La Guerra Fredda (circa 1945-1990)

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Mappa dell'Europa (in blu le nazioni della NATO, in rosso quelle del Patto di Varsavia)

La Guerra Fredda (circa 1945-1990) fu il conflitto non bellico tra due blocchi internazionali, liberamente categorizzati come Ovest (gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO) ed Est (l'Unione Sovietica e i suoi alleati del Patto di Varsavia), che si svolse fra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'ultimo decennio del Novecento.

Un conflitto militare vero e proprio, una contrapposizione bellica su vasta scala tra Est e Ovest in realtà non scoppiò mai, né, sin dall'inizio, lo si considerava probabile (anche per la presenza nei rispettivi arsenali di armi nucleari che avrebbero reso irreparabile per il pianeta un'eventuale aggressione e la sua reazione); per questo motivo fu coniata la metafora di guerra "fredda", poiché vi era sì una situazione di confliggenti posizioni ed interessi ed azioni, ma non si ebbe mai impiego aggressivo degli eserciti regolari.

Piuttosto, si notò una certa attenzione nel reprimere, ogni volta che era possibile, i conflitti armati, allo scopo di prevenire una guerra "calda" che rischiava di intensificarsi. In effetti, da ambo le parti si enfatizzò il concetto che il conflitto era principalmente basato sulle ideologie politiche, economiche, filosofiche, sociali e culturali. L'Ovest criticava l'Est in quanto incarnazione di un totalitarismo anti-democratico e della dittatura comunista, mentre l'Est criticava l'Ovest in quanto promotore del capitalismo borghese e dell'imperialismo.

L'attitudine di entrambi gli schieramenti nei confronti della parte avversa fu riassunta nelle frasi usate dagli uni contro gli altri. L'Est accusava l'Ovest di promuovere "il capitalismo del ceto medio e l'imperialismo, che marginalizzavano i lavoratori", mentre l'Ovest, negli anni '80 definì l'Est come l' "impero del male", intento a sovvertire la democrazia in favore dell'ideologia comunista.

La Guerra Fredda si protrasse dalla fine della seconda guerra mondiale, fino al collasso dell'Unione Sovietica, nei primi anni '90. La guerra di Corea, la Guerra del Vietnam e l'invasione sovietica dell'Afghanistan furono alcune delle occasioni nelle quali la tensione tra alcune componenti dei due schieramenti prese la forma di isolato conflitto armato, ma la gran parte della Guerra Fredda si svolse attraverso o contro "nazioni surrogate" e con l'uso di spie e traditori che lavoravano sotto copertura. In questi conflitti, le potenze maggiori operavano in buona parte armando o sovvenzionando i surrogati. Quindi, questa parte della guerra ha avuto un bassissimo o non ben percepito impatto diretto sulle popolazioni delle principali potenze.

Nel conflitto strategico tra Stati Uniti e Unione Sovietica uno dei teatri principali fu la strategia della tecnologia. La Guerra Fredda comprese anche un conflitto nascosto, portato avanti attraverso atti di spionaggio. Oltre che nelle reiterate uccisioni di individui delle rispettive compagini perpetrate dai vari servizi segreti, la Guerra Fredda si concretizzò nelle preoccupazioni riguardanti le armi nucleari e nell'auspicio che la loro semplice esistenza fosse un deterrente sufficiente alla guerra, e nelle guerre di propaganda tra USA e URSS.

In effetti non era da escludere che la guerra nucleare globale potesse scaturire da conflitti su piccola scala, anche se ognuno di questi aumentava le preoccupazioni che ciò potesse verificarsi. Questa tensione influì significativamente sulla vita delle persone in tutto il mondo.

Uno dei principali punti caldi del conflitto fu la Germania, ed in particolare Berlino, divise dopo la guerra. Si può sostenere che il simbolo più vivido della Guerra Fredda fu proprio il Muro di Berlino, che separava Berlino Ovest (la porzione controllata dalla Germania Ovest, assieme agli alleati di Francia, Regno Unito e Stati Uniti) dalla Germania Est, che la circondava completamente.

La Storia

Tre distinti periodi si sogliono individuare negli studi occidentali sulla Guerra Fredda. Per più di un decennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, pochi storici americani videro qualche ragione per sfidare l'interpretazione ufficiale statunitense sull'inizio della Guerra Fredda: ovvero che il deterioramento fosse il risultato diretto della violazione, da parte di Stalin, degli accordi di Yalta, dell'imposizione di governi dominati dai sovietici su un'Europa Orientale riluttante e di un aggressivo espansionismo sovietico.

