Scene XIII e XIV

 

Scena Tredicesima


Donn'Anna e Don Ottavio

Donna Anna:
Don Ottavio, son morta!

Don Ottavio:
Cosa è stato?

Donna Anna:
Per pietà.. soccorretemi!

Don Ottavio:
Mio bene,
fate coraggio!-

Donna Anna:
Oh dei! Quegli è il carnefice
del padre mio!

Don Ottavio:
Che dite?

Donna Anna:
Non dubitate più. Gli ultimi accenti
che l'empio proferì, tutta la voce
richiamar nel cor mio di quell'indegno
che nel mio appartamento ...

Don Ottavio:
O ciel! Possibile
che sotto il sacro manto d'amicizia...
ma come fu? Narratemi
lo strano avvenimento:-

Donna Anna:
Era già alquanto
avanzata la notte,
quando nelle mie stanze, ove soletta
mi trovai per sventura, entrar io vidi,
in un mantello avvolto,
un uom che al primo istante
avea preso per voi.
Ma riconobbi poi
che un inganno era il mio.

Don Ottavio (con affanno):
Stelle! Seguite!-

Donna Anna:
Tacito a me s'appressa
e mi vuole abbracciar; sciogliermi cerco,
ei più mi stringe; io grido;
non viene alcun: con una mano cerca
d'impedire la voce,
e coll'altra m'afferra
stretta così, che già mi credo vinta.

Don Ottavio:
Perfido!.. alfin?

Donna Anna:
Alfine il duol, l'orrore
dell'infame attentato
accrebbe sì la lena mia, che a forza
di svincolarmi, torcermi e piegarmi,
da lui mi sciolsi!-

Don Ottavio:
Ohimè! Respiro!

Donna Anna:
Allora
rinforzo i stridi miei, chiamo soccorso;
fugge il fellon; arditamente il seguo
fin nella strada per fermarlo, e sono
assalitrice d'assalità: il padre
v'accorre, vuol conoscerlo e l'indegno
che del povero vecchio era più forte,
compiè il misfatto suo col dargli morte!-

Or sai chi l'onore
Rapire a me volse,
Chi fu il traditore
Che il padre mi tolse.
Vendetta ti chiedo,
La chiede il tuo cor.
Rammenta la piaga
Del misero seno,
Rimira di sangue
Coperto il terreno.
Se l'ira in te langue
D'un giusto furor. (Parte.) -


Scena Quattordicesima


Ottavio solo

Don Ottavio:
Come mai creder deggio,
di sì nero delitto
capace un cavaliero!
Ah! Di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi. Io sento in petto
e di sposo e d'amico
il dover che mi parla:
disingannarla voglio, o vendicarla. -

Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S'ella sospira, sospiro anch'io;
È mia quell'ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s'ella non l'ha.


(Parte.) -

 

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