Giuseppe Gian Bettino Volpi nacque a Lovere il 4 ottobre 1843 da Eugenio ed Elisabetta Grassi, morì all'Ospedale di Brescia il 30 agosto 1866. Sebbene l'arruolamento di volontari - pochi e scelti - per la Spedizione dei Mille avesse dovuto mantenersi, per notorie circostanze, rapido e secreto al possibile, e avvenire specialmente nei centri dove si trovassero già dimoranti ufficiali superiori prò-
Piccinini
) pure anche nella industre borgata di Lovere, fervida di patriottismo, ma appartata, giunse l'appello del Duce. Lo raccolse fra gli altri un giovanotto di 17 anni, Giuseppe Volpi, figlio di un agiato negoziante del luogo.
Là, sulle idilliche sponde del Sebino, tra l'incanto delle pendici fruttifere e il sorriso innumere delle onde del lago, sembrerebbe dovessero sorgere solo pensieri di vita gioconda o di lucrosi commerci, invece vi si trovarono sempre e numerosi i cittadini pronti al sacrificio, non pur dell'utile materiale, ma anche della gioventù e della vita per una nobile causa. Vi si cospirò sotto il dominio straniero, di là partì
Enrico Banzolini
, un prode difensor di Venezia nel 1849, e in seguito tutta una schiera di volontari nelle varie campagne garibaldine.
Garibaldi
, che nel 1859 vi tenne per qualche tempo il suo Quartier Generale, vi ebbe sempre cuori fedeli ed entusiasti. Alimenta e trasmette, come sempre e dovunque, la sacra fiaccola dell'amor di Patria, il secolare Ginnasio (ora intitolato a Decio Celeri umanista e scienziato loverese del XVII secolo). E in questo Istituto troviamo iscritto il giovinetto Volpi dall'anno scolastico 1853-54 al 1856-57, e vi si distingue, come leggesi nei registri della scuola, per attenzione intensa, per distinto progresso ed ottima condotta oltre che per intelligenza pronta ed aperta. Il suo ritratto ce lo raffigura bello ed ardito, col capo eretto in cui s'aprono due grandi occhi luminosi e pensosi sotto la fronte ampia, incorniciata dai folti e ricci capelli neri. Il naso ha una linea decisa e forte in armonia coi lineamenti energici diluito il viso. La bocca è piccola e ben disegnata sul mento volitivo. Aveva da poco lasciato gli studi quando fuggì da casa per correre a Genova col
Nullo
. Fu uno di quei molti adolescenti (l'
Abba
li dice quasi tutti Bergamaschi) che riuscirono, attraverso una severa scelta, ad essere ammessi alla spedizione che salpò da Quarto la storica sera del 5 maggio 1860. Il poderoso manipolo di Bergamaschi formò l'8ª Compagnia, con
Francesco Cucchi
per furiere. Il Nostro appartenne, però, alla 6ª Compagnia, 2ª Squadra. I veri prodi agiscono con piena dedizione di se, ma non amano parlare delle proprie imprese. Cosi poco sappiamo in particolare di quanto il Volpi operò da Quarto al Volturno. Ci piace immaginarlo, con molta probabilità di non essere lontani dal vero, all'assalto di Palermo, a Porta Termini quando leggiamo nell'
Abba
"
Francesco Nullo
era già dentro con una mano di Bergamaschi, balzato di là dalla barricata col suo cavallo poderoso tra i regi fuggenti ", oppure al Volturno col suo conterraneo
Baroni
, nella battaglia campale sanguinosa del 1° ottobre 1860 " delle tre Compagnie Boldrini, soltanto una ventina di uomini col tenente
Baroni
di Lovere, ferito nel capo, si unirono alla sera a
Menotti
e servirono a riformare il Battaglione... ". Certo si distinse per valore e disciplina se l'
Abba
, nella sua mirabile e schietta storia della spedizione, lo cita associando il ricordo del commilitone a quello del lago nativo " Volpi del Sebino ". Se inoltre
