DIMENSIONI
E CONFINI
È di per sé
evidente come
lo spazio che deve occupare un vicinato debba essere proprio quanto
richiesto
da una buona operatività delle sue funzioni. Naturalmente, nel
progetto
vero e proprio saranno spesso necessarie alcune varianti, richieste da
particolari condizioni locali. Nel tentativo di giungere ad una
indicazione
di norma, in ogni caso, tali considerazioni non facilitano la chiarezza
dell’esposizione. Tra le quattro principali funzioni del vicinato, tre
– scuola, campi da gioco e negozi – sono dei servizi. L’altra –
ambiente
residenziale, o carattere – è una qualità che dipende,
almeno
in parte, dall’adeguatezza e armoniosa composizione delle altre tre
funzioni.
I requisiti di spazio relativi ai servizi devono quindi essere presi in
considerazione per primi.
Le
sfere di servizio in aree residenziali per famiglie
Non c’è bisogno di alcun
argomento,
per sostenere i vantaggi della coincidenza fra sfera di servizio della
scuola e dei campi da gioco. Molte difficoltà sociali e
educative
si alleggeriscono se gli stessi bambini studiano e giocano insieme. I
genitori
che si associano ai vicini per migliorare le strutture educative dei
figli,
hanno un ulteriore vantaggio se possono contemporaneamente discutere i
loro problemi di tempo libero. L’altamente auspicabile coordinamento
fra
i programmi scolastici e quelli dei campi da gioco, diventa possibile
quando
i funzionari trattano con lo stesso gruppo di bambini.
Distanza di spostamento
verso la scuola
– Il Committee on School House Planning della National
Education Association,
nelle sue raccomandazioni riguardo alla localizzazione dei siti
afferma:
“Nelle città è generalmente riconosciuto che il bacino di
utenza ideale di una scuola elementare può avere un raggio da
mezzo
miglio a tre quarti di miglio”.
Sia le scuole medie inferiori che
superiori
servono aree molto più grandi delle comunità locali, ed
esse
di conseguenza non ricadono entro la logica di un piano di vicinato.
I Professori George D. Strayer e
N. L.
Hengelhardt, eminenti autorità nel campo dell’amministrazione
scolastica,
nel loro rapporto per il Regional Plan of New York, propongono
praticamente
lo stesso standard, in questi termini: “Ai bambini delle scuole di
livello
elementare non si dovrebbe chiedere di spostarsi per più di
mezzo
miglio per andare a scuola”. In un distretto a insediamento sparso
questo può significare tre quarti di miglio. Con il nostro tipo
di organizzazione la gran massa degli alunni, naturalmente,
abiterà
a ben meno di mezzo miglio dalla propria scuola.
Raggio di utenza dei campi
da gioco
–
Un giorno nel luglio del 1927 fu effettuata un’indagine riguardo alla
distanza
percorsa dai bambini che giocano nello spazio di Thompkins Square a New
York City. I tabulati degli indirizzi, mostrarono che il 74 per cento
dai
bambini proveniva da un raggio di un quarto di miglio. Solo 60 bambini,
il 6,1 per cento dei 980 rilevati, proveniva da oltre mezzo miglio.
Il Cleveland Recreation Survey,
uno studio
particolarmente completo pubblicato nel 1920, aveva predisposto un
disegno
che mostrava su una mappa della città le residenze dei bambini
che
sceglievano di frequentare vari spazi da gioco. I risultati si
riassumono
così:
“L’area di utilità non
è
rappresentata da un cerchio di raggio costante, ma da una chiazza
irregolare.
In altre parole sono i percorsi e le abitudini di spostamento a
condizionare
l’estensione dell’utilità di un campo da gioco, non le distanze
in linea retta. Il maggior raggio di utilità a Cleveland va da
un
terzo e due quinti di miglio, e la media sta fra un quinto e un quarto
di miglio”.
Lo standard di un quarto di miglio
come
raggio di servizio efficace per un campo da gioco per bambini in
età
da scuola elementare, è quello generalmente considerato dalle
autorità
preposte alle questioni ricreative. I bambini che vivono più
lontano
di così non frequentano abitualmente lo spazio pubblico per il
gioco.
Questa regola non si applica a ragazzi e ragazze con più di
dieci
anni, ma dato che questa categoria sarà per la maggior parte
iscritta
alle scuole medie inferiori o superiori, i suoi bisogni ricreativi non
devono essere interamente previsti all’interno del distretto di
vicinato.
