Siam venuti a cantar maggio...
è un rito che nelle campagne toscane si ripete da secoli
nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, quando gruppi
di ragazzi e, ora anche, di ragazze (i MAGGIAIOLI appunto) vanno
di casa in casa a cantar maggio, annunciando l'arrivo
della stagione dei fiori. In alcune zone uno di loro, detto l'Alberaio,
porta con sé una pianta di alloro decorata con fiori,
simbolo della primavera e, quindi, della vita nuova; invece sempre
c'è fra loro il Corbellaio, colui che porta il cesto per
le offerte!
Siam venuti anco quest'anno
alla casa a far rumore
risvegliando il vostro cuore
senza dare offese o danno.
Ragazzine preparate
uova fresche o buon prosciutto
pane fresco se n'avete
vino bono ché s'ha sete.
Se al panier l'ova portate
pregherem per le galline
che da volpi e da faine
non vi sian molestate;
se ci date del prosciutto
pregherem per il porcello
che vi venga grasso e bello
e la ghianda dappertutto".
Benedetta questa casa
benedetto chi sta dentro,
murator che l'ha murata
Dio lo porti a salvamento.
Ma non sempre i destinatari
della cantata sono in vena o generosi come i cantori si
aspettano e allora...
Che t'entrasse la volpe
nel pollaio
e ti mangiasse tutte le galline,
la trave ti cascasse del granaio,
ti s'ammuffisse il vin nelle cantine.
Un accidente al padre e uno alla figlia
e il rimanente a tutta la famiglia.
Spesso a questi versi quasi
codificati, seguivano canti improvvisati in ottava rima per magnificare
o la bellezza e le doti o il pericolo dello "zittellaggio"
di una delle ragazze "da maritare" o l'arte
culinaria della "padrona" di casa. Sviolinare, da che
mondo è mondo, invita alla generosità! |