I Cereali e l'Alimentazione                         e-mail:  selise@jumpy.it

 a cura del Dott.  Sergio Cappelli   

 

 

Presentazione

Gli strumenti ed attrezzi gelosamente conservati nel "Borgo Antico" sono la testimonianza dell'ingegno e della capacità creativa dell'uomo che, in ogni epoca, è stata rivolta alla realizzazione di macchine e congegni capaci di ottimizzare il lavoro delle popolazioni rurali.

Gran parte di questa popolazione, oggi, non è più in grado di riconoscere molti degli oggetti conservati nel museo né di comprenderne l'uso che se ne faceva. Raramente qualche persona più anziana e di estrazione rurale è in grado di individuarli e descriverne le modalità d'uso.

Con questo semplice lavoro si vuole tentare di associare l'immagine dell'oggetto in mostra con l'uso al quale era predisposto e confrontarlo, quanto possibile, con i moderni mezzi meccanici deputati allo stesso scopo. La maggior parte degli arnesi esposti provengono dall'area geografica ricadente nelle zone interne della provincia di Teramo nella regione Abruzzo.

Si è scelto di prendere in considerazioni il gruppo di macchine ed attrezzi impiegati nel ciclo produttivo delle diverse colture agricole (cereali, vigneto, oliveto, ecc…) esaminando anche quelli necessari alla trasformazione (farina, vino, olio, ecc….)

Il primo gruppo di materiali considerato è quello utilizzato nel ciclo produttivo dei cereali, la trasformazione in farina ed la fabbricazione del pane e della pasta.

Ogni argomento trattato è contiene alcune brevi informazioni botaniche ed agronomiche delle colture interessate, la descrizione del ciclo produttivo e degli oggetti impiegati nella filiera produttiva.

I CEREALI

Descrizione

Comprendono un gruppo di specie coltivate infinitamente importanti per il genere umano, sia per il consumo come alimenti, sia per l’utilizzazione dei sottoprodotti. La grande versatilità d’impiego di queste piante ne consente un vastissimo campo di applicazioni che vanno dal consumo diretto dei semi sottoforma di pane, polenta ecc., alle produzione di bevande, alla produzione di carta ed utensilii per le attività quotidiane (paglie intrecciate ecc..), all’uso per la costruzione di rimesse (copertura di fabbricati rurali) ed addirittura alla costruzione di muri di pietra (pula). La facilità di conservazione, trasporto e commercializzazione ne ha reso possibile la diffusione su tutte le aree abitate del pianeta. I cereali vengono largamente utilizzati anche nell'alimentazione animale, per preparare mangimi zootecnici.

Dal punto di vista botanico i cereali sono un gruppo di piante monocotiledoni, appartenenti alla famiglia delle Graminacee. I cereali più diffusi in Italia sono: frumento, riso, orzo, mais, segale, sorgo, avena, e triticale. I frutti (cariossidi) sono costituiti da: seme, germe (embrione) e un cotiledone (scutello). Alla raccolta i semi sono caratterizzate da un basso contenuto di acqua (fra il 9 e il 16%), questa caratteristica che ne facilita la conservazione ha consentito una grande diffusione nell'alimentazione umana fin dai tempi più antichi.

Le caratteristiche nutrizionali della farina di alcuni cereali sono riportati nella tabella.

Il frumento

Pianta appartenente alla tribù delle Hordacee, al genere Triticum, utilizzata in alimentazione per la produzione di pane, pasta e prodotti da forno, comprende numerosissime specie tra le quali 7 sono quelle coltivate .

Si distinguono due gruppi fondamentali: frumenti nudi nei quali, a maturazione, le glume e le glumelle (pula) non restano attaccate alla cariosside (chicco), a questo gruppo appartengono i grani teneri e quelli duri, e frumenti vestiti che presentano le glume e le glumelle attaccate alla cariosside, a questo gruppo appartiene il farro.

Composizione

La cariosside del grano è costituita da: a) involucri periferici, assai ricchi di cellulosa (fibra alimentare), b) endosperma dove sono particolarmente abbondanti i carboidrati (soprattutto amido) e sono presenti discrete quantità di proteine (circa il10%), c) embrione che contiene la maggior parte dei grassi presenti nella cariosside e inoltre è ricco di enzimi e vitamine.

