Scena Terza
Don Ottavio, Donn'Anna e Servi con lumi.
Donna Anna:
Ah, del padre in periglio
in soccorso voliam.
Don Ottavio: (con ferro ignudo in mano)
Tutto il mio sangue verserò, se bisogna.
Ma dov'è il scellerato?-
Donna Anna:
ln questo loco...
(vede il cadavere.)
ma qual mai s'offre, o Dei,
spettacolo funesto agli occhi miei!
II padre!... padre mio!...mio caro padre!...
Don Ottavio:
Signora!
Donna Anna:
Ah, l'assassino mel trucidò.
Quel sangue - quella piaga - quel volto,
tinto e coperto del color di morte
ei non respira più
fredde ha le membra
padre mio!... caro padre!... padre amato!...
io manco... io moro.
(Sviene.)-
Don Ottavio:
Ah, soccorrete, amici, il mio tesoro!
Cercatemi, recatemi
qualche odor, qualche spirto. Ah! non tardate.
(Partono due servi.)
Donn'Anna! sposa! amica! II duolo
estremo la meschinella uccide.
Donna Anna: Ahi!
Don Ottavio:
Già rinviene...
(ritornano i servi)
Datele nuovi aiuti.-
Donna Anna:
Padre mio!
Don Ottavio:
Celate, allontanate agli occhi suoi
quell'oggetto d'orrore.
(Viene portato via il cadavere.)
Anima mia, consolati, fa core.-
Donna Anna: (disperatamente)
Fuggi, crudele, fuggi!
Lascia che mora anchi'io
Ora che è morto, oh Dio!
Chi a me la vita die'!
Don Ottavio:
Senti, cor mio, deh! senti;
Guardami un solo istante!
Ti parla il caro amante,
che vive sol per te.
Donna Anna:
Tu sei!... perdon, mio bene
L'affanno mio, le pene...
Ah! il padre mio dov'è?-
Don Ottavio:
Il padre? Lascia, o cara,
la rimembranza amara.
Hai sposo e padre in me.-
Donna Anna:
Ah! Vendicar, se il puoi,
Giura quel sangue ognor!
Don Ottavio:
Lo giuro agli occhi tuoi,
Lo giuro al nostro amor!
A due:
Che giuramento, o dei!
Che barbaro momento!
Tra cento affetti e cento
Vammi ondeggiando il cor. (Partono.)-
Scena Quarta
Notte. Strada.
Don Giovanni e Leporello, poi Donn'Elvira in abito da viaggio.
Don Giovanni:
Orsù, spicciati presto. Cosa vuoi?
Leporello:
L'affair di cui si tratta è importante.
Don Giovanni:
Lo credo.
Leporello:
È importantissimo.
Don Giovanni:
Meglio ancora. Finiscila.-
Leporello:+
Giurate di non andar in collera.
Don Giovanni:
Lo giuro sul mio onore,
purché non parli del Commendatore.
Leporello:
Siamo soli.
Don Giovanni:
Lo vedo.
Leporello:
Nessun ci sente.
Don Giovanni:
Via!-
Leporello:+
Vi posso dire tutto liberamente?
Don Giovanni:
Sì.
Leporello:
Dunque quando è così,
caro signor padrone,
la vita che menate (all'orecchio, ma forte) è da briccone.
Don Giovanni:
Temeraio, in tal guisa...
Leporello:
E il giuramento?
Don Giovanni:
Non so di giuramento. Taci, o chi'io...-
Leporello:+
Non parlo più, non fiato, o padron mio.
Don Giovanni:
Così saremo amici. Or odi un poco:
Sai tu perchè son qui?
Leporello:
Non ne so nulla. Ma essendo l'alba chiara, non sarebbe
qualche nuova conquista?
Io lo devo saper per porla in lista.-
Don Giovanni:
Va la, che sei il grand'uom!
Sappi chi'io sono innamorato d'una
bella dama, e son certo che m'ama.
La vidi, le parlai; meco al casino
questa notte verrà...
(Viene dal fondo Donna Elvira.)
Zitto, mi pare
sentire odor di femmina...
Leporello:
(Cospetto, che odorato perfetto!)
Don Giovanni:
All'aria mi par bella.
Leporello:
(E che occhio, dico!)-
Don Giovanni:
Ritiriamoci un poco, e scopriamo terren.
Leporello:
Già prese foco!
(Vanno in disparte)-
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