Note

 

Note

      (1) Già lo scrivevo nella mia prima lettera enciclica Redemptor hominis: " Siamo diventati partecipi di questa missione di Cristo-profeta e, in forza della stessa missione, insieme con lui serviamo la verità divina nella Chiesa. La responsabilità per tale verità significa anche amarla e cercarne la più esatta comprensione, in modo da renderla più vicina a noi stessi e agli altri in tutta la sua forza salvifica, nel suo splendore, nella sua profondità e insieme semplicità ". N. 19: AAS 71 (1979), 306.

      (2) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 16.

      (3) Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 25.

      (4) N. 4: AAS 85 (1993), 1136.

      (5) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 2.

      (6) Cfr Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, III: DS

      3008.

      (7) Ibid., IV: DS 3015; citato anche in Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 59.

      (8) Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 2.

      (9) Lett. ap. Tertio millennio adveniente (10 novembre 1994), 10: AAS 87 (1995), 11.

      (10) N. 4.

      (11) N. 8.

      (12) N. 22.

      (13) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 4.

      (14) Ibid., 5.

      (15) Il Concilio Vaticano I, a cui fa riferimento la sentenza sopra richiamata, insegna che l'obbedienza della fede esige l'impegno dell'intelletto e della volontà: " Poiché l'uomo dipende totalmente da Dio come suo creatore e signore e la ragione creata è sottomessa completamente alla verità increata, noi siamo tenuti, quando Dio si rivela, a prestargli, con la fede, la piena sottomissione della nostra intelligenza e della nostra volontà " (Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, III; DS 3008).

      (16) Sequenza nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

      (17) Pensées, 789 (ed. L. Brunschvicg).

      (18) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 22.

      (19) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 2.

      (20) Proemio e nn. 1. 15: PL 158, 223-224.226; 235.

      (21) De vera religione, XXXIX, 72: CCL 32, 234.

      (22) " Ut te semper desiderando quaererent et inveniendo quiescerent ": Missale Romanum.

      (23) Aristotele, Metafisica, I, 1.

      (24) Confessiones, X, 23, 33: CCL 27, 173.

      (25) N. 34: AAS 85 (1993), 1161.

      (26) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. ap. Salvifici doloris (11 febbraio 1984), 9: AAS 76 (1984), 209-210.

      (27) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Dich. sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra aetate, 2.

      (28) E questa un'argomentazione che perseguo da molto tempo e che ho espresso in diverse occasioni. " Che è l'uomo e a che può servire? Qual è il suo bene e qual è il suo male? (Sir 18, 7) [...]. Queste domande sono nel cuore di ogni uomo, come ben dimostra il genio poetico di ogni tempo e di ogni popolo, che, quasi profezia dell'umanità, ripropone continuamente la domanda seria che rende l'uomo veramente tale. Esse esprimono l'urgenza di trovare un perché all'esistenza, ad ogni suo istante, alle sue tappe salienti e decisive così come ai suoi momenti più comuni. In tali questioni è testimoniata la ragionevolezza profonda dell'esistere umano, poiché l'intelligenza e la volontà dell'uomo vi sono sollecitate a cercare liberamente la soluzione capace di offrire un senso pieno alla vita. Questi interrogativi, pertanto, costituiscono l'espressione più alta della natura dell'uomo: di conseguenza la risposta ad esse misura la profondità del suo impegno con la propria esistenza. In particolare, quando il perché delle cose viene indagato con integralità alla ricerca della risposta ultima e più esauriente, allora la ragione umana tocca il suo vertice e si apre alla religiosità. In effetti, la religiosità rappresenta l'espressione più elevata della persona umana, perché è il culmine della sua natura razionale. Essa sgorga dall'aspirazione profonda dell'uomo alla verità ed è alla base della ricerca libera e personale che egli compie del divino ": Udienza generale del 19 ottobre 1983, 1-2: Insegnamenti VI, 2 (1983), 814-815.

      (29) " [Galileo] ha dichiarato esplicitamente che le due verità, di fede e di scienza, non possono mai contrariarsi " procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima esecutrice degli ordini di Dio " come scrive nella lettera al Padre Benedetto Castelli il 21 dicembre 1613. Non diversamente, anzi con parole simili, insegna il Concilio Vaticano II: " La ricerca metodica di ogni disciplina, se procede [...] secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio " (Gaudium et spes, 36). Galileo sente nella sua ricerca scientifica la presenza del Creatore che lo stimola, che previene e aiuta le sue intuizioni, operando nel profondo del suo spirito ". Giovanni Paolo II, Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze, 10 novembre 1979: Insegnamenti, II, 2 (1979), 1111-1112.

