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La Regina

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La strada Regina e la quasi parallela via che portava al valico di Chiasso (oggi via Bellinzona), hanno avuto un ruolo determinante nella storia dei nostri quartieri. E' intorno a questi percorsi (un tempo obbligati per le merci e le genti in spostamento da e verso la città di Como) che si originano i più vecchi insediamenti abitati e si sviluppano le prime attività economiche. Lungo queste strade passano anche invasori e fuggitivi, nelle alterne vicende che la storia ha riservato alla città.

Fra i documenti storici inerenti i nostri quartieri, particolare rilievo assumono i richiami agli Statuti Comunali della Città di Como, emanati nel 1335, che regolamentavano, fra le altre attività, la manutenzione delle vie di accesso alla città. Dagli statuti apprendiamo come particolare rilevanza assumeva la strada Regina, sicuramente sorta sulle vestigia di un antico percorso tracciato in epoca romana. Gli statuti assegnavano la manutenzione delle strada alle vicinie di Monte Olimpino, di Piazza S.Stefano, Blevio e Maslianico. Una loro rilettura offre anche qualche riflessione sulla geomorfologia della zona.

In quel periodo il percorso si snodava probabilmente sulle alture di Bignanico e raggiungeva Tavernola a monte del promontorio di Villa Flori, per poi "tagliare" la piana di Tavernola e superare il Torrente Breggia 100-200 m a nord-ovest dell’attuale ponte. La realizzazione del tracciato a lago, successiva al 1600, impone qualche pericolo per i viaggiatori, probabilmente per la franosità della zona. Al riguardo, un documento del 1790, ci ricorda la difficoltà che questo percorso proponeva per il suo stato di manutenzione.



Il carretto degli ortolani della ValBreggia, trainato dal tradizionale asinello



La ricostruzione del Ponte Vecchio sul Breggia nel 1926

Le notizie riportate successivamente sono tratte da "L’antica via Regina", Raccolta di studi, ed. Società Archeologica Comense, Como 1995

Dagli Statuti di Como, 1335

01 "IN PRIMO LUOGO LA COMUNITA’ E LA VICINIA DI MONTE OLIMPINO DEVONO APPRESTARE E TENERE APPRESTATA LA VIA REGINA DALLA PORTA DEI PATARINI DI FRATE GUGLIELMO DE VICO FINO AL FOSSATO, OVVERO ROGGIOLO, CHE SI TROVA PRESSO GRUMELLO"

Gli statuti considerano la tratta extraurbana della via Regina, il cui inizio era situato all’altezza di un «Portone» che sbarrava la strada immediatamente a nord dell'attuale Chiesa di S. Salvatore. La località, nella quale si biforcavano la strada del lago e la strada della Svizzera e che doveva necessariamente essere successiva a S. Salvatore, fu poi retrocessa nei pressi di Villa Gallia. E’ probabile che lo spostamento a lago dell'inizio della strada Regina coincida con un riallineamento presso la linea di costa di tutto il percorso fino a Tavernola. Se la strada riportata sul Catasto Teresiano passa già davanti all'attuale Villa Olmo e procede allo stesso livello fino alla Val Breggia, la via descritta negli Statuti passava a monte, probabilmente presso S. Pietro a Bignanico ed a quella quota raggiungeva Tavernola per ridiscendere nei pressi del ponte. Relativamente al termine della tratta, il toponimo utilizzato è «Grumello», da Grumo o Groppo, che ha chiaramente il significato di piccolo «dosso» ed è pertanto ascrivibile all’esistenza di una sommità (nei pressi di S. Pietro a Bignanico) che presenta un piccolo avvallamento anche verso il monte. Villa Celesia erano un tempo la località «al Grumello» o «del Grumello». Per l'identificazione della piccola «roggia» (rozolun = roggiolo) non si vedono alternative credibili alla «Roggia di Villa Celesia», già anticamente in parte «incanalata».

02 "QUINDI LA COMUNITA' DI PIAZZA DEVE APPRONTARE E TENERE APPRONTATA LA STRADA DAL CITATO ROGGIOLO, OVVERO FOSSATO, IN SU, FINO ALLA SCALA PER LA QUALE SI PASSA NELLA VIGNA DEI PATARINI DI FRATE ATTONE DE VICO"

03 "QUINDI LA COMUNITA' DI MASLIANICO DEVE APPRONTARE E TENERE APPRONTATA LA STRADA DALLA CITATA SCALA IN SU, FINO ALLA FINESTRA NELLA CASA DISTRUTTA CHE SI TROVA VICINO ALLA VIA"

04 "QUINDI LA COMUNITA' DI BLEVIO DEVE APPRONTARE E TENERE APPRONTATA LA STRADA DALLA CITATA FINESTRA IN SU, FINO ALL'ANGOLO DEL MURO DELLA VIGNA CHE ERA DI PEDEFERIO FICHA DI COMO"

Le tratte in questione sono di difficile identificazione. Il percorso indicato si svolgeva presumibilmente ad una quota fra i 225/250 metri ed iniziava - sempre presumibilmente - nei pressi della chiesetta di S. Pietro a Bignanico. Il termine dell'ultima delle tre tratte poteva essere collocato all'inizio della discesa di Tavernola. Che la zona fosse ricoperta da vigne è dimostrato dal toponimo Vignascia, collocato un poco più a monte, in una zona sovrastante S. Pietro (in qualche occasione impropriamente chiamato S. Pietro delle Vigne). Essendo il più delle volte i filari piantati su «terrazzate» sostenuti da «muretti a secco», la «scala che porta alla vigna» potrebbe consistere anche in un semplice susseguirsi di tre o quattro gradini che conducono alla vigna di «Frate Attone». La «casa distrutta» può essere collocata nei pressi di Villa Sucota o poco oltre; mentre il muro della vigna di Pedeferio de Ficho può essere localizzato fra Villa Flori e poco prima di Villa Sforni.

