Presentazione
Gli strumenti ed attrezzi
gelosamente conservati nel "Borgo Antico" sono la
testimonianza dell'ingegno e della capacità creativa dell'uomo che,
in ogni epoca, è stata rivolta alla realizzazione di macchine e
congegni capaci di ottimizzare il lavoro delle popolazioni rurali.
Gran parte di questa popolazione,
oggi, non è più in grado di riconoscere molti degli oggetti
conservati nel museo né di comprenderne l'uso che se ne faceva.
Raramente qualche persona più anziana e di estrazione rurale è in
grado di individuarli e descriverne le modalità d'uso.
Con questo semplice lavoro si vuole
tentare di associare l'immagine dell'oggetto in mostra con l'uso al
quale era predisposto e confrontarlo, quanto possibile, con i
moderni mezzi meccanici deputati allo stesso scopo. La maggior parte
degli arnesi esposti provengono dall'area geografica ricadente nelle
zone interne della provincia di Teramo nella regione Abruzzo.
Si è scelto di prendere in
considerazioni il gruppo di macchine ed attrezzi impiegati nel ciclo
produttivo delle diverse colture agricole (cereali, vigneto,
oliveto, ecc…) esaminando anche quelli necessari alla
trasformazione (farina, vino, olio, ecc….)
Il primo gruppo di materiali
considerato è quello utilizzato nel ciclo produttivo dei cereali,
la trasformazione in farina ed la fabbricazione del pane e della
pasta.
Ogni argomento trattato è contiene
alcune brevi informazioni botaniche ed agronomiche delle colture
interessate, la descrizione del ciclo produttivo e degli oggetti
impiegati nella filiera produttiva.
I CEREALI
Descrizione
Comprendono un gruppo di specie
coltivate infinitamente importanti per il genere umano, sia per il
consumo come alimenti, sia per l’utilizzazione dei sottoprodotti.
La grande versatilità d’impiego di queste piante ne consente un
vastissimo campo di applicazioni che vanno dal consumo diretto dei
semi sottoforma di pane, polenta ecc., alle produzione di bevande,
alla produzione di carta ed utensilii per le attività quotidiane
(paglie intrecciate ecc..), all’uso per la costruzione di rimesse
(copertura di fabbricati rurali) ed addirittura alla costruzione di
muri di pietra (pula). La facilità di conservazione, trasporto e
commercializzazione ne ha reso possibile la diffusione su tutte le
aree abitate del pianeta. I cereali vengono largamente utilizzati
anche nell'alimentazione animale, per preparare mangimi zootecnici.
Dal punto di vista botanico
i cereali sono un gruppo di piante monocotiledoni, appartenenti alla
famiglia delle Graminacee. I cereali più diffusi in Italia sono: frumento,
riso, orzo,
mais, segale,
sorgo, avena,
e triticale. I frutti
(cariossidi) sono costituiti da: seme, germe (embrione) e un
cotiledone (scutello). Alla raccolta i semi sono caratterizzate da
un basso contenuto di acqua (fra il 9 e il 16%), questa
caratteristica che ne facilita la conservazione ha consentito una
grande diffusione nell'alimentazione umana fin dai tempi più
antichi.
Le caratteristiche nutrizionali
della farina di alcuni cereali sono riportati nella tabella.
Il frumento
Pianta appartenente alla tribù
delle Hordacee, al genere Triticum, utilizzata in
alimentazione per la produzione di pane, pasta e prodotti da forno,
comprende numerosissime specie tra le quali 7 sono quelle coltivate
.
Si distinguono due gruppi
fondamentali: frumenti nudi nei quali, a maturazione, le glume e le
glumelle (pula) non restano attaccate alla cariosside (chicco), a
questo gruppo appartengono i grani teneri e quelli duri, e frumenti
vestiti che presentano le glume e le glumelle attaccate alla
cariosside, a questo gruppo appartiene il farro.
Composizione
La cariosside del grano è
costituita da: a) involucri periferici, assai ricchi di cellulosa
(fibra alimentare), b) endosperma dove sono particolarmente
abbondanti i carboidrati (soprattutto amido) e sono presenti
discrete quantità di proteine (circa il10%), c) embrione che
contiene la maggior parte dei grassi presenti nella cariosside e
inoltre è ricco di enzimi e vitamine.
