un po' a desiderare visto che si vede chiaramente la sommità di ciascuna Torre disintegrarsi prima di cadere sulla zona da cui il collasso sarebbe dovuto iniziare.

    Il NIST non menziona esplicitamente la teoria che fossero state piazzate bombe nelle fondamenta ma preferisce lasciar intendere che tutte le teorie di demolizione controllata sono sullo stesso piano della prima, richiedendo che le sequenze di esplosioni iniziassero dal basso.
    Non ci stupiamo allora che le teorie riguardanti la presenza di bombe nelle fondamenta sia stata usata più volte dagli stessi difensori della “versione ufficiale” : permette infatti di raccogliere insieme tutte le teorie sulla demolizione e sfruttando la più debole - le bombe nelle fondamenta appunto - screditarle tutte insieme.

     

    Correggere l'imparzialità dell'ASCE

    Quella del NIST è una delle uniche due indagini ufficiali condotte per studiare i collassi degli edifici del World Trade Center. Il Report fa la seguente citazione della precedente indagine - indagine in cui la FEMA mise insieme una squadra di volontari della American Society of Civil Engineers (ASCE).
    Immediatamente dopo l’attacco terroristico al World Trade Center (WTC) l’11 di Settembre 20001, la Federal Emergency Management Agency (FEMA)[Agenzia Federale per la soluzione delle Emergenze - NDT] e l’American Society of Civil Engineers (ASCE) [associazione americana ingegneri civili - NDT] iniziarono a mettere insieme uno studio del disastro.
    La settimana del 7 Ottobre, non appena le operazioni di ricerca e salvataggio furono considerate concluse, la squadra di indagine della FEMA si recò sul sito per fare gli accertamenti del caso. Si trattò di un lavoro sommario visto che la squadra era composta da esperti che per la maggior parte hanno impiegato il loro tempo libero come volontari. Il Report fu pubblicato nel Maggio del 2002, riuscendo a raggiungere l’obiettivo di determinare i possibili meccanismi di cedimento strutturale e di identificare le aree di ricerca che avrebbero potuto fornire dati importanti riguardo le misure pratiche da adottare al fine di migliorare la resistenza degli edifici contro simili eventi imprevisti.
    (p xxix/31)

    Questo passo è poco corretto per diverse ragioni

        1- Riferisce che il Team di Indagine avrebbe condotto una indagine seria quando in realtà gli esperti sarebbero stati limitati a compiere una passeggiata per Ground Zero, sarcasticamente definita, da uno degli stessi partecipanti, come"un viaggio turistico". Sono riusciti a mettere le mani solo sui resti che si trovavano nell’area di sgombero e inclusero molto meno dell’1% dell’acciaio.
        2- Si dice che “furono determinati i probabili meccanismo di cedimento strutturale” ma i risultati della FEMA erano ambigui. Inoltre il NIST sviluppò una teoria sulle cause del collasso completamente diversa basata sul cedimento delle colonne e che era incompatibile con quella dell’ASCE basata invece sul cedimento delle travature. Purtroppo per il NIST nessuna delle due è probabile.

     


    L'ASCE è stato frainteso

    Circa le Twin Towers la FEMA affermò:
    «Con i dati ed il tempo a disposizione, la sequenza di eventi che hanno condotto al collasso di ciascuna Torre non possono essere chiarite completamente.»

    Sull’Edificio 7 sono ancora più ermetici:

    «Le caratteristiche degli incendi del WTC7 a del perchè abbiano causato il collasso rimangono sconosciute fino a questo momento. La migliore delle ipotesi è che tale evento fosse assai improbabile. Ulteriori ricerche, indagini e analisi sono necessarie per chiarire questo punto.»

