TORINO 8 MARZO 2002

Donna, anch'io protagonista del futuro! 

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Donna,anch'io protagonista del futuro!  

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SEPARAZIONE CONIUGALE
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COMUNICATO

Per qualunque dubbio o quesito riguardante i temi del matrimonio e delle separazione legale è possibile rivolgersi all’avv. Liliana Ponsero. Scrivete alla redazione di Donne & Futuro. 

Vi risponderemo attraverso il giornale

Provincia di Torino

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SEPARAZIONE CONIUGALE: Affidamento consensuale o congiunto?

  Uno dei problemi più gravi che si presentano nelle separazioni e nei divorzi è quello dell’affidamento dei figli. Nella separazione consensuale sono i coniugi che sì accordano sulla questione, nella separazione giudiziale è il giudice che dichiara a quale dei genitori i figli sono affidati (art.155 C.C.).

La legge di modifica del divorzio  ha introdotto nell’ordinamento italiano l’affidamento congiunto e cioè ad entrambi i genitori e la norma è stata estesa alla separazione. Ancora oggi nella prassi oltre il 90% dei figli è affidato alla madre e l’affidamento congiunto ha trovato scarsa applicazione..

Il genitore cui sono affidati i figli ha l’esercizio esclusivo della potestà genitoriale, l’altro ha un diritto dovere di sorveglianza ed è evidente che in molti casi il suo ruolo diventa marginale. Rileviamo che in Europa si è molto diffuso l’affidamento congiunto come regola e quello esclusivo come eccezione e recentemente sono stati presentati al Parlamento italiano vari progetti di legge in tal senso.

In particolare la proposta dell’on Tarditi suscita gravissime perplessità.

Si tratta dell’affidamento “ condiviso “che assegna ai genitori compiti diversi , ciascuno si occupa di un settore dell’educazione e dell’istruzione.

Siamo d’accordo che l’assunzione di responsabilità di diritti e di doveri da parte di entrambi i genitori è una situazione ottimale a cui si deve tendere e sarebbe anche un alleggerimento dei gravosi compiti che “pesano” sull’affidatario e che è quasi sempre la donna; ma questa cultura deve crescere nel costume e non deve essere imposta per legge in modo così assoluto e quercitivo.

Il progetto è utopistico, perché non tiene conto delle situazioni di elevatissima conflittualità che subentrano dopo una separazione: genitori che fanno dei loto figli uno strumento di vendetta, rancori, ripicche, veti, che si verificano tutti i giorni e di cui i minori sono vittime innocenti. Quando non vanno d’accordo su nulla, come si può configurare un affidamento congiunto? E’ innegabile che esistono anche donne possessive che ostacolano i rapporti del minore con l’altro genitore , è innegabile che esistono molti padri che si occupano seriamente dei figli , ma una gran parte di loro lascia ben volentieri l’affidamento alla madre (pochissimi chiedono l’affidamento congiunto ) , delegandole ogni incombenza scaricandole ogni compito e limitandosi a prendere i minori a week-end alternati . Una notevole percentuale non paga nemmeno l’assegno, si pone in una condizione di insolvenza e si disinteressa dei figli.

Anche prima della separazione la madre dedica molte più ore del padre alla cura e all’educazione dei figli e questo è un dato di fatto di cui si deve tenere conto.

Inoltre la proposta non chiarisce bene l’assegnazione della casa coniugale che potrebbe diventare luogo di incontro dei genitori con i figli . Tutti i giorni vediamo dei padri che approfittano dei minori per spiare il comportamento dell’ex moglie che si avvia a rifarsi una vita . Vogliamo fare della casa coniugale l’osservatorio delle vicende dell’altro coniuge? Le abitazioni dei genitori dovrebbero essere nelle vicinanze.. E se uno ricco abita in una zona residenziale , l’altro che ha limitate risorse dovrebbe trasferirsi nello stesso quartiere? Farraginosa e oscura è poi la questione dell’assegno di mantenimento che dovrebbe scomparire. Ciascun genitore provvede ad un capitolo di spesa.. E se deve occuparsi del vestiario ,in pratica quanti cappotti quanti vestiti e scarpe deve fornire ? Come si quantifica la prestazione? E se non li compra che tipo di esecuzione si deve effettuare?

Il genitore che paga, pretenderà di imporre le sue decisioni e si profila il rischio che il ricco detti legge su ogni problema.

Si può accogliere il principio dell’affidamento congiunto, ma sono da respingere le modalità macchinose con cui ci si appresta ad attuare questo tipo ibrido di affidamento condiviso.

Dobbiamo mobilitarci per far sentire la nostra voce e per condurre una battaglia contro questo farraginoso progetto che danneggia particolarmente le donne e turba la serenità dei minori

 

Avvocatessa Liliana Ponsero

Patrocinante in Cassazione

 

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