Sceneggiatura
Sergio Leone, Luciano Vincenzoni FotografiaTonino
Delli Colli
Musica
Ennio Morricone Interpreti Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef, Luigi Pistilli, Aldo Giuffré, Rada Rassimov, Mario Brega Durata167'
Mentre la sanguinosissima guerra
di secessione dilania gli Stati Uniti, mietendo vittime e
distruggendo città, i due criminali: Tuco (il brutto, Wallach)
ed il Biondo (il buono, Eastwood) continuano le loro attività
al di fuori della legge, tenendosi del tutto estranei a quello
che accade nel paese. Questo finchè non imbattono nella
scoperta che un militare sudista ha nascosto ben 2.000 dollari
d’oro; Tuco è a conoscenza del luogo del tesoro, un
cimitero, e il Biondo della tomba sotto la quale cercare i
soldi. I due, che si odiano, sono così costretti a restare
insieme, ed usano la guerra, travestendosi da soldati, per
agire indisturbati. Vi è però un’altra persona che cerca i
dollari, pur non conoscendone l’ubicazione esatta: il killer
Sentenza (il cattivo, Van Cleef). Così la ricerca si
trasforma in una lotta di astuzia e forza fra i tre. Dopo
varie vicissitudini Sentenza verrà ucciso, ed il Biondo e
Tuco si spartiranno i soldi… a modo loro!
Il buono, il brutto, il cattivo, girato nel 1966, è l’ultimo film della
cosiddetta “trilogia del dollaro”, saga chestudia il rapporto tra “denaro e pistola”, così
caro al regista.
Come nel precedente, Per
qualche dollaro in più, il classico rapporto a due del western:
buono-cattivo, si trasforma in un triangolo. Nel film questo
elemento è veramente fondamentale, i tre protagonisti sono
accomunati dal fatto di essere criminali, degli outsider in
un certo senso, ma sono profondamente e fondamentalmente
diversi tra loro per umanità; come si deduce dal titolo, vi
è un cattivo fra i cattivi.
Il cattivo è un killer senza
pietà, implacabile, sanguinario e freddo. Un vero bastardo.
Il buono è un tipo silenzioso,
ma con una mira infallibile, che calcola e ragiona, pacato,
corretto ed in un certo senso pietoso verso le vittime di una
guerra che non condivide, nel suo pragmatismo che non lascia
spazio ad idealismi.
Il brutto è un vero cialtrone,
è rozzo ed urla improperi dall’inizio alla fine del film,
è vendicativo e superstizioso, sempre pronto a farsi un
veloce segno della croce; Tuco è forse uno dei personaggi più
divertenti di Leone, interpretato con deliziosa spudoratezza
dal mefistofelico Wallach.
Il confronto tra questi ultimi
due personaggi è l’anima del film,mai coppia potrebbe essere più diversa: non si fidano,
eppure hanno bisogno l’uno dell’altro, nel breve periodo
di tregua che si concedono si capisce che in fondo si trovano
anche bene insieme, ma è un sodalizio che non può durare,
tentano sempre di raggiungere una posizione di forza nei
confronti dell’altro, creando suspance e tensione
fino all’ultima scena.
Protagonista del film è anche
la guerra di secessione, descritta nelle sue brutture, con
occhio lucido ed impietoso Leone presenta reparti massacrati,
generali impotenti e sciacalli, che da tutto questo traggono
profitto.
Il film sostiene bene il ritmo
di una storia un po’ troppo intricata, anche perché il
regista alterna momenti divertenti, come ad esempio la lettura
della sfilza di colpe di Tuco, che vanno dalla rapina alla
bigamia, a momenti drammatici, legati alla guerra ed alle
crudeltà di Sentenza. Anche la musica di Morricone alterna
pezzi allegri e commoventi, adeguandosi ai diversi toni del
film. Ma la cosa più caratteristica della musica è
sicuramente il motivetto che accompagna la presentazione dei
personaggi, tecnica che verrà perfezionata in C’era
una volta il West.
Tantissime
le scene belle da segnalare, in particolare l’ultimo duello,
in cui i tre protagonisti si sfidano in circolo, il regista,
come sua caratteristica, inquadra i particolari delle pistole
e degli occhi degli sfidanti, così facendo non solo mostra le
reazioni dei singoli, ma dilata anche il tempo, aumentando la
tensione negli spettatori.(Frascari)