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[Curiosità]
[Storia massonica italiana]

In Italia, oggi


 

La rinascita massonica nell'Italia del dopoguerra è stata rapida ma caratterizzata, come quella degli schieramenti politici, da una notevole frantumazione. Divisa in mille rivoli, si esprime tuttavia in forma "regolare" (il riconoscimento della Gran Loggia Unita d'Inghilterra è avvenuto nel 1972) come Grande Oriente d'Italia, cui fanno riferimento circa seicento logge, per un totale di diciottomila affiliati. La sede amministrativa si trova a Roma, a Villa Medici del Vascello.

All'altra grande formazione massonica italiana, la Gran Loggia Nazionale, che ha sede a Roma in Palazzo Vitelleschi (piazza del Gesù), obbediscono circa duecentocinquanta logge, con seimila affiliati.

Le regioni dove vi è una più fitta attività massonica sono la Toscana, l'Umbria, la Calabria e la Romagna, soprattutto nel Ravennate.

Da un punto di vista sociologico, vi è in Italia una forte tradizione di logge militari, ma sono anche ampiamente rappresentati uomini politici (si parla di una settantina di parlamentari), medici, avvocati, giuristi, fisici, docenti universitari, magistrati (benché il CSM si sia espresso contro l'adesione dei giudici alla Massoneria) e, soprattutto in passato, personaggi dello spettacolo (teatro, cinema, televisione).

Resta da chiedersi che cosa, in un Paese come il nostro, possa indurre a entrare nella Massoneria. L'opinione di uno storico massone (A.A. Mola Storia della Massoneria in Italia, in Storia d'Italia: dalla civiltà latina alla nostra Repubblica, Novara, 1981) fa pensare a una spinta fortemente ideale: «La massiccia presenza, in Massoneria, di scienziati, uomini dello Stato, operatori culturali e artisti, professionisti qualificati, fa ritenere che in loggia venga cercata la sintesi tra scienza e libertà, cioè tra "ordine" e "spontaneità", tra "naturalità" e organizzazione razionale, in forme nuove ma certo sulla traccia dei numi enciclopedisti». Va senz'altro messo in conto da parte di alcuni anche il desiderio di connotare esotericamente, attraverso l'esperienza rituale, il desiderio di elevazione spirituale. Ma, stando a quanto anche udampia frangia di opinionisti massoni mette in luce come un pericolo, si può pensare che per molte persone agiscano interessi meno nobili, come la speranza di ottenere vantaggi, interpretando il principio solidaristico dell'aiuto tra Fratelli come scambio di favori, o semplicemente il compiacimento di appartenere a un "club"esclusivo. L'impressione che si ha dall'esterno è che si tratti di un nodo che la Massoneria italiana deve ancora sciogliere, magari sacrificando la quantità alla qualità dei suoi membri attraverso un vaglio più severo delle richieste di affiliazione.

Lo scandalo della P2

Nel processo di restaurazione tradizionale e di definizione di un'identità consona ai tempi nuovi non ha certamente giovato alla Massoneria italiana la vicenda della P2 che, per quanto la si possa i nterpretare come una "deviazione", ha comunque messo in luce anche per gli stessi affiliati la presenza nell'Ordine di uno spregiudicato settore affaristico e addirittura eversivo. In ogni caso la reputazione della Massoneria ne è uscita fortemente compromessa, nonostante il Grande Oriente si sia adeguato alle disposizioni della cosiddetta Iegge Spadolini sulla P2" (198 1 ) che ha vietato, con quella incriminata, le logge "coperte", e preteso che siano accessibili le liste degli affiliati. Ancora agli inizi degli anni Novanta, infatti, da un sondaggio risultava che il 3 1 % degli Italiani considerava la Massoneria «un'associazione per fare carriera» e un altro 27% «una pericolosa organizzazione antidemocratica».

Eopportunità di un ente di questo genere è stata motivata in funzione dell'attività assistenziale (ambulanze, contributi ai centri ospedalieri, borse di studio ... ) svolta dalla Massoneria, «che potrebbe anche aver bisogno del coordinamento di una loggia che avesse fra i suoi membri le "persone che contano nei più diversi settori della vita sociale» (Ambesi).