      (30) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 4.

      (31) Origene, Contro Celso, 3, 55: SC 136, 130.

      (32) Dialogo con Trifone, 8,1: PG 6, 492.

      (33) Stromati I, 18, 90, 1: SC 30, 115.

      (34) Cfr ibid., I, 16, 80, 5: SC 30, 108.

      (35) Cfr ibid., I, 5, 28, 1: SC 30, 65.

      (36) Ibid., VI, 7, 55, 1-2: PG 9, 277.

      (37) Ibid., I, 20, 100, 1: SC 30, 124.

      (38) S. Agostino, Confessiones VI, 5, 7: CCL 27, 77-78.

      (39) Cfr ibid., VII, 9, 13-14: CCL 27, 101-102.

      (40) De praescriptione haereticorum, VII, 9: SC 46, 98. " Quid ergo Athenis et Hierosolymis? Quid academiae et ecclesiae? ".

      (41) Cfr Congregazione per l'Educazione Cattolica, Istr. sullo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale (10 novembre 1989), 25: AAS 82 (1990), 617-618.

      (42) S. Anselmo, Proslogion, 1: PL 158, 226.

      (43) Id., Monologion, 64: PL 158, 210.

      (44) Cfr Summa contra Gentiles, I, VII.

      (45) Cfr Summa Theologiae, I, 1, 8 ad 2: " cum enim gratia non tollat naturam sed perficiat ".

      (46) Cfr Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al IX Congresso Tomistico Internazionale (29 settembre 1990): Insegnamenti, XIII, 2 (1990), 770-771.

      (47) Lett. ap. Lumen Ecclesiae (20 novembre 1974), 8: AAS 66 (1974), 680.

      (48) Cfr I, 1, 6: " Praeterea, haec doctrina per studium acquiritur. Sapientia autem per infusionem habetur, unde inter septem dona Spiritus Sancti connumeratur ".

      (49) Ibid., II, II, 45, 1 ad 2; cfr pure II, II, 45, 2.

      (50) Ibid., I, II, 109, 1 ad 1 che riprende la nota frase dell'Ambrosiaster, In prima Cor 12,3: PL 17, 258.

      (51) Leone XIII, Lett. enc. Æterni Patris (4 agosto 1879): ASS 11 (1878-1879), 109.

      (52) Paolo VI, Lett. ap. Lumen Ecclesiae (20 novembre 1974), 8: AAS 66 (1974), 683.

      (53) Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 286.

      (54) Cfr Pio XII, Lett. enc. Humani generis (12 agosto 1950): AAS 42 (1950), 566.

      (55) Cfr Conc. Ecum. Vat. I, Cost. dogm. prima sulla Chiesa di Cristo Pastor Aeternus: DS 3070; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 25 c.

      (56) Cfr Sinodo di Costantinopoli, DS 403.

      (57) Cfr Concilio di Toledo I, DS 205; Concilio di Braga I, DS 459-460; Sisto V, Bolla Coeli et terrae Creator (5 gennaio 1586): Bullarium Romanum 44, Romae 1747, 176-179; Urbano VIII, Inscrutabilis iudiciorum (1aprile 1631): Bullarium Romanum 61, Romae 1758, 268-270.

      (58) Cfr Conc. Ecum. Viennense, Decr. Fidei catholicae, DS 902; Conc. Ecum. Lateranense V, Bolla Apostolici regiminis, DS 1440.

      (59) Cfr Theses a Ludovico Eugenio Bautain iussu sui Episcopi subscriptae (8 settembre 1840), DS 2751-2756; Theses a Ludovico Eugenio Bautain ex mandato S. Cong. Episcoporum et Religiosorum subscriptae (26 aprile 1844), DS 2765-2769.

      (60) Cfr S. Congr. Indicis, Decr. Theses contra traditionalismum Augustini Bonnetty (11 giugno 1855), DS 2811-2814.

      (61) Cfr Pio IX, Breve Eximiam tuam (15 giugno 1857), DS 2828-2831; Breve Gravissimas inter (11 dicembre 1862), DS 2850-2861.

