|
NATALE IN
UNGHERIA
disegno di Monica Moffa
di Sofia e Stefania (con
la collaborazione della mamma di Sofy)
In Ungheria anticamente si mescolavano le tradizioni pagane con le feste
natalizie cristiane e le prime furono in parte represse dalla chiesa. Le
usanze popolari variano da una regione all’altra.
SAN NICOLA, 6 DICEMBRE
San Nicola in ungherese si dice Miklòs, da cui viene Mikulàs, inteso come
Babbo Natale.
OGGI: Al contrario delle tradizioni anglo- sassoni, Mikulàs (il Santa
Klaus degli americani), non viene a Natale ma il giorno del suo onomastico
e porta solo dolci ai bambini buoni e fraschette dorate – per scherzo!- ai
bambini “cattivi”. In questo senso assomiglia alla Befana italiana.
PRIMA: Nella tradizione popolare, la figura di Mikulàs in parte si legava
al vescovo generoso, in parte vestiva i panni di un giudice che interroga
e punisce.
Giovani con il viso annerito di carboni giravano e mettevano paura ai
bambini. Un uomo vestito da Mikulàs, accompagnato da un altro vestito da
diavolo, girava per il paese. Il secondo aveva anche una frusta in mano
con cui minacciava i bambini.
SANTA LUCIA, 13 DICEMBRE
Prima della riforma del calendario
il giorno del solstizio d’inverno coincideva con il giorno di Santa Lucia.
Gruppi di bambini giravano per il paese recitando formule magiche per
favorire la fertilità. Le donne non potevano lavorare, mentre alcuni
giovani andavano per le vie mascherati con bianche lenzuola, muti, per non
farsi riconoscere, controllando che le donne rispettassero il divieto.
Altri facevano scherzi più pesanti (ad esempio smontare due portoni e
scambiarli, smontare un carro e rimontarlo sul tetto delle case…).
LA SEDIA DI LUCA
Si usava costruire una sedia cominciando in questo giorno e continuando
fino a Natale, secondo precise regole. Si riteneva che, salendo su questa
sedia, durante la messa di mezzanotte di Natale, si potesse rilevare la
presenza di una strega, perché sulla testa le si poteva vedere le corna.
Un'altra usanza ungherese era di gettare contro le finestre grano e mais,
che simboleggiavano ricchezza e prosperità per quella famiglia.Dal giorno
di Santa Lucia a quello di Natale ci sono 12 giorni: ognuno corrispondeva
ad un mese dell’anno (esempio: 1° giorno = gennaio): le persone segnavano
il tempo che faceva ogni giorno e lo collegavano al tempo che avrebbe
fatto il mese corrispondente dell’anno nuovo (esempio: 1° giorno = tempo
bello, quindi a gennaio farà bel tempo).
NATALE, 24-26 DICEMBRE
OGGI: Similmente ad altri
paesi europei si usa addobbare l’albero di Natale, ma solo alla vigilia di
Natale e non prima. Come addobbi si usano anche dolcetti (in genere
cioccolatini), di forma ovale, impacchettati con la carta lucente, mele,
noci e biscottini. I bambini trovano il regalo (che non viene attribuito a
Babbo Natale, ma al Bambin Gesù), sotto l’albero la sera stessa. In questi
giorni secondo la tradizione popolare si doveva stare a casa, evitare di
cucinare, chiedere o dare in prestito denaro. Alla cena della vigilia, si
usava una bella tovaglia ricamata e riservata per questa festa. Al pane,
alle mele e alle noci si legavano usanze superstiziose: il pane doveva
essere intero perché ci fosse per tutto l’anno futuro; la mela era divisa
in tante parti in quanti erano in famiglia per tenerla unita; la noce, se
sana, prediceva un’ottima salute, se bacata, malattie.
I ragazzini circolavano per il paese facendo gli auguri ai passanti, gesto
per cui in genere venivano premiati con dei regalini. Nello stesso modo,
gruppi di bambini andavano per le case del vicinato e in cambio del canto
e degli auguri, ricevevano mele, noci, pane, dolci e anche soldi. La
recita natalizia di origine religiosa, veniva preparata con cura. I
partecipanti, in genere vestiti da pastori, giravano con un presepe per
tutto il paese, recitando gli eventi della notte di Natale. Certe volte si
usavano i burattini; questa tradizione – detta regölés – ha origini
antichissime e in parte corrisponde alla figura del menestrello. D’altro
canto, è molto probabile l’origine antica, pagana, che ricorda gli
sciamani che recitavano dei versi e dei riti magici.
MENU’ NATALIZIO
- *Beigli: dolce tipico di Natale; è una specie di strudel (ma con pasta
frolla, oppure lievitata), farcito con crema di noci oppure di patate.
- Zuppa di pesce con riso; le squame di pesce stanno a indicare “tanti
soldi”, mentre il riso significa “abbondanza e fertilità”. *RICETTA: BEIGLI CON NOCI
INGREDIENTI PER LA PASTA:
50g di farina 00
20g di burro
6g di zucchero al velo
3 tuorli d’uovo
3g di lievito (sciolto nel latte tiepido)
poco sale
INGREDIENTI PER IL RIPIENO:
25g di zucchero
25g di noci (a pezzi piccoli)
cannella
8g di uvetta
(briciole di Pavesini o di biscotti secchi)
PREPARAZIONE DELLA PASTA:
Mescoliamo la farina, il burro e lo zucchero al velo in un tegame, poi
mettiamo insieme il resto degli ingredienti per ottenere una pasta
abbastanza morbida (quando si stacca dal recipiente la pasta è giusta).