La composizione media è la seguente: 12,5% di acqua, 70,2% di amido, 12,2% di proteine, 1,9% di grassi, 1,6% di cellulosa (fibra alimentare) e 1,6% di sostanze minerali. Il frumento risulta, pertanto, un prodotto molto ricco di carboidrati complessi: amido e cellulosa. L'amido esplica funzione essenzialmente energetica, mentre la cellulosa regola le funzioni intestinali. Le proteine sono costituite principalmente da gliadina e glutenina, che, quando la farina viene impastata con acqua, danno luogo al glutine (di cui è particolarmente ricca la pasta di grano duro). Il frumento è anche ricco di vitamina E (tocoferolo), contenuta soprattutto nel germe, e di vitamine del gruppo B. Buono anche il contenuto di sodio, potassio, calcio e magnesio.

Il grano tenero (Triticum vulgare) Il frumento è il cereale che più si adatta a molteplici tipi di clima per cui è largamente coltivato nel mondo e può essere considerato la base alimentare della maggioranza della popolazione umana.

E’ di origine asiatica ed è coltivato per l’80% in Europa ed in America è l’alimento naturale delle zone del pianeta popolate dalla razza bianca che ne ha fatto uno dei componenti fondamentali dell’alimentazione, apprezzando le ottime caratteristiche nutritive e l’alto valore energetico associate ad una ottima appetibilità e digeribilità.

La coltivazione del frumento tenero in Italia riguarda tutte le regioni con produzione che vanno dai 20 quintali per ettaro nelle zone montane più difficili fino agli 80 quintali per ettaro nelle aree a più alta vocazione.

La farina, si chiama farina di grano tenero o più semplicemente farina, il prodotto ottenuto dalla macinazione e successivo abburattamento (separazione della farina dalla crusca e dal cruschello) del grano tenero privato delle sostanze estranee e delle impurità. A partire dal grano tenero si ottengono farine che assumono denominazioni differenti in funzione delle parti della cariosside che vengono allontanate per burattamento (separazione al setaccio).

Il tasso di abburattamento definisce il tipo di farina, variando il tasso di abburattamento varia il tipo di farina. Ad alti tassi corrispondono farine più ricche di cellulose e di proteine mentre a tassi più bassi, corrisponde un aumento di carboidrati. Un giusto limite sta tra il 75% e l'80%. La farina con grado di abburattamento del 50% corrisponde al tipo commerciale “OO”, quella con grado 72% corrisponde al tipo “O”, quella con grado 80% corrisponde al tipo “1” e quella con grado 85% corrisponde al tipo “2”. Quando non viene eseguita la separazione la farina risulta formata dai componenti dell'intera cariosside (crusca compresa), si ottiene la farina integrale, nutrizionalmente completa, ricca di vitamine, proteine e sali minerali.

La panificabilità della farina è legata al contenuto di sostanze proteiche che sono rappresentate in gran parte dal glutine.

Il pane é l’alimento più comune delle nostre mense, secondo l’art.14 della legge 4 luglio 1967 n° 580, il pane è il prodotto ottenuto dalla cottura di una pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito con o senza l’aggiunta di sale comune.

Il pane può essere prodotto con farina tipo “OO”,“O”, “1”,”2”, farina integrale, semola di grano duro e deve essere contraddistinto con una denominazione nella quale è indicata il tipo di farina.

Il contenuto massimo di acqua nel pane varia dal 29% per pezzature fino a 70 grammi al 40% consentito per pezzature superiore ai 1000 grammi, per il pane integrale è previsto un aumento del 2%. E’ consentita la produzione di pane speciale con l’aggiunta di altri ingredienti (grassi, aromi ecc..).

Il grano duro (Triticum durum) è di origine abissinica e può definirsi il frumento delle regioni caldo aride e dei terreni tendenzialmente compatti. Ha una cariosside allungata lucida a frattura vitrea con elevato contenuto di glutine che conferisce all’impasto tenacità ed elasticità, per questo motivo il semolino si presta molto bene all’esigenza dell’industria alimentare della pasta.

