Scene V e VI

 

Scena Quinta

Donna Elvira e detti

 Donna Elvira:
Ah, chi mi dice mai
Quel barbaro dov'è,
Che per mio scorno amai,
Che mi mancò di fe?
Ah, se ritrovo l'empio
E a me non torna ancor,
Vo' farne orrendo scempio,
Gli vo' cavare il cor.-

Don Giovanni (piano a Leporello.):+
Udisti? Qualche bella dal vago
abbandonata. Poverina! Cerchiam di
consolare il suo tormento.

Leporello:
(Così ne consolò mille e ottocento).

Don Giovanni:
Signorina...

Donna Elvira:
Chi è là?

Don Giovanni:
Stelle! che vedo!

Leporello:
(O bella! Donna Elvira!)-

Donna Elvira:
Don Giovanni!...
Sei qui, mostro, fellon, nido d'inganni!

Leporello:
(Che titoli cruscanti! Manco male
che lo conosce bene!)

Don Giovanni:
Via, cara Donna Elvira,
calmate quella collera... sentit...
Lasciatemi parlar...-

Donna Elvira:
Cosa puoi dire, dopo azion sì nera? In casa mia
entri furtivamente. A forza d'arte,
di giuramenti e di lusinghe arrivi
a sedurre il cor mio;
m'innamori, o crudele!
Mi dichiari tua sposa, e poi, mancando
della terra e del ciel al santo dritto,
con enorme delitto
dopo tre dì da Burgos t'allontani.
M'abbandoni, mi fuggi, e lasci in preda
al rimorso ed al pianto,
per pena forse che t'amai cotanto!-

Leporello:+
(Pare un libro stampato!)

Don Giovanni:
Oh, in quanto a questo, ebbi le mie
ragioni.
(a Leporello, ironicamente)
È vero?

Leporello:
È vero.
E che ragioni forti!-

Donna Elvira:
E quali sono,
se non la tua perfidia,
la leggerezza tua? Ma il giusto cielo
volle ch'io ti trovassi,
per far le sue, le mie vendette.

Don Giovanni:
Eh via!
siate più ragionevole!...(Mi pone
a cimento costei!). Se non credete
a labbro mio, credete
a questo galantuomo.-

Leporello:+
(Salvo il vero.)

Don Giovanni (forte):
Via, dille un poco...

Leporello (sottovoce a Don Giovanni):
E cosa devo dirle?

Don Giovanni:
Si, si, dille pur tutto.
(Parte non visto da Donn'Elvira.)

Donna Elvira:
Ebben, fa presto.-

Leporello (Balbettando):
Madama... veramente... in questo mondo
conciossiacosaquandofosseché...
il quadro non è tondo...

Donna Elvira:
Sciagurato! Così del mio dolor giuoco
ti prendi, Ah! Voi...
(verso Don Giovanni che non crede partito)
Stelle! L'iniquo fuggì! Misera me!
Dov'è? In qual parte?

Leporello:
Eh! lasciate che vada. Egli non merta
che di lui ci pensiate.-

Donna Elvira:
Il scellerato
m'ingannò, mi tradì...

Leporello:
Eh! Consolatevi;
non siete voi, non foste, e non sarete
né la prima, n´ I'ultima. Guardate:
questo non picciol libro è tutto pieno
dei nomi di sue belle:

(Cava di tasca una lista)
ogni villa, ogni borgo, ogni paese
è testimon di sue donnesche imprese.-

Madamina, il catalogo è questo
Delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt'io;
Osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta;
In Almagna duecento e trentuna;
Cento in Francia, in Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.
V'han fra queste contadine,
Cameriere, cittadine,
V'han contesse, baronesse,
Marchesine, principesse.
E v'han donne d'ogni grado,
D'ogni forma, d'ogni età.-

Nella bionda egli ha l'usanza
Di lodar la gentilezza,
Nella bruna la costanza,
Nella bianca la dolcezza.
Vuol d'inverno la grassotta,
Vuol d'estate la magrotta;
È la grande maestosa,
La piccina e ognor vezzosa.
Delle vecchie fa conquista
Pel piacer di porle in lista;
Sua passion predominante
È la giovin principiante.
Non si picca - se sia ricca,
Se sia brutta, se sia bella;
Purché porti la gonnella,
Voi sapete quel che fa.
(Parte.) -


Scena Sesta


Donna Elvira sola.

Donna Elvira:
In questa forma dunque
mi tradì il scellerato! È questo il premio
che quel barbaro rende all'amor mio?
Ah! Vendicar vogl'io
l'ingannato mio cor. Pria ch'ei mi fugga
si ricorra... si vada... Io sento in petto
sol vendetta parlar, rabbia e dispetto.
(Parte.)-

 

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