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Gli ultimi 20 anni

 

PER QUANTO RIGUARDA QUESTA PAGINA INVITO TUTTI I NAVIGATORI A CONSULTARE LE PAGINE RELATIVE ALLA STORIA NEI SITI UFFICIALI DEL GRUPPO STORICO ULTRAS VIOLA 1973 E DEL COLLETTIVO AUTONOMO VIOLA

 

Successivamente allo scioglimento degli Ultras viola (il cui striscione appare però ancora oggi quando ci sono eventi importanti), la curva rimase senza gruppi guida fino alla formazione di vari club che non erano però sufficientemente organizzati per portare avanti il compito adempiuto fino ad allora dalla generazione precedente.

Dopo qualche tempo fu il singolare e carismatico gruppo dell' Alcool Campi a mettersi alla guida della Fiesole, per poi lasciare il compito al CAV che detiene tutt'oggi dal 1986 il ruolo di gruppo leader.

 

   > Striscione VG: "18.12.83 - 18.12.93: onore agli Ultras"

 

Gli ultimi anni ' 80 ed i primi del ' 90 furono un periodo piuttosto dinamico per la tifoseria fiorentina: partendo dallo scioglimento dell'Alcool Campi avvenuto dopo il bruttissimo episodio della bomba molotov all'indirizzo di un treno di tifosi bolognesi nel giugno 1989, passando dalle proteste e contestazioni delle vicende Baggio-Pontello e dalla finale di coppa UEFA persa in finale contro la Juventus ad Avellino nel 1990, si arrivò alla retrocessione in serie B nel 1993.

Purtroppo i primi anni ' 90, oltre ad essere stati il periodo più bello della storia del Collettivo Autonomo Viola, sono da ricordare anche per eventi molto più tristi che riguardarono la vita di personaggi molto importanti per la storia della tifoseria viola; infatti nel giro di brevissimo tempo vennero a mancare diversi protagonisti della curva, quelli che erano stati tra i padri della Fiesole stessa essendo stati tra i fondatori degli Ultras.

Ancora oggi questi personaggi godono del ricordo inossidabile di chi li ha conosciuti e di chi gli rende merito innalzando ogni domenica gli striscioni viola su cui, in alcuni casi, sono riportati proprio i loro nomi.

 

  > A Kiev per i quarti di coppa UEFA del 1989/90

 

Furono anche gli anni in cui si accese in modo molto deciso l'ostilità verso la nazionale italiana di calcio: questa rottura, che esiste in parte tutt'oggi, venne a crearsi successivamente ad episodi (alcuni risalenti addirittura al periodo della perdita del campionato nell' 82, con voci secondo cui la possibilità di uno spareggio tra Fiorentina e Juventus per assegnare lo scudetto sarebbe stata poco gradita all'allenatore della nazionale Bearzot che quell'anno doveva radunare al più presto la squadra per preparare il mondiale...) tra cui primo quello che vide come protagonista Antonio Matarrese, all'epoca presidente della FGCI, che in seguito a degli incidenti nella semifinale che costarono la squalifica del campo ai viola, non si oppose al far disputare la finale di coppa UEFA del 1989/90 tra Fiorentina e Juventus in campo neutro ad Avellino, sapendo benissimo che la squadra campana fosse gemellata con i bianconeri.

 

   > 13000 ad Avellino

 

Nonostante la presenza sia a Torino che in Irpinia dei gemellati torinisti, catanzaresi e veronesi, la Fiorentina perse una finale giocata sia all'andata che al ritorno in trasferta in quanto, nonostante ad Avellino fossero presenti oltre 13000 fiorentini, gli avellinesi, insieme a un po' tutto il sud Italia, andarono in curva al fianco dei sostenitori juventini.

A tutto questo si aggiunse la comunicazione, con tanto di dichiarazione provocatoria, della cessione di Roberto Baggio alla squadra torinese per 25 miliardi senza contropartite tecniche, una cessione fatta contro gli interessi della Fiorentina (dato che i proprietari della società, i Pontello, rimasero al timone della società) che contribuì ad innescare una vera e propria guerra tra sostenitori viola e polizia che durò per diversi giorni e che penalizzò molto la tifoseria: alla fine si conteranno 15 arresti, oltre 50 fermi, ed un numero molto alto di persone denunciate; i danni frutto del lancio di pietre divennero ingenti e i feriti trasportati di giorno come di notte agli ospedali furono molti sia tra le forze dell'ordine che tra i tifosi.