La semola, gli sfarinati di grano duro vengono denominati semole e semolati, a differenza di quelli di grano tenero, hanno un elevato contenuto di glutine che conferisce all’impasto tenacità ed elasticità, per questo motivo il semolino si presta molto bene all’esigenza dell’industria alimentare della pasta.

La pasta rappresenta uno dei componenti fondamentali della nostra dieta alimentare, la legge 4 luglio 1967 n° 580 stabilisce che gli unici ingredienti per la preparazione della pasta, ad eccezione di quelle fresche all’uovo e ripiene, sono le semole e i semolati di grano duro e l’acqua. Questo vincolo per i produttori italiani permane anche dopo che la Corte di giustizia comunitaria (1988) ha dichiarato legittimo l’impiego di farine di grano tenero; l’Italia pertanto non può impedire l’importazione, da paesi membri della CE di paste preparate con miscele di grano duro e tenero ma può tutelare la qualità del prodotto nazionale. In base alla legge anzidetta la pasta destinata al commercio deve avere le seguenti caratteristiche: umidità max 12,5; ceneri 0,70% - 0,90% (0,90% - 1,20%) per le paste di semolato); sostanze proteiche min. 10,50% (11,50% per le paste di semolato).

E’ consentita la produzione di paste speciali contenenti vari ingredienti alimentari, e di paste dietetiche (integrali, aproteiche ecc.).

 

Il Farro (Triticum dicoccum) Il farro è una pianta erbacea appartenente al genere Triticum della grande famiglia delle Graminacee, è frumento a seme vestito, il frutto è portate da piccole spighe ognuna della quali contiene due cariossidi triangolari.

Il farro è il capostipite di tutti i "frumenti" oggi conosciuti, ed è stato per oltre 2000 anni l'alimento base di intere popolazioni mediterranee e asiatiche: Assiri , Egizi, tutte le popolazioni antiche del Medio Oriente e del Nord Africa; le legioni di Roma spesso venivano pagate a farro, ed indubbiamente anche per questi costituiva l'alimento principale.

La comparsa sul panorama agricolo di cereale dalla cui coltivazione si traevano maggiori rese, ha reso sempre meno vantaggiosa la coltura del farro. Attualmente se ne coltivano modestissime quantità, anche se, il consumo nell'alimentazione umana sta registrando un rinnovato interesse grazie alle particolari caratteristiche nutritive ed organolettiche.

Parimenti agli altri cereali, il farro è povero di aminoacidi essenziali ma tale carenza può essere compensata dall'accostamento gastronomico con le leguminose e con alimenti proteici di origine animale.
Il consumo umano di questo cereale, così come quello del riso e dell'orzo deve essere preceduto dalla brilla tura che consiste nell'asportazione delle glume e delle glumelle che rimangono attaccate al seme anche dopo la trebbiatura.

Il farro viene commercializzato in chicchi sotto diverse forme: spezzato, macinato, sfarinato.

Il Mais (Zea mais) è conosciuto anche con il nome di granturco con riferimento alla sua origine esotica, fu portato in Europa da Cristoforo Colombo dopo la scoperta dell'America. Dapprima fu coltivato in Spagna ed in seguito passò nel Sud-Ovest della Francia e nell'Italia del Nord. Originario del Nuovo Continente è diffusamente coltivato in tutto il mondo. In Italia trova la massima diffusione nelle zone di pianura dove è possibile praticare l'irrigazione, anche se nel recente passato ha svolto un ruolo di grande importanza quale componente della dieta alimentare delle popolazioni montane. La produzione raggiunge livelli notevoli negli ambienti più idonei ma decresce considerevolmente in quelli più difficili, è un cereale adatto sia all’alimentazione umana che a quella animale.

Nell’uso zootecnico viene somministrato come granella ed anche come foraggio, la parte aerea della pianta può essere conservata, come silomais, dopo la trinciatura ed il compattamento in contenitori di grandi dimensioni, chiamati silos, dove subisce alcuni processi fermentativi che contribuiscono alla sua conservazione.

Le cariossidi sono portate dalla spiga (pannocchia) che risulta sensibilmente diversa da quella degli altri cereali, è costituita da un cilindro centrale (tutolo) intorno al quale sono disposte le file di cariossidi in senso longitudinale. Il colore varia dal giallo aranciato al rosso.

