L'occhio della porta blindata
fa apparire Claudio: non ha il basco verde, nemmeno l'eterna
pipa spenta, non è accompagnato da Bogart! La faccia un
po' stranita, circoscritta nel cerchio, le fa venire in mente
certe foto lucide e smaltate sulle tombe. Non
sa staccarsi da quella visione. Lui risuona; si
allontana, guarda imbarazzato un po' la punta delle sue scarpe,
il soffitto, poi butta un occhio giù per la tromba delle
scale. Ha in mano uno di quei supporti antiquati,
di cartone con pinza dove si tengono fermi i fogli. Mirelle
è in vestaglia, la casa in disordine e stava guardando
l'evento storico del Papa nel Parlamento italiano. Ma la curiosità.... Mentre lui si accomoda nella poltrona di pelle, Mirelle
abbassa la Tv, ma non la spenge: vorrebbe che capisse di spicciarsi! Dice che è lì per una raccolta di firme:
obiettivo far tacere le campane. Calca sulla parola tacere
e fa un gesto con la mano che equivale a dire "Si chiude". «Perché?» sussurra piena di stupore
Mirelle. «Inquinamento acustico.»
e si mette a cercare dei fogli sotto la pinza. A
lei vien da ridere. Claudio è sotto il
mirino di tutto il vicinato per via di Bogart che rimane in casa,
solo, tutto il giorno e ulula per cinque minuti in maniera agghiacciante,
da farti venire la pelle d'oca ogni volta che passa un'ambulanza,
polizia o vigili del fuoco con sirena accesa. E
di li è tutto un via vai, visto che è una strada
principale. Inoltre sono note le sue feste (altamente
rumorose) dalle 22 alle 1 indette, un giorno si e uno no, dalla
moglie.Queste, ora, sono acqua passata perché si sono
separati da appena tre mesi!!! «Ma lo sa -riprende Mirella- che
quando vado a Firenze, la mia città, cerco sempre di trovarmi
nei paraggi del Duomo per risentire il Campanone?
E da piccola, nel paese della nonna, ero affascinata dal suono
ad ore particolari: la nonna, secondo l'ora, recitava l'Angelus,
il Credo, l'Ave Maria e per l'or di notte il Requiem tutto in
latino!
Non mi disturbano, anzi, anzi.»
In quel preciso istante, curiosa coincidenza, sul video appare
un commesso parlamentare che porta una piccola campana in dono
al Papa.
Mirelle alza l'audio e le par di sentire il Papa che mormora:
«La campana richiama sempre.»
Mirelle annuisce, sottolinea ed aspetta che Claudio dica qualcosa
ma lui tace.
«Stavo pensando -riprende Mirelle- che le campane qui vicino
suonano al mattino alle 8,15 e 8,30 e alle 12 e al pomeriggio
alle 18,15 e 18,30.
Lei è fuori casa dalle 8 del mattino (lo sappiamo per
via di Bogart!) alle 19,30 di sera: come fanno a disturbarla? Suonano un po' di più la domenica, ma lei
va in campagna già dal sabato!» Claudio
si porta in avanti, sull'orlo della poltrona, dilata gli occhi,
ha le labbra serrate e la mandibola rigida e comincia un lungo,
lunghissimo monologo arrabbiato, sconclusionato, quasi un delirio
che Mirelle riesce a seguire a fatica, non saprebbe condensarlo
e, peggio, si accorge di non poter fermarlo. Ce n'è per
tutti e per tutto: politici, sindacati e padroni; immigrati e
vip; uomini e donne; padre e madre; parenti fino alla terza generazione
in su e in giù; amici e conoscenti; sportivi e attori.
Ogni tanto appaiono anche i Talebani che hanno distrutto i Budda.
Non si capisce se per lui hanno fatto bene o male. Delle
campane non si parla più. Quando tace,
di colpo, come se qualcuno l'avesse spento, dice: «Lo
sa che io ho fatto l'Università a Firenze? I miei mi avevano
preso una stanza in via del Pratellino. Ho dato tutti gli esami,
per farli contenti, ma non mi sono laureato.» Intanto
infila meticolosamente tutti i fogli nella pinza. «Visto
che a lei piacciono le campane, le regalo questo CD con concerti
di campane da tutto il mondo... se ascoltandolo ci ripensa...» «Le campane mi fanno staccare ritornare
ad un'altra dimensione. sono una parte del mio paesaggio esterno
ed interiore. Quale altro richiamo è rimasto? Tutto
il resto è frastuono, baccano. La campana è una
voce.» dice Mirelle.
Dalla tasca interna della giacca, mentre esce come suonato, appare
il basco e la pipa.
Manca Bogart e a Mirelle pare un uomo molto solo.
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