      (62) Cfr S. Congr. del S. Officio, Decr. Errores ontologistarum (18 settembre 1861), DS 2841-2847.

      (63) Cfr Conc. Ecum. Vat. I, Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, II: DS 3004; e can. 2, 1: DS 3026.

      (64) Ibid., IV: DS 3015, citato in Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 59.

      (65) Conc. Ecum. Vat. I, Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, IV: DS 3017.

      (66) Cfr Lett. enc. Pascendi dominici gregis (8 settembre 1907): ASS 40 (1907), 596-597.

      (67) Cfr Pio XI, Lett. enc. Divini Redemptoris (19 marzo 1937): AAS 29 (1937), 65-106.

      (68) Lett. enc. Humani generis (12 agosto 1950): AAS 42 (1950), 562-563.

      (69) Ibid., l.c., 563-564.

      (70) Cfr Giovanni Paolo II, Cost. ap. Pastor Bonus (28 giugno 1988), artt. 48-49: AAS 80 (1988), 873; Congr. per la Dottrina della Fede, Istr. sulla vocazione ecclesiale del teologo Donum veritatis (24 maggio 1990), 18: AAS 82 (1990), 1558.

      (71) Cfr Istr. su alcuni aspetti della " teologia della liberazione " Libertatis nuntius (6 agosto 1984), VII-X: AAS 76 (1984), 890-903.

      (72) Il Concilio Vaticano I, con parole tanto chiare quanto autoritative, aveva già condannato questo errore, affermando da una parte che " quanto a questa fede [...], la Chiesa cattolica professa che essa è una virtù soprannaturale, per la quale sotto l'ispirazione divina e con l'aiuto della grazia, noi crediamo vere le cose da lui rivelate, non a causa dell'intrinseca verità delle cose percepite dalla luce naturale della ragione, ma a causa dell'autorità di Dio stesso, che le rivela, il quale non può ingannarsi né ingannare ": Cost. dogm. Dei Filius III: DS 3008, e can.3. 2: DS 3032. Dall'altra parte, il Concilio dichiarava che la ragione mai " è resa capace di penetrare [tali misteri] come le verità che formano il suo oggetto proprio ": ibid., IV: DS 3016. Da qui traeva la conclusione pratica: " I fedeli cristiani non solo non hanno il diritto di difendere come legittime conclusioni della scienza le opinioni riconosciute contrarie alla dottrina della fede, specie se condannate dalla Chiesa, ma sono strettamente tenuti a considerarle piuttosto come errori, che hanno solo una ingannevole parvenza di verità ": ibid., IV: DS 3018.

      (73) Cfr nn. 9-10.

      (74) Ibid., 10.

      (75) Ibid., 21.

      (76) Cfr ibid., 10.

      (77) Cfr Lett. enc. Humani generis (12 agosto 1950): AAS 42 (1950), 565-567; 571-573.

      (78) Cfr Lett. enc. Æterni Patris (4 agosto 1879): ASS 11 (1878-1879), 97-115.

      (79) Ibid., l.c., 109.

      (80) Cfr nn. 14-15.

      (81) Cfr ibid., 20-21.

      (82) Ibid., 22; cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 8: AAS 71 (1979), 271-272.

      (83) Decr. sulla formazione sacerdotale Optatam totius, 15.

      (84) Cfr Giovanni Paolo II, Cost. ap. Sapientia christiana (15 aprile 1979), art. 79-80: AAS 71 (1979), 495-496; Esort. ap. postsinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), 52: AAS 84 (1992), 750-751. Cfr pure alcuni commenti sulla filosofia di S. Tommaso: Discorso al Pontificio Ateneo Internazionale Angelicum (17 novembre 1979): Insegnamenti II, 2 (1979), 1177-1189; Discorso ai partecipanti dell'VIII Congresso Tomistico Internazionale (13 settembre 1980): Insegnamenti III, 2 (1980), 604-615; Discorso ai partecipanti al Congresso Internazionale della Società " San Tommaso " sulla dottrina dell'anima in S. Tommaso (4 gennaio 1986): Insegnamenti IX, 1 (1986), 18-24. Inoltre, S. Congr. per l'Educazione Cattolica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis (6 gennaio 1970), 70-75: AAS 62 (1970), 366-368; Decr. Sacra Theologia (20 gennaio 1972): AAS 64 (1972), 583-586.

