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8 Incontro di Preghiera

 

I MENDICANTI  DI DIO

                                        

                          “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

                                  Mt 10,11

 

GUIDA: Finora Signore ti abbiamo chiesto di “Insegnarci a pregare”. Ci siamo accorti comunque di essere solo all’inizio

del cammino. Non ci sazieremo mai abbastanza di imparare alla tua scuola.  Apri il nostro cuore all’ascolto e che ogni tua Parola diventi pane spezzato e nutrimento per le nostre anime.

Riconosciamo la Maestà di Dio esprimendoLa con tutto il cuore con il  CANTO 

<<DAVANTI AL RE>>

 

Davanti al Re, c’inchiniamo insieme; per adorarLo con tutto il cuor.

Verso di Lui eleviamo insiem canti di gloria al nostro Re dei Re.

 

1 LETTORE: Dai “discorsi di Sant’Agostino” -  Quando dici: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, confessi d’essere un mendicante di Dio. Ma non arrossire: per quanto uno sia ricco sulla terra, è sempre un mendicante di Dio. Il mendicante sta davanti alla casa d’un ricco: ma anche lo stesso ricco sta davanti alla casa del gran Ricco. Si chiede l’elemosina a lui ma la chiede anche lui. Se non fosse nel bisogno, non busserebbe alle orecchie di Dio con la preghiera. Ma di che cosa ha bisogno un ricco? non ho paura a dirlo: un ricco ha bisogno proprio del pane quotidiano. Perché mai ha abbondanza d’ogni cosa, come mai, se non perché gliel’ha data Dio? Che cosa avrebbe, se Dio ritirasse da lui la sua mano? Molti non si addormentarono forse ricchi e si alzarono poveri? E se a lui non manca nulla, ciò non deriva dalla sua potenza  ma dalla misericordia di Dio. (discorso 56,6,9-10)

 

GUIDA: Davanti al Re quale tu sei o Dio, noi siamo tutti mendicanti! Mendicanti d’amore! Ma poiché il mendicante è il povero che chiede, noi spesso ci vergogniamo di indossare questi panni perché non sappiamo riconoscere la nostra povertà di spirito e ci manca il coraggio di stendere la mano……………

 

2 LETTORE: La richiesta al Padre del pane quotidiano contiene due specificazioni: la quotidianità e la condivisione nella comunione. Si chiede oggi il pane quotidiano non solo per me, ma per noi: <<Dacci oggi il nostro pane quotidiano>>.

La Sacra Scrittura indica con “oggi” ciò che è presente, ora, vicino….. “pane”, è  il nome con cui il Signore designa ciò che serve alla sussistenza della natura. In riferimento all’oggi è inclusa anche la riscoperta della fiducia nella Provvidenza.

 

3 LETTORE:  Dice Gesù <<Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena>>. (Matteo 6,31-34)

 

BREVE SPAZIO DI SILENZIO

 

CANTO: Dacci il tuo pane

Tu che dall’eternità sei Dio, Tu che riempi il nostro cuore

fonte dell’amore che non si ferma mai e straripa come un fiume in piena.

Tu che dall’eternità sei Dio, Tu hai amato senza prezzo

e gratuitamente Te stesso ci hai donato e dalla tua croce ci hai chiamati.

Dacci il tuo pane per la nostra vita che ci farà una cosa sola in Te

Rendici per sempre dono per il mondo, seme di speranza per l’umanità.

Tu che dall’eternità sei Dio, Tu che perdoni ogni uomo

offri il tuo sorriso a chi ritorna a Te, e fai festa per i figli tuoi

Tu che dall’eternità sei Dio, Tu che ti sei fatto pane

vita per il mondo e cibo del cammino, sei presente sempre in mezzo a noi. (Rit)

 

4 LETTORE: Il pane nel Nuovo Testamento ha un significato spirituale, cristologico.

E’ Cristo, infatti, il nostro pane. Egli è la vita e la vita è il pane. Gesù dice:

<<Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo>>. (Gv 6,48-51)

 

BREVE PAUSA PER LA RIFLESSIONE PERSONALE ESPRIMENDO AD ALTA VOCE  CIO’ CHE LO SPIRITO HA MAGGIORMENTE IMPRESSO NEL PROPRIO ANIMO.