Abbiamo, allora, un raggio di
servizio
della scuola di un miglio e mezzo e un raggio del campo da gioco di un
quarto di miglio. Qual’è il modo migliore di combinare queste
due
sfere? Un modo è quello di renderle concentriche, con il lotto
della
scuola utilizzato pure come campo da gioco, secondo lo schema
della figura.
clccare sull'immagina per
ingrandire
Considerando che le aree negli
angoli del
quadrato sono solo a un terzo di miglio di distanza, non ci si allarga
indebitamente se le si includono nel raggio del cortile della scuola, e
se si definisce il totale dell’area di entrambi i servizi come il
quadrato
che, avendo un lato di mezzo miglio, ammonta a 160 acri. Ci sono,
comunque,
possibili obiezioni a questo schema, che saranno discusse in seguito.
Qui
basta soffermarsi su una considerazione. Per attrezzare opportunamente
giochi di ampia area come il baseball e per consentire a differenti
gruppi
di età e di sesso di praticare sports adatti, l’area di questo
lotto
scolastico dovrebbe essere di circa otto acri e mezzo. Terreni di
quella
dimensione a forma di quadrato misurerebbero circa 608 piedi di lato.
Dal
punto di vista del traffico questo sarebbe un isolato piuttosto
ingombrante
da inserire nel mezzo di una rete stradale di vicinato. E se questa
difficoltà
può essere superata, è comunque preferibile avere le aree
da gioco suddivise su parecchi spazi e distribuite su tutto il
vicinato,
a servire da satelliti al cortile scolastico. In questo schema, ci
sarebbe
qualche sovrapposizione di sfere di servizio, ma non è grave se
si ricorda che i raggi di influenza rappresentano semplicemente
distanze
che non devono essere superate. In entrambi i casi, più breve
è
lo spostamento, tanto meglio.
Distanza per la spesa –
Il limite
comunemente fissato per un viaggio al mercato di quartiere o
all’emporio
è di un miglio e mezzo. Dal punto di vista del residente urbano
medio, una certa comodità richiederebbe una distanza inferiore,
e certamente nessuno si sposterebbe di più per raggiungere il
droghiere
o il chiosco di giornali.
Apparentemente un raggio di mezzo
miglio
dovrebbe essere una dimensione di controllo in qualunque sistemazione
di
campi da gioco scolastici e negozi in cui comodità ed efficienza
siano gli obiettivi principali. Ma la distanza di spostamento è
solo uno degli elementi di efficienza dei servizi; deve essere presa in
considerazione anche la capacità dell’unità commerciale,
ovvero il numero di persone servite. Quindi veniamo ad un altro
importante
fattore nella determinazione dell’area del vicinato: è la
popolazione,
ovvero il numero di domicili familiari per cui si deve prevedere
spazio.
In questo caso è la scuola da considerare, dato che c’è
d’abitudine
solo una di queste istituzioni pubbliche in una comunità locale,
mentre ci possono essere tanti negozi e campi da gioco quanti la
popolazione
richiede o è in grado di sostenere.
Popolazione
auspicabile per una scuola elementare
------ torna su
Per quale numero di persone si
deve prevedere
una scuola elementare, dal punto di vista dei migliori risultati
educativi?
Le opinioni su questo problema variano a seconda che l’enfasi sia posta
sulla completezza dell’attrezzatura scolastica e sull’economia di
amministrazione,
oppure sui risultati tangibili dell’impegno educativo.
Nel fissare gli standards edilizi
scolastici
è normale che le considerazione materiali ed economiche siano
enfatizzate
in primo luogo, dato che questi fattori possono essere accuratamente
misurati
e i relativi risultati registrati, mentre la qualità del
prodotto
educativo, in relazione alle dimensioni della scuola, non è
così
semplice da valutare. Abbiamo la fortuna, comunque, di poterci riferire
a standards definiti da formatori sensibili ad entrambi i punti di
vista.
Lo standard ideale – Il
professori
Strayer e Engelhardt, che abbiamo citato sopra, hanno condotto indagini
scolastiche in parecchie città importanti, e lo standard che
hanno
fissato è quello che segue:
“I grossi edifici scolastici, che
ospitano
un minimo di 1.000 o 1.200 alunni, devono essere considerati le parti
più
auspicabili dei futuri complessi scolastici”.