Menotti Garibaldi
nel settembre 1887 scriveva in una lettera conservata nel Museo del Risorgimento, presso l'Accademia Tadini in Lovere: " Non mi è possibile accettarlo (si riferisce all'invito rivoltogli dal Presidente della Società Operaia, sig. Battista Zitti, altro garibaldino fervidissimo) ma debbo esprimere a Lei e al Comitato tutta la mia gratitudine per l'invito all'inaugurazione del Monumento che Lovere innalza alla Memoria dell'uomo che ebbi la fortuna d'avere per padre. Alla patriottica Lovere tutta la mia riconoscenza, colla sua bellissima popolazione che nelle lotte per l'indipendenza diede larga parte di sè coi migliori dei suoi figli. Ricordo con affetto tre compagni nei Mille, tra i quali il Volpi, caduto poi eroicamente a Monte Suello... ". Sciolto il Corpo dei Volontari, il Volpi, fedele alla camicia rossa, ritornò, modesto ma ardente e pronto ai nuovi cimenti che si preparavano, al suo paese, ai suoi. Ecco alcune scarne, ma significative note relative al suo stato di servizio: 12 giugno 1860: capor""ale della 2ª Squadra, 2ª Compagnia, 5° Battaglione (Cossovich), 2ª Brigata, 15ª Divisione fino all'8 luglio; 13 settembre 1860: sergente al 1° Battaglione, 2° Reggimento, 2ª Brigata, 15ª Divisione; 4 dicembre 1860: congedato a Caserta. Pare partecipasse ai cosiddetti " fatti di Sarnico " (maggio 1862). Nel 1864 risultava domiciliato a Milano. Nel 1866 tornati i tempi dei puri entusiasmi, eccolo di nuovo tra le file dei fedeli di
Garibaldi
" sotto il suo primo capitano, nella 10ª Compagnia del 1º Reggimento contentandosi modestamente del grado di sergen"e ". Il
D'Ayala
, nel"e " Vite degli Italiani benemeriti della libertà e della Patria, morti combatten"o ", cosi ne ricordò la fine gloriosa: All'inizio della campagna delle Giudicane, quando i volontari volavano già coi cuori a Trent", " nello scontro sanguinoso del 3 luglio a Monte Snello, toccò grave ferita alla coscia sinistra. Sopportò con animo veramente gagliardo l'amputazione, ma il 30 agosto successivo nell'Ospedale di Brescia dovette soccombere non ostante le intelligenti e affettuose cure del dottor cavalier Rodolfo Rodolfi, a soli 23 ann"! ". E quanti prodi feriti dovettero perire cosi per l'infezione che la scienza allora non sapeva combattere! Tornano alla mente le parole dell'
Abba
dopo Calatafim": "non si sa come le piaghe ingangreniscono, i medici si struggono intorno ai sofferenti, ma la morte li toglie loro di ma"o!". Fu decorato della Medaglia d'argento al valore (elenco ricompense, pag. 588). Il paese nativo ne conserva religiosamente il ricordo; la Patria che s'avvia libera e unita ai suoi grandi destini quale la sognarono questi giovani eroi sorridenti a Lei pur negli spasimi delle ferite, fino nella stretta gelida della morte, incida i loro nomi nelle pagine della storia più perenni del bronzo.
BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 1062."- " Illustr. Ita". ", p 444 con fotografia. -
ABBA
, Storia, p. 71, -
ABBA
, Noterelle, pp. 75, 117, 260. - D'AYALA, p. 419. - Copia di lettera di
Menotti Garibaldi
al Presidente della Società Operaia di Lovere, avuto dalla cortesia di quel Direttore prof. E. Scalzi. - Informazioni ed estratti di Registri del Preside del Ginnasio di Lovere prof. Angelo Scuri. - Notizie dell'Anagrafe Comunale di Lovere. - Archivio di Stato di Torino.
Creato da: Astalalista
- Ultima modifica: 27/Apr/2004 alle 00:22