FAQ SUI CROLLI DELLE TORRI GEMELLE




   La versione ufficiale dei crolli delle Torri Gemelle.


    L'11 settembre 2001, alle 08:46 (ora locale) il volo American Airlines 11 (AA-11), un Boeing 767-200ER, si schianta sulla Torre Nord del World Trade Center (anche denominata WTC-1), dopo un dirottamento di circa mezz'ora.
    Poi, alle ore 09:03, il volo United Airlines 175 (UA-175), un altro Boeing 767-200ER, colpisce la Torre Sud (WTC-2), dopo un dirottamento di circa venti minuti, causando l'enorme palla di fuoco che è forse l'immagine più celebre dell'intera vicenda.
    Alle 09:59, appena 56 minuti dopo essere stata colpita, la Torre Sud improvvisamente crolla, polverizzandosi al suolo e creando una nuvola di cemento finissimo che ricopre buona parte di New York. Questo nonostante fosse stata danneggiata in modo più leggero rispetto alla Torre Nord (come hanno confermato anche i rapporti ufficiali), perché colpita lateralmente.
    Alle 10:28, la Torre Nord subisce la stessa sorte, riducendosi anch'essa a un mucchietto di macerie.

    Secondo i rapporti tecnici redatti dal NIST (il National Institute for Standard and Technology), che costituiscono la spiegazione ufficiale dei crolli sostenuta dal governo e dai media statunitensi, le Torri Gemelle sono crollate perché l'impatto degli aerei ha rimosso la protezione antincendio dalle travi portanti degli edifici, e questo ha reso l'acciaio abbastanza vulnerabile da cedere a causa di incendi di 56 e 102 minuti. Se la protezione antincendio fosse rimasta intatta, le Torri avrebbero probabilmente retto senza problemi sia agli schianti che al fuoco.
    Il modo apparentemente identico a una demolizione controllata in cui sono crollate, così rapido, totale e simmetrico, sarebbe stato una conseguenza spontanea e del tutto casuale dei danni causati dagli aerei e dai successivi incendi. Ufficialmente, nessun esplosivo o sostanza incendiaria è stata usata per favorire o provocare i crolli.

    Vediamo ora quali sono i problemi e le incongruenze di questa spiegazione, che in questi anni hanno spinto centinaia di ingegneri, architetti, fisici e scienziati a definirla "scientificamente impossibile" e a smentirla punto per punto in molte analisi tecniche.
 
 
    FAQ sui crolli delle Torri Gemelle.
  1. Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale dei crolli delle Torri Gemelle?
  2. Esistono testimoni che abbiano raccontato di esplosioni prima o durante i crolli?
  3. Si parla tanto di pozze di acciaio e cemento fuso ritrovate giorni dopo i crolli nelle fondamenta delle Torri. Che prove avete che ci fossero davvero, e in che modo rendono impossibile la versione ufficiale dei crolli?
  4. Come avrebbero potuto degli ipotetici attentatori minare le Torri Gemelle da cima a fondo, se erano sempre piene di persone?
  5. Le Torri avrebbero dovuto crollare o resistere allo schianto degli aerei e ai successivi incendi? Cosa dicono i rapporti ufficiali riguardo alla struttura degli edifici?
  6. Chi ha parlato di "caduta libera" nei crolli delle Torri, e perchè? Che conseguenze ha sulla versione ufficiale dei crolli?
  7. Ho sentito parlare di una sostanza incendiaria chiamata thermite/super-thermite/nano-thermite che avrebbe tagliato la struttura portante delle Torri permettendo il crollo rapido, verticale e preciso che abbiamo visto. Ci sono delle prove a sostegno di questa tesi? Ho sentito dire che era solo vernice.
  8. E' vero che secondo molti piloti professionisti le manovre compiute dagli aerei che hanno colpito le Torri sarebbero state tecnicamente impossibili, e che i presunti terroristi erano incapaci di pilotare quegli aerei?
  9. Davvero l'acciaio delle Torri era stato certificato capace di resistere a oltre 1.000 °C per ore? Che prove avete?
  10. Quali leggi fisiche vengono violate dalla versione ufficiale dei crolli, esattamente, e perché?
  11. Ma anche se fossero state demolizioni controllate, in che modo questo dimostrerebbe che è stato un auto-attentato fatto dal governo americano? Non potrebbero averle minate i terroristi?
  12. Ho visto delle fotografie di travi tranciate di netto nelle fondamenta delle Torri che vengono prese come prove della demolizione controllata, ma non potrebbero averle tagliate gli operai con le fiamme ossidriche durante le operazioni di sgombero?
  13. Ma delle cariche di esplosivo o nano-thermite non sarebbero esplose subito, per via dell'impatto con gli aerei e degli incendi?

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   1) Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale dei crolli delle Torri Gemelle?

    Perché i crolli delle Torri presentano tutte le caratteristiche delle demolizioni controllate e nessuna dei cedimenti spontanei. (Una lista completa di queste caratteristiche e delle prove a riguardo si può trovare qui.)
    Prima di continuare, osserviamo i crolli con i nostri occhi:

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Crollo della Torre Nord (WTC-1)

Crollo della Torre Sud (WTC-2)

    Ecco le caratteristiche più evidenti delle demolizioni controllate che i crolli delle Torri mostrano:
  1. Crolli di gran lunga troppo rapidi per essere gravitazionali.
  2. Polverizzazione totale a mezz'aria delle 90.000 tonnellate di cemento delle Torri e del loro contenuto.
  3. L'incredibile simmetria dei crolli, che inoltre hanno seguito il percorso di maggior resistenza, cosa fisicamente impossibile in un crollo spontaneo.
  4. La violenta espulsione laterale di travi d'acciaio di 20-50 tonnellate fino a 150 metri di distanza, spiegabile solo con l'azione di esplosivi.
  5. L'ordinato e preciso spezzettamento delle travi d'acciaio delle Torri, tipico risultato di una demolizione controllata impossibile da ottenere altrimenti.
  6. La presenza di abbondante acciaio e cemento fuso nelle fondamenta delle Torri, che settimane dopo i crolli erano ancora liquefatti (dato che l'acciaio fonde a 1.538 °C, il cemento oltre i 1.800 °C, e gli incendi nelle Torri ne hanno raggiunti solo 1.000 secondo lo stesso NIST, questa da sola è una prova inequivocabile che nelle Torri hanno agito esplosivi o sostanze incendiarie molto potenti).
    I crolli non mostrano invece alcune caratteristiche che dovrebbero inevitabilmente presentare se fossero stati davvero causati dal cedimento dell'acciaio per via del fuoco: un lento inizio del crollo con deformazioni grandi e visibili e un collasso asimmetrico che segue il percorso di minor resistenza.

    Inoltre, è da ricordare anche che le Torri erano state progettate in modo da poter resistere senza problemi all'impatto di un aereo commerciale della stazza di un 767 che viaggiasse a 965 km/h e col pieno di carburante. E' stato lo stesso progettista delle Torri Frank De Martini ad affermarlo (aggiungendo che a suo parere le Torri avrebbero potuto resistere anche a multipli impatti simili), e il rapporto ufficiale del NIST lo ha confermato.

    Ancora: nelle macerie delle Torri Gemelle sono stati ritrovati molti strani reperti composti da acciaio e cemento fuso che non potrebbero mai essersi formati con un semplice crollo causato da incendi di kerosene, perché hanno richiesto temperature infinitamente superiori a quelle ufficiali (il cemento fonde solo oltre i 1.800 °C).

    E' anche da precisare che i rapporti tecnici ufficiali, contrariamente a quanto si tende a credere, non hanno affatto spiegato passo-passo come sono avvenuti i crolli, ma si sono limitati a dire: "Il calore ha fatto cedere la struttura, e il crollo è seguito", senza spiegare come e perché sarebbe avvenuto con quelle esatte modalità (velocità, simmetria e totalità di gran lunga eccessive). Senza fare ciò che dovrebbero fare dei rapporti tecnici, insomma.
    In sostanza ci hanno solo detto la conclusione e ci hanno chiesto di credergli sulla fiducia, senza dimostrarci che è ciò che è davvero avvenuto e nemmeno che una simile spiegazione è fisicamente possibile. (Dettagli)

    Un elenco delle leggi fisiche che la versione ufficiale vìola, insieme a una breve spiegazione per ognuna di esse, è consultabile qui.

    Analisi rigorosamente tecniche e matematiche che smentiscono la versione ufficiale dei crolli (e che presentano calcoli verificabili da chiunque abbia una calcolatrice), sono consultabili qui, qui, qui, qui, qui e qui.
    Per conoscere l'opinione di affermati esperti di demolizioni controllate riguardo il crollo delle Torri, andate qui e qui.
    Per conoscere i dettagli sul ritrovamento di nano-thermite (una sostanza incendiaria capace di superare temperature di 2.500 °C) nelle macerie del World Trade Center e scoprire perché viene considerata la prova definitiva della demolizione controllata delle Torri Gemelle, andate qui.
    Molto altro materiale riguardo i crolli delle Torri Gemelle e le loro contraddizioni con la versione ufficiale può essere consultato qui.

    Qui sotto, una playlist che raccoglie delle video-interviste ad esperti di vari settori (fisica, chimica, ingegneria, demolizioni) che spiegano dettagliatamente perché la versione ufficiale dei fatti è scientificamente impossibile:




   2) Esistono testimoni che abbiano raccontato di esplosioni prima o durante i crolli?

    Sì, ne esistono moltissimi, nonostante le loro testimonianze continuino a venire ignorate sia dai media che dai rapporti ufficiali. Vediamone alcune.

