Dalla
rilevazione eseguita dal cartografo Matteo Vinzoni, nel dicembre del
1722, per incarico del Senato della Repubblica di Genova, risulta che ad
Arenzano c'erano due torri e due castelli: 1. Torretta
2. Castello 3. Castel del Pizzo
4. Torre Saraceni
Della torre di “CAPO PANAGIO “si hanno notizie che risalgono al
1344; il Vinzoni, come si vede nella cartina, la registra con la voce “Torretta”,
che le rimase come denominazione specifica, visto che ancora oggi
esiste, poco lontano da dove sorgeva, via della Torretta.
Aveva la funzione di osservazione e forse anche di collegamento fra
Arenzano e Cogoleto, visto che era posta sul promontorio che ancora
interrompe la continuità di visuale lungo la riviera ed era in
collegamento visivo con le torri di Savona e di Noli ad occidente, con
la lanterna di Genova ad oriente; aveva quindi molta importanza nel
sistema difensivo dell’intero golfo di Genova.
Tra l’altro, si trovava vicino alla foce del torrente Lerone, al confine
tra Arenzano e Cogoleto, dove le navi dei pirati avevano scoperto la
possibilità di rifornirsi di acqua potabile, ”fare l’acquata”, e
contemporaneamente potevano dedicarsi a qualche “colpo di mano” nella
valle . Questa torre è stata demolita nel 1968 , nonostante vincoli di
varia natura, a causa della lottizzazione turistica di Punta San
Martino.
La
TORRE DEI SARACENI era situata sulla
Costa Boera , dove ancora oggi
la possiamo vedere; venne eretta dopo il grave
saccheggio del borgo di
Arenzano compiuto nel giugno dell’anno 1559 dal capitano Amoret Rais .
Fu seriamente danneggiata dal trascorrere del tempo e venne poi inclusa
nella proprietà del marchese Alessandro Pallavicino che all’inizio
dell’800 decise di ricostruirla rispettando le caratteristiche
originarie: una pianta quadrangolare, come si vede dalle foto, e uno
spessore murario esiguo.
Sorge, come le altre disseminate lungo la costa ligure, in un punto dal
quale la visuale s'allarga sul mare aperto e da dove è più facile
avvistare il nemico.
Le torri, che dovevano essere sempre presidiate, notte e giorno a turno,
avevano infatti il compito di avvistare l 'avvicinarsi di navi sospette
per segnalarlo tempestivamente al borgo, consentire alle donne ed ai
bambini di mettersi al riparo, agli uomini validi di prepararsi per la
difesa e, nello stesso tempo, porre in allarme le altre torri dei borghi
vicini. Come
venivano trasmesse le segnalazioni?
Nelle ore diurne i segnali consistevano in fumate, ottenute bruciando
fieno, paglia, arbusti inumiditi e cosparsi di pece per ottenere un fumo
più denso; nelle ore notturne si ricorreva ai falò ottenuti bruciando
rami secchi. A questo scopo le torri erano munite di appositi pignattoni
in ferro, “grixelle", per facilitare la combustione ed accrescere la
visibilità dei segnali, che erano diversi a seconda della finalità e
quindi dovevano rispettare delle regole precise
per essere capiti da chi li riceveva. Funzionavano come i nostri semafori.
Contemporaneamente
alle torri sono stati costruiti anche dei castelli proprio sulla costa .
Il borgo di Arenzano ne contava due: uno sulla punta del Pizzo e
uno sul litorale davanti all’abitato. Esistevano ancora nel 1869 perché
compaiono entrambi nei rilievi delle Ferrovie
Il Castello del Pizzo è scomparso, distrutto probabilmente dai cedimenti
del promontorio su cui si ergeva. Nella mappa del Vinzoni appare
completamente integro, con una struttura architettonica complessa, a
pianta quadrata, e con una strada indipendente di accesso. Si trovava,
come la Torretta, su un promontorio e quindi si può dedurre che avesse
la funzione di osservare e inviare segnali ai centri abitati. Il
castello sul litorale deve essere stato distrutto pochi anni dopo il
1869 , ma era già in rovina. Nel rilievo del Vinzoni ha una forma
quadrata con bastioni sui quattro angoli.
Valentina P. Micol A. Michael P. Giorgio R. 2 D Arenzano
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