La composizione media è la
seguente: 12,5% di acqua, 70,2% di amido, 12,2% di proteine, 1,9% di
grassi, 1,6% di cellulosa (fibra alimentare) e 1,6% di sostanze
minerali. Il frumento risulta, pertanto, un prodotto molto ricco di
carboidrati complessi: amido e cellulosa. L'amido esplica funzione
essenzialmente energetica, mentre la cellulosa regola le funzioni
intestinali. Le proteine sono costituite principalmente da gliadina
e glutenina, che, quando la farina viene impastata con acqua, danno
luogo al glutine (di cui è particolarmente ricca la pasta di grano
duro). Il frumento è anche ricco di vitamina E (tocoferolo),
contenuta soprattutto nel germe, e di vitamine del gruppo B. Buono
anche il contenuto di sodio, potassio, calcio e magnesio.
Il grano tenero (Triticum
vulgare) Il frumento è il cereale che più si adatta a
molteplici tipi di clima per cui è largamente coltivato nel mondo e
può essere considerato la base alimentare della maggioranza della
popolazione umana.
E’ di origine asiatica ed è
coltivato per l’80% in Europa ed in America è l’alimento
naturale delle zone del pianeta popolate dalla razza bianca che ne
ha fatto uno dei componenti fondamentali dell’alimentazione,
apprezzando le ottime caratteristiche nutritive e l’alto valore
energetico associate ad una ottima appetibilità e digeribilità.
La coltivazione del frumento tenero
in Italia riguarda tutte le regioni con produzione che vanno dai 20
quintali per ettaro nelle zone montane più difficili fino agli 80
quintali per ettaro nelle aree a più alta vocazione.
La farina, si
chiama farina di grano tenero o più semplicemente farina, il
prodotto ottenuto dalla macinazione e successivo abburattamento
(separazione della farina dalla crusca e dal cruschello) del grano
tenero privato delle sostanze estranee e delle impurità. A partire
dal grano tenero si ottengono farine che assumono denominazioni
differenti in funzione delle parti della cariosside che vengono
allontanate per burattamento (separazione al setaccio).
Il tasso di abburattamento
definisce il tipo di farina, variando il tasso di abburattamento
varia il tipo di farina. Ad alti tassi corrispondono farine più
ricche di cellulose e di proteine mentre a tassi più bassi,
corrisponde un aumento di carboidrati. Un giusto limite sta tra il
75% e l'80%. La farina con grado di abburattamento del 50%
corrisponde al tipo commerciale “OO”, quella con grado 72%
corrisponde al tipo “O”, quella con grado 80% corrisponde al
tipo “1” e quella con grado 85% corrisponde al tipo “2”.
Quando non viene eseguita la separazione la farina risulta formata
dai componenti dell'intera cariosside (crusca compresa), si ottiene
la farina integrale, nutrizionalmente completa, ricca di vitamine,
proteine e sali minerali.
La panificabilità della farina è
legata al contenuto di sostanze proteiche che sono rappresentate in
gran parte dal glutine.
Il pane é l’alimento più
comune delle nostre mense, secondo l’art.14 della legge 4 luglio
1967 n° 580, il pane è il prodotto ottenuto dalla cottura di una
pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano,
acqua e lievito con o senza l’aggiunta di sale comune.
Il pane può essere prodotto con
farina tipo “OO”,“O”, “1”,”2”, farina integrale,
semola di grano duro e deve essere contraddistinto con una
denominazione nella quale è indicata il tipo di farina.
Il contenuto massimo di acqua nel
pane varia dal 29% per pezzature fino a 70 grammi al 40% consentito
per pezzature superiore ai 1000 grammi, per il pane integrale è
previsto un aumento del 2%. E’ consentita la produzione di pane
speciale con l’aggiunta di altri ingredienti (grassi, aromi
ecc..).
Il grano duro (Triticum
durum) è di origine abissinica e può definirsi
il frumento delle regioni caldo aride e dei terreni tendenzialmente
compatti. Ha una cariosside allungata lucida a frattura vitrea con
elevato contenuto di glutine che conferisce all’impasto tenacità
ed elasticità, per questo motivo il semolino si presta molto bene
all’esigenza dell’industria alimentare della pasta.