   Raymond M. Downey (nella foto a destra), il principale esperto americano in demolizioni controllate, affermò, prima che il crollo della Torre Nord lo uccidesse, che il crollo della Torre Sud era stato causato da esplosivi. Come riportato dalla World Trade Center Task Force interview, subito dopo la caduta della Torre Sud delle 9:59 Ray Downey, intervistato dal reverendo John Delendick, cappellano dei pompieri, disse che la Torre non poteva essere che minata, perchè il crollo era stato troppo regolare: «Mi ricordo di aver chiesto a Ray Downey se fosse stato il carburante dell'aereo ad esplodere. Egli disse che a quel punto pensava che ci fossero state delle cariche di esplosivo perchè [il crollo] era stato troppo regolare. Come avevamo appena appreso, [ufficialmente] era stato il carburante dell'aereo che era caduto giù a causare tutto questo. Ma egli disse che era stato troppo regolare

    Il Capitano Karin Deshore, del 46° battaglione dei vigili del fuoco di New York, ha dichiarato: «Da qualche parte verso la metà del World Trade Center vi erano questi lampi arancioni e rossi che uscivano fuori. Inizialmente c'è stato solo un lampo, poi questo lampo ha iniziato a venire fuori scoppiettando tutto attorno all'edificio e l'edificio ha iniziato ad esplodere. Il rumore era scoppiettante, e con ogni scoppio vi era all'inizio un lampo prima arancione e poi rosso che usciva dall'edificio e, per quanto potevo vedere, andava poi tutto attorno all'edificio su entrambi i lati. Questi rumori scoppiettanti e le esplosioni diventavano più grosse, andavano verso l'alto e verso il basso e poi tutto attorno all'edificio. Entrai e dissi a tutti che c'era stata un'esplosione avvenuta lassù nell'altro edificio, e dissi: "Penso avremo un'altra grande esplosione. Non so se qui saremo al sicuro".»

    Il vigile del fuoco Stephen Gregory ha dichiarato: «...ho pensato, mentre guardavo nella direzione del Trade Center prima che venisse giù, prima che il num. 2 venisse giù, di aver visto dei flash nella parte bassa dell'edificio. In una chiacchierata con il luogotenente Evangelista, senza che io gliene avessi parlato, lui mi ha chiesto se avessi visto anch'io quei flash davanti all'edificio ed io fui d'accordo con lui perché pensai – in quel momento non sapevo cosa potesse essere. Intendo che, avrebbe potuto essere un effetto dell'edificio che collassava, cose che esplodono ma vidi un flash flash flash e poi sembrò che l'edificio venisse giù. [...] Hai presente quando demoliscono un edificio, come lo fan esplodere, quando viene giù? Quello è ciò che penso di aver visto. E non gliene ho parlato io, me l'ha chiesto lui [il luogotenente Evangelista]. Mi disse che non sapeva se era pazzo ma voleva soltanto chiedermelo perché ero accanto a lui. Mi chiese: “Non hai visto niente sull'edificio?”. E io risposi: “Cosa intendi per 'niente'?”. E lui: “Non hai visto nessun flash?”. E risposi: “Si, credevo di averli visti solo io”. Lui disse: “No, li ho visti anch'io”.»

    William Rodriguez, all'epoca un operaio addetto alla manutenzione del WTC, ha testimoniato di aver udito una grossa esplosione provenire dai piani sotterranei della Torre Nord subito PRIMA che l'aereo ci si schiantasse, e di aver udito altre esplosioni in seguito: «Alle ore 8:46 abbiamo sentito un bang, un'esplosione che proveniva dai piani al di sotto di quello in cui mi trovavo, tra il B2 e il B3. E’ stata così violenta e l'edificio ha tremato così forte che le pareti si sono crepate e il controsoffitto è crollato. Ho detto subito che poteva essere un generatore elettrico che praticamente era esploso lì nei sotterranei. Alcuni secondi dopo abbiamo sentito un impatto enorme nella parte alta dell'edificio [l'aereo si era schiantato sulla Torre] che ha iniziato subito a tremare così forte che tutte le 40 persone che si trovavano con me in quell'ufficio hanno iniziato a gridare tutte assieme, c'era una confusione e un caos totale. [...] Ad un certo punto ho incontrato alcuni agenti di polizia e stavamo parlando quando abbiamo iniziato a sentire una serie di esplosioni in rapida successione, bum... bum... bum... bum. Al radiotelefono dicevano: «Abbiamo perso il 65, il 65° è crollato, dal 65° fino al 44°... » Tutti quei piani erano crollati.»
    Rodriguez ha anche denunciato l'ingiustificata omissione della sua testimonianza nel Rapporto della Commissione di Indagine sull'11/9 (che è stato trovato straripante di altre omissioni e menzogne), ed è entrato nel Movimento per la Verità sull'11 settembre (www.911truth.org) quando ha capito che in questa faccenda c'era molto di strano da chiarire.

    Molte altre testimonianze si possono vedere e ascoltare direttamente dai testimoni oculari che quel giorno erano in prima linea e hanno visto tutto:


    Se il video soprastante avesse problemi, provate con questo, questo o quest'altro.

    Moltissime altre testimonianze orali di lampi ed esplosioni nelle Torri, prima e dopo gli schianti aerei, si possono leggere in questa pagina.

    Per favore, tenete sempre presente che queste persone non hanno alcun motivo di mentire. Alcune di queste testimonianze sono state addirittura registrate proprio l'11 settembre, a pochi minuti dagli eventi, molto prima che nascessero sospetti di cospirazioni governative e che il mondo si dividesse in "complottisti" e "ufficialisti". Alcune di queste persone sono perfino morte quel giorno. Suggerire che stessero mentendo non ha davvero alcun senso.



   3) Si parla tanto di acciaio e cemento fuso ritrovati giorni dopo i crolli nelle fondamenta delle Torri. Che prove avete che ci fossero davvero, e in che modo rendono impossibile la versione ufficiale dei crolli?

    Per comodità, data la sua lunghezza, questa risposta è stata divisa in due sezioni. La prima riguarda le prove della presenza di acciaio e cemento fuso nelle fondamenta delle Torri Gemelle. La seconda spiega perché tali ritrovamenti smentiscono la versione ufficiale e la rendono scientificamente impossibile.

    1. Le prove della presenza di acciaio e cemento fuso.

    Le prove della presenza di acciaio e cemento fuso nelle macerie del World Trade Center sono moltissime e schiaccianti.
    Cominciamo con un filmato che riunisce varie testimonianze oculari da parte dei vigili del fuoco e dei soccorritori (se non si vede provate qui):



    Vediamo ora delle fotografie scattate tra le macerie del WTC che dimostrano la presenza di acciaio fuso.

       

    Si può notare che la superficie visibile del metallo è ancora rosso-arancio o addirittura giallo-arancio molti giorni dopo l’11 settembre (vedasi la data nell'ultima foto: 27/09/01). Come si può verificare facilmente, una simile colorazione indica temperature dai 700 ai 1.200 gradi Celsius.

    Metallo fuso di colore simile è stato osservato colare dalla Torre Sud prima del crollo.

    Esaminiamo ora altre testimonianze oculari, stavolta provenienti anche da esperti del settore.

  • Il dr. Keith Eaton ha ispezionato Ground Zero e ha dedotto su The Structural Engineer: “Ci hanno fatto vedere molte diapositive interessanti” ha continuato [Eaton], “spaziando dal metallo fuso che era ancora rovente settimane dopo l’evento alle lastre d’acciaio da 4 pollici tranciate e piegate nel disastro” (Structural Engineer, September 3, 2002, p. 6).
  • L’osservazione sul metallo fuso a Ground Zero fu pubblicamente sottolineata da Leslie Robertson, l’ingegnere strutturale responsabile della progettazione delle Torri del World Trade Center, che disse che “Qualcosa come 21 giorni dopo l’attacco, gli incendi ardevano ancora e scorreva ancora acciaio fuso (Williams, 2001, p. 3). Poi Robertson si è rimangiato questa dichiarazione (insieme ad altre sulla resistenza delle Torri) per poter supportare la versione ufficiale, ma quello che ha detto rimane nero su bianco e inequivocabile.
  • Il paramedico Lee Turner ha riferito di aver visto "lucente metallo fuso colare da una trave" (quindi si trattava di acciaio, visto che le travi degli edifici sono fatte solo di quello). (fonte)
  • Sarah Atlas faceva parte della New Jersey’s Task Force One Urban Search and Rescue ed è stata tra i primi sul campo a Ground Zero col suo collaboratore canino Anna. Ha detto a Penn Arts and Sciences nell’estate 2002: “Nessuno è sopravvissuto. Gli incendi continuavano e acciaio fuso colava nel cumulo di macerie che ancora si trovava sotto i suoi piedi” (Penn, 2002).
  • Ron Burger, un consigliere per la salute pubblica arrivato a Ground Zero il 12 settembre, ha detto che "la scena per via del calore e dell'acciaio fuso mi ricordava un vulcano". (fonte)
  • Allison Geyh faceva parte di un gruppo di ricercatori della salute pubblica della Johns Hopkins che visitò il luogo del WTC dopo l’11 settembre. Nel numero di fine autunno 2001 della rivista della Johns Hopkins Public Health scrisse: “In alcune cavità che si stanno scoprendo ora si sta trovando acciaio fuso”.
  • Ken Holden, che si è occupato delle demolizioni dei restanti edifici del World Trade Center e della rimozione dei detriti, ha detto alla Commissione sull'11/9: "Sottoterra era ancora così caldo che metallo fuso colava sui lati delle pareti del WTC-6". (fonte)
  • William Langewiesche, l'unico giornalista ad avere accesso illimitato a Ground Zero durante le operazioni di sgombero, ha detto: "I primi giorni, i ruscelli di metallo fuso che colavano dai punti più caldi scorrevano tra le pareti in frantumi delle fondamenta." (fonte)
  • Un membro del 109esimo Battaglione Aereo della Guardia Nazionale di New York, arrivato a Ground Zero il 22 settembre, ha riferito: "Un pompiere ci ha detto che c'era ancora acciaio fuso al centro delle macerie delle Torri. I pompieri hanno spruzzato acqua per raffreddare i detriti, ma il calore è rimasto tanto intenso da fondere i loro stivali." (fonte)
  • In un articolo del New York Post del 3 marzo 2004, viene ricordato che i pompieri a Ground Zero hanno parlato di "calore così intenso che videro fiumi di acciaio fuso".
  • Ancora cinque mesi dopo i crolli, il vigile del fuoco Joe O'Toole vide una trave che "grondava acciaio fuso" venire estratta dalle profondità di Ground Zero. (fonte)
  • I testimoni dell'acciaio fuso includono anche il professor Abolhassan Astaneh-Asl dell'Università di Berkeley, che fu il primo scienziato ad esaminare l'acciaio a Ground Zero. Il professor Astaneh-Asl si riferì all'acciaio del WTC che esaminò come "fuso, in un certo senso" ("kind of melted"). (fonte)
    Anni dopo, interrogato nuovamente sulla sua esperienza, ha precisato: "Ho visto delle travi fuse al World Trade Center" ("I saw melting of girders in World Trade Center"). (fonte)
    (Molte altre testimonianze che parlano di acciaio fuso nelle fondamenta del WTC sono consultabili in questa pagina)

