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- Questa croce che vedi di legno consumato,
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ché non avevo i soldi per cecarmi un occhio,
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fu messa dal Comune, bontà sua.
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La targa d’alluminio incisa a mano
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ti dice quanto poco, qui, ho contato.
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Eppure fui discepolo, a padrone,
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ragazzo svelto a caricar mattoni,
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nei pozzi minerari a nord di Brema
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scavai caverne al lume dell’acetilene.
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Dura, dura vita senza sprechi,
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a risparmiare fino al francobollo,
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-cara madre, ti scrivo questi pochi righi…-
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le parole sempre quelle, poche, contate,
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come nell’altra Guerra la posta censurata,
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così io nascondevo la verità più amara
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per dirti che sto bene e spero anche di voi
- - che
state tutti bene- e questo è tutto.
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Troppo tempo era passato al mio ritorno,
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nessuno ricordava neanche il mio cognome.
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Poco dopo me ne andai, fu tutto naturale:
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m’ hanno trovato morto, un colpo inaspettato.
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Il medico D’Urso scrisse : ischemia cerebrale
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Ma, io, da ignorante dico che
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non c’è nessuna scienza che possa definire
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il lento avvolgimento attorno al cuore
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della malinconia grigiastra,
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dell’asma che ti prende in gola
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quando più avresti bisogno
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di parlare.
(del 21-01-2005)
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