Nel loro rapporto per il Regional
Plan,
già citato, uno standard simile è in qualche modo
ulteriormente
elaborato:
“Dal punto di vista della
realizzazione
dell’edificio, della sua manutenzione e cura, e dell’amministrazione e
supervisione della scuola, proponiamo che, eccetto nelle aree a
insediamento
sparso, non si costruisca nessuna scuola elementare con meno di 24 aule
scolastiche. Ovunque possibile questa unità dovrebbe essere
ampliata.
Un centro scolastico elementare di 60 classi non è troppo
grande”.
Ad una media di 40 alunni per
classe –
una media piuttosto generosa – questa affermazione fissa una
capacità
variabile da 960 a 2.400 individui. La differenza nei due standards si
deve in parte a modificazioni di punti di vista durante il periodo
intercorso
dal primo alla secondo, e in parte al fatto che gli autori, nella
seconda
dichiarazione, avevano in mente specificamente la situazione
congestionata
di New York City.
Quello su cui queste due
affermazioni
apparentemente concordano è che l’unità più
piccola
che soddisfa i requisiti economici e di gestione ha una capacità
attorno ai 1.000 alunni. In edifici di capacità maggiore
è
evidente che ci sarebbe un incremento nella convenienza economica, ma
se
così aumentino anche i vantaggi educativi per gli allievi, o a
quale
punto si raggiungerebbe un picco destinato poi a declinare, sono
questioni
sulle quali gli educatori competenti non concordano. I professori
Strayer
e Engelhardt apparentemente ritengono che questo punto non si raggiunga
al di sotto della capacità di 2.400, ma questa loro affermazione
si basa su considerazioni puramente materiali.
Dimensioni della scuola da
costruire
– Anche lo standard accademico più autorevole, comunque, non
riesce
a prevalere. Un forte condizionamento fisico alcune volte ne modifica,
o addirittura impedisce, l’applicazione generalizzata. In quale misura
si adotta lo standard Strayer-Engelhardt? Sono disponibili alcuni dati
che fanno luce sulle dimensioni degli edifici per scuole elementari
esistenti
cinque anni fa. Essi indicano che nelle città con più di
100.000 abitanti la media di capacità delle scuole elementari
era
fra 700 e 800 alunni, e nelle città fra 30.000 e 100.000 fra 400
e 500 alunni.
Qual’è la pratica seguita
dalle
autorità scolastiche riguardo alle dimensioni degli edifici in
costruzione
oggi? Alcune informazioni su questo argomento si trovano nell’American
School Board Journal, che regolarmente riporta resoconti sulle nuove
scuole
realizzate in tutti gli Stati Uniti. Un esame dei sei numeri dal
gennaio
al giugno 1926, rivela i casi seguenti di scuole elementari appena
completate,
o in corso di costruzione, o a cantiere inaugurato:
TABELLA V: CAPACITÀ
DELLE NUOVE
SCUOLE ELEMENTARI
Città
|
Popolazione al
1920
|
Capacità
in alunni
|
St. Paul, Minnesota |
234.698
|
850
|
New Britain, Connecticut |
59.316
|
800
|
East Rochester, New
York |
3.901
|
640
|
Fairfield, Alabama |
5.003
|
480
|
La Crosse,
Wisconsin |
30.421
|
480
|
Ambler,
Pennsylvania |
3.094
|
440
|
Rockford, Illinois |
65.651
|
350
|
River Forest,
Illinois |
4.358
|
320
|
Galesburg, Illinois |
23.834
|
280
|
Baker, Oregon |
7.729
|
240
|
------ torna su
Questi pochi esempi non
bastano, naturalmente,
a rivelare le tendenze attuali, ma sono una prova del fatto che si
costruiscono
ancora scuole che non corrispondono allo standard Strayer-Engelhardt.
La pratica corrente nelle grandi
città,
ad ogni modo, mostra una maggior concordanza a questo standard. A
Chicago
al 1 gennaio 1926 c’erano 33 edifici di scuole elementari sia in
costruzione
che a costruzione approvata, con una capacità media di 966
alunni.
A New York City le scuole elementari aperte nello scorso anno e mezzo,
insieme a quelle in corso di costruzione nel giugno 1926 erano 64. La
capacità
di queste strutture mostra una media di 1.600, ma si va da un minimo di
531 alunni a un massimo di 2.945. Circa un terzo sono sotto i 1.000,
metà
fra 1.000 e 2.000, e le rimanenti oltre i 2.000. In altre città
dove la congestione demografica ha raggiunto un certo punto di
intensità,
è certamente possibile trovare simili ampie capacità
nelle
nuove scuole.