    Anche la presenza di alcuni strani reperti ritrovati nelle macerie del WTC dimostra che nelle Torri Gemelle e nel WTC-7 deve aver agito una sostanza incendiaria o esplosiva molto più potente del semplice kerosene, in grado di fondere sia acciaio che cemento, e quindi di raggiungere almeno i 1.800 °C (maggiori dettagli e altri misteriosi reperti sono visibili qui):

   

    Alcune foto termiche della zona dopo 5 giorni dal crollo (fonte). L'ultima immagine serve a capire dove si trovavano le Torri e il WTC-7:

       

    Come si può vedere, solo le fondamenta delle Torri Gemelle e del WTC-7 erano ancora incandescenti.
    Qui sotto, una tabella (tratta dalla stessa fonte delle fotografie) che mostra le reali temperature delle zone rosse e arancioni (contrassegnate nella foto a sinistra con le lettere dalla A alla H):

ZONA ROSSA O ARANCIONE TEMPERATURA
A (WTC-7) 1000° Kelvin 726° Celsius
B (WTC-7) 830° Kelvin 556° Celsius
C (WTC-1) 900° Kelvin 626° Celsius
D (WTC-1) 790° Kelvin 516° Celsius
E (WTC-1) 710° Kelvin 436° Celsius
F (WTC-2) 700° Kelvin 426° Celsius
G (WTC-2) 1020° Kelvin 746° Celsius
H (WTC-2) 820° Kelvin 546° Celsius

    Come si vede, dopo cinque giorni dal crollo c'erano ancora zone roventi a oltre 740° Celsius. Ovvero, vicino alla temperatura massima che avrebbe raggiunto il kerosene incendiato nelle Torri (1.000 °C, secondo lo stesso NIST), e che ufficialmente avrebbe mantenuto solo per pochi minuti e in pochi punti localizzati.
    Come ha potuto un incendio di kerosene e mobili da ufficio mantenere un calore simile per 5 giorni di fila?
    E perchè questo non è accaduto anche in tutti gli altri edifici lì intorno che hanno subìto incendi simili (il WTC-5, per esempio, subì incendi incontrollati che durarono diverse ore, eppure le foto termiche non mostrano alcun calore nella sua zona)? Perché solo nelle Torri e nel WTC-7, guarda caso gli unici tre edifici ad essere crollati completamente al suolo l'11 settembre con modalità identiche a una demolizione controllata (gli altri edifici del WTC infatti hanno resistito, anche con danni molto peggiori, e sono dovuti essere abbattuti in seguito con esplosivi)?
    Quale strano fenomeno fisico è accaduto in questi edifici per produrre un risultato tanto anomalo?
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    2. Perché il ritrovamento di acciaio e cemento fuso nelle fondamenta delle Torri Gemelle rende scientificamente impossibile la versione ufficiale?

    Il ritrovamento di acciaio e cemento fuso nelle macerie del WTC smentisce la versione ufficiale dei crolli e la rende scientificamente impossibile per un motivo molto semplice: un incendio di kerosene e materiale da ufficio raggiunge al massimo i 1.100 °C, e questo solo grazie al flashover, un fenomeno che riscalda l'aria soprastante l'incendio ma che dura solo pochi minuti e non intacca in alcun modo la struttura portante dell'edificio.
    Senza contare che, secondo lo stesso NIST, la temperatura massima raggiunta negli incendi delle Torri è stata di soli 1.000 °C, e solo per pochi minuti e in pochi punti ben precisi. Per il resto si sono avute temperature di circa 250 °C (fonte:
Rapporto NCSTAR 1-3, sezione 6.6.1, p. 94):

Normal building fires and hydrocarbon (e.g., jet fuel) fires generate temperatures up to about 1,100 degrees Celsius (2,000 degrees Fahrenheit). NIST reported maximum upper layer air temperatures of about 1,000 degrees Celsius (1,800 degrees Fahrenheit) in the WTC towers (for example, see NCSTAR 1, Figure 6-36). [fonte]

TRADUZIONE:
Normali incendi di edifici e idrocarburi (come per esempio il carburante aereo) possono generare temperature fino a 1.100 °C. Il NIST ha riportato una temperatura massima dello strato superiore dell'aria pari a circa 1.000 gradi Celsius nelle Torri del WTC (per esempi, vedere il rapporto NCSTAR 1, figura 6-36).

    Il fatto che si sia ritrovato dell'acciaio (che fonde a 1.538 °C) e addirittura del cemento (che fonde oltre i 1.800 °C) fuso nelle macerie delle Torri e del WTC-7, è la prova inequivocabile che in questi tre edifici deve aver agito qualcosa di ben più pericoloso del kerosene, altrimenti non si sarebbe mai potuto raggiungere un calore sufficiente a fondere questi materiali.
    Ma, secondo la versione ufficiale, non c'era nulla di simile nel WTC. I crolli sarebbero avvenuti grazie al calore degli incendi e alla sola forza di gravità, senza venire aiutati o provocati da nessun esplosivo o sostanza incendiaria. Questa è la posizione che i media e il governo continuano a mantenere, perfino ora che sono state ritrovate tracce di nano-thermite ancora attiva nelle macerie del WTC (la nano-thermite è una sostanza incendiaria di produzione militare molto avanzata - richiede nano-tecnologia per essere prodotta - che può raggiungere i 2.500 °C - dettagli).

    Una sostanza capace di fondere acciaio e cemento non si trova comunemente in un edificio, e non può generarsi spontaneamente. L'unica spiegazione per la sua presenza nelle Torri e nel WTC-7 è che qualcuno ce l'abbia portata intenzionalmente. E il solo motivo per cui qualcuno avrebbe dovuto portare una potente sostanza incendiaria o esplosiva nelle Torri e nel WTC-7, sarebbe stato per danneggiarli o distruggerli (che altri utilizzi potrebbe avere una sostanza simile?).
    Ora, a meno che non si voglia credere che i crolli siano stati simili in tutto e per tutto a demolizioni controllate (come abbiamo visto) solo per un'assurda coincidenza (tre in un giorno solo, contando anche il WTC-7), l'unica spiegazione logica è che questa potente sostanza incendiaria o esplosiva sia stata utilizzata proprio per demolire questi edifici.

    Il punto è che dei terroristi islamici non avrebbero avuto né i mezzi né i motivi per demolire in modo controllato le Torri Gemelle e il WTC-7.
    Infatti, anche ammettendo che fossero riusciti in qualche modo ad introdurre in questi edifici grandi quantità di esplosivi per essere sicuri di danneggiarli anche in caso il dirottamento degli aerei fosse fallito, farli crollare lateralmente, addosso ai palazzi circostanti, avrebbe causato molti più danni e sarebbe stato infinitamente più semplice.
    Per attuare una demolizione controllata occorrono settimane di preparativi anche alle compagnie di demolizioni più esperte. Come avrebbero potuto farlo dei terroristi, e perché avrebbero dovuto prendersi la briga di fare tutti i calcoli e le preparazioni indispensabili per ottenere crolli così precisi, rapidi e simmetrici, che inoltre hanno ridotto i danni al minimo (certo, sono stati comunque danni enormi e spaventosi da osservare, ma avrebbero potuto essere molto peggiori se i crolli non fossero stati così precisi)?
    Non avrebbe avuto davvero alcun senso per dei terroristi attuare delle demolizioni controllate, e si fatica a capire come avrebbero potuto fare, anche volendo, vista la difficoltà dell'impresa.

    Una volta appurato che l'11 settembre 2001 al WTC si sono verificate delle demolizioni controllate, e che probabilmente per realizzarle è stata usata una sostanza così avanzata come la nano-thermite, l'unico possibile colpevole (che aveva tutte le risorse, l'occasione e i moventi per farlo, e che infatti ci ha guadagnato molto) è il complesso militare-industriale statunitense, dominato dagli stessi individui (Dick Cheney, l'intera famiglia Bush, Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz, ecc.) che all'epoca erano anche (guarda caso) a capo del governo, e quindi dell'esercito, visto che negli Stati Uniti il Presidente è il comandante supremo di entrambi.

    Insomma, riassumendo: una volta appurato che c'erano dell'acciaio e del cemento fuso nelle fondamenta del WTC, la demolizione controllata delle Torri e del WTC-7 viene dimostrata, in quanto unica spiegazione possibile per la presenza nel WTC di sostanze abbastanza potenti da fondere questi materiali, nonché per dei crolli così identici a delle demolizioni.
    E una volta accertato che ci sono state delle demolizioni controllate, rimane un unico possibile colpevole che avrebbe avuto sia i mezzi, che i moventi, che l'occasione per fare una cosa simile: i vertici del complesso militare-industriale-governativo statunitense (ossia una manciata di individui che negli Stati Uniti sono a capo praticamente di tutto).

    Quindi acciaio e cemento fuso = demolizione = auto-attentato.

    Forse è questo il motivo per cui i rapporti ufficiali (redatti da enti governativi come il NIST e la FEMA) continuano a negare che siano stati ritrovati acciaio o cemento fuso nelle macerie del WTC, nonostante tutte le prove schiaccianti del contrario?
    (Per la precisione, la FEMA ha ammesso l'esistenza di acciaio fuso e l'ha perfino studiato, per poi pubblicare i risultati nell'Appendice C del suo rapporto, ma, inspiegabilmente, non lo ha affatto considerato una prova o anche solo un indizio a favore della demolizione controllata, e ha in seguito evitato di occuparsene oltre. Questo nonostante avesse scritto che erano necessarie nuove indagini per capire quali strani fenomeni erano avvenuti nelle Torri e perché.)



   4) Come avrebbero potuto degli ipotetici attentatori minare le Torri Gemelle da cima a fondo, se erano sempre piene di persone?

    In realtà di occasioni per minare le Torri Gemelle da cima a fondo senza farsi notare dagli occupanti ne sono esistite in abbondanza.