La semola,
gli sfarinati di grano duro vengono denominati semole e semolati, a
differenza di quelli di grano tenero, hanno un elevato contenuto di
glutine che conferisce all’impasto tenacità ed elasticità, per
questo motivo il semolino si presta molto bene all’esigenza dell’industria
alimentare della pasta.
La pasta rappresenta
uno dei componenti fondamentali della nostra dieta alimentare, la
legge 4 luglio 1967 n° 580 stabilisce che gli unici ingredienti per
la preparazione della pasta, ad eccezione di quelle fresche all’uovo
e ripiene, sono le semole e i semolati di grano duro e l’acqua.
Questo vincolo per i produttori italiani permane anche dopo che la
Corte di giustizia comunitaria (1988) ha dichiarato legittimo l’impiego
di farine di grano tenero; l’Italia pertanto non può impedire l’importazione,
da paesi membri della CE di paste preparate con miscele di grano
duro e tenero ma può tutelare la qualità del prodotto nazionale.
In base alla legge anzidetta la pasta destinata al commercio deve
avere le seguenti caratteristiche: umidità max 12,5; ceneri 0,70% -
0,90% (0,90% - 1,20%) per le paste di semolato); sostanze proteiche
min. 10,50% (11,50% per le paste di semolato).
E’ consentita la produzione di
paste speciali contenenti vari ingredienti alimentari, e di paste
dietetiche (integrali, aproteiche ecc.).
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Il Farro (Triticum
dicoccum) Il farro è una pianta erbacea appartenente al genere
Triticum della grande famiglia delle Graminacee, è frumento a seme
vestito, il frutto è portate da piccole spighe ognuna della quali
contiene due cariossidi triangolari.
Il farro è il capostipite di tutti
i "frumenti" oggi conosciuti, ed è stato per oltre 2000
anni l'alimento base di intere popolazioni mediterranee e asiatiche:
Assiri , Egizi, tutte le popolazioni antiche del Medio Oriente e del
Nord Africa; le legioni di Roma spesso venivano pagate a farro, ed
indubbiamente anche per questi costituiva l'alimento principale.
La comparsa sul panorama agricolo
di cereale dalla cui coltivazione si traevano maggiori rese, ha reso
sempre meno vantaggiosa la coltura del farro. Attualmente se ne
coltivano modestissime quantità, anche se, il consumo
nell'alimentazione umana sta registrando un rinnovato interesse
grazie alle particolari caratteristiche nutritive ed organolettiche.
Parimenti agli altri cereali, il
farro è povero di aminoacidi essenziali ma tale carenza può essere
compensata dall'accostamento gastronomico con le leguminose e con
alimenti proteici di origine animale.
Il consumo umano di questo cereale, così come quello del riso e
dell'orzo deve essere preceduto dalla brilla tura che consiste
nell'asportazione delle glume e delle glumelle che rimangono
attaccate al seme anche dopo la trebbiatura.
Il farro viene commercializzato in
chicchi sotto diverse forme: spezzato, macinato, sfarinato.
Il Mais (Zea
mais) è conosciuto anche con il nome di granturco con
riferimento alla sua origine esotica, fu portato in Europa da
Cristoforo Colombo dopo la scoperta dell'America. Dapprima fu
coltivato in Spagna ed in seguito passò nel Sud-Ovest della Francia
e nell'Italia del Nord. Originario del Nuovo Continente è
diffusamente coltivato in tutto il mondo. In Italia trova la massima
diffusione nelle zone di pianura dove è possibile praticare
l'irrigazione, anche se nel recente passato ha svolto un ruolo di
grande importanza quale componente della dieta alimentare delle
popolazioni montane. La produzione raggiunge livelli notevoli negli
ambienti più idonei ma decresce considerevolmente in quelli più
difficili, è un cereale adatto sia all’alimentazione umana che a
quella animale.
Nell’uso zootecnico viene
somministrato come granella ed anche come foraggio, la parte aerea
della pianta può essere conservata, come silomais, dopo la
trinciatura ed il compattamento in contenitori di grandi dimensioni,
chiamati silos, dove subisce alcuni processi fermentativi che
contribuiscono alla sua conservazione.
Le cariossidi sono portate dalla
spiga (pannocchia) che risulta sensibilmente diversa da quella degli
altri cereali, è costituita da un cilindro centrale (tutolo)
intorno al quale sono disposte le file di cariossidi in senso
longitudinale. Il colore varia dal giallo aranciato al rosso.