Un esame più attento della
pratica
di costruzione di scuole, mostra che le autorità scolastiche
spesso
non sono nella condizione di poter applicare standards ideali. Per
esempio,
New Britain ha due edifici in costruzione oltre a quelli elencati
sopra,
che ne rimpiazzano dei vecchi, e la cui capacità – uno di 600 e
l’altro di 1.225 alunni – è determinata dalle popolazioni dei
rispettivi
distretti che devono servire. In tutti i casi di rimpiazzo, come
è
evidente, i consigli scolastici devono adattare il nuovo edificio alle
condizioni di popolazione esistenti.
Cosa farebbe un consiglio
scolastico in
condizioni ideali, è indicato dal tipo di edificio adottato come
standard costruttivo. Naturalmente le opportunità di produrre
questo
tipo di standard esistono solo nei sistemi più grandi, che
possono
permettersi sezioni dedicate all’edilizia ben organizzate, e anche in
città
che hanno una popolazione in rapida crescita, del tipo che si manifesta
nell’espansione dei distretti suburbani anziché nella
congestione
del centro. Cleveland, per esempio, è in questa categoria, e
vediamo
che il suo consiglio scolastico ha, dopo molto studio e
sperimentazione,
adottato piani standard di costruzione per scuole elementari di 30 aule
con una capacità di 1.250 alunni. New York City usa quatto o
cinque
progetti tipo, ciascuno dei quali prevede la realizzazione per sezioni.
Ci sono molte possibili combinazioni, ma l’ampiezza dei casi e
caratteri
si può ben riassumere in tre esempi. In un edificio a tre piani
del tipo E, con 21 aule, ci saranno 799 posti a sedere. Un edificio di
cinque piani contenente 43 aule avrà posti a sedere per 1.724
alunni,
con una sezione aggiunta e un totale di 67 aule, la capacità
raggiunge
i 2.804.
Questi fatti portano alla luce un
nuovo
e importante aspetto della questione. Ci mostrano che, a causa dei
cambiamenti
nello stato della popolazione dei nuovi distretti, non è
praticabile
nessun singolo standard fisso di capacità scolastica. La
politica
ora seguita nei sistemi più aggiornati è contenuta nel
rapporto
del N.E.A. Committee on School House Planning, già citato:
“Sino a tempi recenti è
stata prestata
poca attenzione a progettare edifici scolastici in modo che potessero
essere
facilmente ampliati. Ora, non si accetta nessun progetto a meno che non
preveda un accrescimento in economia. Se un edificio è
realizzato
più grande di quanto non sia necessario per più anni,
esiste
uno spreco dovuto ai costi di interesse sulle spese in più.
Quando
i costi di costruzione sono alti, è particolarmente
sconsigliabile
anticipare di troppi anni la crescita degli edifici attuali.
“È tuttavia necessario
stimare
la massima e probabile crescita nel numero di alunni che sarà
necessario
sistemare negli ampliamenti dell’edificio, per provvedere a un sito
adeguato.
Questa stima è necessaria anche a prevedere nel progetto spazi
adeguati
per le strutture che non possono essere ampliate immediatamente ed
economicamente”.
Questa affermazione rivela
indirettamente
quale aiuto verrebbe alle autorità scolastiche dall’essere nella
posizione – ora cosa raramente possibile – di pianificare le proprie
scuole
per territori e quantità di popolazione ben definiti.
Torniamo alla domanda: “L’attuale
pratica
costruttiva delle scuole, indica modifiche desiderabili in direzione
dello
standard Strayer-Engelhardt?”. Per quanto ci riguarda il problema non
sussiste
per i limiti superiori di popolazione, dato che appartengono solo alle
sezioni più vecchie e congestionate delle grandi città in
cui lo schema stradale è già fissato. Nelle nuove aree,
dove
è possibile pianificare un distretto scolastico di dimensione
desiderata,
è praticabile la realizzazione di una moderna e ben equipaggiata
scuola per meno di 1.000 bambini?
Per quanto riguarda questo punto,
possiamo
contare su parecchi piani standard. Come già mostrato, a New
York
City si sta ora costruendo un certo numero di nuove scuole con una
capacità
iniziale di 799 alunni. Queste strutture hanno una palestra-sala
assemblea
combinata (con sedie rimovibili). Esse hanno anche un giardino
d’infanzia
e altre stanze speciali – non tante come nelle scuole più
grandi,
ma comunque adeguate agli scopi attuali. Il tipo a 30 stanze adottato a
Cleveland, citato sopra, è anche adattabile come standard
inferiore
omettendo il terzo piano. In questa versione comprende 18 aule tipo,
più
un giardino d’infanzia e altri spazi, e una capacità di circa
800
alunni.