    Innanzitutto precisiamo che, considerando la struttura delle Torri, per guadagnare l'accesso alle colonne portanti del "core" interno e poterle minare sarebbe bastato passare dai pozzi degli ascensori, il che sembra l'alternativa più facile, veloce ed efficace.
    Me lo ha confermato l'ingegner Giuseppe Schiazza, di cui avevo chiesto il parere e che in una e-mail mi ha spiegato: "In Italia, così come negli altri Paesi UE, gli ascensori, una volta installati, vanno affidati a ditte di manutenzione, collaudati e poi, nel tempo, "verificati" con cadenza biennale. Sul tetto della cabina di ogni ascensore moderno, ovunque nel mondo, c'è un comando "a uomo presente" (i tasti cioè vanno tenuti premuti) che consente agli uomini della manutenzione di muoversi su e giù, lungo il "vano di corsa" dell'ascensore. Uno dei test eseguito nel corso delle verifiche (ma anche dei collaudi) consiste nel portarsi sul tetto della cabina, far andare l'ascensore (in salita o discesa, ma a velocità ridotta) e aprire le porte di piano. Se tutto è correttamente progettato e realizzato, l'apertura della singola porta "apre" (cioè interrompe) il circuito elettrico e arresta la corsa dell'ascensore. Inoltre, in ciascun edificio, la linea elettrica alimentante l'impianto ascensore è separata dalle altre linee dell'edificio. Un edificio quindi può restare al buio, ma gli ascensori continuano a funzionare regolarmente. Negli USA, per minare tutto l'edificio hanno probabilmente usato gli ascensori, messi in modalità 'fuori servizio'. Sul tetto della cabina potevano portare i vari componenti della nano-thermite (o di qualunque altra sostanza) e poi "preparare" i vari pilastri per meglio condurre il crollo della Torre. Inoltre gli ascensori "fuori servizio" non davano adito ad alcun sospetto, perché spesso gli ascensori vanno in tilt."
    C'è da aggiungere che le colonne centrali delle Torri non erano visibili dagli uffici, quindi nessuno avrebbe potuto accorgersi di un'eventuale manomissione.

   
Una notizia molto importante a sostegno di questa tesi è che la società "ACE Elevator" eseguì un ammodernamento degli ascensori di entrambe le Torri Gemelle che finì qualche mese prima l'11 settembre 2001 (durò circa nove mesi). Fu uno fra i più grandi lavori di ammodernamento ascensori della storia.
    Quindi hanno avuto ben nove mesi di tempo per minare le Torri, e hanno finito proprio poco prima degli attentati.
    E' poi da segnalare che questo ammodernamento avvenne sotto la supervisione della SecuriCom, azienda di proprietà di Marvin Bush, fratello dell'ex-presidente George W. Bush. Altro dettaglio: la famiglia Bush era legata alla compagnia responsabile della sicurezza del WTC.

    Se a questo aggiungiamo poi che, come si sa da anni grazie alla testimonianza di Scott Forbes, un ex impiegato del WTC (recentemente confermata da Gary Corbett, un altro testimone), immediatamente prima dell'11 settembre 2001 si verificarono delle interruzioni di corrente e degli sgombri delle Torri Gemelle dal 50° piano in su per fare dei non meglio precisati "lavori", che le telecamere di sicurezza durante questi lavori furono spente, che dei testimoni raccontano un continuo via vai di persone con divise da tecnici (ma, come sappiamo, l'abito non fa il monaco) dentro e fuori le Torri, e che i cani fiuta-esplosivo vennero mandati via più o meno in quel periodo senza un motivo valido (fonte) (fonte), allora è davvero molto difficile non unire i puntini e non accorgersi che c'è qualcosa di molto strano, in questa situazione.

    Se poi consideriamo con che facilità è possibile per chiunque trasportare degli esplosivi, persino dentro edifici governativi, senza venire fermati dai controlli anti-esplosivo, come dimostrato da questa recente indagine, allora si capisce quanto poco sia complicato piazzare degli esplosivi in un palazzo, volendo. E questa prova è stata fatta da gente priva dell'appoggio del governo e dopo l'11 settembre, con tutte le misure di sicurezza molto più severe che abbiamo oggi. Figuratevi quanto sarebbe stato difficile piazzare degli esplosivi per gente sostenuta dal governo e prima dell'11 settembre, quando le misure di sicurezza erano molto meno rigide di ora.

    Infine, c'è da ricordare che non tutti i piani delle Torri erano utilizzati, alcuni erano deserti, e che non è affatto detto che sarebbe stato necessario minare ogni singolo piano per effettuare una demolizione controllata.

    L'ipotesi più plausibile, a questo punto, è che le Torri siano state minate durante i nove mesi di ammodernamento degli ascensori e poi, appena due giorni prima degli attentati, usando quelle interruzioni di corrente siano stati sistemati negli edifici i dispositivi per teleguidare gli aerei da remoto esattamente nei punti desiderati (e con una precisione e delle manovre tecnicamente impossibili, con un pilota umano, non dimentichiamoci questo dettaglio).
    Non è detto che questo sia esattamente ciò che è successo, ma quello che è sicuro è che la possibilità di minare le Torri Gemelle è esistita.
    (Minare il WTC-7 sarebbe stato ancora più semplice, dato che ospitava uffici della CIA e dei Servizi Segreti statunitensi: era proprio "casa" dei sospetti di questa operazione.)



   5) Le Torri avrebbero dovuto crollare o resistere allo schianto degli aerei e ai successivi incendi? Cosa dicono i rapporti ufficiali riguardo alla struttura degli edifici? E davvero l'acciaio delle Torri era stato certificato capace di resistere a oltre 1.000 °C per ore? Che prove avete?

    Data la sua lunghezza, questa risposta è stata divisa in due sezioni. La prima contiene le prove documentate che le Torri avrebbero dovuto resistere agli schianti degli aerei; la seconda le prove che avrebbero dovuto resistere senza problemi anche ai successivi incendi.

    1. LA RESISTENZA AGLI SCHIANTI DEGLI AEREI.

    Cominciamo ascoltando il parere del manager del progetto delle Torri Gemelle, Frank De Martini (scarica il video se non si vede qui sotto):


.
    Quindi, secondo De Martini, la struttura delle Torri Gemelle (simile a un'enorme zanzariera) era talmente elastica e resistente da poter assorbire senza problema addirittura multipli impatti di grandi aerei commerciali senza crollare.
    De Martini, che lavorava nella Torre Nord, era così sicuro della resistenza delle Torri che l'11 settembre, anziché mettersi in salvo dopo lo schianto, rimase indietro e salvò almeno 50 persone, per poi rimanere ucciso dal crollo improvviso della Torre Sud. (fonte) (fonte)

    Questa testimonianza viene corroborata dallo stesso rapporto ufficiale del NIST. A pagina 306, punto 3, infatti, leggiamo:

 

    Come si può leggere, le Torri erano state costruite in modo da resistere all'impatto di un grande aereo commerciale che viaggiasse a 965 km/h.
    Questo smentisce tutti i sostenitori della versione ufficiale (come Leslie Robertson, in questa audio-intervista) che hanno obiettato che in realtà le Torri fossero state progettate per resistere solo allo schianto con un aereo che viaggiasse a bassa velocità e che sbagliasse ad atterrare o si fosse perso nella nebbia, e che quindi gli schianti ad alta velocità dell'11 settembre le abbiano danneggiate molto più del previsto.
    Per inciso, il volo AA-11 si è schiantato sulla Torre Nord a 756 km/h, e il volo UA-175 a 949 km/h (fonte). Quindi a velocità inferiori a quella prevista nell'analisi di sicurezza.

    Al punto 5 di quella stessa pagina, poi, viene detto che le Torri erano state costruite in modo da essere ben sedici volte più resistenti di un edificio normale.

    Inoltre, le Torri erano progettate per resistere a un aereo che le avesse colpite a qualunque altezza (Glanz, Lipton, City in the Sky, p. 227).
    Se quindi dovevano poter reggere ad un aereo che ipoteticamente le avesse sventrate alla base, diventa ancora più difficile credere che siano crollate per il peso molto più limitato che si sono trovate a sopportare dopo essere state colpite all'82° e addirittura al 94° piano.

    Se diamo un'occhiata alle caratteristiche dei Boeing 707 e dei DC-8, ci accorgiamo che le differenze tra essi e i Boeing 767 che hanno colpito le Torri Gemelle sono davvero minime:



Immagine tratta dal rapporto della FEMA.

    E ricordiamo che i Boeing 767 che hanno colpito le Torri non erano affatto a pieno carico, dato che avevano molti meno passeggeri del solito (AA-11 aveva 92 persone a bordo e UA-175 solo 65, quando i Boeing 767-200ER possono trasportare fino a 245 passeggeri - il che è una delle tantissime stranezze di quel giorno) e che i due aerei avevano già consumato una parte del carburante volando per circa tre quarti d'ora.

    Ma dato che affidarsi alle impressioni può portare a conclusioni errate, vediamo un'analisi fisica dell'energia sprigionata da entrambi gli impatti aerei (tratta da 11settembrenews):

    Il volo American Airlines 11 volò a una velocità di 470 mph (210 m/s) nella Torre Nord. (fonte)
    Ha impattato la Torre Nord trasportando 8.684 galloni (57.922 litri) di carburante, ossia circa il 36% della sua capacità. (fonte)
    Il suo "peso netto" era di 177.079 libbre più 57.922 litri di carburante, per un peso complessivo minimo di 235.001 libbre (106.594 kg). (fonte)
    Il calcolo a questo punto è semplice: [106.594 kg * (210 m/s * 210 m/s)] : 2 = 2.350.397.700 Joules.
    Quindi lo schianto di AA-11 ha sprigionato un'energia di circa 2.350 MJ (Megajoules).

    Il volo United Airlines 175 invece volò a una velocità di 590 mph (263 m/s) nella Torre Sud. (fonte)
    Ha impattato la Torre Sud trasportando 7.415 galloni (49.458 litri) di carburante, ossia circa il 31% della sua capacità. (fonte)
    Il suo peso netto era di 179.080 libbre più 49.458 litri di carburante, per un peso complessivo minimo di 228.538 libbre (103.663 kg).
    Il calcolo da fare è: [103.663 kg * (263 m/s * 263 m/s)] : 2 = 3.585.133.025 Joules.
    Quindi lo schianto di UA-175 ha sprigionato un'energia pari a circa 3.585 MJ.

    Ora, come abbiamo visto più sopra, le Torri Gemelle erano state progettate in modo da poter assorbire l'impatto di un Boeing 707 DC-8. (707-320B), il più grande aereo passeggeri dell'epoca, che viaggiasse a 600 mph (965 Km/h, ossia 268 m/s circa).
    La capacità di combustibile di un 707 è di 23.820 galloni (90.160 litri), pari a 71.226 kg, e il suo peso netto è di 146,400 libbre (66,406 kg) (fonte). Il peso totale di un Boeing 707 DC-8 è quindi di circa 137.632 kg.
    Il calcolo da fare è: [137.632 kg * (268m/s * 268 m/s)] : 2 = 4.942.640.384 Joules.
    Per cui, lo schianto di un Boeing 707 DC-8 a 600 mph avrebbe sprigionato circa 4.942 MJ di energia.

