L'Ulisse di Omero

 

Ulisse:  eroe della mitologia greca.

Era tra i capi dell'esercito greco durante la guerra di Troia,  è descritto come saggio, coraggioso e astuto guerriero. Protagonista dell'Odissea, che ne descrive le peregrinazioni per tutto il Mediterraneo, cioè il viaggio di ritorno da Troia a Itaca di cui era re e dove lo aspettavano il figlio Telemaco e la moglie Penelope, all'inizio del poema viene definito uomo "d'ingegno multiforme" (si attribuisce a lui l'ideazione dello stratagemma del cavallo di Troia). Secondo Omero è figlio di Laerte.

Nella cultura europea egli rappresenta il mito dell'uomo errante alla ricerca del sapere, mito che ha affascinato enormemente gli scrittori occidentali. Nel mondo latino Ulisse è ricordato da Virgilio nell'Eneide; da Orazio, da Seneca. 

La figura di Ulisse è tramandata nel Medioevo attraverso gli scrittori latini: famosissimo è l'episodio dell'Inferno di Dante (canto XXVI) in cui l'eroe greco, rinchiuso in una fiammella tra i fraudolenti assieme a Diomede, narra la sua morte dopo aver oltrepassato le colonne d'Ercole in vista della montagna del Purgatorio, divenendo simbolo del desiderio di conoscenza e nello stesso tempo ammonimento a non oltrepassare i limiti posti all'uomo.

Il mito di Ulisse venne più volte ripreso dalla letteratura italiana nel corso dei secoli  fino a Foscolo nel sonetto A Zacinto,  Pascoli, D'Annunzio nelle Laudi,  Saba.

In Portogallo, la leggendaria  fondazione di Lisbona risale a una tappa dei suoi viaggi per mare.

Opera fondamentale della narrativa del Novecento è l'Ulysses dell'irlandese James Joyce (1922).

 

 

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