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PANSERI Giuseppe


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Panseri Giuseppe

 

nato a Bergamo il 24 febbraio 1843 da Andrea e Teresa Poloni, morì quivi il 22 dicembre 1904. E' uno di quella schiera d'adolescenti, quasi tutti bergamaschi, - dice l' Abba - che parteciparono alla spedizione. Appena sedicenne - benché figlio unico e di madre vedova - si arruolò tra i Cacciatori delle Alpi e combattè a Varese e a S. Fermo. L'anno dopo seguì Garibaldi a Marsala e prese parte a tutta la campagna da Calatafimi a Palermo e al Volturno. Fu decorato al valor militare.

Nel .'66 lo ritroviamo tra i volontari e nel Trentino rinnovò le belle prove di valore. Congedato si dedicò interamente agli affetti della famiglia e al proprio umile e aspro lavoro di artigiano del legno, nel quale poteva dirsi maestro, e col frutto della sua tenace e apprezzata laboriosità diede una buona posizione sociale ai suoi figli, facendo d'Alberto un medico, di Ettore un ragioniere.

Figura aperta e simpatica, animo mite e d'una rettitudine limpida e istintiva, recava, nei modi, negli atti, in tutti i rapporti con gli altri, una lealtà così tersa e così trasparente che gli metteva d'intorno una sfumatura di gentilezza e di cavalleria, un non so che tutto garibaldino. .
L'esercizio delle virtù civili, osservato sempre nobilmente, ma con un ritegno che aveva quasi del pudore, era per lui il correlativo necessario del dovere compiuto sui campi di battaglia. .
Sentì vivamente l'amicizia, ne sappiamo ricordarlo senza rievocare con lui, dolci e nobili figure, i commilitoni che gli furono più cari e Io ricambiarono di eguale affetto: Giulio Negri , Enrico Isnenghi , il notaio Bresciani di Adrara. Tra le pareti domestiche Giuseppe Panseri fece di Garibaldi il simbolo della Patria, della Libertà, della Giustizia. Egli ispirò ai figli l'amore per le idealità garibaldine ed essi sentirono questo amore fino all'ardore dell'olocausto. Lo dice una lettera che Ettore, diciottenne, nel maggio '95, inviava al fratello Alberto da Rocca d'Anfo, quando era allievo ufficiale degli Alpini, accompagnandogli degli edelweiss: " Li ho colti quassù sulle zolle dove sono passate le legioni garibaldine nel '66... Tante volte penso ai valorosi Caduti... Mi stimola il pensiero di imitarli un giorno qui o dovunque ". La lettera reca insieme quasi il sentimento vago della predestinazione e l'elevatezza mistica del voto. Scoppiata la guerra greco-turca, i due fratelli, lasciati gli studi e gli agi di una vita tranquilla, accorsero tra le camicie rosse arruolate da Ricciotti Garibaldi per la libertà della Grecia e rinnovarono in terra straniera le gesta e gli eroismi garibaldini. Ettore cadeva alla testa della sua Compagnia a Domokos, il 17 maggio '9àà7. Una lapide posta in Città" Alta a ricordo dei Bergamaschi caduti combattendo per la libertà dei popoli tramanda ai posteri il nome di Ettore Panseri, " bella favilla - dice l' Abba - dell'antico fuoco garibaldino, che ridiede dopo tanti anni quella tardiva vampata"". Alberto, che durante la guerra si era mostrato buon soldato e - prossimo alla laurea in medicina. - aveva prestato l'opera sua a cura dei feriti e degli ammalati, conclusasi la sfortunata guerra ritornò in Patria con lo schianto nel cuore e scrisse le sue Memorie sulla campagna di Grecia del '97."" Che bello, che buono, che forte libro"" gli scriveva nel '99 l' Abba ,""rallegrati di aver fatto quel che facesti, come milite dell'idea, quanto d'aver scritto questo libro. Ci hai delle pagine meravigliose di veràtà e di stile.."". E in tono triste:"" E di questo tuo libro non intesi mai parlare! Ah! questa nostra Italia deve sentirsi ben ricca di grandissime cose se lascia passare questo nel silenzio..."". La lettera, inedita, meriterebbe d'essere integralmente riportata.""Alla morte del compianto Ettore - scrive il figlio dottor A. Panseri, - mio padre parve piegarsi affranto, ma l'angoscia tu, direi, più un acutissimo dolore fisico come per una ferita lacerante. Lo spirito fu inalzato. La fede aveva toccato la vetta col sacrificio."" In quegli anni oscuri per il nostro Paese il giovin sangue vermiglio apparve non solo offerta; ma promessa, speranza. Nell'intimàtà familiare gli affetti più si strinsero, la loro fiamma si accese più alta. Nel dolore la fede fu esaltata"".

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff.,N. 727. - c Illustr. Ital."", con fotografia. - Decorato al valor militare, in Archivio di Stato di Palermo. - Volontari Bergamaschi - Duce Garibaldi , 1866. Manoscritto nel Museo del Risorgimento di Berqamo. - 27 Maggio 1860, in Appendice, p. 6, figura il Panseri tra gli intervenuti a Palermo. -"" Gazzetta Provinciale di Bergamo"", 17 maggio 1897. -"" Unione"", 29 maggio 1897, N. 115 riporta cenno commemorativo dal"" Secolo"". -"" Diario-Guida"" della Ciàtà e Provincia di Bergamo, 1898. - Id., 1905, Necrologio, p. XXXIX. - La lettera di Ettore Panseri fu pubblicata nel volume: La camicia rossa in Grecia di RICCIOTTI GABIBALDI, Roma 1899. - ABBA , istoria, pag 64. -A. PANSERI, Memorie sulla campagna di Grecia. - Notizie comunicate dal figlio dott. A. Panseri. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:34 Etichettato con ICRA
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