Nell'alimentazione umana viene
utilizzato sia sottoforma di farina, che come prodotto di estrazione
(amido, glucosio e fruttosio) dal geme del mais si estrae un olio.
Composizione
La composizione media delle
cariossidi di mais, secondo le indicazioni ricavabili dalla
bibliografia esistente, ha valori variabili compresi tra: 12% e
12,5% di acqua, 9,2 e 9,9% di proteine, 3,8 e 4,4% di grassi, 70,5 e
75,8% di glucidi (di cui 66% amido), 1,4% di ceneri. In confronto ad
altri tipi di cereali il mais presenta un maggior contenuto di
grassi, che si trovano prevalentemente nel germe. L'estrazione può
avvenire per spremitura o con solventi dal germe precedentemente
seccato e macinato. Inoltre il mais esso è ricco di carotenoidi,
precursori della vitamina A, e di vitamina E la cui presenza
nellolio rallenta l'irrancidimento e l'ossidazione.Le proteine,
seppure presenti in buona quantità, sono povere di lisina e
triptofano, amminoacidi essenziali e di acido nicotinico. A queste
carenze si deve attribuire il manifestarsi della pellagra nelle
popolazioni che si alimentavano quasi esclusivamente con questo
cereale.
La farina di mais,
nell’alimentazione umana, il granoturco, viene usato come farina,
questa può essere adoperata per la produzione di pane o più
comunemente cotta in acqua bollente per fare la polenta.
La polenta è
un cibo rustico preparato con farina di granoturco aggiunta all'
acqua leggermente salata dentro un paiolo, dove viene continuamente
rimestata fino a cottura. Può avere una consistenza più o meno
densa. Viene condita in vario modo oppure utilizzata come contorno a
diversi tipi di pietanze (carni, pesci, formaggi).
L’orzo (Hordeum
vulgare) pianta erbacea, annua, cespitosa, appartenente al
genere Hordeum della famiglia delle Graminacee, al quale
appartengono l'orzo vero e proprio (H. vulgare) e
l'infestante orzo murino (H. murinum), caratteristico degli
erbosi aridi, incolti. La spiga è composta da una rachide
appiattita portante i granelli a seconda del numeri file di granelli
che si formano nella spiga si parla di orzo distico (2 file) o
polistico (4 oppure 6 file). Gli orzi distici sono varietà a semina
primaverile.
E' un cereale di grande
importanza nell’economia agricola. Attualmente il suo uso è
legato all’alimentazione zootecnica, come mangime concentrato.
Nell’alimentazione umana l’orzo
è stato utilizzato anche per la panificazione, oggi viene impiegato
per la produzione di una delle bevande più diffuse al mondo: la birra.
Inoltre il cereale è l’ingrediente essenziale per la produzione
del Wisky. Gli orzi da destinare alla produzione della birra ha un
contenuto proteico più basso rispetto agli altri.
Nel recente passato, il cereale è
stato utilizzato quale surrogato del caffè come bevanda stimolante,
attualmente questo uso torna a diffondersi grazie alle proprietà
salutistiche attribuite al prodotto.
In virtù delle sua caratteristiche
di pianta molto rustica, l’orzo si adatta ai diversi ambienti,
assumendo quindi particolare importanza in quelli più difficili,
come la montagna, dove riesce ad assicurare una produzione più
costante di quella del grano.
La birra è
una bevanda leggermente alcolica di origine antichissima, si ritiene
che fosse già conosciuta in Mesopotamia nel 3° secolo a.C. e
nell'antico Egitto. La birra si produce in quasi tutto il mondo,
l'ingrediente di base è il malto d'orzo, anche se in alcuni casi
viene sostituito con altre fonti di carboidrati.
La fabbricazione della birra inizia
con la preparazione del malto che consiste nel bagnare con acqua il
seme d'orzo fino a provocarne la germinazione. Il prodotto viene
essiccato in corrente d'aria e separato dai germogli. Il malto che
si ottiene viene torrefatto e successivamente macinato. L'aggiunta
di acqua da luogo al mosto che una volta filtrato viene messo in
ebollizione insieme al luppolo, pianta aromatica che conferisce il
gusto amaro, il mosto raffreddato viene filtrato e messo a
fermentare nei tini previa l'aggiunta di lievito (Saccharomyces
cerevisiae Saccharomices carlsbergensis) che effettuano la
trasformazione degli zuccheri in alcool. Una seconda fermentazione
avviene nei recipienti chiusi, l'anidride carbonica prodotta in
questa fase rimane disciolta nel liquido conferendo alla birra la
proprietà di spumeggiare.