    E’ quindi falso che il NIST abbia affermato che la FEMA e l’ASCE siano riusciti nel loro Report a determinare i “probabili meccanismi di cedimento”. Come nel Report del NIST neppure in quello della FEMA vi è alcun tentativo di fornire una spiegazione del collasso totale delle Twin Towers. Tuttavia nel suo Report la FEMA si spinge un po' più in là di quanto abbia fatto il NIST limitatosi all’inizio del collasso. Nel report FEMA leggiamo infatti:

    «Mentre i piani collassavano, venivano lasciate in piedi alte porzioni di muro perimetrale e probabilmente colonne del nucleo centrale. Con un peso non supportato sempre crescente questi muri perimetrali ad un certo punto si piegarono nei punti di giunzione ed essi stessi collassarono.»

    Tenete presente che non vi sono fotografie che mostrino “alte porzioni rimaste in piedi” o qualsiasi porzione di muro perimetrale al di sopra della nube di macerie in caduta. Inoltre anche senza i piani attorno, le colonne del nucleo non sono isolate ma connesse da travi a I orizzontali nel reticolo d’acciaio.
    Gli autori usano il termine vago “probabilmente colonne del nucleo centrale” il che suggerisce che forse non credono alla loro stessa teoria del collasso.
    Al contrario il Report del NIST non usa mai frasi che potrebbero alimentare dubbi nel lettore.

     

    Pubblicazioni dei risultati sulla solfitazione dell'acciaio

    Una delle parti più interessanti del Report della FEMA si trova nell’Appendice C: “Limitate Analisi Metallurgiche” in cui i ricercatori rivelano i risultati di analisi strutturali a livello sia macro che microscopico di campioni dell’acciaio recuperato da Ground Zero; tali campioni mostrano di aver subito una rapida corrosione per solfitazione.
    L’Appendice C conclude così:
    la forte corrosione e la conseguente erosione dei campioni 1 e 2 sono un evento assai raro. Non è stata trovata alcuna spiegazione per la presenza di zolfo. ... Uno studio dettagliato dei meccanismi di un tale fenomeno sarebbe necessario anche al fine di determinare se e quale rischio potrebbe presentarsi alle strutture in acciaio esposte a forti e prolungati incendi.

    Gli autori non speculano se i risultati siano o meno la prova di uso di esplosivi ma il New York Times li ha definiti come “forse il più oscuro mistero mai svelato dalle indagini”. Nonostante i richiami dell’ASCE a condurre nuove indagini, il Report del NIST ignora tali risultati. Nella sezione di cinque pagine “Capire cosa sia successo dall’acciaio recuperato” [Sezione 6.4, p 86/136] il NIST include una sottosezione dedicata alle analisi del danno con un certo dettaglio fra cui “osservazioni microstrutturali dell’acciaio” ma si dimentica di fare alcun accenno alla solfitazione scoperta dai volontari dell’ASCE.

     

    Omissioni e distorsioni

    “Omissioni e distorsioni” è il sottotitolo del libro di Ray Griffin nella quale viene criticato il Rapporto della 9-11 Commission.
    Visto che con tutta probabilità il Report del NIST verrà accettato acriticamente e propagandato dai media mainstream, in modo simile a quanto si è visto per il Report della 9-11 Commission, si merita una critica simile a quella già mossa da Griffin.

    Questa mia pubblicazione è certamente molto meno ambiziosa e non tenta neppure di elencare tutti i difetti del Report del NIST. In questa sezione voglio però sottolineare alcune delle più gravi omissioni e distorsioni, oltre a quelle già menzionate in precedenza.

     

     

    La privatizzazione del World Trade Center

    Dopo aver fornito una completa e dettagliata panoramica della storia del World Trade Center il Report riferisce che il WTC7 “fu terminato nel 1987 e occupato dalla Silverstein Properties Inc.”[ p 2/252]

    Tuttavia il Report non ricorda che un consorzio privato capeggiato dalla stessa Silverstein Properties acquistò, per un utilizzo di 99 anni, l’intero complesso del World Trade Center il 24 Luglio del 2001 [un mese e mezzo prima degli attentati - NDT].