Nell'alimentazione umana viene utilizzato sia sottoforma di farina, che come prodotto di estrazione (amido, glucosio e fruttosio) dal geme del mais si estrae un olio.

Composizione

La composizione media delle cariossidi di mais, secondo le indicazioni ricavabili dalla bibliografia esistente, ha valori variabili compresi tra: 12% e 12,5% di acqua, 9,2 e 9,9% di proteine, 3,8 e 4,4% di grassi, 70,5 e 75,8% di glucidi (di cui 66% amido), 1,4% di ceneri. In confronto ad altri tipi di cereali il mais presenta un maggior contenuto di grassi, che si trovano prevalentemente nel germe. L'estrazione può avvenire per spremitura o con solventi dal germe precedentemente seccato e macinato. Inoltre il mais esso è ricco di carotenoidi, precursori della vitamina A, e di vitamina E la cui presenza nellolio rallenta l'irrancidimento e l'ossidazione.Le proteine, seppure presenti in buona quantità, sono povere di lisina e triptofano, amminoacidi essenziali e di acido nicotinico. A queste carenze si deve attribuire il manifestarsi della pellagra nelle popolazioni che si alimentavano quasi esclusivamente con questo cereale.

La farina di mais, nell’alimentazione umana, il granoturco, viene usato come farina, questa può essere adoperata per la produzione di pane o più comunemente cotta in acqua bollente per fare la polenta.

La polenta è un cibo rustico preparato con farina di granoturco aggiunta all' acqua leggermente salata dentro un paiolo, dove viene continuamente rimestata fino a cottura. Può avere una consistenza più o meno densa. Viene condita in vario modo oppure utilizzata come contorno a diversi tipi di pietanze (carni, pesci, formaggi).

L’orzo (Hordeum vulgare) pianta erbacea, annua, cespitosa, appartenente al genere Hordeum della famiglia delle Graminacee, al quale appartengono l'orzo vero e proprio (H. vulgare) e l'infestante orzo murino (H. murinum), caratteristico degli erbosi aridi, incolti. La spiga è composta da una rachide appiattita portante i granelli a seconda del numeri file di granelli che si formano nella spiga si parla di orzo distico (2 file) o polistico (4 oppure 6 file). Gli orzi distici sono varietà a semina primaverile.

E' un cereale di grande importanza nell’economia agricola. Attualmente il suo uso è legato all’alimentazione zootecnica, come mangime concentrato.

Nell’alimentazione umana l’orzo è stato utilizzato anche per la panificazione, oggi viene impiegato per la produzione di una delle bevande più diffuse al mondo: la birra. Inoltre il cereale è l’ingrediente essenziale per la produzione del Wisky. Gli orzi da destinare alla produzione della birra ha un contenuto proteico più basso rispetto agli altri.

Nel recente passato, il cereale è stato utilizzato quale surrogato del caffè come bevanda stimolante, attualmente questo uso torna a diffondersi grazie alle proprietà salutistiche attribuite al prodotto.

In virtù delle sua caratteristiche di pianta molto rustica, l’orzo si adatta ai diversi ambienti, assumendo quindi particolare importanza in quelli più difficili, come la montagna, dove riesce ad assicurare una produzione più costante di quella del grano.

La birra è una bevanda leggermente alcolica di origine antichissima, si ritiene che fosse già conosciuta in Mesopotamia nel 3° secolo a.C. e nell'antico Egitto. La birra si produce in quasi tutto il mondo, l'ingrediente di base è il malto d'orzo, anche se in alcuni casi viene sostituito con altre fonti di carboidrati.

La fabbricazione della birra inizia con la preparazione del malto che consiste nel bagnare con acqua il seme d'orzo fino a provocarne la germinazione. Il prodotto viene essiccato in corrente d'aria e separato dai germogli. Il malto che si ottiene viene torrefatto e successivamente macinato. L'aggiunta di acqua da luogo al mosto che una volta filtrato viene messo in ebollizione insieme al luppolo, pianta aromatica che conferisce il gusto amaro, il mosto raffreddato viene filtrato e messo a fermentare nei tini previa l'aggiunta di lievito (Saccharomyces cerevisiae Saccharomices carlsbergensis) che effettuano la trasformazione degli zuccheri in alcool. Una seconda fermentazione avviene nei recipienti chiusi, l'anidride carbonica prodotta in questa fase rimane disciolta nel liquido conferendo alla birra la proprietà di spumeggiare.