Durante il raduno a Coverciano della nazionale italiana per Italia ' 90, la rabbia accumulata nei confronti di Matarrese, degli Juventini e di Roberto Baggio (che fino ad allora era stato un idolo) esplose e si tramutò in incidenti con la polizia che portò allo svolgimento degli allenamenti a porte chiuse; i giocatori della Juventus (ma anche delle altre squadre) si ritrovarono bersagliati da oggetti e insulti, le loro auto danneggiate da sassate e calci, mentre Baggio si trovò tra chi lo additava come un traditore che aveva scelto di andare alla Juventus solo per il prestigio che gli avrebbe comportato nel giocarci e chi invece vedeva in lui un calciatore costretto ad andarsene per colpa della presidenza della Fiorentina.

In ogni caso, anche dopo la cessione, Baggio ha sempre rifiutato l'etichetta di traditore, ed il giorno della sua presentazione a Torino si rifiutò di farsi fotografare con la sciarpa bianconera.

Il mondiale delle "notti magiche" passò senza che la nazionale giocasse in Toscana, ma quando nel gennaio del 1993 venne scelta Firenze come sede di amichevole tra Italia e Messico (scelta che venne vivamente sconsigliata dai capi ultras), i vecchi rancori riaffiorarono ed i giocatori italiani vennero fischiati ed insultati pesantemente per tutta la durata della gara, tutto senza che il tifo organizzato avesse preparato alcuna forma di protesta.

Insieme alla Nazionale anche Matarrese venne preso di mira dai fischi; fu quella l'ultima apparizione allo stadio Franchi dell'Italia e 5 mesi dopo la squadra viola si trovò retrocessa in serie B per la prima volta nel dopoguerra.

Anche in quell'occasione vari furono i momenti di tensione e la contestazione nei confronti dei calciatori e dei Cecchi Gori, nuovi proprietari della Fiorentina dopo il movimentato epilogo della gestione Pontello, non si fece attendere; specialmente nei confronti di Vittorio, colui che aveva cacciato l'allenatore Gigi Radice (al suo posto subentrò Aldo Agroppi) quando la squadra viola era ancora in buona posizione per motivi non attinenti al calcio.

Infatti, dopo la cessione di Roberto Baggio alla Juventus da parte dei Pontello ed al conseguente terremoto che scosse Firenze, venne fuori la voce che un imprenditore fiorentino, di ottime potenzialità economiche, era disposto ad accollarsi la responsabilità di guidare la società viola, squadra di cui era sempre stato grande sostenitore.

Fu cosi che la squadra viola venne acquistata da Mario Cecchi Gori, conosciuto ed apprezzato da tutti con il soprannome di Marione, grande produttore cinematografico.

Il primo campionato dell' epoca Cecchi Gori fu quello del 1990/91.

 

   > Fiorentina - Udinese 1992/93, partita importantissima per non retrocedere in B

 

   > Il giorno della retrocessione in B nel 1993

 

I vertici societari vedevano Mario Cecchi Gori presidente della società e suo figlio Vittorio nel ruolo di vicepresidente.

Gli inizi furono incoraggianti, la squadra non era certo a livelli di poter vincere lo scudetto ma nemmeno una a cui si potesse precludere, con qualche rinforzo, la possibilità di togliere qualche soddisfazione ai sostenitori viola.

E i rinforzi arrivarono, tra cui un giovane attaccante argentino acquistato per pochi miliardi di lire dal Boca Juniors.

Nonostante negli occhi dei tifosi viola fossero ancora vivi gli spettacoli deprimenti di alcuni investimenti sbagliati da parte della società e nella memoria ancora fresche le prodezze di Baggio, quel giocatore di nome Gabriel Batistuta destava un certo interesse anche per la sua buona prova al torneo giovanile di Viareggio.

E le impressioni si rivelarono fondate dato che il talento cominciò subito a dare prova della sua forza.

Nel 1992/93 la squadra allestita si preannunciava in grado di poter ambire a qualche traguardo importante tra cui obiettivo minimo il raggiungimento in campionato della zona UEFA, ma la storia ormai è nota: tutta una serie di eventi e distrazioni e la mano della lega italiana condannarono la squadra di Firenze ad un anno di "purgatorio".

Nonostante ciò, in serie B e con trasferte lontanissime come Andria, Foggia ed Acireale i fans della Viola dimostrarono ancora una volta la loro immensa fede verso la propria squadra che grazie al pugno di ferro dei Cecchi Gori (che impedirono ai campioni di quella squadra di cambiare aria), ritornò in serie A la stagione seguente.

Durante questi anni, in tempi diversi, nacquero a Firenze vari gruppi: oltre ad un numero imprecisato di sezioni del CAV (Prato, Pistoia, Valdarno, Sesto, Calenzano ed altre che poi successivamente si riuniranno insieme), all'Onda d'Urto (nata nel ' 90 e composta in parte degli esponenti del vecchio Alcool Campi), ed alla Vecchia Guardia - Stefano Biagini (nata nel ' 93 ed ispirata alla mentalità ed ai valori dei vecchi Ultras ' 73), presero vita sparsi tra le 2 curve Fiesole e Ferrovia gruppi come il Fiorenza, l'Unione viola, l' Orgasmo Gigliato, il Direttivo XVIII Aprile (insieme di vari viola club tra cui la Lega Viola, i Supporters e Gioventù Gigliata), il Viola Korps, il Marasma, il Signoria e tanti altri club più piccoli.

