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EDITORIALE
di Vito Feninno
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 DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE!
CHI ASPETTA IL PANE E CHI VUOLE I DANE'

Il testo dell'art. 3, 1° comma, della Costituzione, sancisce il principio dell'uguaglianza: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale.

Se rileggiamo l'art. 3 la solennità e la pregnanza delle parole scolpite dai Costituenti hanno in sé la forza,  di risvegliare l'interesse per un valore fondamentale della convivenza democratica che, mai come in questo momento, rischia di essere vulnerato da tanti, troppi comportamenti di personaggi e di politici saltimbanco, di vario genere.

 

Si pensi solo ai quattro "saggi" della Casa delle libertà che in una gita nella baita di Lorenzago si riunirono ideando la riforma: uno, era quel "porcaro" dell'ex ministro delle riforme Calderoli.

 

L'art. 3 della Costituzione (che CALAMANDREI definì "il più importante ed il più impegnativo") non si limita a sancire una eguaglianza di natura astratta e formale ma l' uguaglianza di fatto.

 

L'obbligo del rispetto di tale principio non è imposto solo al Parlamento ed alla Magistratura, ma ad ogni singolo Cittadino ed anche alla Pubblica Amministrazione la quale, in base all'art. 97 Costituzione, deve organizzarsi in modo da assicurare la "imparzialità".

 

La legge di riforma costituzionale, approvata il 16 novembre del 2005, definita "DEVOLUTION",  è totalmente in rotta di collisione con i principi prescritti all'.art.3.

 

Il tema,della uguaglianza, che sembrava definitivamente radicato nella mentalità e coscienza civica DELLA POLITICA ITALIANA (anche se, purtroppo, mai del tutto attuato) CON LA RIFORMA COSTITUZIONALE VOLUTA E VOTATA SOLO DALLE DESTRE, IN REGALO ALLO "SFASCIACARROZZE" BOSSI, è praticamente annullato,cancellato. Lo spirito risorgimentale che portò all'unità del suolo italico di fatto viene cadaverizzato.  

 

Ecco perché è importante risvegliare lo spirito costituente che è il vero terreno di cultura di una sana democrazia e l'antidoto alla  rottamazione, che la destra politica  a-fascista vorrebbe compiere, per passare dalla Repubblica al Bonapartismo.

 

Se per sfortuna passasse la riforma costituzionale, per mano referendaria, avremmo la vittoria dell'egoismo sociale della  borghesia industriale e finanziaria che pensa solo alla propria pancia e ai propri "DANE'".

 

Ancora una volta i "nuovi sabaudi" - gli sfruttatori di manodopera meridionale - scapperebbero con la cassa, dopo che rapinarono le copiose casse borboniche, in nome dell'Unità d'Italia. 

(del 23 giugno 2006)


link collegato:

referendum: trionfa il NO

Appello in difesa della costituzione

DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE!

Il popolo italiano ha detto NO alla modifica della Costituzione Repubblicana

Referendum elettorale 21 giugno 2009: invito all'astensione

 

 

 

  la Devolution leghista:l'Italia trina!!

 

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