    Il Report dimentica anche che il nuovo proprietario stipulò una serie di polizze assicurative le quali includevano un risarcimento speciale nel caso di perdite dovute ad attacchi terroristici; non solo Silverstein riuscì ad intascare il premio assicurativo ma ottenne il doppio del valore che la polizza gli avrebbe concesso perchè secondo i suoi legali si sarebbero verificati non uno ma “due eventi terroristici” indipendenti (l’impatto dei due aerei appunto).

     

     

    La chiamata via radio del Capo Palmer

    Il Report nasconde uno dei più fulgidi esempi di eroismo in risposta all’attacco. Il Comandante di Battaglione Orio J. Palmer aveva raggiunto il 78-esimo piano della Torre Sud alle 9:48 - 11 minuti prima del collasso - e riferì via radio che c’erano “due sacche isolate di incendio”.
    In contrasto con la comunicazione di Palmer, il Rapporto del NIST farebbe intendere che nessun Vigile del Fuoco fu in grado di raggiungere le zone di impatto.
    Mancava il tempo e non vi erano vie per raggiungere i sopravvissuti nei piani di impatto e superiori. Qualsiasi tentativo di arginare gli incendi sarebbe stato vano per la mancanza di acqua e la difficoltà di raggiungere le sedi degli incendi prima che la Torre collassasse.
    (p 34/84)

    Avrebbe richiesto ore trovare sufficienti uomini ed equipaggiamento per poter arrivare ai piani colpiti.
    (p 167/217)

    NIST si avvicina ad ammettere la testimonianza di Plamer qui :

    Da una comunicazione radio e interviste sembra invece che ci fossero Vigili fino al 50-esimo piano del WTC1 e al 78-esimo piano del WTC2. (p 170/220)


    Il Comandante dei Vigili del Fuoco Orio J. Palmer, arrivò fino al
    78-esimo piano della Torre Sud prima che questa crollasse.

    Questa è la trascrizione di una parte della comunicazione radio con il Comandante Palmer :

    Comandante Battaglione 7: Battaglione Sette ... Squadra 15 : abbiamo due sacche isolate di incendio. Dovremmo poterli spegnere con due getti. Posizione : 78-esimo piano ... numerosi codici dieci-quaranta.
    Squadra 15: Piano 78 ?
    Comandante Battaglione 7: dieci-quattro, numerosi civili, ci servono due pompe quassù.
    [...]
    Comandante Battaglione 7: ci servono un paio dei tuoi uomini Adam, fare le scale per spegnere un paio di incendi. Abbiamo già le maniche pronte a buttare un po' di acqua sopra l’incendio, kay.
     


    Giustificazioni su giustificazioni

    Si è stimato che circa 1350 persone si trovassero al 91-esimo piano della Torre Nord, colpito dall’aereo, o in quelli superiori; nessuna di queste persone è riuscita a sopravvivere visto che l’impatto dell’aereo avrebbe bloccato tutte e tre le scale.


    Un leggero vento, in direzione sud, spazza via il fumo dal tetto del WTC1.
    Secondo gli stessi piloti i salvataggi sarebbero stati possibili.

    Molti sarebbero però potuti essere salvati dal tetto se questo non avesse avuto le porte di accesso sbarrate e se gli elicotteri di salvataggio fossero stati impiegati.

    Il Report difende le autorità qualunque sia stata la loro condotta

    Due elicotteri arrivarono infatti entro cinque minuti dal primo impatto: uno di questi era un Bell 412, equipaggiato con un verricello con corda da 80 metri, in grado di trasportare almeno 10 persone per volta, ed impiegare una squadra di tre uomini specializzati in salvataggi dal tetto.
    Uno di questi elicotteri era pilotato da Greg Semedinger il quale aveva partecipato anche alle operazioni di salvataggio durante l’attentato del 1993 riuscendo a mettere in salvo 28 persone. Semedinger e altri piloti veterani hanno riferito che operazioni di salvataggio dal tetto della Torre Nord sarebbero state difficili ma non impossibili.
    Purtroppo l’11 di Settembre nessun salvataggio dal tetto fu permesso.