La birra trova il maggior consumo nelle zone dove la coltivazione della vite è più problematica o impossibile,

L’avena (Avena sativa) è coltivata principalmente per l'alimentazione animale (biada) e in misura minore anche per quella umana. Pianta erbacea annua, con spighette pendule raccolte a pannocchia, dotate di una lunga resta. La cariosside è allungata, e appuntita. Grazie alla sua rusticità l'avena si adatta bene a climi umidi pertanto viene coltivata maggiormante nell'Europa atlantica e nell'America settentrionale. Le cariossidi vengono usate come alimento zootecnico, denudate anche nell'alimentazione umana (farine, minestre, fiocchi, etc…). Le glumette contengono avenina,principio che stimola il sistema neuromuscolare, per questo motivo l'avena è stata considerarta particolarmente adatta all'alimentazione degli animali sottoposti a lavoro intenso, soprattutto equini. Allo stato erbaceo la graminacea fornisce un buon foraggio molto appetito dagli animali allevati.

La segale (Secale cereale) pianta erbacea annua, originaria dell'Asia Sud-occidentale e coltivata in molti Paesi. Fusto e foglie sono rivestiti da uno strato ceroso che conferiscono alla paglia una particolare agli agenti atmosferici resistenza ed impermeabilità all'acqua; l'infiorescenza è una spiga; la cariosside ha forma allungata con la particolarità di avere un'estremità acuta e l'altra ottusa; farina che si ricava dalla molitura è panificabile. E' un cereale tipico delle zone fredde più settentrionali. Si adatta bene al clima ed ai suoli di montagna dove riesce a resistere al freddo, alla neve e all’acidità dei terreni, manifestando una rusticità eccezionale. Generalmente viene usata per la produzione di granella da destinare all’alimentazione animale e nei Paesi del Nord Europa per la panificazione. La paglia, costituita da steli particolarmente lunghi e resistenti, raccolta in mazzi, veniva impiegata per la copertura di costruzioni rurali. Attualmente trova impiego nell’allestimento di imballaggi di paglia. Può essere utilizzato per la produzione di foraggio verde. La granella macinata può costituire il substrato per la fermentazione alcoolica volta alla produzione di Wisky.

Il sorgo (Sorghum vulgare) è una pianta utilizzata per la produzione di cariossidi per l’alimentazione animale oppure come erbaio intercalare per la produzione di foraggio; in alcune zone dell’Africa il sorgo viene usato anche nell’alimentazione umana e per la produzione di birre.

 

Alcune specie di sorgo conosciute con il nome di melica o saggina venivano impiegato per la costruzione di spazzole e scope.

Il riso (Oryza sativa) pianta erbacea annua, originaria dell'Asia occidentale, è dotato di un culmo alto fino a 1 m; infiorescenza è a pannocchia formata da spighette dotate di un lungo peduncolo. Frutti sono costituiti da cariossidi, dure, oblunghe, a cui sono strettamente aderenti le glumette (cariosside vestita). Per la coltivazione del riso nei climi temperati è necessario mantenere perennemente il terreno sommerso da uno strato d'acqua (risaia), che ha la funzione di sopperire alle esigenze fisiologiche della pianta in fatto di umidità e di attenuare le escursioni termiche.

E' un cereale di massima importanza nell’agricoltura mondiale, estesamente coltivato nelle regioni a clima temperato e caldo, la superficie coltivata è uguale o forse superiore a quella del grano, contribuisce all’alimentazione di una grandissima parte della popolazione umana.

In Italia la risicoltura è molto diffusa nelle province di Milano, Pavia, Novara e Vercelli, mentre è inesistente come coltura agricola in provincia di Teramo e nella regione Abruzzo , in passato è stato coltivato nella vallata del fiume Vomano (G. Nardi - Saggi su l'agricoltura arti e commercio della provincia di Teramo. 20 Febbraio 1789).

