Introduzione


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La lotta contro l'eresia  è antica quanto la Chiesa.
Nei primi secoli della cristianità le autorità ecclesiastiche, nei casi di eresia, si limitano, generalmente, ad applicare pene di carattere spirituale, la più grave delle quali è la scomunica.
La maggior parte dei Padri della Chiesa si dichiarano contrari alla condanna degli eretici a pene fisiche. Si rispetta il principio enunciato da Bernard de Clairvaux: "Fides suadenda non imponenda" (La fede deve essere oggetto di persuasione non di imposizione).
San Tommaso d'Aquino, padre della Chiesa e dottore in Teologia, pur sostenendo che gli eretici devono essere separati dalla Chiesa con la scomunica e tolti dal mondo con la morte, nel suo Summa Theologica aveva affermato che condannare uno in base al solo sospetto era peccato mortale. Ma già fin dal XVI e XVII secolo, dotti teologi avevano provveduto a rimuovere tale basilare norma teologica in quanto in contrasto con le dottrine della Santa Inquisizione che all'epoca fece del sospetto una pietra miliare su cui ardere migliaia di eretici, o presunti tali, in tutta Europa. Le pene spirituali, dimostratesi scarsamente efficaci, vengono gradualmente soppiantate, con buona pace dell'amore e della misericordia cristiani, dalle più persuasive ed efficaci pene temporali (eufemismo per roghi, impiccagioni, sevizie, torture e così via). Tutto ciò in nome della salvezza spirituale che si  non può acquisire senza la guida della Santa Romana Madre Chiesa; per cui coloro che fuorusciti da tale caloroso abbraccio o nel tentar di farlo, abbiano contratto il morbo, devono essere eliminati perché il "loglio non rovini il grano". L'Inquisitore assume le vesti di colui che tenta l'estremo salvataggio del deviato. Il sospetto diviene uno strumento necessario per colpire il possibile deviante. Frequentare assiduamente le donne, mangiare carne il venerdì, non andare sempre a messa, non avvicinarsi ai sacramenti, leggere alcuni libri invece di altri, esprimere idee non "conformi" anche a livello scientifico, frequentare certe persone non gradite "all'autorità", erano tutte ragioni teologicamente valide per mettere in moto il meccanismo senza ritorno della "suspicio" (sospetto).
L'Inquisizione nasce pertanto, tra la fine del Dodicesimo e il principio del Tredicesimo secolo, allorché la Chiesa, ritenendo insufficienti per la repressione dell'eresia, soprattutto catara e valdese, i mezzi ordinari e l'autorità dei vescovi, nomina propri delegati con l'incarico di ricercare e giudicare gli eretici.
I tribunali permanenti dell'Inquisizione durante il Trecento si diffondono in tutta Europa e sono affidati in un primo tempo ai domenicani e successivamente anche ai frati minori francescani.
 
Lo storico francese Jean-Baptiste Guiraud (1866-1953) definisce l'inquisizione medioevale come "un sistema di misure repressive, le une di ordine spirituale, le altre di ordine temporale, emanate simultaneamente dall'autorità ecclesiastica e dal potere civile per la difesa dell'ortodossia religiosa e dell'ordine sociale, ugualmente minacciati dalle dottrine teologiche e sociali dell'eresia".
Di essa si può dire molto semplicemente che si tratta di una istituzione ecclesiastica destinata a cercare (dal latino "inquisitio", ricerca dei "delitti contro la fede") e a punire le varie forme ereticali che minacciano la stabilità della Chiesa (cattolica). Suo bersaglio furono il valdismo, il catarismo, il protestantesimo, il giudaismo, in breve tutto ciò che non si conformava alla dottrina cattolica. Si deve, comunque, obiettivamente sottolineare come pure i riformatori protestanti non trascurassero a loro volta l'esigenza di salvaguardare con processi e condanne la «pura religione evangelica» --> I processi per eresia e il Calvinismo.
Tra le due funzioni che caratterizzano l'Inquisizione, tuttavia, non è tanto quella investigativa che assume rilievo, quanto quella repressiva, che, come vedremo, fissata in maniera definitiva dal papa Gregorio IX, renderà tristemente famosa questa istituzione attraverso i secoli.