    Il NIST evita di menzionare i salvataggi condotti nel 1993 proprio dal tetto dell’edificio insieme alle opinioni dei piloti per cui un tale tentativo sarebbe stato possibile anche l’11 di Settembre.

    Alcune persone andarono verso il tetto tuttavia non c’era speranza che potessero salvarsi perchè una evacuazione dal tetto non era stata pianificata nè poteva essere tentata e le porte di accesso al tetto erano sprangate.
    (p 26/76)

    Il prossimo paragrafo estratto dalla Bozza [Giugno 2005 - NDT] fu poi omesso nel Rapporto Finale forse perchè in una precedente versione di questo articolo avevo sottolineato che sia le fotografie che le testimonianze dei piloti documentavano che l’accesso al tetto dalla parte Nord del WTC1 era possibile.

    Se anche il tetto fosse stato accessibile [da parte dei superstiti - NDT], gli elicotteri non avrebbero potuto atterrare a cause delle proibitive condizioni causate dal calore e dal fumo.
    (p 26/80 della Bozza)

    Tuttavia la maggior parte dei riferimenti del Report sui mancati salvataggi dal tetto rimangono gli stessi di quelli della precedente Bozza. Il NIST infatti giustifica [la perdita di ulteriori vite umane - NDT] causate da porte blindate e mancanza di informazione agli occupanti come un mero problema di regolamento:

    Il regolamento del 2003 non contempla l’uso della via di accesso al tetto per l’evacuazione e non impone alcuna restrizione per cui tale accesso non possa essere interdetto.
    (p 168/218)

    Il NIST giustifica l’incredibile proibizione ad effettuare salvataggi dall’alto descrivendo in modo falso le condizioni del tetto e presupponendo, sempre in modo tendenzioso, che un elicottero avrebbe dovuto atterrare sul tetto per effettuare il salvataggio. [anzichè usare il verricello - NDT]

    Gli elicotteri della Polizia di New York raggiunsero la scena alle 8:52 per verificare la praticabilità di un salvataggio dal tetto ma non furono in grado di atterrare a causa del fumo denso [la fiammata di kerosene era all’apice - NDT]. Durante la prima ora neppure i Vigili del Fuoco considerarono il salvataggio aereo come una opzione.
    Quando anche un secondo aereo colpì il WTC2 fu chiaro che si trattava di un attentato pertanto le decisioni riguardanti le modalità di eventuali salvataggi spettavano alla Polizia di New York. Il Vice Comandante della Polizia ordinò che nessun salvataggio dal tetto fosse tentato e, alle 9:43, questa direttiva fu passata a tutte le unità .
    (p 168/218)

    A parte che l’ultimo passaggio sembra affermare che tra i due impatti aerei sarebbe passata un’ora invece di 18 minuti (8:46 il primo, 9:03 il secondo) ma viene anche detto che dopo il primo impatto apparve subito chiaro che la gente non sarebbe riuscita ad evacuare l’edificio scendendo le scale [come il “regolamento” avrebbe richiesto - NDT]. Perchè questo Comandante della Polizia, di cui non viene fatto il nome, proibì qualsiasi tentativo di salvataggio? Il NIST non mostrò alcun interesse in merito a tale decisione ma aggiunge altre scuse, facendo capire che poche vite umane non sarebbero valse lo sforzo per tentare di salvarle:

    Se anche fosse stato possibile per un elicottero guadagnare l’accesso al tetto, solo una frazione delle molte persone intrappolate al di sopra della zona di impatto sarebbe stata messa in salvo prima del collasso.
    (p 169/219)

    Tenuto conto della dedizione e dell’impegno con cui le forze dell’ordine così spesso cercano di salvare anche una sola vita umana colpisce che gli autori del Report suggeriscano che non ci fosse nulla di sbagliato nella decisione della Polizia di New York nel proibire i tentativi di salvataggio con elicotteri.

