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Chi ha trovato un tesoro ad Albenga?                                                                                II E Andora
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Durante l'anno scolastico abbiamo parlato del nostro mare, dei tesori, dei pirati con la Prof. Frione e abbiamo scoperto una cosa molto interessante: i suoi nonni erano pescatori e hanno trovato un tesoro. Non si tratta di un forziere ma di un'intera nave romana piena di anfore e di altri oggetti che sono così preziosi da essere raccolti e conservati  gelosamente nel Museo di Albenga. Eccovi la storia.
Uno dei più  interessanti ritrovamenti di relitti avvenuti lungo le coste italiane è stato quello di Albenga del 1950, della nave romana naufragata davanti al porto di quella  che un tempo era chiamata “Albingaunum”, a 1400 metri dal litorale, proprio di fronte all’antica foce del fiume Centa.
La storia incominciò però molti anni prima, così, quando per caso… in una mattina d’inverno nel 1925, i fratelli pescatori Bignone, chiamati in Albenga
“Prain”, perché provenienti da Genova-Pra, andarono come ogni giorno a pescare lungo le coste del mare di Albenga, al largo dell’Isola Gallinara.. Quella mattina però non fu, almeno per loro, un giorno fortunato perché, quando gettarono le reti, queste rimasero incagliate in profondità. Gli sforzi per tirarle su intatte furono vani, perché esse si strapparono. I pescatori presero accuratamente le mire, cioè i riferimenti del punto preciso del luogo, per tornare il giorno dopo, con attrezzi più adeguati, per cercare di recuperare la parte più preziosa della rete, cioè quella corredata dei “piombi”. 
Il giorno successivo, tornarono con dei ganci, ma al primo, al secondo e al terzo tentativo tirarono su delle
anfore, chiamate da loro “vasi”, e solo al terzo tentativo riuscirono a recuperare la loro attrezzatura da pesca mancante. Da quel giorno in poi, dato il  notevole danno subito, quella zona venne accuratamente evitata dai fratelli Prain, e quegli oggetti per loro di nessuna utilità vennero dimenticati in cantina.
Solo dopo ben 25 anni da quell’evento, la passione di un archeologo ligure a conoscenza del fatto e convinto che le anfore facessero parte del carico di qualche nave  romana, spinse il prof
. Nino Lamboglia ad intraprendere quella che diventò la prima spedizione di Archeologia Subacquea in Italia. L’8 febbraio 1950 il Professor Nino Lamboglia, a bordo della nave- recuperi Artiglio, portato nel punto preciso dai fratelli Bignone richiamati in causa, iniziò l’impresa che portò al ritrovamento nel mare di Albenga di una nave oneraria romana.
Il
recupero di circa 1300 anfore, tra intere e in frammenti, durò una quindicina di giorni.
Oggi, queste anfore, si trovano nel
Museo Navale di Albenga che venne fondato nel 1950 proprio per quell’occasione.

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