    Quindi le Torri Gemelle erano state progettate per sopportare senza problemi un'energia di impatto superiore del 37% rispetto a quella dello schianto del volo UA-175 e superiore del 109% rispetto a quella sprigionata dallo schianto del volo AA-11 (nonché, come vedremo in seguito, gli incendi che uno schianto simile avrebbe sicuramente causato).

    Un'altra testimonianza della straordinaria resistenza delle Torri Gemelle viene dal libro City in the Sky, dove si legge, a pagina 133:

    "Tutte le colonne su un lato della Torre potrebbero venire tagliate, inclusi i due angoli e anche qualche altra colonna nei lati adiacenti, e l'edificio sarebbe comunque abbastanza resistente da poter sopportare venti di 100 miglia all'ora (160 km/h). [...] Ogni colonna potrebbe sopportare un peso pari al 2.000% di quello previsto, prima di cedere."

City in the Sky, p. 133.

    Come riportato in questo articolo dell'American Free Press, Hyman Brown, professore di ingegneria civile all'Università del Colorado e manager della costruzione del WTC, osservò confuso le Torri crollare, dicendo:

    "Erano state progettate con margini di sicurezza più alti del necessario ("over-designed") per resistere praticamente a tutto, inclusi uragani, bombardamenti e schianti aerei."

Hyman Brown,
professore di ingegneria civile all'Università del Colorado,
manager della costruzione del WTC.


    2. LA RESISTENZA AGLI INCENDI SUCCESSIVI AGLI SCHIANTI.

    Anche John Skilling, ingegnere strutturale capo del World Trade Center, ha ribadito l'estrema resistenza delle Torri Gemelle affermando, in un'intervista del 1993, che in caso di impatto con un Boeing 707 o un DC-8:

 "...il problema maggiore sarebbe che tutto il carburante finirebbe nell'edificio. Ci sarebbero incendi orribili. Molte persone finirebbero uccise. Ma la struttura dell'edificio rimarrebbe in piedi."

John Skilling,
ingegnere strutturale capo del World Trade Center. (fonte) (cache)
.
    L'analisi sulla sicurezza delle Torri effettuata da Skilling era così accurata che solo i calcoli preliminari occupavano 1.200 pagine.

    Inoltre, l'acciaio di cui era composta la struttura portante delle Torri era stato certificato in grado di resistere a temperature di 1.100 °C per svariate ore dagli Underwriters Laboratories (UL). (fonte) (fonte)

    Kevin Ryan, all'epoca manager degli UL, dopo aver sentito che secondo il NIST gli incendi avevano causato il cedimento dell'acciaio delle Torri, e quindi la morte di circa 3.000 persone, scrisse questa lettera (leggibile anche qui o qui) a Frank Gayle del NIST (e subito dopo venne licenziato per averlo fatto).
    Ecco gli estratti più significativi della lettera:

    La società per cui lavoro ha certificato i componenti in acciaio usato per la costruzione del World Trade Center. [...] una cosa su cui siamo sempre stati d'accordo è che i componenti usati soddisfacessero i requisiti richiesti. La mia società ha effettuato dei test di laboratorio, che hanno confermato che gli edifici avrebbero dovuto sopportare facilmente lo stress termico causato dalle varie sacche di carburante che bruciava.
[...]
    Sappiamo che i componenti avevano avuto la certificazione ASTM E119, per la quale si richiede che i componenti vengano esposti ad una temperatura di 1100° C per svariate ore. E siamo tutti d'accordo sul fatto che l'acciaio utilizzato soddisfacesse questi requisiti.
[...]
    Le vostre stesse osservazioni [nel Rapporto NCSTAR 1-3, sezione 6.6.1, p. 94] suggeriscono che l'acciaio sia stato esposto a temperature massime di 250° C, che è quello che ci si potrebbe aspettare da un'analisi termodinamica della situazione. Per ammorbidire l'acciaio quando lo si forgia si debbono raggiungere temperature di almeno 1100° C.
[...]
    I vostri stessi riscontri stabiliscono chiaramente che la maggior parte delle colonne perimetrali, 157 su 160, non sia mai stata esposta ad un calore superiore ai 250° C.
[...]
    Se l'acciaio di quegli edifici si è fuso o si è ammorbidito, sono certo che concorderemo tutti che non possa essere stato dovuto all'incendio di carburante da aereo, e tanto meno da quei brevi incendi sviluppatisi in quegli edifici.
[...]
    Altrimenti, sostenere che quell'acciaio si sia ammorbidito con temperature di 250° C suggerisce che la maggior parte delle vittime di quel giorno sarebbe stata dovuta ad una carenza di misure di sicurezza, la qual cosa dovrebbe causare enormi preoccupazioni alla mia società.
[...]
    Per favore, fate tutto il possibile per eliminare in fretta questo malinteso sul fatto che il carburante di aereo sia in grado di ammorbidire o di fondere l'acciaio.

Kevin R. Ryan,
(all'epoca) manager degli Underwriters Laboratories.

    Ryan sostiene quindi (giustamente) che se le Torri sono davvero crollate a causa del fuoco, allora chi ne aveva inizialmente certificato la resistenza, ben oltre i limiti delle condizioni di quel giorno (circa 250 °C effettivi per rispettivamente 56 e 102 minuti, contro 1.100 °C per svariate ore del collaudo) sarebbe direttamente responsabile per la morte di tutti coloro che erano sopravvissuti all'impatto iniziale.
    Invece, nessuno ha mai aperto bocca in quel senso. Gli Underwriters Laboratories non sono mai stati citati, denunciati o accusati di nulla.

    Alcuni sostenitori della versione ufficiale (e il NIST stesso) hanno obiettato che in realtà gli Underwriters Laboratories non avessero affatto certificato l'acciaio del WTC, che Kevin Ryan sia un bugiardo matricolato e che addirittura in America l'acciaio degli edifici non venga proprio certificato contro il fuoco (!).

    A smentire queste obiezioni basta il sito stesso degli Underwriters Laboratories, in cui si vantano apertamente di essere l'azienda leader del Nord America per quanto riguarda la ricerca, la certificazione e la verifica della resistenza degli edifici al fuoco:

    "UL is the North American leader in fire safety testing, certification and research."
[...]
    "UL services span the spectrum of safety needs for the built environment."

Dal sito degli Underwriters Laboratories.
.
    In questo articolo del New York Times, J. Thomas Chapin, il manager della sezione degli Underwriters Laboratories che certifica la resistenza degli edifici al fuoco, si vanta perfino del fatto che l'acciaio delle Torri, testato dagli UL, abbia resistito agli incendi per abbastanza tempo da permettere a migliaia di persone di fuggire e salvarsi:

    "The World Trade Center stood for almost an hour after withstanding conditions well beyond those experienced in any typical fire. In that time, thousands of people escaped with their lives. ASTM E-119 and UL's testing procedures helped make that possible."

J. Thomas Chapin,
General Mgr., Fire Protection Div., Underwriters Laboratories.
.
    Anche quest'altro articolo del New York Times cita i test di resistenza al fuoco (fino a 1.093 °C) effettuati dagli UL sull'acciaio del World Trade Center, e il rapporto ufficiale della FEMA conferma il tutto nell'Appendice A (a pagina 7), aggiungendo che i test per la resistenza al fuoco eseguiti dalla Fire Resistance Directory (Sezione Resistenza al Fuoco) degli UL sono addirittura il principale riferimento per architetti e ingegneri che debbano progettare edifici che soddisfino i requisiti di resistenza al fuoco (sottolineatura aggiunta da me):


    Inoltre la tabella A-6, a pagina 12 dell'Appendice A, conferma che a 250 °C l'acciaio avrebbe ancora avuto circa l'85% della sua normale resistenza (le linee e le scritte rosse le ho aggiunte io per comodità di lettura):


    Insomma, come emerge chiaramente da varie fonti ufficiali, in teoria le Torri Gemelle avrebbero dovuto resistere tranquillamente sia allo schianto degli aerei che le hanno colpite, sia ai successivi incendi. Erano state progettate per sopportare multipli impatti di grandi aerei commerciali a velocità persino più elevate di quelle a cui viaggiavano gli aerei dell'11 settembre. Potevano affrontare uragani, bombardamenti, incendi e terremoti, erano state costruite ben sedici volte più resistenti del necessario e in modo da restare in piedi anche avendo tutte le colonne di sostegno di un lato tranciate, e il loro acciaio era in grado di resistere a temperature altissime per varie ore consecutive.
    Eppure, crollarono dopo un singolo schianto aereo e dopo incendi di appena 56 e 102 minuti l'una.

    E anche se davvero la protezione antincendio sulle travi colpite dagli aerei venne rimossa dall'impatto (affermazione peraltro impossibile da verificare), in ogni caso le colonne restanti avrebbero dovuto resistere senza alcun problema, vista la resistenza molto più alta del necessario con cui le Torri erano state costruite e considerando che il 73% delle colonne nella Torre Nord e ben l'80% nella Torre Sud erano ancora intatte.



    Inoltre, l'affermazione secondo cui l'acciaio privo di protezioni antincendio sarebbe stato tanto vulnerabile da cedere dopo incendi così brevi e modesti è tutt'altro che dimostrata.

    Anzi, un esperimento per controllare la resistenza al calore di edifici in acciaio non protetto contro il fuoco condotto dalla Corus Construction, ha rivelato che anche temperature di 360 °C (quindi superiori a quelle di 250 °C delle Torri) mantenute per diverse ore, non sono sufficienti a provocare un cedimento dell'acciaio, anche in assenza di protezioni antincendio. (fonte) (cache) E quella struttura (un parcheggio di 8 piani) era costruita in modo molto meno resistente delle Torri, con il peso distribuito su molte meno travi di supporto.
    In quell'incendio, inoltre, nonostante fosse molto più esteso e duraturo di quelli nelle Torri, dato che è stato alimentato intenzionalmente per ore, non è stato possibile in alcun modo superare i 360 °C. Si sono sforzati di raggiungere la temperatura più alta possibile, per assicurarsi che l'acciaio non protetto resistesse a ogni tipo di incendio che potesse verificarsi, per quanto violento, ma oltre i 360 °C non c'è stato verso di andare.
    Quindi sostenere che l'acciaio delle Torri avrebbe raggiunto temperature di 800-1.000 °C, come fanno molti sostenitori della versione ufficiale, è a dir poco inverosimile (e non dimostrato). Inoltre, è da tenere sempre presente che se anche ciò fosse avvenuto davvero, in ogni caso non spiegherebbe comunque i crolli identici a demolizioni controllate che sono avvenuti. Se anche l'acciaio si fosse ammorbidito tanto da cedere, infatti, i crolli avrebbero dovuto logicamente essere irregolari e parziali.