    Questo fatto, come del resto l’intero Report, dimostra come gli autori vogliano difendere le autorità qualunque sia stata la loro condotta.

     

    Falsificare il modello

    Il Report contiene lunghe descrizioni riguardanti il comportamento dei modelli costruiti per simulare gli impatti degli aerei contro gli edifici ma una ipotesi è comune a tutte le simulazioni:

    I due modelli delle Torri includevano anche le colonne del nucleo, le travi sul piano, lo strato di cemento dal punto di impatto e degli incendi fino al più alto piano poco sotto la travatura di chiusura [il cosiddetto “hat truss” - NDT] : dall’89-esimo piano fin al 106-esimo per il WTC1 e dal 73-esimo fino al 106-esimo per il WTC2. I componenti strutturali danneggiati dall’impatto degli aerei furono rimossi dal modello. (p 100/150)

    Sembra che ogni componente strutturale considerato anche solo parzialmente danneggiato sia stato rimosso dal modello - assumendo implicitamente che non abbia contribuito in alcun modo al comportamento complessivo.
    Addirittura nelle simulazioni di impatto, il NIST predisse che una colonna avesse perso il 10% della sua capacità di carico : la colonna fu trattata come se avesse perso il 100% e quindi rimossa dal modello post-impatto.

    Per ogni Torre il NIST creò due gruppi di scenari. Il primo scenario comprendeva i modelli leggermente più ottimistici, basati sui valori medi dei parametri stimati dal NIST (parametri strutturali degli edifici, forza impatto, traiettoria e velocità aerei, effetto degli incendi, ecc... ) mentre il secondo scenario comprendeva modelli più pessimistici cioè favorevoli al crollo; del primo scenario facevano parte i casi A per il WTC1 e C per il WTC2, al secondo i casi B e D.

    In particolare i casi B e D necessitavano di qualche modifica per renderli più pessimistici ovvero rendere più facile il collasso:

    [Capito? Il NIST modifica il modello fino a quando non ottiene quello che vuole cioè l’inizio del collasso ma per fare questo deve sia aumentare le sollecitazioni sia diminuire la resistenza stessa dell’edificio! naturalmente a questo punto non sappiamo neppure se questi dati che riporta siano veritieri o siano solo fumo negli occhi visto che non hanno mai pubblicato i dettagli - NDT]

    Parametro WTC1 WTC2
    aumento di velocità impatto 29 mph 28 mph
    riduzione angolo impatto
    aumento massa aereo 5% 5%
    aumento resistenza aereo 25% 15%
    riduzione resistenza Torre 20% 15%
    riduzione capacità dinamica di carico per la Torre 20% 20%
    aumento carburante nella Torre 25% 25%

    Il Rapporto infatti annota che i casi A e C [basati su valori medi - NDT] non produssero i risultati osservati [cioè il collasso delle Torri - NDT] quindi si adottarono i casi B e D per le successive simulazioni.

    Visto che il Report stesso non fornisce alcuna prova che il NIST fu in grado di modellizzare la sua ipotesi di “inizio del collasso” nel quale la parte superiore dell’edificio iniziò a inclinarsi e poi a cadere, ci si potrebbe allora chiedere perchè il NIST avrebbe avuto bisogno di falsificare i propri modelli.

    Forse la descrizione dettagliata della sostituzione dei modelli B e D al posto di quelli A e C è una operazione di dissimulazione : mostrare il certosino aggiustamento dei parametri di simulazione (in modo da ottenere il collasso degli edifici) fa dimenticare che il NIST, in realtà , non ha mai presentato alcuna prova che dimostri che tale collasso sia stato effettivamente ottenuto da una qualsivoglia simulazione [facendole “iniziare” a crollare ma senza descrivere quantitativamente il come! - NDT].



