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n i o W e b P a g e |
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Ma non basta! Dopo le cessate ostilità, la Caproni aveva costituito la privata "Società per lo sviluppo dell'Aviazione in Italia", e nonostante il disinteresse assoluto del Governo, iniziò, prima nel mondo, la costruzione di apparecchi ad uso dell'aviazione civile. Fra questi aerei venne fuori un gigantesco multiplano munito di otto motori, per la potenza complessiva di 3000 HP, la cui superficie portante era di 750 metri quadrati. Un vero e proprio gigante dell'aria. Fino al 1936 rimase il più grande velivolo del mondo.
Caproni in questo settore privato-commerciale non ancora a quei tempi esploso, riuscì con enormi difficoltà a sopravvivere, fino al 1922 furono perfino critiche. Poi con l'avvento del fascismo ritornò alacremente a progettare in grande sia nel civile sia nel militare. Mussolini aveva letto Doueth, che era uscito con un suo saggio proprio l'anno precedente, nel '21, e con passione in parallelo alla lettura, aveva seguito da tempo e si era entusiasmato a tutta l'attività di Caproni. Appena preso il potere decise subito di costituire l'"Arma del Cielo" ed entrare nella nuova "fede" (lui stesso più tardi, nel '38-39 diventò pilota).Già il 24 gennaio 1923 Mussolini crea subito il Commissariato per l'Aeronautica, attribuendosene la direzione ma affidandolo de facto al vicecommissario Aldo Finzi, un fascista della prima ora fedelissimo (fin troppo), geniale oltre che dinamico. Infatti Finzi brucia le tappe; il 28 marzo dello stesso anno costituisce il corpo della Regia Aeronautica, arma indipendente, con una propria divisa, gradi e ruoli. La decisione provoca qualche brontolio fra gli alti papaveri di Esercito e Marina, che consideravano l'aeroplano un semplice supporto dei rispettivi domini, sia terrestre che navale (non avevano ancora capito le teorie di Doueth, che con il suo saggio Dominio dell'aria del 1921, ribadiva che l'aereo sarebbe stato l'arma risolutiva delle future guerre; per tanti motivi e non ultimi gli effetti psicologici devastanti dei bombardamenti sulle città. Considerazioni ciniche ma realiste, che Churchill applicò poi con molto zelo! ("bisogna, bombardare, bombardare, e ancora bombardare", "sfiancare il morale").
Quando il Duce, il 4 novembre 1923, consegna alla neonata "forza dell'aria" la sua bandiera, sul campo di Centocelle si trovano schierati ben trecento apparecchi "Caproni". La veloce crescita dell'Aeronautica fa mugugnare gli alti ufficiali di Esercito e Marina che si vedono sottrarre i fondi. Altra scelta felice di Mussolini é la nomina a capo di stato maggiore del generale Pier Ruggiero Piccio, medaglia d'oro, asso della prima guerra mondiale, che aveva diviso col grande Baracca il titolo di miglior cacciatore dei cieli italiani.
Insomma, l'Aeronautica nasce come Arma autonoma, fra equilibri e compromessi. Del resto il Duce non poteva permettersi di alienarsi la simpatia delle Forze Armate, perché l'appoggio di queste voleva dire anche l'appoggio del Re e della complessa casta di potere militare che faceva appunto capo a Casa Savoia. E proprio Finzi, troppo dinamico e intraprendente per la mentalità burocratica degli alti gradi delle Forze Armate, sarà la vittima sacrificale in questo gioco di equilibri. Quando fu coinvolto nella sua qualità di sottosegretario all'interno nell'omicidio del deputato socialista Matteotti, Mussolini fu costretto a disfarsi del geniale factotum.
Fu sostituito da Alberto Bonzani, un generale dell'artiglieria (quindi dell'esercito) che non sapeva nulla di volo. Sempre come Commissario e con un carattere da burocrate causò (per la sua incompetenza) altri attriti perfino fra i puristi del volo (tipo Marinetti-D'Annunzio) come se non bastassero i contrasti delle altre due armi, soprattutto quando dentro queste si mise a scegliere gli uomini più in gamba. Comunque Bonzani qualcosa di buono riuscì a fare anche lui: diede vita all'Accademia di Livorno.
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