Cronistoria

Nel 1179, nel corso del Concilio Laterano III, Alessandro III con la decretale "Accusatus", fonda l'impianto dottrinale delle misure inquisitoriali; tra gli altri, il canone 27 legittima la scomunica e le crociate contro gli eretici.
Lucio III, con la Bolla "Ad abolendam" del 1184 affidò ai vescovi di ogni diocesi il compito di coordinare la lotta contro catari e valdesi, con l'obbligo di visitare due volte l'anno le loro circoscrizioni alla ricerca (inquisitio) degli eretici.
Innocenzo III (1198-1216), benedice la crociata contro gli albigesi e invia i monaci dell'ordine cistercense a predicare nei paesi più colpiti e a disputare pubblicamente con gli eretici. Seguono roghi collettivi e dure misure repressive. Questo intervento per la difesa della fede ebbe si concluse con la sanguinosa "crociata" guidata da Simon de Monfort (1209-1218) con cui fu operata la confisca dei beni degli albigesi.
Nel 1215, il Concilio Laterano IV ribadisce la condanna di ogni forma di devianza religiosa ed elabora la "procedura d'ufficio", grazie alla quale si può instaurare un processo sulla base di semplici sospetti o delazione.
Gregorio IX (1227-1241) con una bolla del 1233 rende ufficiale l'istituto della Sacra Inquisizione i cui compiti vengono affidati
a tribunali dipendenti da Roma e composti da frati domenicani (1231) e francescani (1246).
Nel 1252 viene emessa da Innocenzo IV La bolla Ad extirpanda, secondo la quale la tortura «serve a portare alla luce la verità».
La procedura inquisitoriale, fissata nelle Decretali di Gregorio IX (1230), venne in seguito riassunta in vari manuali, fra cui la celebre Practica Inquisitionis hereticae pravitatis  (ca. 1320). Essa si concludeva con la sentenza, la quale (previo consenso del vescovo, secondo disposizione di Innocenzo IV, confermata da Urbano IV e da Bonifacio VIII) veniva letta durante un pubblico "sermone generale" (detto in Spagna autodafé, atto di fede) e poteva comportare l'assoluzione, la detenzione parziale o perpetua, la morte sul rogo (pena applicabile anche post mortem, queste ultime due pene comportavano anche la confisca dei beni) o, nei casi più lievi un pellegrinaggio (riscattabile col versamento di elemosine).
Tomas de Torquemada (1420-1498), appartenente all'ordine domenicano, divenuto inquisitore generale per l'Aragona, Valencia e la Catalogna nel 1483, organizza il Tribunale ecclesiastico della Santa Inquisizione di cui compose il codice (Ordenanzas, 1484-85 e 1488).istruzTorq.jpg (13666 bytes)
Nel 1484, Innocenzo VIII con la Bolla "Summis Desiderantes Affectibus", detta disposizioni riguardo alle streghe, confermando l'incarico già conferito agli inquisitori domenicani Heinrich Kramer e Johann  Sprenger, autori del Malleus Maleficarum.
Nel 1542, Paolo III, con la Bolla "Licet ab Initio",crea la "
Sacra Congregatio Romanae et Universalis Inquisitionis seu Sancti Officii" (Sant'Uffizio), presieduta dal cardinale Giampiero Carafa, poi Paolo IV.
Pio IV (1559-1565) dichiara che «La Santa Inquisizione è stata tanto utile alla Chiesa che la si potrebbe veramente chiamare quasi un baluardo della fede».
Sisto V (1585-1590), con la bolla "Immensa Aeterni" del 1588, riorganizza il dicastero inquisitoriale che  assunse il nuovo nome di "Congregazione della Santa Inquisizione dell’eretica pravità", riconferma la lotta che l'Inquisizione è chiamata ad assumere non solo contro l'eresia ma anche verso il sospetto di essa. "[...] ribadiamo ogni potere a loro conferito, di inquisire, procedere, emettere sentenze, definirle in ogni processo, sia per eresia manifesta [...] e qualunque altra colpa che comunque si sospetti eretica."
Con la Lettera Apostolica "In eminenti" di Clemente XII del 28 aprile 1738, si condanna la Massoneria e si dettano le regole per procedere contro i suoi affiliati.
Nel 1908, con la bolla Sapienti Consilio di Pio X, il termine Inquisizione scompare, rimane la Sacra Congregazione del Sant'Uffizio e l'Indice dei libri proibiti, ma «non vengono tuttavia soppressi né il Tribunale, né la procedura del segreto».
Nel 1917, sotto Benedetto XV (1914-1922), la Sacra Congregazione del Sant'Uffizio viene affidata ad un cardinale, cessando così di dipendere, direttamente dal pontefice.
Durante il Concilio Vaticano II (1962-1965), la Congregazione del Sant'Uffizio assume l'attuale nome di Congregazione per la Dottrina della Fede (1965), retta ancora oggi dal cardinale tedesco Joseph Ratzinger.
Resta il ricordo di tutti coloro che nel corso dei secoli furono sottoposti ai rigori dell'inquisizione in nome della fede e della Chiesa di Cristo: i catari, i valdesi, i francescani dissidenti (gli spirituali), gli ebrei, i templari, Giovanna d'Arco (fatta in seguito santa), gli ussiti, Girolamo Savanarola, Giordano Bruno, Galilei, le "streghe"...
... ma anche le parole di tutti coloro che hanno voluto o non impedito che ciò accadesse.