La birra trova il maggior consumo
nelle zone dove la coltivazione della vite è più problematica o
impossibile,
L’avena
(Avena sativa) è coltivata principalmente per
l'alimentazione animale (biada) e in misura minore anche per quella
umana. Pianta erbacea annua, con spighette pendule raccolte a
pannocchia, dotate di una lunga resta. La cariosside è allungata, e
appuntita. Grazie alla sua rusticità l'avena si adatta bene a climi
umidi pertanto viene coltivata maggiormante nell'Europa atlantica e
nell'America settentrionale. Le cariossidi vengono usate come
alimento zootecnico, denudate anche nell'alimentazione umana
(farine, minestre, fiocchi, etc…). Le glumette contengono avenina,principio
che stimola il sistema neuromuscolare, per questo motivo l'avena è
stata considerarta particolarmente adatta all'alimentazione degli
animali sottoposti a lavoro intenso, soprattutto equini. Allo stato
erbaceo la graminacea fornisce un buon foraggio molto appetito dagli
animali allevati.
La segale
(Secale cereale) pianta erbacea annua, originaria dell'Asia
Sud-occidentale e coltivata in molti Paesi. Fusto e foglie sono
rivestiti da uno strato ceroso che conferiscono alla paglia una
particolare agli agenti atmosferici resistenza ed impermeabilità
all'acqua; l'infiorescenza è una spiga; la cariosside ha forma
allungata con la particolarità di avere un'estremità acuta e
l'altra ottusa; farina che si ricava dalla molitura è panificabile.
E' un cereale tipico delle zone fredde più settentrionali. Si
adatta bene al clima ed ai suoli di montagna dove riesce a resistere
al freddo, alla neve e all’acidità dei terreni, manifestando una
rusticità eccezionale. Generalmente viene usata per la produzione
di granella da destinare all’alimentazione animale e nei Paesi del
Nord Europa per la panificazione. La paglia, costituita da steli
particolarmente lunghi e resistenti, raccolta in mazzi,
veniva impiegata per la copertura di costruzioni rurali. Attualmente
trova impiego nell’allestimento di imballaggi di paglia. Può
essere utilizzato per la produzione di foraggio verde. La granella
macinata può costituire il substrato per la fermentazione alcoolica
volta alla produzione di Wisky.
Il
sorgo
(Sorghum vulgare) è una pianta utilizzata per la produzione
di cariossidi per l’alimentazione animale oppure come erbaio
intercalare per la produzione di foraggio; in alcune zone dell’Africa
il sorgo viene usato anche nell’alimentazione umana e per la
produzione di birre.
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Alcune specie di
sorgo conosciute con
il nome di melica o saggina venivano impiegato per la costruzione di
spazzole e scope.
Il riso
(Oryza sativa) pianta erbacea annua, originaria dell'Asia
occidentale, è dotato di un culmo alto fino a 1 m; infiorescenza è
a pannocchia formata da spighette dotate di un lungo peduncolo.
Frutti sono costituiti da cariossidi, dure, oblunghe, a cui sono
strettamente aderenti le glumette (cariosside vestita). Per la
coltivazione del riso nei climi temperati è necessario mantenere
perennemente il terreno sommerso da uno strato d'acqua (risaia),
che ha la funzione di sopperire alle esigenze fisiologiche della
pianta in fatto di umidità e di attenuare le escursioni termiche.
E' un cereale di massima importanza
nell’agricoltura mondiale, estesamente coltivato nelle regioni a
clima temperato e caldo, la superficie coltivata è uguale o forse
superiore a quella del grano, contribuisce all’alimentazione di
una grandissima parte della popolazione umana.
In Italia la risicoltura è molto
diffusa nelle province di Milano, Pavia, Novara e Vercelli, mentre
è inesistente come coltura agricola in provincia di Teramo e nella
regione Abruzzo , in passato è stato coltivato nella vallata del
fiume Vomano (G. Nardi - Saggi su l'agricoltura arti e commercio
della provincia di Teramo. 20 Febbraio 1789).
