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BIBLIOGRAFIA

 

 

Studi sulla Lingua dei Segni Italiana

 

Oliver Sacks, “Vedere voci”Adelphi, Milano (1990)

Emmanuelle Laborit, “Il grido del Gabbiano”Rizzoli, Milano (1995)

Simonetta Maragna, “La sordità”Heopli, Milano (2000)

G. Porcari e V. Volterra, “Passato e presente” – Gnocchi, Napoli (1995)

Amir Zuccalà, “Cultura del gesto, cultura della parola”Melteni, Roma (1997)

Caselli, “Linguaggio e sordità” – La nuova Italia, Firenze (1994)

Virginia Volterra, “La lingua dei segni italiana. La comunicazione visivo-gestuale dei sordi” – Il Mulino (1987)

Dacia Maraini, “La lunga vita di Marianna UcriaRizzoli, Milano (1990)

Pietro Celo, “Il Maestro dei sordi”Kappa, Roma (2001)

Annibali Simonetta, “Il regalo del nonno”Sinnos

Annibali Simonetta, “Matteo è sordo”Sinnos

Ardito Barbara “Giochi di segni e di parole” – Franco Angeli

Massoni e Maragna, “Manuale di logopedia per i bambino sordo – Franco Angeli

Renato Pigliacampo, “Lettera a una logopedistaKappa

Renato Pigliacampo, “Lingua e linguaggio nel sordo”Kappa

Ilario Stocchero, “Dentro il segno”Cleup

Favia ML e Maragna S., “Una scuola oltre le parole” – La Nuova Italia

Tommassini Roberta, “Echi dal silenzio” - Meltemi

Cultura Sorda

Richiamare l’Attenzione

Fare cenno con la mano è il modo più comune per richiamare l’attenzione. L’ampiezza del movimento della mano dipende da quanto sei vicino alla persona e da quanto facilmente puoi ottenere la sua attenzione. Se sei seduto ad un tavolo di fronte alla persona, fai un lieve cenno. Se la persona sta guardando in giù (per esempio sta leggendo) fai un lieve cenno in basso all’interno del campo visivo della persona. L’ampiezza aumenta con l’aumentare della distanza. Fare cenno ad una persona che si trova nella parte opposta della stanza è ammesso se puoi richiamare facilmente l’attenzione della persona e se il tuo movimento non diventa sguaiatamente vistoso. Se la distanza è troppa avrai bisogno di una terza persona per richiamare l’attenzione dell’altro. Toccare è un altro modo comune di richiamare l’attenzione. Toccare si usa soprattutto quando la persona ti volge le spalle, oppure quando la persona è concentrata su qualcosa (legge, scrive, guarda la TV) che impedisce al tuo cenno della mano di essere all’interno del suo campo visivo. Il tuo tocco dovrebbe essere gentile ma fermo. Qualche colpetto è accettabile, un soo colpetto o troppi non sono accettabili. Dare i colpetti sulla spalla o su l braccio superiore è la cosa più appropriata.

Come comportarsi in un ambiente dove si segna

Se due segnanti che stanno conversando ti bloccano il passaggio, ad es. stanno sulla soglia della porta oppure sul pianerottolo, tu puoi semplicemente passare tra di loro. Dovresti però aggiungere un leggero piegamento della testa e il segno SCUSA, quando passi. Non ti fermare per avere la loro attenzione o il loro permesso di passare; passare attraverso una conversazione in atto non è considerato maleducato né inappropriato, purché il passaggio sia rapido e l’interruzione minima. Se ci sono persone che conversano in uno o più gruppi, dovresti girare intorno o passare tra i gruppi, premendo gentilmente sulle loro spalle in modo che ti lascino passare. Non dare colpetti sulla spalla di qualcuno e non aspettare una risposta, a meno che non ci sia veramente bisogno che si sposti per farti passare (ad es. se stai trasportando un oggetto grande nella stanza). Se qualcuno involontariamente blocca la tua visuale in una conversazione, chiedigli, gentilmente di spostarsi. Attira la sua attenzione e spiegagli/le brevemente la situazione. Come alternativa puoi chiedere al tuo interlocutore di spostarsi in una migliore visuale.

 

Dizionari LIS

 

Angelici, Borgioli, Folchi e Mastromatteo, “I primi 400 segni” – La Nuova Italia (1991)

Orazio Romeo, “Il Dizionario dei segni”Zanichelli (1991)

Orazio Romeo, “Grammatica dei segni”Zanichelli (1997)

Elena Radutzky, “Dizionario bilingue elementare della lingua dei segni italiana”Kappa (1992)

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