Ma che un solidarismo efficiente fosse l'obiettivo etico di Licio Gelli, quando si affiliò alla Massoneria nel 1965 e divenne in breve tempo il Venerabile della Loggia P2,"coperta" ma comunque collegata al Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, sembra, quantomeno, in contrasto con le attività poliedriche del personaggio, in particolare i suoi provati collegamenti con la finanza internazionale e, più inquietanti per il cittadino comune, con il mondo dei servizi segreti e i vertici dell'esercito. In proposito i giudici che si sono occupati della strage alla stazione di Bologna hanno scritto: «Nel contesto di una generale attenzione rivolta da Gelli agli ambienti militari, assume una concatenazione specifica quella dedicata alla ristretta élite di ufficiali succedutisi al comando dei vari servizi di sicurezza. La relazione della commissione di inchiesta è pervenuta a due interessanti conclusioni: Gelli appartiene ai servizi e ne è il vertice la Loggia P2 e Gelli sono espressione di una influenza che la Massoneria americana e la CIA esercitano su Palazzo Giustiniani, sin dalla sua riapertura nel dopoguerra».

Il caso è così intricato e ancora così lontano da chiarimenti definitivi che noti si può entrare ulteriormente nel merito. Il massimo dell'obiettività comporta che si citi, non in relazione alla persona di Gelli, ma in relazione alla Massoneria italiana travolta dal ciclone dello scandalo, il punto di vista difensivo. Nel secondo volume dell'Enciclopedia Massonica, di recente pubblicazione (ottobre 1997), si legge: «Il caso P2 è un esempio di antimassoneria per così dire bilaterale. Esso infatti fu la risultante della deviazione di un'area della Massoneria italiana (intrecciata a individualità e correnti del mondo politico-economico) e dell'attacco a raffica, indiscriminato, alla Massoneria da parte di alcuni settori del mondo politico-economico e del giornalismo a quelli asservito». Al solito cittadino comune resta comunque un dubbio: a chi spetta il compito di individuare e prevenire le "deviazioni " di un'istituzione? A chi, facendone parte, ha responsabilità di vertice, o a chi ne fa, anche dall'esterno, le spese? Naturalmente è un dubbio ragionevole solo in situazioni in cui la democrazia sia vissuta come un valore, e non come uno slogan.
 

P=Propaganda


Della nota sigla P2 la P significa «Propaganda" E il nome di una loggia nata nel 1877 allo scopo di «tenere attivi e vincolati all'Ordine e in corrispondenza diretta con il Grande Oriente gli uomini che per la loro posizione sociale non avrebbero potuto iscriversi nelle logge ordinarie e frequentarne i lavori» (U. Bacci Il Libro del Massone Italiano, Bologna, 1972). Il clima storico è quello in cui molti affiliati alla Massoneria giocarono un ruolo importantissimo nell'assestamento dello Stato unitario. Fra i membri di questa loggia si possono infatti ricordare i nomi di G. Garibaldi, dei politici A. Saffi, G. Zanardelli, A. Bertani e E Crispi, del filosofo del diritto G. Bovio e del poeta G. Carducci. Che ci possano essere "posizioni sociali" incompatibili con la partecipazione ai regolari lavori delle logge è comprensibile, ma poiché la partecipazione a questi lavori è dalla Massoneria dichiarata essenziale perla costruzione e il percorso spirituale del singolo, sembra che si possa individuare sin dalle origini della Loggia "Propaganda" un cedimento a interessi di natura squisitamente profana. Tale valutazione è suffragata dal fatto che un primo scandalo, quello della Banca Romana del 1892-1893 in cui furono coinvolti alcuni dei suoi membri, determinò la crisi di questa loggia "atipica'.

Dopo il periodo fascista essa si ricostituì, assumendo il numero 2 per sottolineare la sua antica tradizione: tra le logge ancora attive po teva infatti vantare un'anzianità inferiore solo a quella della loggia alessandrina "Santorre di Santarosa".

Tale risveglio avvenne «sempre con il fine, da parte del Grande Oriente, di avere sottomano una loggia che radunasse i più ragguardevoli rappresentanti degli organismi di Stato e delle libere professioni» (A.C. Ambesi I Maestri del Tempio, Milano, 1995).

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Dizionario Esoterico
a cura di Riccardo Chissotti

Tratto da http://www.esonet.org

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