    Insomma, crolli causati dal fuoco così rapidi, simmetrici e totali come quelli avvenuti l'11 settembre semplicemente non sono compatibili con la struttura delle Torri (né con la fisica).

    Le possibili spiegazioni sono solo due: o gli ingegneri e i progettisti delle Torri Gemelle (e chi ha verificato la resistenza al fuoco dei loro componenti) erano degli incompetenti, oppure esiste una spiegazione alternativa per i crolli.

    "Non penso che neanche un'auto-bomba con 90 kg di esplosivo potrebbe danneggiare molto le Torri. Le colonne di sostegno sono piazzate molto vicine l'una all'altra, quindi anche se molte venissero distrutte le altre reggerebbero il peso.
    Comunque non sto dicendo che esplosivi preparati e piazzati adeguatamente non potrebbero causare danni tremendi. Non sono un esperto di esplosivi, ma credo che se prendessimo i migliori esperti di demolizioni controllate e li incaricassimo di demolire le Torri con esplosivi, scommetto che ce la farebbero."

    John Skilling,
ingegnere strutturale capo del World Trade Center. (fonte) (cache)

    Ci scommettiamo anche noi.
.


   6) Chi ha parlato di "caduta libera" nei crolli delle Torri, e perché? Che conseguenze ha sulla versione ufficiale dei crolli?

    Contrariamente a quanto si tende a credere, quella della "caduta libera" non è affatto un'affermazione di matrice "alternativa".
    A dire che le Torri Gemelle sono cadute essenzialmente a velocità di caduta libera sono stati gli stessi rapporti ufficiali. (La seguente risposta è tratta quasi interamente da qui.)

    Il rapporto del NIST sul crollo delle Torri NCSTAR-1, infatti, nella sezione 6.14.4 dice:

    "...la struttura al di sotto del livello di inizio del crollo ha offerto una resistenza minima alla caduta della massa di palazzo superiore al punto d'impatto. L'energia potenziale rilasciata dal movimento verso il basso della grande massa di palazzo ha grandemente superato la capacità della struttura intatta sottostante di assorbire quell'energia attraverso energia di deformazione.

    Dato che i piani sotto il livello di inizio del crollo hanno fornito una così piccola resistenza alla tremenda energia rilasciata dalla massa di palazzo in caduta, la sezione superiore del palazzo è scesa essenzialmente in caduta libera ("the building section above came down essentially in free fall"), come visto nei video. Mentre i piani sottostanti hanno ceduto in sequenza, la massa in caduta è cresciuta, incrementando ulteriormente il carico sui piani sottostanti, che non sono stati in grado di arrestare la massa in movimento."

Traduzione dell'utente Sertes di Luogocomune.net.
.
    L'ammissione che sia avvenuto un crollo "essenzialmente in caduta libera" rende la versione ufficiale dei crolli delle Torri (secondo cui si sarebbe trattato di crolli gravitazionali - ossia avvenuti solo con la gravità, senza l'uso di esplosivi - innescati dai danni degli schianti più il calore degli incendi) scientificamente impossibile, perché un crollo gravitazionale non può procedere in caduta libera e contemporaneamente attraverso il percorso di maggior resistenza (gli oltre 80 piani sottostanti, ancora perfettamente intatti).

    Un crollo gravitazionale può procedere sì in caduta libera, ma lateralmente, perchè lì incontra solo aria. Oppure può procedere attraverso il percorso di maggior resistenza, ma in quel caso non andrà a velocità di caduta libera a causa degli urti con i piani sottostanti e della resistenza alla caduta che essi offrono.
    Avere un crollo gravitazionale con entrambe le caratteristiche è fisicamente impossibile.
    (Le leggi fisiche che lo impediscono sono elencate e spiegate qui.)

    Tuttavia, il NIST non ha mostrato intenzione di rinunciare a questa sua spiegazione. Anzi, ha anche compilato delle FAQ sul suo sito ufficiale nelle quali ribadisce il concetto, chiarendo anche che:

    "In altre parole, la quantità di moto (che equivale a massa per velocità) dei 12 e 28 piani (WTC 1 e WTC 2, rispettivamente) che è ricaduta sulla struttura di supporto sottostante (che era progettata per supportare solo il peso statico dei piani soprastanti e non qualsiasi effetto dinamico causato dal movimento verso il basso) ha superato così tanto la capacità di supporto della struttura sottostante che essa (la struttura sottostante) non è stata in grado né di fermare né anche solo di rallentare la massa in caduta ("(the structure below) was unable to stop or even to slow the falling mass.").
    La quantità di moto subita da ogni successivo piano inferiore è stata anche maggiore a causa della massa crescente."


Traduzione dell'utente Sertes di Luogocomune.net.
.
    Se analizziamo la questione con approccio squisitamente fisico, sappiamo che un crollo gravitazionale possiede (per sua natura) solo energia potenziale. Se questa energia viene convertita "essenzialmente" tutta in energia cinetica per accelerare il blocco superiore alla velocità "essenzialmente" di caduta libera, allora non rimane alcuna energia per spezzare i legami degli 80 piani sottostanti. Tantomeno per distruggerli completamente con quell'effetto di polverizzazione dei piani di cemento che si è visto al WTC.
    Affermare che ciò è possibile significa violare il Principio di Conservazione dell'Energia, con tutto ciò che ne consegue (dettagli tecnici).

    Ma questo paradosso è palese anche ai non fisici, basta guardare l'immagine in alto a destra.
    Consideriamo la Torre Nord pressappoco com'era un istante prima dell'inizio del crollo: il blocco superiore di 12 piani è sospeso con un cavo all'altezza giusta, con sotto 6 piani vuoti (i piani distrutti dall'aereo) e ben 92 piani intatti. Il materiale di questi 6 piani mancanti non è svanito nel nulla, ma li consideriamo già schiacciati e "appiccicati" sul fondo del blocco superiore, che diventa quindi pesante quanto 18 piani.
    Bene, immaginiamo ora a fianco della Torre un altro blocco superiore, identico, di 12+6 piani, sospeso anch'esso alla stessa altezza ma con sotto solo aria.
    Ora immaginiamo di lasciar cadere entrambi i blocchi nello stesso momento. Usando solo il buonsenso, vi pare possibile che i due blocchi arrivino a terra contemporaneamente?
   
Secondo il NIST, è proprio quello che accadrebbe.



   7) Ho sentito parlare di una sostanza incendiaria chiamata thermite/super-thermite/nano-thermite che avrebbe tagliato la struttura portante delle Torri permettendo il crollo rapido, verticale e preciso che abbiamo visto. Ci sono delle prove a sostegno di questa tesi? Ho sentito dire che era solo vernice.

    Le prove ci sono, e sono le migliori che possano esistere: oggettive, verificate da più parti indipendentemente e di carattere tecnico-scientifico.
    Sulle tracce di nano-thermite ritrovate nelle macerie delle Torri Gemelle (a destra, i caratteristici frammenti thermitici rosso-grigi a doppio strato) è stato effettuato uno studio (che potete trovare tradotto in italiano qui) della durata di 18 mesi e sottoposto a peer-review che è arrivato a conclusioni scientificamente certe:
  1. La sostanza ritrovata al WTC è effettivamente thermite; per la precisione, si tratta di un tipo particolare di super-thermite (ossia thermite potenziata da altre sostanze come zolfo o carbonio) chiamato nano-thermite a causa delle dimensioni ridottissime (nell'ordine dei micron) dei suoi componenti; la nano-thermite è più potente della thermite normale, si innesca più facilmente e agisce più rapidamente.
  2. Tale sostanza era ancora attiva, al momento del ritrovamento, e in laboratorio, una volta innescata, si è dimostrata in grado di raggiungere temperature capaci di fondere acciaio e cemento.
  3. La nano-thermite, per via delle sue caratteristiche, non può venire prodotta da privati o da organizzazioni che non abbiano l'approvazione del governo statunitense. Il nano-alluminio necessario per crearla è infatti una sostanza controllata di cui si possono comprare solo quantità limitatissime (cosa che restringe parecchio la rosa dei possibili colpevoli).
  4. La nano-tecnologia necessaria per creare la nano-thermite è molto avanzata, tanto che il dottor Niels Harrit, che ha guidato lo studio, afferma che non esistano esperti di nano-thermite senza connessioni ai militari.
  5. La nano-thermite non può essersi formata spontaneamente durante gli incendi e/o i crolli per motivi ben precisi (vedi video sottostante con la testimonianza di Mark Basile).
    Maggiori dettagli a riguardo si possono leggere qui. E' possibile leggere un'intervista a Niels Harrit qui.

    Lo studio di Harrit è anche stato confermato da un altro studio indipendente condotto dall'ingegnere chimico Mark Basile, che era scettico e voleva verificare personalmente le conclusioni a cui era arrivato Harrit.
    Di seguito, è possibile ascoltare direttamente da Harrit e da Basile le conclusioni dei loro studi:
    La presenza di questa nano-thermite nelle macerie è estremamente significativa non solo perché dimostra con certezza l'avvenuta demolizione controllata delle Torri e del WTC-7 (dato che la nano-thermite, come spiegato da Harrit e Basile, non è una sostanza che possa essersi formata spontaneamente nel crollo o che potesse già trovarsi negli edifici per altri motivi), ma anche perché ci permette di individuare chiaramente il principale (se non l'unico) sospettato: il complesso militare-industriale-governativo statunitense, perché sarebbe stato l'unico a poter disporre di una tecnologia così avanzata e che richiede grandi quantità di sostanze controllate, guarda caso, proprio dal governo (e che inoltre avrebbe avuto vari moventi per effettuare un auto-attentato come l'11 settembre).

    Ecco perché le tracce di nano-thermite al WTC vengono considerate da molti la "smoking gun" (la prova decisiva) dell'11 settembre.

    Alcuni sostenitori della versione ufficiale hanno provato (in modo piuttosto disperato, a dir la verità) a squalificare questa prova così significativa insinuando la buffa idea che in realtà la nano-thermite ritrovata fosse semplice VERNICE. Per la precisione, che fosse la vernice antiruggine usata al World Trade Center, perché anch'essa presenta ossido di ferro come la thermite.

