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              REFERENDUM 21 GIUGNO 2009

 

 

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  ALLARME DEMOCRATICO -INVITO ALL’ASTENSIONE

 *    di  Vito Feninno*

Referendum elettorale 21-22 giugno 2009 - Con l’indizione di questo referendum sulla legge elettorale si riporta indietro la ruota della storia. Anziché passare ad una democrazia partecipativa, cioè allargando la base delle decisioni, si ritornerebbe ad una sorta di monarchia parlamentare restringendo la base delle decisioni nelle mani di un solo uomo. E milioni di italiani verrebbero esclusi dalla rappresentanza parlamentare. Se il referendum venisse approvato: Il parlamento verrebbe svuotato delle sue prerogative: la volontà degli elettori non conterebbe più niente. Milioni di cittadini verrebbero privati della loro rappresentanza e i voti di milioni di elettori annullati. Il candidato premier della lista di maggioranza avrebbe pieni poteri e di fatto potrebbe governare da solo, approvando e abrogando le leggi a suo piacimento.

  IL REFERENDUM ELETTORALE UCCIDE LA DEMOCRAZIA

La nuova legge truffa: da democrazia rappresentativa a monarchia parlamentare

I tre quesiti referendari sono contenuti nel D.P.R. 30 aprile 2009, n.99 pubblicati in Gazzetta Ufficiale e riguardano:

  • premio di maggioranza nazionale per la Camera dei deputati (abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste);
  • premio di maggioranza regionale per il Senato (abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste);
  • abrogazione delle candidature multiple (abrogazione della possibilità per uno stesso candidato di presentare la propria candidatura in più di una circoscrizione).

Con l’indizione di questo referendum si riporta indietro la ruota della storia. Anziché passare ad una democrazia partecipativa, cioè allargando la base delle decisioni, si ritornerebbe ad una sorta di monarchia parlamentare restringendo la base delle decisioni nelle mani di un solo uomo. E milioni di italiani verrebbero esclusi dalla rappresentanza parlamentare.

Si ritorna alla nascita della dittatura fascista sorta grazie ad una legge elettorale (legge Acerbo, adottata nel 1924 dal Regno di Italia, e voluta da Mussolini per assicurare al partito fascista una solida maggioranza parlamentare) che con il 25% dei voti elesse in blocco tutti i suoi candidati consentendo al fascismo di ottenere la maggioranza assoluta in parlamento creando le premesse per la dittatura.

Se il referendum venisse approvato:

·         Il parlamento verrebbe svuotato delle sue prerogative: la volontà degli elettori non conterebbe più niente. Milioni di cittadini verrebbero privati della loro rappresentanza e i voti di milioni di elettori annullati.

·         Il candidato premier della lista di maggioranza avrebbe pieni poteri e di fatto potrebbe governare da solo, approvando e abrogando le leggi a suo piacimento.

·         Il parlamento verrebbe depotenziato mentre il capo del governo avrebbe poteri illimitati.

·         Il premio di maggioranza pregiudicherebbe il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti.

·         Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare per legge  maggioranza e di fondare il governo sul consenso di una minoranza del corpo elettorale.

·         Il corpo elettorale sarà costretto ad orientare le sue scelte sulle due principali liste in competizione. Ciò indebolirà tutti gli altri partiti, rendendo ancora più difficile superare lo sbarramento (del 4% alla Camera e dell’ 8% al Senato).

·         Verrà introdotta, di fatto, una sorta di democrazia dell’investitura al posto della democrazia fondata sulla rappresentanza e la partecipazione dei cittadini, come prevista dalla Costituzione.

·         Ridurrebbe ulteriormente la rappresentanza e la possibilità che nel sistema politico siano rappresentati i bisogni, le esigenze, le culture ed i valori presenti nel popolo italiano.

·         Si passerà dal bipolarismo forzato a un bipartitismo forzato, determinato in maniera coatta.

L'ex Presidente della Repubblica e presidente dell’ass. “SALVIAMO LA COSTITUZIONE Oscar Luigi Scalfaro è critico e allarmato sul «sì» del Pd perché temendo il rischio che si potrebbe procedere a riformare la Costituzione senza più gli ostacoli di un'opposizione in Parlamento, avverte: «Dobbiamo convincere tutto il centrosinistra che l’astensione è l'unica via percorribile per evitare che la maggioranza utilizzi i risultati del referendum contro la democrazia».

Il si al referendum creerebbe le premesse per:

L’INIZIO DELLA DITTATURA. LA FINE DEL PARLAMENTO. LA FINE DELLA DEMOCRAZIA.


 MARCO TRAVAGLIO: INVITO ALL'ASTENSIONE

 *    di Marco Travaglio

Referendum elettorale 21-22 giugno 2009 - Molti amici del blog mi chiedono che fare domenica e lunedì per i marco travaglio e vito feninno, carpi 19 aprile 2008, se li conosci li evitireferendum elettorali. Dopo avere a lungo tentennato fra l'astensione e il voto per il No, propendo per l'astensione. Mi hanno convinto due articoli che linko volentieri qui sotto, e il cui senso è ben sintetizzato dalla dichiarazione di voto dell'ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelski, di cui mi fido ciecamente: “Nel caso si raggiungesse il quorum, o vince il No e ci teniamo il Porcellum, oppure vincono i Sì e avremo un Porcellum al quadrato. Diciamo la verità, ci troviamo di fronte a due leggi che fanno schifo allo stesso modo. Per questo, sono convinto che sia meglio non andare a votare”.
Resto contrario al referendum di Giovanni Sartori (Corriere.it)    ---   Mi asterrò. di Gustavo Zagrebelsky-

 

Fabbrico 18 giugno 2009

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link collegati:

Appello in difesa della costituzione

DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE!

Il popolo italiano ha detto NO alla modifica della Costituzione Repubblicana

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