I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei santi privilegi che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa.
(Concilio Lateranense IV, 1215)

Riconciliarsi mai: non mai pietà; sterminate chi si sottomette, e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue purché sia vendicato il Signore; molto più che nemici suoi, sono nemici vostri.
(San Pio V, lettera a Filippo II di Spagna)

Espansione e zone di influenza

L'inquisizione, univoca nell'espressione dei suoi metodi processuali, trovò la sua realizzazione in tre aree geografiche diverse nelle quali assunse precipue finalità e configurazioni.
Nata in Francia (1198), paese in cui inizialmente si sviluppò la
- Inquisizione medioevale, si estese successivamente in Spagna, dove si affermò la
- Inquisizione spagnola, creata da Sisto IV nel 1478, su sollecitazione della regina Isabella di Castiglia e del re Ferdinando d'Aragona, e, infine, in Italia, dove fu stabilita la
- Inquisizione romana con la Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione, istituita dal papa Paolo III nel 1542.

                                                               1. L'Inquisizione medioevale

Il nuovo organismo inquisitoriale, che ebbe la Francia come suo primo teatro, trae origine dalla Costituzione Ad abolendam del 1184 di papa Lucio III, che ne stabilì le prime forme imponendo a tutti i vescovi di visitare due volte l'anno le loro diocesi alla ricerca ("inquisitio") degli eretici.
Con il pontefice Innocenzo III (1198- 1216) la nuova procedura si delinea nelle sue forme definitive, si passa da un processo fondato sull'accusa (della quale il punto di partenza è la delazione) ad un procedimento che consente all'autorità ecclesiastica di procedere d'ufficio incarcerando chiunque risulti anche vagamente sospettato. La qual cosa rende possibile una repressione dell'eterodossia veloce ed efficace.
Il concilio ecumenico del 1215 riprende ed ufficializza tutte le disposizioni concernenti la repressione delle eresie.
Il merito, però, di aver dato forma istituzionale ad un organo deputato alla lotta contro l'eresia, spetta al papa Gregorio IX, il quale vi provvide con la Costituzione Excommunicamus del febbraio del 1231.
A partire da questa data l'Inquisizione si può veramente considerare nata.
Gregorio IX, sperimenta per la prima volta la sua costituzione del 1231 nell'ambito del Sacro Romano Impero Germanico attribuendo poteri quasi illimitati ad un prete, Conrad di Marbourg, il quale si adopererà con particolare zelo a disimpegnare le funzioni affidategli, divenendo tristemente famoso per la violenza letteralmente ingiustificata con la quale diede dimostrazione con la moltiplicazione dei roghi, delle sevizie e delle torture.
Dopo la sua uccisione (è il primo caso di inquisitore assassinato), poiché il fenomeno ereticale continuava a diffondersi, Gregorio IX, nell'aprile del 1233, promulgò l'Inquisitio Hereticae Pravitatis, provvedimento con il quale la caccia agli eretici, precedentemente riservata ai vescovi, venne affidata a specifici funzionari scelti preferibilmente fra i domenicani e i francescani. I nuovi inquisitori rivestono l'ufficio di giudici straordinari, la cui specifica competenza in materia ereticale li contraddistingue da quella propria del giudice ordinario, il vescovo. L'inquisizione muta carattere, si passa da una inquisizione episcopale ad una istituzione essenzialmente pontificia.
Fra i vari inquisitori ricordiamo Robert le Petit, soprannominato le Bougre (il losco), famoso per la sua crudeltà. La sua carriera culminò con il famoso eccidio del monte Saint-Aimé, dove il 13 maggio 1239, furono bruciate sul rogo 183 persone.