      (85) Cfr Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 57; 62.

      (86) Cfr ibid., 44.

      (87) Cfr Conc. Ecum. Lateranense V, Bolla Apostolici regimini sollicitudo, Sessione VIII: Conc. Oecum. Decreta, 1991, 605-606.

      (88) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 10.

      (89) S. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, II-II, 5, 3 ad 2.

      (90) " La ricerca delle condizioni nelle quali l'uomo pone da sé le prime domande fondamentali sul senso della vita, sul fine che ad essa vuole dare e su ciò che l'attende dopo la morte, costituisce per la teologia fondamentale il necessario preambolo, affinché, anche oggi, la fede abbia a mostrare in pienezza il cammino ad una ragione in ricerca sincera della verità ". Giovanni Paolo II, Lettera ai partecipanti al Congresso internazionale di Teologia Fondamentale a 125 anni dalla " Dei Filius " (30 settembre 1995), 4: L'Osservatore Romano, 3 ottobre 1995, p. 8.

      (91) Ibid.

      (92) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 15; Decr. sull'attività missionaria della Chiesa Ad gentes, 22.

      (93) S. Tommaso d'Aquino, De Caelo, 1, 22.

      (94) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 53-59.

      (95) S. Agostino, De praedestinatione sanctorum, 2,5: PL 44, 963.

      (96) Id., De fide, spe et caritate, 7: CCL 64, 61.

      (97) Cfr Conc. Ecum. Calcedonense, Symbolum, Definitio: DS 302.

      (98) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 286-289.

      (99) Cfr, ad esempio, S. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, I, 16,1; S. Bonaventura, Coll. in Hex., 3, 8, 1.

      (100) Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 15.

      (101) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor (6 agosto 1993), 57-61: AAS 85 (1993), 1179-1182.

      (102) Cfr Conc. Ecum. Vat. I, Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, IV: DS 3016.

      (103) Cfr Conc. Ecum. Lateranense IV, De errore abbatis Ioachim, II: DS 806.

      (104) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 24; Decr. sulla formazione sacerdotale Optatam totius, 16.

      (105) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae (25 marzo 1995), 69: AAS 87 (1995), 481.

      (106) Nello stesso senso scrivevo nella mia prima Lettera enciclica a commento dell'espressione del Vangelo di S. Giovanni: " Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi " (8, 32): "Queste parole racchiudono una fondamentale esigenza ed insieme un ammonimento: l'esigenza di un rapporto onesto nei riguardi della verità, come condizione di un'autentica libertà; e l'ammonimento, altresì, perché sia evitata qualsiasi libertà apparente, ogni libertà superficiale e unilaterale, ogni libertà che non penetri tutta la verità sull'uomo e sul mondo. Anche oggi, dopo duemila anni, il Cristo appare a noi come Colui che porta all'uomo la libertà basata sulla verità, come Colui che libera l'uomo da ciò che limita, menoma e quasi spezza alle radici stesse, nell'anima dell'uomo, nel suo cuore, nella sua coscienza, questa libertà ": Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 12: AAS 71 (1979), 280-281.

      (107) Discorso di apertura del Concilio (11 ottobre 1962): AAS 54 (1962), 792.

      (108) Congr. per la Dottrina della Fede, Istr. sulla vocazione ecclesiale del teologo Donum veritatis (24 maggio 1990), 7-8: AAS 82 (1990), 1552-1553.

      (109) Ho scritto nell'Enciclica Dominum et vivificantem, commentando Gv 16, 12-13: " Gesù presenta il Consolatore, lo Spirito di verità, come colui che "insegnerà" e "ricorderà", come colui che gli "renderà testimonianza"; ora dice: "Egli vi guiderà alla verità tutta intera". Questo "guidare alla verità tutta intera", in riferimento a ciò di cui gli Apostoli "per il momento non sono capaci di portare il peso", è in necessario collegamento con lo spogliamento di Cristo per mezzo della passione e morte di croce, che allora, quando pronunciava queste parole, era ormai imminente. In seguito, tuttavia, diventa chiaro che quel "guidare alla verità tutta intera" si ricollega, oltre che allo scandalum Crucis, anche a tutto ciò che Cristo "fece ed insegnò" (At 1, 1). Infatti, il mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l'uomo nella realtà del mistero rivelato. Il "guidare alla verità tutta intera" si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell'uomo. Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell'uomo, la luce dello spirito umano ": n. 6: AAS 78 (1986), 815-816.