    Modifica del percorso aereo del volo 175


    Immagine tratta dal Report del NIST in cui viene mostrata la stima dei danni subiti
    dalle colonne centrali del nucleo della Torre Sud dopo l'impatto dell'aereo del
    Volo 175.[p. 115/165]. In rosso le colonne danneggiate.

    Se capita che il NIST ammetta alcune delle “libertà “ che si è preso per aggiustare i parametri di modello al fine di ottenere i risultati desiderati (vedi punto precedente), altre volte tale libertà non viene svelata.

    Per esempio il NIST stima che l’impatto del Volo 175 avrebbe tagliato ben 10 colonne centrali del nucleo della Torre Sud e danneggiato altre 11. La stima del danno assume che l’aereo abbia impattato il lato destro del nucleo praticamente frontalmente [immagine a sinistra - NDT].

    L’ipotesi del NIST cade in contraddizione con l’analisi effettuata dalla FEMA riguardante la traiettoria seguita dal Volo 175 come pure con la semplice analisi del percorso compiuto dai rottami del velivolo all’interno dell’edificio - analisi basata sui punti di ingresso ed uscita della fusoliera.


    Il buco di ingresso del Volo UA175 contro la parete della Torre Sud;
    in basso, un frame che mostra l'uscita di parte dell'aereo;
    ancora sotto, la possibile traiettoria all'interno dell'edificio avendo unito il punto di ingresso con quello di uscita

    Osserviamo (vedi figura sopra) che una traiettoria di questo tipo avrebbe lasciato solo l’ala sinistra dell’aereo insieme al motore di provocare l’ingente danno che è stato ipotizzato dal NIST al nucleo della Torre Sud. [A riprova del fatto che gran parte dell’aereo non può aver causato tutto il danno ipotizzato dal NIST vi è il ritrovamento dei resti dello stesso aereo sul tetto del sottostante Edificio 5 - NDT ]

    E’ anche singolare che il NIST stimi che il Volo 11 avrebbe tagliato solo 6 delle colonne centrali del nucleo della Torre Nord ma il fatto che la Torre Nord abbia potuto subire meno danni di quella Sud è poco plausibile perchè:

    1. Il Volo 11 ha impattato il nucleo della Torre Nord direttamente e in modo centrato a differenza del Volo 175 che lo ha solo sfiorato.
    2. Le colonne del nucleo al 95-esimo piano della Torre Nord erano all’incirca la metà come spessore delle analoghe della Torre Sud all’80-esimo piano.

    Questi fatti mostrano come il NIST abbia modificato la traiettoria del Volo 175 per aumentare il danno al nucleo centrale; inoltre avrebbe modellizzato le colonne centrali del nucleo della Torre Sud nel punto di impatto come piccole colonne ad H anzichè come larghe colonne a sezione rettangolare.


     

    Restringimento delle colonne del nucleo


    Osservare come il NIST nel suo "Modello Globale Multipiano" ha modellato le colonne del nucleo centrale del WTC2
    (sarebbero i minuscoli "dentini" che escono dal centro esatto del piano) [NIST 2005, fig. 6-9, p 96/146]

     Report Governativi precedenti hanno minimizzato, nascosto e perfino negato l’esistenza delle colonne del nucleo delle Torri.

    Il Report della FEMA conteneva descrizioni false e illustrazioni che minimizzavano o nascondevano le colonne del nucleo - per esempio non ha mai menzionato il fatto che le colonne del nucleo fossero collegate attraverso opportuni travi.