Pur non essendo coltivato in zona il riso è entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari e gli vengono riconosciute alcune caratteristiche nutritive e di digeribilità tali che lo rendono particolarmente adatto alle persone debilitate, anziani e bambini. Come per gli altri cereali la pianta del riso trova un vasto campo di applicazione che vanno dall’alimentazione umana, alla fermentazione alcolica alla lavorazione della paglia.

Il Triticale è una specie costituita sinteticamente dall'ibridazione del frumento (Triticum) con la segale (Secale) . I vantaggi derivano dalle caratteristiche di produttività simile al frumento associate alla rusticità della segale. Attualmente il suo uso è esclusivamente zootecnico sia come granella che come erbaio molto spesso associato a leguminose da foraggio (veccia, pisello).

La coltivazione dei cereali

Le operazioni colturali volte alla coltivazione dei cereali prendono inizio dalla lavorazione del terreno e sono simili per tutti i cereali coltivati, sensibili differenze si riscontrano solo nella coltivazione del riso a causa delle particolari condizioni ambientali richieste da questa coltura.

Le lavorazioni del suolo comprendono l'aratura del terreno ed i lavori di ripasso che servono alla preparazione del letto di semina.

Oggi, come nel passato, l'aratura viene fatta con l'aratro, un tempo trainato dagli animali (bui, vacche, cavalli, asini,) in epoche remote era costruito in legno che successivamente venne sostituito con il ferro e montato su ruote. Attualmente è costruito con ferro ed acciaio ed è portato trattrici meccaniche di diversa potenza.

All'aratura seguono i lavori di affinamento del terreno, fino ad un recente passato questi consistevano nell' erpicatura ed estirpatura che venivano eseguite con l'erpice e l'estirpatore trainati da animali da lavoro. Nelle aree rurali abruzzesi, specialmente in provincia di Teramo il lavoro animale era svolto da bovini di una razza particolarmente adatta, la "Marchigiana". Nelle zone montane i bovini venivano spesso sostituiti dagli equini: cavalli, muli, asini.

Nell'epoca in cui viviamo, i lavori di ripasso sono eseguiti con attrezzi diversi da quelli del passato (zappe rotative, discissori, erpici a disco, erpici rotativi).

Durante lavorazione del terreno si provvede al concimazione di fondo (prima della semina) che può essere fatta con concimi organici (letame, compost ecc.) e minerali, questi ultimi a base di fosforo e potassio.

Una volta preparato il terreno si distribuiscono i semi sul suolo. L'epoca di semina, nell'ambito della regione Abruzzo, è stessa per tutti i cereali autunno-vernini (grano, orzo, avena, segale, triticale) mentre è primaverile per mais, sorgo, riso. Nelle zone montane la semina viene leggermente anticipata, e quella primaverile leggermente ritardata.

Fino a cinquantanni fa la semina era fatta prevalentemente a mano dall'agricoltore che camminando sul campo spargeva il seme sul suolo, nel modo più regolare possibile, compiendo un gesto con il braccio una rotazione di circa 180° intorno al corpo. Il seme veniva portato in appositi contenitori appesi al collo del seminatore.

In seguito furono introdotte le seminatrici meccaniche che dotate di ruote e trainate consentivano di depositare il seme uniformemente lungo le linee tracciate dalla macchina in movimento. Anche le seminatrici meccaniche dapprima furono trainate dagli animali poi dalla trattrici. Quelle moderne non vengono più trainate ma sono portate da trattrici e consentono una semina di precisione.

Le cure colturali dei cereali consistono nella concimazione di copertura e l'eliminazione delle erbe infestanti: la prima viene eseguita, dopo la nascita della piantina, tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera ed è basata sulla distribuzione di concimi azotati che favoriscono lo sviluppo della pianta. Le pratiche per l'eliminazione delle erbe infestanti hanno subito nel tempo notevoli modifiche: prima della scoperta e diffusione dei moderni diserbanti, le infestanti si estirpavano manualmente (scerbatura) o con la zappa (sarchiatura). L'operazione, seppure perfettamente compatibile con l'ambiente di coltivazione, richiedeva un notevole impiego di manodopera.