                                                               2. L'Inquisizione spagnola

Venne istituita da Sisto IV nel 1478, su sollecitazione della regina Isabella di Castiglia e del re Ferdinando d'Aragona. Essi ottennero che l'Inquisizione non dipendesse più dal papa ma da un organismo spagnolo, presieduto dal Grande Inquisitore di Spagna, dei quali il più tragicamente famoso sarà Tomas de Torquemada (1483-1497), il domenicano passato alla storia soprattutto per la spietatezza verso gli ebrei, dei quali ottenne l'espulsione dalla Spagna.
La loro attività è diretta contro gli ebrei e i musulmani e a reprimere i "conversos" e i "moriscos", rispettivamente, ebrei e musulmani solo apparentemente convertiti. 
Nel 1252, Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura, a condizione che non mettesse in pericolo la vita e l'integrità fisica degli accusati e che già esistesse un principio di prova. Affidata inizialmente ai tribunali laici, nel 1262, passò nelle mani degli inquisitori.
Soppressa da Napoleone nel 1808, l'Inquisizione venne ristabilita in Spagna nel 1814 per essere soppressa di nuovo nel 1820. Nuovamente ripristinata, fu definitivamente abolita nel 1834.
Fra i più noti inquisitori si ricordano,
Nicolau Eymerich, Bernardo Gui e, naturalmente, il tristemente famoso e, naturalmente, il tristemente famoso Tomas de Torquemada.
Formula per l’investitura degli inquisitori spagnoli, in uso dal 1480 al 1820.
"Noi, (nome), per misericordia divina inquisitore generale, fidando nelle vostre cognizioni e nella vostra retta coscienza... vi nominiamo, costituiamo, creiamo e deputiamo inquisitori apostolici contro la depravazione eretica e l’apostasia nell’Inquisizione di N... e vi diamo potere e facoltà di indagare su ogni persona, uomo o donna, viva o morta, assente o presente, di qualsiasi stato e condizione... che risultasse colpevole, sospetta o accusata del crimine di apostasia e di eresia, e su tutti i fautori, difensori e favoreggiatori delle medesime".

                                                                    3. L'Inquisizione romana

L'inquisizione venne fondata in Italia da Paolo III con la bolla Licet ab initio del 21 luglio 1542. Viene riorganizzato il sistema inquisitoriale medioevale e istituisce la Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione o Sant'Uffizio. In Italia, supremo Inquisitore è il Papa. E' lui che presiede le riunioni della Congregazione del Sant'Uffizio.
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«Sant'Uffizio». Soave denominazione per un organismo orribile. Questo termine, infatti, fu stravolto. I cristiani del Medioevo vedevano nel Sant'Uffizio un organismo pastorale, adibito - diciamo - a «pascere le pecorelle del Signore». Contro questo inganno Erasmo da Rotterdam protestò in un colloquio dal titolo Inquisitio de fide, nel quale mimava il dialogo fra l'Inquisitore e il reo. E' l'equivalente di un moderno lavaggio del cervello. L'Inquisitore è capzioso. Si fa più dolce via via che il reprobo dà segni di crollo. Quante più informazioni l'imputato fornisce ai giudici, tanto più sincera appare la sua confessione. E tanto più umano è il trattamento". (Prof. Adriano Prosperi, docente di storia moderna e contemporanea all'Università di Pisa, La Repubblica del 6 settembre 1998)
Riorganizzata da Pio X con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, la vecchia Inquisizione è stata riformata da Paolo VI con il motu proprio Integrae servandae del 7 dicembre 1965, che ne ha mutato il nome in Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede.
La riforma ha modificato le procedure del Sant'Uffizio, ma ne ha confermato il compito primario:"tutelare la dottrina riguardante la fede e i costumi di tutto il mondo cattolico", soprattutto mediante la promozione della sana dottrina.
Tra i processi celebri del Sant'Uffizio figurano quello contro
Galileo Galilei, colpevole di aver sostenuto nel "Dialogo dei massimi sistemi" le tesi copernicane condannate dalla Chiesa e quello contro Giordano Bruno, domenicano e filosofo, tra i massimi rappresentanti del pensiero del Rinascimento, accusato di eresia e bruciato sul rogo a Roma nel 1600.
Nel 1498 intanto era finito davanti a magistrati pontifici, accusato di impostura ed eresia, il predicatore
Girolamo Savanarola, poi impiccato e bruciato sul rogo.


           Ikthys