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Il
Borgo |
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Sorge sulla riva sinistra del torrente Cornocchio
alla confluenza con il fosso di Romiccioli. La disposizione del
caseggiato si avvicina alla forma di una T con il braccio trasversale
rivolto a sud. La strada principale, Via di Montaccianico, è
tracciata su un percorso medievale che giunge al varco appenninico
dell'Osteria Bruciata
che fino al XIV secolo costituì il principale collegamento
fra Firenze e Bologna. Sale dall'antico ponte
a schiena d'asino sul fosso di Romiccioli fino al sagrato della
chiesa, la Via della Pieve, di origine
medievale parte integrante dell'antico percorso transappenninico.
Di seguito riportiamo poche
note delle principali opere che sorgono nel borgo, mentre, per
la Pieve, rinviamo ad una specifica pagina. |
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Palazzo
Mengoni-Romei già Salviati |
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Si trova sulla piazzetta centrale del paese. Di
origine medievale, l'edificio fu ristrutturato come lo vediamo
ora, nel sec. XVII, quando era di proprietà dei Marchesi
Salviati di cui rimane lo stemma sulla facciata e il nome ad
un vicoletto adiacente al palazzo. |
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Via
della Pieve |
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In fondo alla tortuosa
discesa che ha inizio dal sagrato della Pieve, si trova un bel
ponte romanico a una luce che attraversa il torrente Cornocchio;
prima del ponte, sulla sinistra, un antichissimo edificio probabilmente
alto medievale, adibito a mulino ad acqua fino a qualche decennio
fa. Oltrepassato il ponte, il grande edificio recentemente restaurato
sulla destra era sede, almeno fino alla seconda metà del
1200, di un Ospedale (nel significato di "osteria, albergo")
per l'assistenza a mercanti , pellegrini e viandanti che di lì
transitavano per recarsi a Bologna attraverso il passo dell'Osteria
Bruciata. |
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Il
mulino della fornace |
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All'ingresso
del paese, a sinistra, si apre la strada per Marcoiano, contrassegnata
da un piccolo tabernacolo. Dopo cento metri, superato il ponticino
sul Cornocchio, un altro tabernacolo dalla foggia originalissima,
definibile per assurdo di stile "barocco rustico",
con l'immagine della Madonna dei Sette Dolori, caratterizza un
trivio. La stradella che sfiorando il tabernacolo scende al torrente
porta al Mulino della Fornace assai ben conservato e funzionante
sin dal XVI secolo, alimentato dalla forza dell' acqua che fa
girare due macine di pietra; visitabile per appuntamento con
il proprietario.
(Sig. Parrini: tel. 055 840 6966) |
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