PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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BASILICA PATRIARCALE DI SAN MARCO EVANGELISTA


XXVII Festa diocesana della Famiglia

con la Consegna della Bibbia

21 gennaio 2007

Omelia 

di

S.E. Rev.ma Card. ANGELO SCOLA

 

 

Ne 8,2-4.5-6.8-10; dal Sal 18; 1Cor 12, 12-31; Lc 1, 1-4; 4, 14-21.



1. «Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”» (Vangelo). Gesù, entrato come al suo solito nella sinagoga ed alzatosi a leggere, fa qualcosa di radicalmente insolito. Non commenta le parole di Isaia, ma con un’autorevolezza estrema che sorprende tutti gli astanti si identifica con colui sopra il quale sta lo Spirito, con il consacrato, con il mandato. Il suo insegnamento non è anzitutto un insegnamento ma ben di più: è il dono della Sua persona. Così la sua parola diventa un evento: per insegnarci la via Gesù si pone come “la via”. La via - dirà Agostino - alla verità e alla vita.
Venendo tra noi (Natale appena trascorso), Gesù ci ha proposto il metodo, in senso forte, della vita cristiana. Qui si vede una volta per tutte come comunicare Gesù ad ogni uomo e donna di ogni tempo. Anche del nostro tempo.
Possiamo rintracciare questo metodo anche nell’incipit del Vangelo di Luca che abbiamo sentito proclamare: «Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio».
Evento, traditio, testimonianza sono perciò parole-chiave per descrivere il dinamismo che permette, ormai da duemila anni, alla Chiesa di Cristo di attraversare la storia.
La Visita Pastorale che nelle sue molteplici espressioni è in atto ormai da più di due anni è per noi una straordinaria conferma della perenne validità del metodo della comunione inaugurato da Gesù nella sinagoga di Nazareth. In ogni comunità del Patriarcato vedo sacerdoti, religiose/i, fedeli laici come una “mano” preziosa che con paziente ed energica sapienza testimonia l’avvenimento dell’incontro personale con Gesù nella comunità cristiana. Queste persone in comunione così facendo cosa fanno? Realizzano il grande invito del Vangelo: «Siate sempre disposti a lasciarvi educare da Dio» (cfr Gv 6,45).
L’essenza della Chiesa è di essere un soggetto educativo.


2. Questo soggetto ecclesiale – soggetto educativo per eccellenza – ha nella famiglia e nella comunione tra le famiglie vissuta a livello associativo, parrocchiale, vicariale e patriarcale una componente primaria e decisiva. La vostra presenza qui oggi, nella chiesa cattedrale, per rinnovare la fede e le promesse sponsali, sigillando questo importante gesto con la consegna della Bibbia, riempie il cuore del Patriarca, di tutto il presbiterio e di tutti noi di gioiosa gratitudine a Dio e a quanti collaborano al Suo liberante disegno di salvezza reso esplicito da Gesù nella sinagoga del suo paese.


3. Permettete al vostro pastore, in questo contesto di grande familiarità, di invitarvi con particolare energia ad assumere l’improcrastinabile compito educativo nei confronti dei vostri figli e nipoti e più in generale delle nuove generazioni. Questo è ciò che il Vangelo di oggi ci ha richiamato e che abbiamo enucleato nei tre termini “avvenimento”, “tradizione” (comunicazione) e “testimonianza”.
Rinviando ai non pochi interventi del Magistero del Papa e dei Vescovi sui giovani, la scuola, il lavoro e l’università, voglio richiamare in questa sede solo un dato fondamentale del vostro compito educativo. Mi riferisco alla necessità di educare all’autentico significato della differenza dei sessi come un dato che non può mai essere superato. Riproporre ai giovani il valore insostituibile dell’autentico rapporto uomo-donna è particolarmente urgente nella fase di grande travaglio in atto anche in Italia.
La differenza dei sessi è costitutiva. Non è una semplice diversità che si può superare. È la base su cui fiorisce l’amore tra l’uomo e la donna. Amore destinato al matrimonio come legame stabile, pubblico, fedele, aperto alla vita. Dal matrimonio sorge poi la genuina famiglia, oggi più che mai insostituibile non solo per la Chiesa ma anche per la società. La legge della differenza nell’unità propria dell’uomo/donna è fondamentale quindi per la vostra vita di sposi e per la vita delle vostre famiglie, la cui bellezza voi dovete comunicare ai vostri figli e nipoti, a tutti i giovani.
Lo scorso 8 luglio 2006 a Valencia, nel V Incontro mondiale delle famiglie, Benedetto XVI l’ha ricordata citando due passaggi fondamentali del più recente Magistero. Il primo è tratto dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica: «Creando l’uomo e la donna, [Dio] li ha chiamati nel Matrimonio a un’intima comunione di vita e di amore fra loro, così che non sono più due, ma una carne sola» (Compendio CCC, 337); e l’altro è tratto dalle ormai famose Catechesi sul corpo di Giovanni Paolo II: «L’uomo è divenuto “immagine e somiglianza” di Dio non soltanto attraverso la propria umanità, ma anche attraverso la comunione delle persone che l’uomo e la donna formano sin dall’inizio… L’uomo diventa immagine di Dio non tanto nel momento della solitudine quanto nel momento della comunione» (Giovanni Paolo II, Catechesi, 14/11/1979).


4. «Questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza» (Prima Lettura). La gioia è il test della verità della nostra esperienza cristiana. Senza l’affiorare della gioia sui nostri volti l’annuncio cristiano non è credibile. Tanto meno lo è per i giovani.
Carissimi, rallegratevi sempre del dono della fede, del dono del bell’amore che vivete nelle vostre famiglie. È il dono di Gesù in persona che ci dice: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura» (Vangelo). Questo dono è fonte di vita nuova, quella che avete dato ai vostri figli. Quella che continuate a dare loro nell’appassionante compito della loro educazione. La Vergine, venerata nei secoli in questa splendente basilica cattedrale come Nicopeja, che educò nell’amore l’umile e divin Figlio, ci accompagna in questo vespro veneziano con speciale protezione. Amen