Atto II (IX e X)

 

Scena Nona


Masetto con bastone, Zerlina e detti.

Zerlina e Masetto:
Ferma, briccone, dove ten vai?
(Leporello s'asconde la faccia.)

Donna Anna e Don Ottavio:
Ecco il fellone... com'era qua?

Quartetto:
Ah, mora il perfido che m'ha tradito!

Donna Elvira:
È mio marito! Pietà!-

Quartetto:
È Donna Elvira? quella ch'io vedo?
Appena il credo! No, no, Morrà!
(Mentre Don Ottavio sta per ucciderlo, Leporello si scopre e si mette in ginocchio)-

Leporello (quasi piangendo):
Perdon, perdono, signori miei!
Quello io non sono - sbaglia costei!
Viver lasciatemi per carità!-

Quintetto:
Dei! Leporello! Che inganno è questo!
Stupido resto! Che mai sarà?-

Leporello:
(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa;
Se mi salvo in tal tempesta,
È un prodigio in verità.)

Quintetto:
(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa:
Che giornata, o stelle, è questa!
Che impensata novità!)
(Donn'Anna parte.)-

 Zerlina (a Leporello, con furia):
Dunque quello sei tu, che il mio Masetto
poco fa crudelmente maltrattasti!

Donna Elvira:
Dunque to m'ingannasti, o scellerato,
spacciandoti con me per Don Giovanni!

Don Ottavio:
Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento!

Donna Elvira:
A me tocca punirlo.-

Zerlina:
Anzi a me.

Don Ottavio:
No, no, a me.

Masetto:
Accoppatelo meco tutti e tre.-

Leporello:
Ah, pietà, signori miei!
Dò ragione a voi, a lei
Ma il delito mio non è.
II padron con prepotenza,
L'innocenza mi rubò.
(piano a Donna Elvira)
Donna Elvira, compatite!
Voi capite come andò.
(a Zerlina)-

Di Masetto non so nulla,
(accennando a Donna Elvira)
Vel dirà questa fanciulla.
È un oretta cirumcirca,
Che con lei girando vo.
(a Don Ottavio, con confusione)
A voi, signore, non dico niente,
Certo timore, certo accidente,
Di fuori chiaro, di dentro scuro,
Non c'è riparo, la porta, il muro.
(additando la porta dov'erasi chiuso per errore)
Io me ne vado verso quel lato,
Poi qui celato, l'affar si sa!
Ma s'io sapeva, fuggia per qua!
(fugge precipitosamente)-


Scena Decima

Don Ottavio, Donna Elvira, Zerlina e Masetto.

Donna Elvira:
Ferma, perfido, ferma!

Masetto:
Il birbo ha l'ali ai piedi!

Zerlina:
Con qual arte si sottrasse l'iniquo.-

Don Ottavio:
Amici miei, dopo eccessi sì enormi,
dubitar non possiam che Don Giovanni
non sia l'empio uccisore
del padre di Donn'Anna; in questa casa
per poche ore fermatevi, un ricorso
vo'far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto!-

Il mio tesoro intanto
Andate a consolar,
E del bel ciglio il pianto
Cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
A vendicar io vado;
Che sol di stragi e morti
Nunzio vogl'io tornar
(Partono.)-

Donna Elvira:
In quali eccessi, o Numi, in quai misfatti
orribili, tremendi
è avvolto il sciagurato!
Ah no! non puote tardar l'ira del cielo,
la giustizia tardar. Sentir già parmi
la fatale saetta,
che gli piomba sul capo! Aperto veggio
il baratro mortal! Misera Elvira!
Che contrasto d'affetti, in sen ti nasce!
Perchè questi sospiri? e queste ambascie?-

Mi tradì, quell'alma ingrata,
Infelice, o Dio, mi fa.
Ma tradita e abbandonata,
Provo ancor per lui pietà.
Quando sento il mio tormento,
Di vendetta il cor favella,
Ma se guardo il suo cimento,
Palpitando il cor mi va.
(Parte.)-

 

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