Ad ogni modo, storici successivi, in particolar modo William Appleman Williams nel suo La tragedia della diplomazia americana (1959) e Walter LaFeber in America, Russia, e la Guerra Fredda, 1945-1967 (1967), dettagliarono una preoccupazione preponderante: l'impegno statunitense a mantenere una "porta aperta" per il commercio americano nei mercati mondiali. Alcuni storici hanno sostenuto che le provocazioni e le ambizioni imperiali statunitensi, furono da condannare parimenti, se non maggiormente. In breve, gli storici si trovarono in disaccordo sulle responsabilità del crollo delle relazioni USA-URSS e se questo conflitto tra le due superpotenze fosse stato inevitabile. Questo approccio revisionista raggiunse il suo vertice durante la guerra del Vietnam quando in molti iniziarono a vedere gli imperi sovietico e americano come moralmente comparabili per alcuni aspetti riguardanti i rispettivi espansionismi.

Negli ultimi anni della Guerra Fredda, ci furono tentativi di forgiare una sintesi post-revisionista da parte degli storici. Dalla fine della Guerra Fredda, la scuola post-revisionista è quella dominante. Prominenti storici post-revisionisti includono John Lewis Gaddis e Robert Grogin. Piuttosto che attribuire l'inizio della Guerra Fredda a una delle due superpotenze, gli storici post-revisionisti si concentrano sulla mutua errata percezione, sulla mutua reattività e sulla responsabilità condivisa tra le superpotenze. Prendendo a prestito dalla scuola realista delle relazioni internazionali, i post-revisionisti, essenzialmente, accettano le politiche statunitensi in Europa, come l'aiuto alla Grecia nel 1947 e il Piano Marshall, sebbene non con pari enfasi accolgano gli analoghi interventi economici sovietici.

Secondo questa sintesi, le "attività comuniste" non furono la radice delle difficoltà dell'Europa Occidentale, ma piuttosto furono gli effetti deleteri della guerra sulle strutture economiche, politiche e sociali dell'Europa. In aggiunta, il Piano Marshall ricostruì un sistema economico occidentale funzionante, che contrastò il fascino elettorale della sinistra radicale. Per l'Europa, l'aiuto economico pose fine alla carenza di denaro e stimolò l'investimento privato nella ricostruzione del dopoguerra. Per gli USA, il piano li risparmiò da una crisi di sovraproduzione e mantenne sostenuta la domanda per le esportazioni americane. L'alleanza della NATO sarebbe servita per integrare l'Europa occidentale in un sistema di patti di mutua difesa, fornendo quindi una salvaguardia contro la sovversione o la neutralità all'interno del blocco. Rigettando l'assunto che il comunismo fosse un monolito internazionale con disegni aggressivi sul "mondo libero", la scuola post-revisionista cionondimeno accetta le politiche statunitensi in Europa come una reazione necessaria per affrontare l'instabilità europea, la quale minacciava di alterare drasticamente l'equilibrio del potere in maniera favorevole all'URSS e devastare il sistema politico ed economico occidentale.

Il ruolo dei servizi segreti

Gli eserciti delle nazioni coinvolte, raramente presero parte alla Guerra Fredda; la guerra venne combattuta principalmente dai servizi segreti come CIA (Stati Uniti), MI6 (Regno Unito), BND (Germania Ovest), Stasi (Germania Est) e KGB (URSS). Le maggiori potenze mondiali non entrarono mai in conflitto armato le une contro le altre.

La guerra tra agenti, nello spionaggio mutuo di obbiettivi civili e militari potrebbe aver causato la maggior parte delle vittime della Guerra Fredda. Gli agenti venivano inviati sia dall'Est che dall'Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto o costrette al servizio. Quando scoperte, venivano uccise immediatamente o scambiate con altri agenti. Gli aerei spia e altri apparecchi di ricognizione venivano parimenti abbattuti al momento dell'individuazione.

Molti osservatori di varie fedi politiche pensano oggi che gli Stati Uniti agirono in modi che né la loro costituzione né il sentimento nazionale potrebbero supportare (come combattere guerre non dichiarate senza l'esplicito supporto del Congresso). I capi degli Stati Uniti, sia politici che militari, citano comunemente la minaccia percepita alla loro sicurezza come giustificazione per le loro azioni. In molte zone del mondo, la popolazione locale sentì di essere manipolata ed abusata da entrambe le potenze. Gran parte dell'anti-americanismo di nazioni come l'Afghanistan viene attribuito ad azioni portate avanti dagli Stati Uniti stessi. Durante il conflitto con l'Unione Sovietica, gli USA sovvenzionarono e armarono i Mujahedeen, nella loro lotta per respingere l'occupazione sovietica, ma si tirarono fuori e li abbandonarono al loro destino una volta che l'URSS si ritirò dalla regione.

La Guerra Fredda e la cultura statunitense

Negli anni '50, la popolazione civile (almeno in America) venne soggetta ad esercitazioni contro i raid aerei (nascondetevi sotto la vostra scrivania!) ed incoraggiata a costruirsi dei rifugi atomici personali. Questo livello di paura svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in Germania, lo spesso citato orologio dell'apocalisse nucleare, le fotografie di cadaveri impigliati nel filo spinato del Muro di Berlino, cosi come film tipo Wargames - Giochi di guerra, Alba Rossa e The Day After mantennero alta la consapevolezza.

La rottura della Pace dopo la Seconda Guerra Mondiale