Ma nel Collettivo dal 1993 cominciò a mancare, anche per cause inerenti ai vari provvedimenti di DASPO (nel 1996 il gruppo arriverà ad un passo dallo scioglimento a causa della "famosa" sassaiola ai danni del pullman della squadra juventina...), quel carisma e quella forza che aveva acquistato in modo molto deciso alla fine degli anni ' 80.

Oggi, dopo la risalita in serie A nel ' 94, sono da ricordare come momenti magici la vittoria nel 1996 della Coppa Italia contro l'Atalanta (che portò allo stadio oltre 30000 persone ad attendere la squadra di ritorno da Bergamo alle 3 di notte) e della Supercoppa di lega vinta contro gli allora campioni d'Italia del Milan.

 

  >  Inizio del 2° tempo della semifinale di Coppa delle Coppe nel 1997

 

Le stagioni successive vedono la partecipazione della Viola nel 96/97 alla Coppa Coppe e nel 97/98 e 98/99 alla coppa UEFA, ed in queste occasioni i sostenitori fiorentini dimostrano tutto il loro attaccamento alla squadra, seguendola in massa, anche se le generazioni sono cambiate e questi ultimi anni sono forse da ricordare come i più tristi della pittoresca storia della tifoseria viola: ormai i periodi belli sono passati per quasi tutte le tifoserie d'Italia, non essendo più possibile oggi fare il tipo di vita che veniva fatto in tempi passati.

E' proprio in questo ultimissimo periodo che si costituisce il Gruppo Storico UV ' 73, un club in cui confluiscono molti reduci dei vecchi Ultras che fino ad allora erano sparsi in vari gruppi della curva, primi tra tutti la Vecchia Guardia e l' Onda d'Urto, quest'ultima scioltasi nel 2001.

Nel 1999 la Fiorentina dopo essersi classificata terza in campionato vola in Europa con la Champions League, mentre 2 anni dopo si ritrova vittoriosa per la sesta volta in Coppa Italia, dopo aver superato il Parma alla cui gara di andata in trasferta assistettero quasi 7000 tifosi viola.

Nella stagione 2001/02 però la squadra retrocede a causa della sfortuna e delle cessioni per mettere in pari un disastrato bilancio finanziario della società, che non sarà mai risanato: nell'estate del 2002 infatti la AC Fiorentina fallisce (vedi cronologia).

Prima di arrivare ad una fine che nessuno si sarebbe mai aspettato i tifosi, in seguito a dibattiti e ad un'assemblea al palasport di Firenze per decidere le forme di contestazione nei confronti della dirigenza, decidono di non usare atteggiamenti di violenza (che anche volendo sarebbero stati impossibili a causa dell'assenza di "obiettivi") a favore di quelli ironici e di non esporre più gli striscioni allo stadio fino al passaggio della proprietà della società.

 

 >  Assemblea al palasport

 

 >  Manifestazione del 18 Aprile 2002

 

Dopo voci che volevano un corteo per le strade di Roma per far sentire ancora di più le proprie proteste al presidente Cecchi Gori, i sostenitori viola organizzano una fiaccolata simbolica per le strade del centro storico di Firenze portandosi dietro circa 30000 persone, ma nonostante il successo clamoroso della manifestazione (a cui erano previsti al massimo 5-6000 partecipanti), alcuni atti vandalici isolati tra cui il lancio di alcune bombe incendiarie contro alcune proprietà di Cecchi Gori (3 delle quali il giorno dell'addio di Trapattoni e della cessione di Batistuta) e le contestazioni fuori dai campi di allenamento della squadra (con alcuni tesi faccia a faccia tra tifosi ed alcuni giocatori), accusata durante il campionato di essere scesa in campo con scarsa concentrazione e determinazione, ad agosto la società muore, ma non ci sono molte manifestazioni di rabbia per l'impossibilità di contestare l'unico responsabile della vicenda.

L'idea della manifestazione a Roma naufraga davanti all'idea di poter soltanto fare un semplice giro nella capitale scortato dalla polizia, lontano dalla residenza di Cecchi Gori, oppure di fare un blitz a sorpresa senza avvertire nessuno ma con la certezza di essere poi rintracciati ed arrestati.

Tutto si è abbattuto cosi velocemente da non poter lasciare altro ai tifosi, impotenti sotto ogni aspetto, che vedere oggi la loro squadra giocare in C2, seguita malgrado tutto sempre da un massiccio numero di sostenitori che attendono la risalita verso la serie A.