05 "QUINDI LA COMUNITA' DI ROVENNA DEVE APPRONTARE E TENERE APPRONTATA LA STRADA DAL CITATO ANGOLO DEL DETTO MURO, FINO ALLA TESTA DEL PONTE DI BREZIA, IN DIREZIONE DI CARDINA"

Il termine del tratto di spettanza del comune di Rovenna è il ponte sul torrente Breggia. E un confine abbastanza naturale anche se è difficile identificare l’esatta posizione del ponte. Curiosamente per la tratta in questione si specifica «fino alla testa del ponte... » in direzione di Cardina - località sinora non citata - e che, pur essendo corretta come direzione, non è posta sulla via Regina. Di quale ponte si trattasse è difficile stabilirlo. Secondo la tradizione il ponte sul Breggia è di origine romana. Nel 1335 il torrente Breggia doveva essere necessariamente solcato da un ponte in una zona - quella del delta ghiaioso - che solitamente si tendeva ad evitare per la sua pericolosità. La riprova è costituita dal fatto che, da quando viene descritto la prima volta si parla di un ponte di diciotto arcate; in una descrizione del 1678 si parla al plurale di «ponti» e due in effetti ne compaiono affiancati sulle mappe del Catasto Teresiano (1722) e che quello che viene distrutto da una alluvione (1912) è di fatto un ponticello a quattro arcate. Proprio per questa loro vulnerabilità dovuta alle caratteristiche del torrente (bacino imbrifero vasto ed a quota elevata, repentina discesa al piano), i ponti sul Breggia - che avevano secondo le esigenze costruttive di allora una scarsa «luce» fra un'arcata e l'altra - sono sempre stati a rischio. La posizione citata non dovrebbe essere lontana da quella dell'ultimo ponte «antico», in località «Ponte Vecchio». Questa indicazione viene confermata dal fatto che le strade d'accesso (in particolare quella in territorio di Cernobbio) abbiano una direzionalità che conduce proprio nei pressi del Ponte Vecchio.



Archivio Storico Como, Carte sciolte, cart.138, fasc. 125

Como, 4 novembre 1790

Dal qui incluso ricorso dei terrieri e Deputati dell’Estimo della Valle Breggia, e terre vicine rileverà la Congregazione Municipale quanto da essi si dimanda in ordine alla riparazione d’un tratto della strada Regina resasi impraticabile e vorrà compiacersi di dare quelle provvidenze, che possano convenire nella presente circostanza.


Giuseppe Pellegrini R.I.


Regia Imperiale Intendenza Provinciale

L’impraticabile, stretta, pericolosa strada Regina, che da Grumello conduce a Tavernola, quale ha per profilo a levante il lago di Como, e a ponente il monte è il forte motivo, che risolve li utenti delle terre vicine, non che molinari, e cartari della Valle Breggia a presentare a questa Rle.Ile.I.P. li funesti eventi accadutigli nell'usare di detta strada in servire la suddetta città con farine, carta, ed altri generi nel corso d'anni quaranta, senza far parola di ciò, che anteriormente è accaduto a danno dè poveri utenti.

Nell'anno 1760 è caduto nel lago un mulo d'Ipolito Bernascone carico di granaglia di Maslianico. Nel 1765 altro simile di Domenico Luca di Cernobio. Nel 1772 altro di detto Luca. Nel 1778 altro di Lorenzo Casnati carico di farina di Cernobio. Nel 1780 è negato un giovane di Piazza per essere caduto dalla strada nel lago. // Nel 1781 altro mulo di Gio Fusone di Maslianico caduto nel lago. Nel 1785 altri due ripartitamente di Gio Carcani di Maslianico, caduti nel lago da detta strada carichi di grano. Nel 1789 Maddalena Martinella di Polano è caduta nel lago da detta strada, ma salvata da passaggieri, qual Maddalena nel finir di detto anno è ricaduta nel detto lago, ed è restata annegata; e passando sotto silenzio due cavalli, l'uno di ragione del fù generale Marliani, l'altro del Conte Alario.


Li qui sottoscritti Deputati, e uomini delle terre, e valli vicine implorano riparo per le continue angustie, in cui si ritrovano, dovendo usare di continuo detta strada Regia adotata dal Principe a ripararsi, ed a mantenersi in servitù della città e del Corriere d'Indò. Tanto si spera, che della grazia si sogionge, come il piano stradale et cetera.


(in allegato relazione sulla strada Regina controfirmata dagli abitanti della valle Breggia)

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