Lasciamo riposare per dieci minuti. Dividiamo la pasta in piccole pagnotte
e con il matterello distendiamole. Riempiamo con il ripieno di noci, poi
rotoliamo per chiudere. Sopra spennelliamo due volte con l’uovo (viene
bello rosato se in una tazza mettiamo un uovo più due tuorli ben
mescolati). Cottura nel forno caldo (180°circa).
PREPARAZIONE DEL RIPIENO:
Facciamo bollire lo zucchero con 2 dl di acqua, dopo mettiamo dentro le
noci, la cannella, l’uvetta, poca buccia di limone, sempre mescolando.
Facciamo raffreddare completamente, poi mettiamo sulla pasta stesa.
ATTENZIONE: il ripieno non deve essere troppo liquido, perché quando si
cuoce, la pasta si romperebbe. Il ripieno, più denso è, meglio è, perché
nella cottura diventa più morbido: così, niente paura che rimanga troppo
asciutto quando il dolce è cotto! Se comunque si preferisce meno liquido,
ci si possono sbriciolare dei biscotti secchi.
A chi piace, nel ripieno può mescolare frutta secca e frutta zuccherata, o
marmellata.
|
NATALE IN
INGHILTERRA
di Federica Rossi e Agnese
Cariddi
È
da poco passato il Natale ma noi vorremmo che questa festa non finisse
mai.
Tutti sappiamo come si festeggia il Natale qui da noi e per questo abbiamo
deciso di trasferirci in un altro paese per conoscere meglio le loro
tradizioni.
Partiamo per l’Inghilterra!!
Ecco, quindi, quello che avreste potuto trovare il 25 Dicembre su una
tavola londinese.
Sicuramente vi avrebbero servito la classica “Xmas Dinner”, o cena di
Natale, che si compone di:
Salmone scozzese affumicato;
tacchino arrosto ripieno con albicocche, prugne e noci;
patate arrosto;
cavoletti di Bruxelles con castagne;
budino di Natale con burro e brandy;
pasticcini ripieni con crema;
torta di Natale;
formaggio Stilton con vino Porto.
Buon appetito!
Insomma molti dicono che la cucina inglese non sia buona e che gli Inglesi
non sappiano cosa vuol dire mangiare bene.
In realtà la Gran Bretagna rimane insuperabile nel suo stile perché
sceglie prodotti di ottima qualità e li cucina in modo da esaltare al
massimo il loro sapore.
Caratteristici sono i budini e le torte, che sono appunto delle specialità
inglesi.
Prodotti molti buoni sono anche il formaggio Stilton accompagnato sempre
da un vino Porto.
CURIOSITÀ
Alla fine di ogni cena o pranzo, si porta sempre il formaggio Stilton
perché “chiude lo stomaco”.
Il vino Porto viene servito in una bottiglia di cristallo alta dal collo
stretto.
Viene passato in senso orario e nessuno lo versa al suo vicino: ognuno se
lo versa da solo.
In alcune famiglie vige ancora l’uso del “powder their nose”, cioè
incipriarsi il naso: le donne, con questa scusa, vengono allontanate per
lasciare gli uomini da soli a bere vino Porto, fumare sigari e parlare di
argomenti “maschili” (auto, calcio, donne…!)
Ecco infine una tipica leccornia inglese, che, come scoprirete, è nata
tanto tempo fa…
Mince pies
Nel periodo elisabettiano, i Mince Pies contenevano della carne e della
frutta e venivano chiamati “shrid pies” poiché erano preparati con carne
tritata e grasso di rognone, lavorati poi con della frutta secca. Inoltre
era tradizione aggiungere tre spezie (cannella, chiodi di garofano e noce
moscata), che rappresentavano i tre doni dei re Magi offerti a Gesù. La
parte superiore veniva decorata con la figura del Bambin Gesù di pasta.
Mangiare un Mince Pies al giorno per ognuno dei dodici giorni di natale
era considerato un gesto portafortuna. Ogni pasticcino veniva mangiato in
una casa diversa. Questo rito doveva portare fortuna, alla casa e a che li
mangiava, per tutti i dodici mesi del nuovo anno.
E allora, per recuperare l’antica tradizione, anche noi, inviate speciali
sulle tavole dei sudditi di Sua Maestà la regina, ingoiamo volentieri un
boccone di nostrano panettone e vi auguriamo un bellissimo 2006.
NATALE:
DOVE, QUANDO, CON CHI?
Di Michela e Eugenia
A molti ragazzi della I media abbiamo posto la domanda: dove andrai durante
le vacanze di Natale?
16 su 21 hanno risposto che resteranno a casa, mentre 4 su 21 hanno
risposto: “Ce ne andremo in giro per il mondo…”
Un'altra delle domande, da noi proposte, è stata la seguente: con chi
trascorrerai il Natale? Le risposte sono state:
- SOLO CON I GENITORI (4 su 21)
- IN FAMIGLIA CON TUTTI I PARENTI (14 su 21)
- AMICI (5 su 21)
La risposta più gettonata è stata dunque la seconda, segno che i nostri
compagni sono soliti riunire la famiglia al completo per le feste
natalizie.
Abbiamo ancora domandato: “Che giorno addobbi la tua casa? L’8 dicembre o
un giorno qualsiasi?”
La maggior parte ha risposto: “Un giorno qualsiasi ” (12 su 21)
Mentre solo 8 su 21 hanno risposto “l’8 dicembre”.
La domanda più importante è stata però: consideri il Natale una festa
consumistica o una festa religiosa?
La maggioranza, anche se di poco, ha detto che considera ancora il Natale
una festa dedicata alla nascita di Gesù!
|