Atto (VII e VIII)

 

Scena Settima


Atrio oscuro con tre porte in casa di Donna Anna

Donna Elvira e Leporello.

Leporello (fingendo la voce del padrone):
Di molte faci il lume
s'avvicina, o mio ben: stiamo qui un poco
finchè da noi si scosta.

Donna Elvira:
Ma che temi,
adorato mio sposo?

Leporello:
Nulla, nulla...
Certi riguardi, io vo' veder se il lume
è già lontano. (Ah, come
da costei liberarmi?)-

Rimanti, anima bella!

Donna Elvira:
Ah! non lasciarmi!-

Sola, sola in buio loco
Palpitar il cor mi sento,
E m'assale un tal spavento,
Che mi sembra di morir.

Leporello (andando a tentone):
(Più che cerco, men ritrovo
questa porta sciagurata;
Piano, piano, l'ho trovata!
Ecco il tempo di fuggir.)
(sbaglia l'uscita) -


Scena Ottava


Donn'Anna, Don Ottavio, vestiti a lutto. Servi con lumi, e detti.
(Donn'Elvira al venire dei lumi si ritira in un angolo, Leporello in un altro)

Don Ottavio:
Tergi il ciglio, o vita mia,
E dà calma a tuo dolore!
L'ombra omai del genitore
Pena avrà de' tuoi martir.

Donna Anna:
Lascia almen alla mia pena
Questo piccolo ristoro;
Sol la morte, o mio tesoro,
II mio pianto può finir.-

Donna Elvira (senza esser vista):
Ah dov'è lo sposo mio?

Leporello (dalla porta senza esser visto):
(Se mi trova, son perduto!)

Donna Elvira e Leporello:
Una porta là vegg'io,
Cheto, cheto, vo'partir!
(Leporello, nell'uscire, s'incontra con Masetto e Zerlina.) -

 

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