Pur non essendo coltivato in zona
il riso è entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari e
gli vengono riconosciute alcune caratteristiche nutritive e di
digeribilità tali che lo rendono particolarmente adatto alle
persone debilitate, anziani e bambini. Come per gli altri cereali la
pianta del riso trova un vasto campo di applicazione che vanno dall’alimentazione
umana, alla fermentazione alcolica alla lavorazione della paglia.
Il Triticale è
una specie costituita sinteticamente dall'ibridazione del frumento (Triticum)
con la segale (Secale) . I vantaggi derivano dalle
caratteristiche di produttività simile al frumento associate alla
rusticità della segale. Attualmente il suo uso è esclusivamente
zootecnico sia come granella che come erbaio molto spesso associato
a leguminose da foraggio (veccia, pisello).
La coltivazione dei cereali
Le operazioni colturali volte alla
coltivazione dei cereali prendono inizio dalla lavorazione del
terreno e sono simili per tutti i cereali coltivati, sensibili
differenze si riscontrano solo nella coltivazione del riso a causa
delle particolari condizioni ambientali richieste da questa coltura.
Le lavorazioni del suolo
comprendono l'aratura del terreno ed i lavori di ripasso che servono
alla preparazione del letto di semina.
Oggi, come nel passato, l'aratura
viene fatta con l'aratro, un
tempo trainato dagli animali (bui, vacche,
cavalli, asini,) in
epoche remote era costruito in legno che successivamente venne
sostituito con il ferro e montato su ruote.
Attualmente è costruito con ferro
ed acciaio ed è portato trattrici meccaniche di diversa
potenza.
All'aratura seguono i lavori di
affinamento del terreno, fino ad un recente passato questi
consistevano nell' erpicatura ed estirpatura che venivano eseguite
con l'erpice e l'estirpatore trainati da animali da lavoro. Nelle
aree rurali abruzzesi, specialmente in provincia di Teramo il lavoro
animale era svolto da bovini di una razza particolarmente adatta, la
"Marchigiana". Nelle
zone montane i bovini venivano spesso sostituiti dagli equini:
cavalli,
muli, asini.
Nell'epoca in cui viviamo, i lavori
di ripasso sono eseguiti con attrezzi diversi da quelli del passato
(zappe rotative, discissori, erpici a disco, erpici rotativi).
Durante lavorazione del terreno si
provvede al concimazione di fondo (prima della semina) che può
essere fatta con concimi organici (letame, compost ecc.) e minerali,
questi ultimi a base di fosforo e potassio.
Una volta preparato il terreno si
distribuiscono i semi sul suolo. L'epoca di semina, nell'ambito
della regione Abruzzo, è stessa per tutti i cereali autunno-vernini
(grano, orzo, avena, segale, triticale) mentre è primaverile per
mais, sorgo, riso. Nelle zone montane la semina viene leggermente
anticipata, e quella primaverile leggermente ritardata.
Fino a cinquantanni fa la semina
era fatta prevalentemente a mano dall'agricoltore che camminando sul
campo spargeva il seme sul suolo, nel modo più regolare possibile,
compiendo un gesto con il braccio una rotazione di circa 180°
intorno al corpo. Il seme veniva portato in appositi contenitori
appesi al collo del seminatore.
In seguito furono introdotte le seminatrici
meccaniche che dotate di ruote e trainate consentivano di
depositare il seme uniformemente lungo le linee tracciate dalla
macchina in movimento. Anche le seminatrici meccaniche dapprima
furono trainate dagli animali poi dalla trattrici. Quelle moderne
non vengono più trainate ma sono portate da trattrici e consentono
una semina di precisione.
Le cure colturali dei cereali
consistono nella concimazione di copertura e l'eliminazione delle
erbe infestanti: la prima viene eseguita, dopo la nascita della
piantina, tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera ed è
basata sulla distribuzione di concimi azotati che favoriscono lo
sviluppo della pianta. Le pratiche per l'eliminazione delle erbe
infestanti hanno subito nel tempo notevoli modifiche: prima della
scoperta e diffusione dei moderni diserbanti, le infestanti si
estirpavano manualmente (scerbatura) o con la zappa (sarchiatura).
L'operazione, seppure perfettamente compatibile con l'ambiente di
coltivazione, richiedeva un notevole impiego di manodopera.
