E n i o W e b P a g e

 

 

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Un giovane che voleva ad ogni costo volare...fece nascere l'industria aeronautica  

  I  


Trento 25 aprile 2003

 

Con un fidato meccanico coraggioso quanto lui, Ugo Tabacchi, il neo ingegnere vi trasportò da Massone la sua officina e la sua nuovissima macchina volante. Il 27 maggio 1910, il suo apparecchio con Tabacchi ai comandi si levò in volo. Il decollo non presentò problemi, il volo neppure anche se cortissimo, ma nell'atterraggio la macchina si sfasciò. Caproni e il fido meccanico invece di crucciarsi lo considerarono un fatto augurale, come quando si fa un brindisi e poi si rompe la coppa di champagne. Dell'ottimismo quindi ne dovevano avere molto. Questo perchè il volo era andato molto bene, mentre l'atterraggio era solo un insignificante dettaglio. Il 12 agosto successivo, tutto era di nuovo pronto. Il Tabacchi con la nuova macchina riuscì ad attraversare in volo tutta la brughiera della Cascina Malpensa, ma nuovamente all'atterraggio sfasciò l'aereo, non proprio tutto, ma quasi. Scoraggiamento? ma nemmeno l'ombra. Il giorno dopo subito a rimettere insieme i pezzi, fare le modifiche, per essere subito pronto per ripartire e nuovamente riprovare. Ma sorsero inaspettate difficoltà. Il Governo, tramite l'amministrazione militare che gli aveva concesso quel terreno demaniale, dovendo questa stabilire un campo militare in quella zona, gli ordinò di sloggiare. Per Caproni è un'altra mazzata, ma non si scoraggia. Fa i bagagli per la seconda volta e si trasferisce nei primi mesi del 1911 a Vizzola Ticino, riprendendo con più lena il lavoro interrotto. Che pochi mesi dopo vide coronato dal successo. Il 15 giugno 1911, l'amico pilota Enrico Cobioni portava in volo per 50 minuti un nuovo apparecchio. Caproni non perde tempo e pensa anche agli affari, perché crede nella sua creatura e nelle prospettive che possono aprire il volo; infatti è di quel tempo la costituzione della prima Società Caproni. Racimolando tra amici ed estimatori sufficienti mezzi finanziari iniziò la sua nuova attività. Il nuovo "sport" affascinava, ma non era l'auto che stava stregando tutti, il volo era una cosa seria, era ancora considerato un votarsi al suicidio, non un sport ardimentoso. Quindi grandi prospettive sportive o commerciali non c'erano. Ma questo non fa crollare la fede che Caproni ha del volo. E con lui anche un ufficiale ne parleremo più

 

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avanti), che si sta interessando molto ai suoi primi voli. Il 30 gennaio 1912, il nuovo monoplano pilotato sempre da Cabioni, conquistava il primato mondiale di velocità e distanza, per apparecchi muniti di motori di potenza di 40 HP. Il 14 febbraio 1912, successivamente lo stesso apparecchio raggiungeva l'altezza di 1160 metri e la velocità di 106 kmh conquistando il primato mondiale di altezza e velocità. E già il 20 marzo erano superati anche questi primati con un motore da 50 HP, conquistando i primati di velocità sui 250, 300 e 330 km e quello delle tre ore di volo. Non erano passati dal primo volo di Wright nemmeno otto anni! L'anno dopo, il 26 febbraio 1913, un biposto "Caproni" compie il primo viaggio Milano-Roma, questa volta pilotato da un altro audace pilota: il russo Hariton Slavorosof. La buona riuscita del raid, i commenti che ne derivarono, le tante simpatie per queste imprese così nuove nell'immaginario collettivo, facevano sperare a importanti ordinazioni da parte del Ministero della Guerra. Invece tali ordinazioni non giunsero. (Si ripetè il "calvario" già percorso da Marconi con la sua radio). E quando si decisero al Ministero, scelsero e ordinarono i "saputelli tecnici" (infatti li fecero costruire secondo i loro progetti (sic!) apparecchi di tipo straniero. Ignorando tutti gli studi, i sacrifici e i denari spesi dal giovane ventisettenne ingegnere; ma cosa grave ignorando anche i risultati che aveva ottenuti, che non erano poi pochi. Secondo la Commissione militare, gli aerei che avevano scelto erano i migliori del mondo; ma quando dovettero affrontare le prove di collaudo prescritte, le macchine straniere non le superarono, anche se un'altra Commissione sentenziò che erano stati "inappuntabilmente costruiti secondo i piani". Erano cioè perfetti ma non volavano, e se volavano si schiantavano.