 

Guida: Signore, aiutaci a diventare dei veri mendicanti: della tua Parola, del Tuo Corpo, del pane, di Te…..Insegnaci cosa significhi “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Meditiamo su ogni singola parola:

 

1^ VOCE =   <<DACCI>> vuol dire domandare nella preghiera. Pregare è sentirci così poveri e bisognosi da venirci spontaneo allungare la mano per dire: <<Dacci!>>

Dacci una goccia della tua bontà; dacci una briciola della tua gioia. Dammi un matrimonio riuscito; dammi lavoro; dammi figli buoni; dammi salute……..Siamo riconoscenti a Gesù che insiste tanto sulla preghiera di domanda (Lc 11,9-12)

 

2^ VOCE =  <<IL PANE>> vuol dire tutto ciò che è necessario alla vita materiale e spirituale; a questo proposito Gandhi dice:  “E’ bello parlare di Dio mentre siamo seduti dopo una piacevole colazione e nell’attesa di un pranzo ancora migliore: ma come posso parlare di Dio alle moltitudini che devono tirare avanti senza due pasti al giorno? A loro Dio può apparire soltanto come pane e burro”.

 

3^ VOCE =  <<OGGI>> vuol dire non affannarsi per il domani, perché a ciascun giorno basta la sua pena (Mt 6,34). Papa Giovanni XXIII s’impegnava ad essere buono una giornata alla volta: <<Solo per oggi, sarò felice….Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri. Solo per oggi, farò una cosa che non desidero fare. Solo per oggi, non avrò timori…….Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita!

 

4^ VOCE =  <<NOSTRO>> vuole dire che il pane non è “mio”, ma “nostro” e va distribuito. San Basilio Magno diceva: <<Il pane che a voi sopravanza è il pane dell’affamato.  Il vestito che è appeso nel vostro armadio è il vestito di chi è nudo.

Le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo.

il denaro che voi tenete nascosto è il denaro del povero>>.

Sant’Agostino aggiunge: <<Ciò che è superfluo per te, per altri è necessario>>; e al ricco egoista diceva: <<Così risuona la parola di Dio e tu continui a russare!>>.

 

5^ VOCE =  <<QUOTIDIANO>> : Gesù è contro l’accumulo, contro l’accaparramento. Conosciamo la parabola del ricco che amplia sempre più i suoi granai per raccogliere i suoi beni, in modo da riposarsi, mangiare, bere, divertirsi. (Lc 12,16-21)

L’avaro è come l’asino: trasporta vino e beve acqua. Conoscete quello che è scritto sulla tomba del Signor Avaracci? E’ scritto:<<In vita sempre addizionò, sempre moltiplicò,

mai sottrasse. I parenti, commossi, divisero>>.

 

CANTO: SPEZZIAMO IL PANE

Spezziamo il pane, mangiamo il Corpo di Gesù. (2 volte)

Anche se in molti, siamo un sol corpo; perché insieme noi mangiamo un solo pane. (2 v.)

Prendiamo il vino, beviamo il Sangue di Gesù. (2 volte) – (Ritornello)

 

MEDITAZIONE PERSONALE

 

5 LETTORE: NON LESINIAMO SUL DONO

Ero andato mendicando di uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando in lontananza mi apparve il Tuo aureo cocchio, simile a un sogno meraviglioso.

Mi domandai: chi sarà mai questo Re di tutti i re? Crebbero le mie speranze, e pensai che i giorni tristi sarebbero ormai finiti; stetti ad attendere che l’elemosina mi fosse data senza doverla chiedere, e che le ricchezze venissero sparse ovunque nella polvere.

Il cocchio mi si fermò accanto; il Tuo sguardo cadde su di me, e Tu scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alfine il momento supremo della mia vita.

Ma Tu, ad un tratto, mi stendesti la mano destra dicendomi: <<Che cos’hai da darmi ?>>.

Ah, quale gesto veramente regale fu quello di stendere la Tua palma per chiedere l’elemosina ad un povero! Esitante e confuso, trassi lentamente dalla mia bisaccia un acino di grano e Te lo porsi. Ma quale fu la mia sorpresa quando, sul finire del giorno, vuotai a terra la mia bisaccia e trovai nell’esiguo mucchietto di acini, un granellino d’oro!

Piansi amaramente per non aver avuto cuore di darti tutto quello che possedevo……….

(Rabindranath Tagore – Gitanjali - )  15 maggio 1999

 

             

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