Attualmente il metodo più diffuso è il diserbo chimico, si tratta di una pratica che può essere eseguita prima della semina (diserbo in pre-semina) o dopo che le piantine sono spuntate dal terreno (diserbo in post-emergenza), consiste nel distribuire sul campo sostanze capaci di impedire la germinazione (antigerminello) o di seccare in modo selettivo le erbe che infestano la coltura praticata.

L'arrivo dell'estate coincide con la maturazione dei cereali a semina autunno-vernina, mentre quelli a semina primaverile maturano tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno. La raccolta viene fatta con la mietitura, un operazione che dal momento in cui l'uomo ha iniziato la coltivazione dei cereali fino a qualche decennio fa aveva subito ben poche variazione: i braccianti, muniti di falce, tagliavano le piante ormai secche e le raccoglievano in mazzi che a loro volta venivano ammucchiati per formare i covoni. Successivamente i covoni venivano raccolti e traspostati sull'aia della masseria per essere trebbiato.

La trebbiatura prima dell'avvento della meccanizzazione era eseguita a mano tramite la battitura con bastoni snodati o con il calpestamento delle spighe da parte di animali provvisti di robusti zoccoli: bovini o equini.

La meccanizzazione consente la battitura meccanica tramite apposite macchine trebbiatrici. Queste dapprima erano montate su ruote e trainate da animali. La forza motrice veniva data da motori a scoppio anch'essi montati su ruote e trainati da uomini o animali in seguito furono utilizzati le trattrici agricole che oltre a trainare le trebbiatrici erano dotate di un volano capace di azionare la macchina grazie ad una cinta di distribuzione. La trebbiatrice provvedeva alla separazione della granella e dalla paglia e dalla pula.

Attualmente la mietitura e la trebbiatura vengono eseguite contemporaneamente grazie alla disponibilità di potenti macchine chiamate mietitrebbiatrici, che con l'ausilio di appositi carri trasportatori consentono, in breve tempo, il carico, il trasporto e lo scarico completamente meccanizzato della granella nei magazzini.

La conservazione e l'uso dei cereali.

In passato, i prodotti alimentari disponibili per la famiglia contadina e per gli animali allevati erano quelli prodotti in azienda, il ricorso ad acquisti extra aziendali erano piuttosto raro ed in genere non riguardava le derrate alimentari. Pertanto il frutto della terra coltivata veniva accuratamente custodito e saggiamente ripartito per tutto il corso dell'anno, in modo da assicurare un minimo di disponibilità anche nei periodi più difficili. Per questo motivo, la granella raccolta con la trebbiatura veniva immagazzinata ed utilizzata per l'alimentazione umana ed animale mentre una parte veniva conservata per la nuova semina. Il cereale che più degli altri era destinato all'alimentazione umana, il grano, era oggetto di particolari cure. La conservazione avveniva in appositi cassoni di legno che ne garantivano il riparo dai vari parassiti (insetti, roditori ecc.), prima di essere chiuso nel contenitore, il grano veniva lavato in acqua corrente e fatto asciugare al sole steso su grandi teli. Nel corso dell'anno il frumento veniva prelevato dal cassone e portato al mulino per la molitura. Il trasporto avveniva quasi sempre a dorso di asino o di mulo con il cereale chiuso nei sacchi di fibra vegetale e legati sul basto. Altri cereali quali il farro e in misura minore l'orzo, subivano una molitura più grossolana, la sfarratura, che spesso veniva fatto direttamente dall'agricoltore utilizzando delle rudimentali macine in pietra azionate manualmente.

La farina o la semola integrale che risultava dalla molitura era sottoposta alla setacciatura, anche questa operazione veniva eseguita dalla famiglia dell'agricoltore in modo graduale secondo le esigenze famigliari. I setacci in legno con avevano maglie di diverse dimensioni, quelli con maglie più strette davano una farina più raffinata, il cosiddetto "fiore" mentre quelli a maglie larghe davano farine grossolane (l'attuale farina integrale) in quanto più ricche di fibra. La componente di maggiori dimensioni, la crusca veniva raccolta ed utilizzata nell'alimentazione degli animali.

 

 

 

Dott. Sergio Cappelli