    Al di là della bizzarria dell'obiezione (18 mesi di esperimenti e analisi, almeno due studi paralleli e indipendenti, e tutti gli scienziati coinvolti avrebbero scambiato della semplice vernice per una sostanza particolare, potente e pericolosa come la nano-thermite?!), chi sostiene questa tesi si dimentica che nel Rapporto sullo studio, alle pagine 27 e 28, c'è un'apposita sezione che smentisce queste dicerie. A quelle pagine infatti si legge che la sostanza trovata nelle macerie del WTC non può essere vernice per vari motivi tecnici ben precisi e inequivocabili:
  1. Ha una resistività di appena 10 ohm-m (mentre la vernice in media ha valori di diverse grandezze più alti, oltre i 10^10 ohm-m).
  2. Quando è stata immersa e agitata in un potente solvente (il metiletilchetone) per decine di ore non si è dissolta come avrebbe fatto qualunque vernice.
  3. Contiene alluminio e ossido di ferro, gli ingredienti della thermite, nella combinazione caratteristica di questa sostanza.
  4. E' presente una matrice di silicio e carbonio che suggerisce che si tratti di un composto super-thermitico.
  5. Quando i frammenti vengono incendiati producono temperature in grado di fondere l'acciaio ancora oggi, anni dopo l'11 settembre. Della vernice ovviamente non potrebbe farlo.
  6. L'energia viene rilasciata in un arco di tempo molto breve e l'entalpia osservata (la capacità di scambiare energia con l'ambiente) eccede addirittura quella della semplice thermite.
  7. Se una qualunque vernice possedesse queste caratteristiche sarebbe incredibilmente pericolosa, una volta asciugatasi, e non potrebbe certo venire usata in un edificio.
    Il Rapporto conclude affermando (giustamente) che l'affermazione secondo cui della vernice potrebbe rispecchiare tutte queste caratteristiche dovrebbe essere dimostrata empiricamente e con delle analisi adeguate (fino ad allora è solo un'illazione, anche piuttosto ridicola, se vogliamo).

    Per chiudere la "questione vernice" definitivamente, ascoltiamo il fisico Jeff Farrer che ci parla degli esperimenti comparativi che ha svolto con il materiale nano-thermitico e con la vernice antiruggine del WTC per verificare se si potesse davvero trattare della stessa sostanza (comincia a parlarne al minuto 07:42 - ricordatevi di attivare i sottotitoli italiani, se non ci sono già):


    Quindi, come detto nel video, le tracce di nano-thermite e la vernice antiruggine si sono comportate in modo del tutto diverso negli esperimenti, e la loro composizione chimica è risultata anch'essa differente, per cui non si può trattare della stessa sostanza. (La prima parte del video di Farrer è visibile qui, la terza qui. Altre video-interviste ad altri esperti sono visibili qui.)

    Molti hanno obiettato a questo punto che non ci sono prove che la thermite/nano-thermite sia in grado di fondere e/o tagliare una colonna d'acciaio come quelle delle Torri Gemelle, e che in ogni caso la quantità di thermite necessaria per farlo sarebbe enorme, cosa che renderebbe inverosimile la demolizione controllata delle Torri, dato che sarebbero servite decine di tonnellate di thermite.
    Nel primo video sottostante, l'ingegner Jonathan H. Cole dimostra con esperimenti pratici (anziché simulati al computer come piace fare al NIST) che la thermate (normale thermite con aggiunta di zolfo) può fondere e tagliare delle colonne d'acciaio sia orizzontalmente che verticalmente, che può causare esplosioni e sbuffi di polvere (squibs), e che la quantità di sostanza necessaria non è affatto alta come cercano di farla sembrare i sostenitori della versione ufficiale. Ognuno può vederlo con i propri occhi.
    Oltre a dimostrare come la thermate sia un materiale molto eclettico e malleabile, che può essere usato in vari modi per ottenere molti effetti diversi, nel secondo video Cole smentisce alcune affermazioni della versione ufficiale sugli effetti che il fuoco avrebbe procurato all'acciaio delle Torri, dimostrando che effetti simili (come la solfatazione) possono essere stati causati solo da una sostanza esterna, e non dal semplice incendio di kerosene e materiali da ufficio:
    Come abbiamo visto, se usata in modo adeguato una piccola quantità di thermate può fare danni enormi. E la sostanza ritrovata al WTC è nano-thermite, che è più potente e richiede quindi quantità inferiori per ottenere gli stessi risultati.

    Inoltre, in questo documento degli esperti spiegano varie cose riguardo thermite e nano-thermite, compreso il fatto che può essere utilizzata con un congegno che la tenga attaccata alla trave da tagliare con un semplice magnete (come questo), che se posizionata e dosata in modo appropriato può tagliare una trave d'acciaio in meno di un secondo, e che può essere attivata da remoto (congegni per fare tutto ciò sono già stati inventati e brevettati).

    Alcuni difensori della versione ufficiale hanno sostenuto che non ci sia stata una chiara catena di custodia dei campioni di polvere, e quindi le analisi effettuate su di essi non possano essere accettate come valide perché i campioni potrebbero essere stati manipolati o provenire da chissà dove. In realtà, come si legge nello studio di Niels Harrit, i campioni analizzati provengono da quattro persone: Frank Delessio, Stephen White, Janette MacKinlay e Jody Intermont. Si tratta di campioni raccolti poche ore o addirittura pochi minuti dopo i crolli delle Torri, quindi non possono essere stati contaminati dalle operazioni di sgombero successive, e i raccoglitori hanno anche testimoniato sia in videoregistrazioni che per iscritto sull'autenticità dei campioni. Dato che non hanno alcun motivo di mentire, non c'è ragione di credere che lo stiano facendo.
    Inoltre, c'è da sottolineare che alcuni materiali ritrovati nelle polveri (in particolare il nano-alluminio) sono controllati dal governo (quindi non se ne può acquistare più di una certa quantità, e rimane comunque un registro dell'acquisto) e richiedono tecnologie incredibilmente avanzate per essere creati (nanotecnologia). Tecnologie a disposizione solamente dell'esercito USA. Quindi anche insinuare che siano stati i ricercatori a contaminare di proposito i campioni per smentire la versione ufficiale non ha senso (oltre ad essere un'accusa gravissima che dovrebbe essere dimostrata con i fatti).

    Infine, è stato obiettato da chi sostiene la versione ufficiale che molte riviste scientifiche si sono rifiutate di divulgare questa ricerca, stando bene attente a definirla "oltraggiosa e riprovevole" ma senza spiegare cosa avrebbe di errato dal punto di vista scientifico, che lo studio non sarebbe stato sottoposto a peer-review (illazione mai dimostrata) e che il redattore capo della rivista si è addirittura dimesso dopo la pubblicazione dello studio di Harrit.
    Secondo i sostenitori della versione ufficiale, questo significa che l'intero studio, durato 18 mesi e svolto con tutti i crismi (e ancora in attesa di essere smentito), più gli altri studi indipendenti che lo hanno confermato, sono del tutto inaccettabili come prova.
    Secondo il resto del mondo, invece, dimostra solo la vigliaccheria e l'asservimento all'autorità di molte pubblicazioni e della maggior parte dei mass media.

    Se si vuole dimostrare che uno studio scientifico è arrivato a conclusioni errate, il modo è uno solo: bisogna spiegare esattamente dove ha sbagliato e per quali ragioni le sue conclusioni sono errate. Non basta dire che è "scandaloso" o "oltraggioso",  e di sicuro non è sufficiente fare insinuazioni.
    Finché le accuse non vengono dimostrate, rimangono illazioni. Come ha detto lo stesso Niels Harrit: "Se ho torto, smentitemi".



   8) E' vero che secondo molti piloti professionisti le manovre compiute dagli aerei che hanno colpito le Torri sarebbero state tecnicamente impossibili, e che i presunti terroristi erano incapaci di pilotare quegli aerei?

    Sì, è vero.
    Due dei (molti) piloti professionisti che considerano del tutto impossibile che i dirottatori abbiano effettuato le manovre che la versione ufficiale attribuisce loro, sono Russ Wittenburg (che prima dell'11 settembre aveva pilotato proprio due degli aerei dirottati) e Nela Sagadevan.
    Qui sotto potete ascoltare le loro motivazioni direttamente dalla loro voce.
    L'opinione di Nela Sagadevan viene approfondita e sviluppata in questa pagina.
    Fonti che hanno parlato dell'incapacità dei dirottatori come piloti si possono consultare qui e qui.

    Alcuni commenti sull'abilità dei dirottatori come piloti furono:
    Riguardo Mohammed Atta: “Il suo grado di attenzione è zero.”
    Riguardo Khalid Al-Mihdhar: “Non l’abbiamo buttato fuori a calci ma non ha raggiunto i nostri standard.”
    Riguardo Marwan Al-Shehhi: “L’abbiamo mollato per il suo inglese limitato e la sua incompetenza ai comandi.”
    Riguardo Salem Al-Hazmi: “Gli abbiamo consigliato di andarsene dopo due lezioni.”
    Riguardo Hani Hanjour (il pilota dell'aereo schiantatosi sul Pentagono che avrebbe effettuato una manovra rasoterra giudicata pressochè impossibile anche per piloti con decenni di volo sulle spalle): “Il suo inglese era orribile, e la sua abilità “meccanica” era anche peggio. Era come se fosse a stento capace di guidare anche solo un'automobile. Non riesco ancor oggi a credere che possa aver pilotato un aereo contro il Pentagono. Non era affatto in grado di volare.”

    Il fatto che gli aerei dell'11 settembre abbiano superato i loro limiti tecnici viene confermato anche in questo articolo di Jim Heikkila, Specialista in guerra elettronica e intercettazione, elaborazione segnali strategici e sistemi di archiviazione dati.
    Heikkila afferma che, sebbene i Boeing 757 e 767 siano tecnicamente impossibilitati a superare 1,5 g (il "g" è l’accelerazione di gravità pari a 9.8 m/s^2) per ragioni di sicurezza dei passeggeri, il volo AA-77 che si sarebbe schiantato sul Pentagono e il volo UA-175 che avrebbe colpito la Torre Sud hanno compiuto manovre di gran lunga più estreme, fino a raggiungere tra i 5 e i 7 g nella loro virata finale.
    Infatti, la manovra finale dell'aereo del Pentagono fu talmente rapida e spericolata da far pensare al controllore di volo Danielle O'Brien che si trattasse di un caccia, per via della manovrabilità e della velocità del velivolo.
    L'unica spiegazione, per Heikkila, è che tali aerei fossero comandati da remoto, cosa che avrebbe permesso di bypassare le limitazioni tecniche di sicurezza.