      (110) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione Dei Verbum, 13.

      (111) Cfr Pontificia Commissione Biblica, Istr. sulla verità storica dei Vangeli (21 aprile 1964): AAS 56 (1964), 713.

      (112) " E chiaro che la Chiesa non può essere legata ad un qualunque sistema filosofico effimero; ma quelle nozioni e quei termini, che con generale consenso furono composti attraverso parecchi secoli dai dottori cattolici per arrivare a qualche conoscenza e comprensione del dogma senza dubbio non poggiano su di un fondamento così caduco. Si appoggiano invece a principi e nozioni dettate da una vera conoscenza del creato; e nel dedurre queste conoscenze, la verità rivelata, come una stella, ha illuminato, per mezzo della Chiesa, la mente umana. Perciò non c'è da meravigliarsi se qualcuna di queste nozioni non solo sia stata adoperata in Concili Ecumenici, ma vi abbia ricevuto tale sanzione per cui non ci è lecito allontanarcene ": Lett. enc. Humani generis (12 agosto 1950): AAS 42 (1950), 566-567; cfr Commissione Teologica Internazionale, Doc. Interpretationis problema (ottobre 1989): Ench. Vat. 11, nn. 2717-2811.

      (113) " Quanto al significato stesso delle formule dogmatiche, esso nella Chiesa rimane sempre vero e coerente, anche quando è maggiormente chiarito e meglio compreso. Devono, quindi, i fedeli rifuggire dall'opinione la quale ritiene che le formule dogmatiche (o qualche categoria di esse) non possono manifestare la verità determinatamente, ma solo delle sue approssimazioni cangianti che sono, in certa maniera, deformazioni e alterazioni della medesima ": S. Congr. per la Dottrina della Fede, Dich. sulla difesa della dottrina cattolica circa la Chiesa, Mysterium Ecclesiae (24 giugno 1973), 5: AAS 65 (1973), 403.

      (114) Cfr Congr. S. Officii, Decr. Lamentabili (3 luglio 1907), 26: ASS 40 (1907), 473.

      (115) Cfr Giovanni Paolo II, Discorso al Pontificio Ateneo " Angelicum " (17 novembre 1979), 6: Insegnamenti, II, 2 (1979), 1183-1185.

      (116) N. 32: AAS 85 (1993), 1159-1160.

      (117) Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae (16 ottobre 1979), 30: AAS 71 (1979), 1302-1303; Congr. per la Dottrina della Fede, Istr. sulla vocazione ecclesiale del teologo Donum veritatis (24 maggio 1990), 7: AAS 82 (1990), 1552-1553.

      (118) Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae (16 ottobre 1979), 30: AAS 71 (1979), 1302-1303.

      (119) Cfr ibid., 22, l. c., 1295-1296.

      (120) Cfr ibid., 7, l. c., 1282.

      (121) Cfr ibid., 59, l. c., 1325.

      (122) Conc. Ecum. Vat. I, Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, IV: DS 3019.

      (123) " Nessuno può fare della teologia quasi che fosse una semplice raccolta dei propri concetti personali; ma ognuno deve essere consapevole di rimanere in stretta unione con quella missione di insegnare la verità, di cui è responsabile la Chiesa ": Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 19: AAS 71 (1979), 308.

      (124) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Dich. sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, 1-3.

      (125) Cfr Esort. ap. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 20: AAS 68 (1976), 18-19.

      (126) Cost. past sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 92.

      (127) Cfr ibid., 10.

      (128) Prologus, 4: Opera omnia, Firenze 1891, t. V, 296.

      (129) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sulla formazione sacerdotale Optatam totius, 15.

      (130) Cfr Giovanni Paolo II, Cost. ap. Sapientia christiana (15 aprile 1979), artt. 67-68: AAS 71 (1979), 491-492.

      (131) Giovanni Paolo II, Discorso all'Università di Cracovia per il 600o anniversario dell'Alma Mater Jagellonica (8 giugno 1997), 4: L'Osservatore Romano, 9-10 giugno 1997, p. 12.

      (132) " 'e noerà tes písteos tràpeza ": Omelia in lode di Santa Maria Madre di Dio, dello pseudo Epifanio: PG 43, 493.

 

 

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