    La 9-11 Commission ne ha negato addirittura l’esistenza affermando che

    il nucleo interno delle Twin Towers era un tubo di acciaio vuoto al cui interno si trovavano gli ascensori e le scale e che il peso era retto dal muro esterno. [911Report.pdf, pagina 541 - NDT]

    Il NIST continua nella tradizione del Negazionismo del Nucleo presentando una certa quantità di dati falsi alcuni dei quali, a quanto sembra, sarebbero anche stati usati nelle simulazioni relative all’inizio del collasso.
    La prima immagine di questa sezione (la 6-9 del Report) mostra il modello globale usato sia per la Torre Nord che per la Torre Sud.

    Entrambe mostrano le colonne del nucleo più sottili dello stesso perimetro.
    Ma noi sappiamo che le colonne perimetrali hanno una dimensione esterna di circa 35 x 35 cm mentre la maggior parte delle colonne del nucleo sono molto più spesse.
    La fila più esterna di colonne del nucleo sembrerebbero misurare oltre 120 x 50 cm per la gran parte dell’altezza dell’edificio.

    Potremmo perdonare il NIST per aver sbagliato le dimensioni delle colonne oltre il 100-esimo piano nella Torre Nord in quanto le colonne più piccole con sezione ad H dovrebbero sostituirsi alle massicce colonne a sezione rettangolare ma è da ritenersi grave errore il fatto che le più piccole colonne con sezione ad H siano state usate fin dall’85-esimo piano della Torre Sud.

     

    L'oscura indagine del NIST

    Il Report rivendica in modo piuttosto vigoroso la serietà e l’accuratezza delle proprie analisi. Per esempio descrive così la sua collezione di evidenze videofotografiche:

    La collezione di immagini raccolte includono :

    Questa vasta raccolta di materiale visivo è stato raccolto e organizzato in un database che rendesse possibile effettuare delle le ricerche; ogni singolo frame è stato associato a un set di attributi: il fotografo (nome e luogo), data e ora della ripresa o della foto, il copyright, il contenuto (inclusa le faccia dell’edificio eventualmente ripresa), l’evento (impatto aereo, palla di fuoco, collasso), la presenza di Vigili del Fuoco o Poliziotti in equipaggiamento e altri dettagli come ad esempio detriti in caduta, persone e danni ad edifici.
    (p 83/133)

    Sfortunatamente il NIST non condivide il suo database visivo con il pubblico. C’è forse un video nell’archivio del NIST che mostra il presunto incurvamento delle colonne? Se fosse mostrerebbero immediatamente se l’effetto è stato dovuto a rifrazione o a una reale distorsione strutturale.

    Oltre 300 ore di riprese video e quasi 7000 fotografie mai pubblicate: perchè il NIST tiene nascosto questo immenso patrimonio informativo?

    Il Report magnifica la bontà del proprio modello computerizzato usato nel simulare gli impatti aerei e gli incendi ma non rende disponibili tali modelli per il download nè pubblica alcuno dei dati generati da tali modelli.

    Il Report non contiene note a piè di pagina ma è pieno di affermazioni categoriche della cui fonte il lettore rimane all’oscuro.

    Il Report non lascia alcuna possibilità di poter confrontare le conclusioni che propone con le prove da cui le ipotesi e i risultati sarebbero dovuti derivare.

     


     

    Conclusioni

    Partendo dalle premesse della spiegazione ufficiale, i collassi globali delle Twin Towers e dell’Edificio 7 sono stati i più terrificanti, i più imprevisti e i meno compresi di tutta la storia dell’ingegneria delle strutture in acciaio.

    Il Report del NIST, come quello della FEMA pubblicato tre anni prima nel 2002, si presenta come una spiegazione dei collassi del WTC ma in realtà non spiega proprio nulla.

    Il NIST afferma, quasi distrattamente, che il cosiddetto “collasso globale” è conseguenza inevitabile dell’“inizio del collasso” il che implica the l’unico argomento che valga la pena approfondire è come gli impatti degli aerei e gli incendi abbiano condotto all’inizio del collasso - argomento sul quale il Report dedica oltre cento pagine.