A Detroit, ancora, dove sono stati
predisposti
progetti-tipo per edifici di varie dimensioni, abbiamo scuole di 20
sezioni
con dieci aule e sei stanze speciali, tirando a indovinare: auditorium,
palestra, letteratura, scienze e geografia, arte, musica, biblioteca,
attività
manuali, economia domestica. La normale capacità della scuola
è
di 800 alunni.
Le città in cui sono state
costruite
junior high schools (scuole intermedie, n.d.t) sono ora
circa 300.
È una tendenza che ovviamente si sta estendendo. Dato che questa
istituzione preleva abitualmente parte dei suoi studenti dai livelli di
scuola elementare – di solito il settimo e ottavo – si connette in
qualche
modo al problema che stiamo trattando. Possono accadere due cose.
L’arrivo
della junior high (1) può ridurre le dimensioni della
scuola
elementare oppure (2) quest’ultima può non essere influenzata
mentre
si amplia la sua sfera di servizio. Quale effetto si avrà? I
dati
che potrebbero fornire la risposta non sono disponibili ma, visto che
il
settimo e ottavo grado costituiscono solo un nono del totale iscritti
alla
scuola elementare, l’effetto non sarà grande in nessuno dei casi
ed è dentro il limite delle variazioni naturali. Detroit
è
una delle città che ha adottato la junior high school e
nelle
nuove scuole, come quella descritta sopra, le sistemazioni per i
settimo
e ottavo grado sono tuttora previste nelle località dove non
è
ancora disponibile una junior school. Apparentemente la sua adozione
sta
avendo pochi o nulli effetti sulle dimensioni delle scuole elementari
standard.
Tenendo presente questi esempi
concreti
di impianti scolastici moderni con capacità di 800 alunni,
sembra
ragionevole stabilire questo come limite inferiore del nostro standard,
invece dei 1.000 prescritti dai professori Strayer e Engelhardt. Nei
distretti
con meno di quel numero di bambini ci si può aspettare che ci si
adatti a fare a meno delle aule speciali, o che le si abbia a costi
esorbitanti
pro-capite. Indubbiamente molte piccole scuole, come la maggioranza di
quelle ora esistenti, continueranno ad essere costruite in tutto il
paese,
ma la pressione degli ideali educativi lavorerà in modo costante
per strutture più grandi e complete. Possiamo concludere,
dunque,
che per quanto concerne l’effetto dei bisogni scolastici sulla
dimensione
dell’unità di vicinato modello, essi indicano che il massimo
vantaggio
si ottiene in distretti che offrono da 800, a 1.200 o 1.500 bambini in
età da scuola elementare.
La domanda successiva è:
“Quanto
è grande la popolazione in grado di fornire quel numero di
alunni”?
Il rapporto fra popolazione
e popolazione
scolastica – I bambini da sei a tredici anni inclusi possono,
secondo
le autorità scolastiche, essere accettati come metro pratico di
misura di chi frequenterà la scuola elementare.
Se si esaminano le cifre del
Censimento
del 1920, appare evidente che esiste una considerevole differenza fra i
numerosi Stati, nella percentuale della popolazione totale formata dal
gruppo dai sei ai tredici anni. Va dal 12,8 per cento della California
al 21,67 per cento in South Carolina, mentre per gli Stati Uniti nel
loro
complesso è del 16,72 per cento. Dunque il gruppo della scuola
elementare
costituisce da un ottavo a più di un quinto della popolazione, a
seconda dei luoghi. In generale, la frazione di un sesto – la quota
degli
Stati Uniti nel loro insieme – è sufficientemente vicina agli
scopi
di questo studio, ma si devono tener comunque ben presenti le
variazioni.
A questo tasso, sono necessarie 4.800 persone per fornire 800 bambini
in
età da scuola, mentre un distretto da 1.500 alunni ha bisogno di
una popolazione totale di 9.000 abitanti. Abbiamo poi bisogno di
conoscere
le superfici dei distretti che accolgono le due quantità di
popolazioni
connesse alle due cifre, e questo richiede un’occhiata alla questione
della
densità residenziale.
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