    Altre analisi tecniche di piloti e controllori di volo professionisti sugli aerei dell'11 settembre si possono trovare sul sito "Pilots for 9/11 Truth", Piloti per la verità sull'11 settembre, formato, appunto, da piloti e personale di volo professionista che da anni contestano la versione ufficiale dei fatti.



   9) Davvero l'acciaio delle Torri era stato certificato in grado di resistere a oltre 1.000 °C per ore? Che prove avete?

    Sì, è vero.
    Tutte le prove si trovano in questo punto della risposta n° 5.



   10) Quali leggi fisiche vengono violate dalla versione ufficiale dei crolli delle Torri Gemelle, esattamente, e perché?

    Secondo la versione ufficiale, i crolli delle Torri Gemelle sono stati crolli gravitazionali, ossia crolli avvenuti grazie alla sola forza di gravità e al peso dei piani in caduta, senza esplosivi o sostanze incendiarie che li "aiutassero" rimuovendo le strutture portanti man mano che l'edificio crollava.

    Il problema, che è anche il motivo per cui tanti ingegneri, scienziati e fisici contestano questa versione dei fatti, è che le Torri sono crollate con modalità fisicamente impossibili da ottenere con un crollo gravitazionale.
    Più precisamente, la simmetria, la rapidità e la totalità di quei crolli possono essere ottenute solo grazie all'uso di esplosivi o di sostanze incendiarie che accelerino, rendano uniforme e facciano continuare il crollo fino al suolo (anche dopo che l'energia cinetica dei piani in caduta si è esaurita), perché alcune leggi fisiche impediscono che si possano ottenere crolli con quelle caratteristiche grazie alla sola gravità.
    Vediamo ora le esatte leggi fisiche che la versione ufficiale vìola e le relative analisi matematiche e fisiche che lo dimostrano (con tanto di calcoli):
  • Il Secondo Principio della Termodinamica dimostra che crolli con quella simmetria non avrebbero potuto essere innescati da incendi asimmetrici e non avrebbero potuto poi essere portati avanti dalla sola gravità, e prova che una precisione simile si può ottenere solo artificialmente.
  • La formula per calcolare la caduta di un grave nel vuoto e quella per calcolare la resistenza aerodinamica dimostrano che crolli così rapidi ("essenzialmente in caduta libera", come ha detto il rapporto del NIST) non avrebbero mai potuto verificarsi grazie alla sola gravità. Dei crolli gravitazionali avrebbero impiegato circa 98 secondi per sconfiggere la resistenza offerta da ogni piano e quella dell'aria e arrivare fino a terra, e in questa analisi si dimostra che perfino togliendo dall'equazione la resistenza dell'aria il tempo minimo per un crollo gravitazionale sarebbe stato di 30,6 secondi. Viene anche dimostrato che l'unico modo per far crollare le Torri Gemelle rapidamente come hanno fatto sarebbe stato far cedere i piani sottostanti una frazione di secondo PRIMA che i piani superiori potessero schiantarsi su di essi. Cosa ovviamente impossibile in un crollo gravitazionale e ottenibile solo tramite esplosivi o sostanze incendiarie pre-posizionate.
  • La formula per calcolare il Trasferimento della Quantità di Moto dimostra che crolli così totali non avrebbero potuto verificarsi senza l'aiuto di esplosivi, perché la gravità e il peso dei piani in caduta da soli non potevano generare abbastanza energia cinetica per distruggere l'intero edificio fino alle fondamenta com'è avvenuto. Senza "aiuti" artificiali, il crollo si sarebbe fermato dopo pochi istanti, anziché continuare fino a terra come ha fatto.
  • La formula per calcolare la Conservazione del Momento conferma che dei crolli gravitazionali non avrebbero mai potuto essere così rapidi, perché se due masse identiche collidono e restano unite (come avrebbe fatto ogni piano delle Torri con quello sottostante, secondo la versione ufficiale), la velocità a cui viaggeranno sarà la metà di quella a cui viaggiava la massa originaria. Questo perché il piano sottostante offre inevitabilmente una certa resistenza e rallenta la caduta di quello soprastante (a meno che non venga fatto cedere con esplosivi prima che quello soprastante lo raggiunga: solo ed esclusivamente in quel caso non offre alcuna resistenza e non rallenta il crollo).
  • La formula per calcolare la Conservazione dell'Energia dimostra che, se anche nei crolli ci fosse stata abbastanza energia cinetica per far cedere tutti i piani fino alle fondamenta (e come abbiamo visto non c'era), in ogni caso non avrebbero potuto verificarsi sia il cedimento che la polverizzazione dei piani, perché quell'energia può essere utilizzata solo una volta (anche in questo caso, l'unico modo per ottenere entrambi i fenomeni contemporaneamente sarebbe stato l'impiego di esplosivi o sostanze incendiarie).
    (Altre analisi tecniche qui e qui. Per vedere le video-interviste di vari esperti che smentiscono la versione ufficiale, cliccate qui.)

    Come abbiamo visto, le prove certe della demolizione controllata delle Torri Gemelle ci sono da anni. Da molto prima che venisse ritrovata anche la sostanza usata per ottenere crolli così rapidi, simmetrici e totali.
    Ci troviamo ora a dover scegliere se credere alla fisica o alla versione del governo statunitense (ossia ai rapporti del NIST, che è un ente governativo), visto che le due cose si contraddicono apertamente. O varie leggi fisiche sono sbagliate, oppure il governo americano ha mentito.

    Chiunque sia intellettualmente onesto non dovrebbe avere dubbi, a questo punto.



   11) Ma anche se fossero state demolizioni controllate, in che modo questo dimostrerebbe che è stato un auto-attentato fatto dal governo americano? Non potrebbero averle minate i terroristi?

    La risposta a questa domanda si trova in questo punto della risposta n° 2.



   12) Ho visto delle fotografie di travi tranciate di netto nelle fondamenta delle Torri che vengono prese come prova della demolizione controllata, ma non potrebbero averle tagliate gli operai con le fiamme ossidriche durante le operazioni di sgombero?

    La foto più famosa delle travi in questione è questa (cliccate per vederne una versione in alta risoluzione e commentata in cui si vedono anche altre colonne):

  

    Come si può notare, i pompieri sono ancora presenti sulla scena (anche quello in alto a sinistra è un pompiere, si è solo tolto la giaccia). Questo significa che questa foto è stata scattata prima che iniziassero le operazioni di sgombero delle macerie, quando ancora si stavano cercando superstiti.
    Inoltre, si può vedere come le travi siano tagliate ad altezze eccessive e decisamente scomode per un operaio, e non si capisce proprio perché degli operai avrebbero dovuto tagliarle in modo obliquo (soprattutto quella al centro, ma nella versione espansa di quella immagine ce ne sono varie altre tagliate obliquamente).
    Infine, è stato obiettato che le fiamme ossidriche non producono colate di acciaio fuso come quelle osservabili sui bordi di alcune di quelle colonne, in quanto operano tramite una forzata ossidazione che non produce liquefazione, e con una pressione molto elevata che comunque "soffierebbe" via il metallo fuso, invece di lasciarlo colare come cera su una candela.

    Concludendo, la spiegazione secondo cui quelle travi sarebbero state tagliate dagli operai risulta inverosimile per vari motivi.

    Di seguito, possiamo vedere un esempio di demolizione controllata tramite taglio obliquo delle cariche, e un esempio di come avrebbe potuto avvenire un taglio delle travi simile usando nano-thermite (ritrovata tra le macerie) e una piccola carica esplosiva:




    La seconda immagine (clicca per ingrandire) mostra i tre stadi di una demolizione con taglio obliquo delle travi tramite nano-thermite:
  1. Vengono sistemate delle cariche di nano-thermite nelle travi, oltre a una piccola carica di un esplosivo (come il C-4 o il Semtex) che esplode solo tramite una scarica elettrica; vengono anche piazzati due detonatori distinti (contrassegnati dalle lettere A e B), uno per la nano-thermite e uno per l'altro esplosivo.
  2. La nano-thermite viene incendiata per prima, e l'acciaio fuso inizia immediatamente a colare dai tagli e ad accumularsi (causando le pozze di acciaio fuso ritrovate in seguito).
  3. Un attimo dopo viene fatta esplodere anche la carica a lato, che ha il compito di spingere il segmento di trave tagliato verso l'esterno, in modo da far perdere alla trave ogni capacità di sostenere l'edificio.
    Come sempre, precisiamo che questa non vuole essere una ricostruzione precisa degli avvenimenti, ma solo UN modo in cui la demolizione avrebbe potuto avvenire. Serve solo a dimostrare che si tratta di un'eventualità perfettamente plausibile.




   13) Ma delle cariche di esplosivo o nano-thermite non sarebbero esplose subito, per via dell'impatto con gli aerei e degli incendi?

    E' improbabile che sarebbe avvenuto, almeno nel caso della nano-thermite.
    Come si può leggere nello studio di Niels Harrit sulla nano-thermite ritrovata al WTC, infatti:

    "Cariche elettriche di Super-thermite sono state sviluppate presso il Los Alamos National Laboratory per applicazioni che includono inneschi esplosivi per demolizioni."
   
[...]
    "Le cariche elettriche di Super-thermite non producono fumi tossici di piombo e sono più sicure perché resistono all'attrito, all'impatto, al calore e alle scariche statiche che attraversino il composto, riducendo al minimo l'accensione accidentale."

Fonte: R&D Awards, "Super-thermite electric matches", 2003.

    Dato che l'unica differenza tra la super-thermite e la nano-thermite è la dimensione più ridotta dei componenti di quest'ultima, queste considerazioni valgono anche per essa.
    Inoltre non esistono motivi per cui le cariche poste sui piani in cui era previsto che si schiantassero gli aerei (teleguidati) non avrebbero potuto venire protette con materiali ignifughi.

    A questo punto, l'ipotesi più probabile (e coerente con le osservazioni di metallo fuso che colava dalle Torri già prima del crollo), è che solo alcune delle cariche siano state innescate dal calore o dall'impatto, mentre tutte le altre abbiano resistito, come previsto, e siano state attivate soltanto al momento opportuno tramite detonatori a distanza.
    Ricordiamo che le colonne colpite dagli aerei furono solo una piccola parte di quelle totali:


    Se anche alcune cariche si fossero innescate prima del previsto e avessero tranciato alcune colonne, i progetti delle Torri prevedevano chiaramente che gli edifici potessero resistere senza problemi con le colonne restanti.




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