    Allora il Report fornisce due importanti risultati, il primo esplicito, il secondo implicito :

    Il NIST ci mette molto impegno a dimostrare la prima teoria anche se nel farlo commette numerose omissioni e distorsioni.

    Per quanto riguarda il secondo fenomeno - il collasso globale - a eccezione per il riciclaggio della teoria del pancake, rimane piuttosto vago.

    In effetti volendo accettare tale teoria saremmo anche costretti ad accettare che:

    I collassi del WTC 1, WTC 1 e WTC 7 sono tutti e i soli esempi di collasso progressivo totale di tutta la storia mondiale dell’ingegneria.

    I collassi sono stati tutti, di fatto, pilotati dalla gravità e non - mostrandone per giunta le caratteristiche - da una demolizione esplosiva quindi intenzionale.

    Le caratteristiche che fanno supporre si sia trattato di demolizione controllata sono:

    Tutte le caratteristiche elencate non solo sono tipiche delle demolizioni controllate ma nessuno ha mai osservato edifici in acciaio collassare per ragioni diverse dalla demolizione controllata.

    Quali sono le probabilità che un fenomeno diverso dalla demolizione controllata potrebbe mostrare tutte e sei le caratteristiche osservate? [domanda lecita - NDT]

    Il NIST invece taglia corto su ogni domanda e risponde seccamente che non vi possono essere teorie alternative in quanto - seguendo un passaggio irrazionale - afferma che il “collasso parziale ha portato inevitabilmente al collasso totale” (descritto da termini senza alcun senso scientifico o sperimentale quali “instabilità delle colonne”, “inzio del collasso”, “collasso globale”) e quindi che non vale la pena analizzare quelli che sono stati i collassi realmente osservati.

    Per non svelare la realtà delle demolizioni controllate, il NIST riempie centinaia di pagine con simulazioni di crash test degli aerei incredibilmente dettagliate, tediosi particolari delle simulazioni riguardanti gli incendi e liste senza fine sulle raccomandazioni per migliorare la sicurezza degli edifici.

    Per ogni Torre viene seguita la sequenza che va dall’impatto dei jet al punto in cui la Torre è “sul punto di collassare”, la cosiddetta “probabile sequenza di collasso”, ma in realtà quello che viene proposto non è una sequenza nè tantomeno probabile.

    La “probabile sequenza di collasso” del NIST è una illusione; i dettagli cinematografici degli impatti e degli incendi servono solo a mascherare la realtà che c’è stata una demolizione controllata.

    La teoria del NIST si ferma proprio nel momento in cui “la sezione superiore dell’edificio comincia a muoversi verso il basso” evitando così di studiare l’ipotesi di cedimento delle travature per un periodo di tempo maggiore ed evitando ovviamente di andare a prendere in considerazione la finestra temporale in cui le caratteristiche della demolizione controllata si manifestano.

    Nonostante che la teoria del NIST sia ancora più incredibile delle teorie precedenti ( l’“instabilità delle colonne” che diffondendosi avvia istantaneamente il “collasso globale”) è una illusione migliore perchè la finestra temporale che adotta si ferma prima dell’inizio dei collassi.

    Il Report del NIST afferma che il suo obiettivo primario era di “determinare il come ed il perchè dei collassi del WTC 1 e del WTC 2”. In realtà il Report manca completamente l’obiettivo e nasconde il fallimento con titoli fuorvianti e sezioni sproporzionate applicando in malo modo i dettagli tecnici. I suoi autori dovrebbero almeno ammettere di aver fallito nel dare una spiegazione del come e del perchè gli edifici collassarono e quindi dovrebbero chiedere una nuova indagine che analizzi - anzichè evitare - i misteri irrisolti. 

    Autore

    Per sapere chi è Jim Hoffman potete andare direttamente sul suo sito : 911research.wtc7.net.
    L’articolo originale lo trovate qui : Building a Better Mirage

     

     

     

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