Attualmente il metodo più diffuso
è il diserbo chimico, si tratta di una pratica che può essere
eseguita prima della semina (diserbo in pre-semina) o dopo che le
piantine sono spuntate dal terreno (diserbo in post-emergenza),
consiste nel distribuire sul campo sostanze capaci di impedire la
germinazione (antigerminello) o di seccare in modo selettivo le erbe
che infestano la coltura praticata.
L'arrivo dell'estate coincide con
la maturazione dei cereali a semina autunno-vernina, mentre quelli a
semina primaverile maturano tra la fine dell'estate e l'inizio
dell'autunno. La raccolta viene fatta con la mietitura, un
operazione che dal momento in cui l'uomo ha iniziato la coltivazione
dei cereali fino a qualche decennio fa aveva subito ben poche
variazione: i braccianti, muniti di falce,
tagliavano le piante ormai secche e le raccoglievano in mazzi
che a loro volta venivano ammucchiati per formare i covoni.
Successivamente i covoni venivano raccolti e traspostati
sull'aia della masseria per essere trebbiato.
La trebbiatura prima dell'avvento
della meccanizzazione era eseguita a mano tramite la battitura con bastoni
snodati o con il calpestamento delle spighe da parte di
animali provvisti di robusti zoccoli: bovini o equini.
La meccanizzazione consente la
battitura meccanica tramite apposite
macchine
trebbiatrici. Queste dapprima erano montate su ruote e
trainate da animali. La forza motrice veniva data da motori
a scoppio anch'essi montati su ruote e trainati da uomini
o animali in seguito furono utilizzati le trattrici agricole che
oltre a trainare le trebbiatrici erano dotate di un volano capace di
azionare la macchina grazie ad una cinta di distribuzione. La
trebbiatrice provvedeva alla separazione della granella e dalla
paglia e dalla pula.
Attualmente la mietitura e la
trebbiatura vengono eseguite contemporaneamente grazie alla
disponibilità di potenti macchine chiamate
mietitrebbiatrici,
che con l'ausilio di appositi carri trasportatori consentono, in
breve tempo, il carico, il trasporto e lo scarico completamente
meccanizzato della granella nei magazzini.
La conservazione e l'uso dei
cereali.
In passato, i prodotti alimentari
disponibili per la famiglia contadina e per gli animali allevati
erano quelli prodotti in azienda, il ricorso ad acquisti extra
aziendali erano piuttosto raro ed in genere non riguardava le
derrate alimentari. Pertanto il frutto della terra coltivata veniva
accuratamente custodito e saggiamente ripartito per tutto il corso
dell'anno, in modo da assicurare un minimo di disponibilità anche
nei periodi più difficili. Per questo motivo, la granella raccolta
con la trebbiatura veniva immagazzinata ed utilizzata per
l'alimentazione umana ed animale mentre una parte veniva conservata
per la nuova semina. Il cereale che più degli altri era destinato
all'alimentazione umana, il grano, era oggetto di particolari cure.
La conservazione avveniva in appositi cassoni
di legno che ne garantivano il riparo dai vari parassiti
(insetti, roditori ecc.), prima di essere chiuso nel contenitore, il
grano veniva lavato in acqua corrente e fatto asciugare al sole
steso su grandi teli. Nel corso dell'anno il frumento veniva
prelevato dal cassone e portato al mulino per la molitura. Il
trasporto avveniva quasi sempre a dorso di asino o di mulo con il
cereale chiuso nei sacchi di fibra vegetale
e legati sul basto. Altri
cereali quali il farro e in misura minore l'orzo, subivano una
molitura più grossolana, la sfarratura, che spesso veniva fatto
direttamente dall'agricoltore utilizzando delle rudimentali macine
in pietra azionate manualmente.
La farina o la semola integrale che
risultava dalla molitura era sottoposta alla setacciatura, anche
questa operazione veniva eseguita dalla famiglia dell'agricoltore in
modo graduale secondo le esigenze famigliari. I setacci
in legno con avevano maglie di diverse dimensioni, quelli
con maglie più strette davano una farina più raffinata, il
cosiddetto "fiore" mentre quelli a maglie larghe davano
farine grossolane (l'attuale farina integrale) in quanto più ricche
di fibra. La componente di maggiori dimensioni, la
crusca veniva raccolta ed utilizzata nell'alimentazione
degli animali.
Dott.
Sergio Cappelli
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