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"Ritornando Al Suono Di Quegli Anni D'Oro"
("Returning To The Sound Of Those Golden Years")
di Rick Moody
New York Times 10 settembre 1995

David Bowie, il cui album Let's Dance è stato uno degli hit degli anni 80, non potrebbe sentirsi peggio rispetto a quella decade oggi.

"La cosa peggiore che potesse accadermi era di avere un grande successo con Let's Dance", ha detto. "Non ero mai stato popolare per le masse, ed improvvisamente ero in questo luogo in cui ero sugli incarti della gomma americana. Pensai 'Cosa faccio con questo?'"

Negli anni 70, certo, Mr. Bowie, che è nato e cresciuto a Londra, produsse alcuna della musica popolare più innovativa su entrambe le sponde dell'Atlantico, a cominciare dalla intelligentemente intitolato Space Oddity nel 1972 [era il 1969] ed a culminare nel 1977 con un paio di album che sono tra i più inventivi del rock, Low ed "Heroes". In New Hampshire, dove ero stato immagazzinato in un collegio per gli anni 70, nessuna festa era completa senza una successione di motivi funk-modernisti di Mr Bowie. Suffragette City, Rebel Rebel, Fame - tutti i suoi hit adornavano i balli nella nostra palestra.

Questo periodo di grande fertilità in cui Mr. Bowie ha ispirato migliaia di band (dai Duran Duran agli Elastica) ed ha recitato memorabilmente sia nei film (The Man Who Fell To Earth e The Hunger) che in teatro (The Elephant Man) sembrò raggiungere il suo zenith con il soul dagli occhi blu di Let's Dance (1983).

Neanche a me è mai piaciuto Let's Dance. Era elegante, calcolato e non era oscuro. Negli anni 70 le canzoni di Mr. Bowie avevano titoli come Rock'roll Suicide e We Are The Dead, e questi motivi tragicomici facevano sembrare la musica popolare più ambiziosa, terrena, vigorosa. Come fan dei suoi primi lavori, però, ero eccitato di trovare che il nuovo album di Mr. Bowie, che sarà pubblicato dalla Virgin, Outside, non solo lo riunisce col produttore Brian Eno - collaboratore in Low e "Heroes" - ma anche ricattura la fredda minaccia che ha spinto la musica di Mr Bowie due decadi fa. Outside, infatti, è un album interamente costruito delle meditazioni farmmentate e tetre di Mr. Bowie sull'omicidio, nel 1999, di una giovane ragazza chiamata Baby Grace Blue, il cui corpo è poco dopo esibito da uno sconosciuto artista/assalitore (l'album sarà nei negozi il 26 settembre, un giorno prima che il tour di Mr. Bowie, con i Nine Inch Nails, arrivi alla Meadowlands Arena).

Cercando di ottenere che Mr. Bowie, a 48 anni, risponda ad una domanda su questo nuovo lavoro, però, è un po' come chiedere ad un sassofonista jazz di finire un assolo - svicola ed estemporizza , passando con passione da una opinione ad un'altra. Eppure, mentre parlo con Mr. Bowie nel suo ufficio nella Quinta strada, è diventato evidente che queste eruzioni conversatorie rivelano del suo nuovo lavoro tanto quanto la sostanza delle sue affermazioni.

Per evitare il calcolo da mercato di massa delle sue registrazioni degli anni 80, Mr. Bowie e Mr. Eno hanno creato per Outside un'atmosfera di gioco ed improvvisazione usando un gruppo di collaboratori di Bowie di lunga data: Reeves Gabrels, il chitarrista nella band di Bowie della fine degli anni 80, Tin Machine; Mike Garson, il pianista nell'album Aladdin Sane; Carlos alomar, il chitarrista session man scelto per successi come Fame e Golden Years, e lo stesso sig. Eno, al sintetizzatore e al campionatore digitale.


Outside è stato cominciato nel 1994 con una sorta di inchiesta da parte di Bowie e Eno all'ospedale psichiatrico Gugging, vicino Vienna, dove hanno intervistato e fotografato i sui celebrati artisti-pazienti. Le opere di questi uomini ("molto libere e improvvisate", ha detto Bowie), alle quali a volte ci si è riferiti come ad "Arte da outsider", hanno avuto una forte influenza sulle strategie di produzione del nuovo disco. Le sessioni di registrazione per Outside sono cominciate subito dopo, ed hanno anche incluso alcuni dei materiali artistici favoriti dai residenti del Guggins. "Mi sono assicurato che ci fossero molti colori e carboncini e cose per disegnare intorno", Mr. Bowie ricorda, "cosicché le persone stessero in un luogo in cui non starebbero normalmente in uno studio di registrazione".

Dopo di che, all'inizio di ogni sessione, Mr. Eno presentava a ciascun musicista una "flash card". "Ogni carta definiva il loro personaggio", ha detto Mr. Bowie "almeno per l'inizio dell'improvvisazione. Cose del tipo: 'sei un ex membro dei Clash scontento e vuoi mettere su una band competitiva". Una delle flash card di Mr. Bowie era più diretta. "La mia diceva che ero un indovino o un town crier ". La tecnica, ha spiegato Mr. Eno, era basata sui giochi delle feste: "Quando dai alle persone un ruolo in un gioco, dici loro, 'Oh, vai avanti. Prova qualcosa'.


Anche Iggy Pop, un musicista americano che scelse Bowie come produttore ("perché faceva cose migliori di chiunque altro") in due album aggressivi negli anni 70, Lust for Life e The Idiot, ricorda delle sue sessioni di registrazione una chimica di studio fondata sulla spontaneità e l'impulsività. "Questo è ciò che rese grandi quei dischi, e certo do credito a lui per questo", Mr. Pop ha detto di Mr. Bowie. "Per una canzone come Funtime avevo l'idea e la linea della voce, e lui se ne venne fuori con il consiglio 'Non cantare in quel modo, cantala come Mae West'. E fu una fantastica direzione".

Le liriche di Bowie per Outside erano anch'esse improvvisate. "Lavoro per circa il quaranta per cento del tempo con il metodo del cut-up di William Burroughs-Brion Gysin", ha detto. Nell'epoca digitale questo processo di taglia e incolla viene affidato ad un computer MacIntosh. "Gli fornisco il materiale e lui sputa fuori fiumi di carta con queste arbitrarie combinazioni di parole e frasi", ha detto Bowie.

Durante le improvvisazioni della band per Outside, lui semplicemente riuniva questi assemblaggi - presi in parte da articoli sugli artisti outsider - e cominciava a cantare. "Questo è il punto" ha detto, "improvvisare sulla base di quelle liriche". Eno paragona le inusuali strategie liriche di Bowie all'evoluzione: "La selezione naturale, sai, tira fuori tutte queste mutazioni, e poche di esse vengono salvate. Le liriche che sono state salvate qui, tornano ad essere immesse nel computer. Così la mistura comincia ad essere arricchita. Era la cosa più incredibile da vedere".

Aspettate un attimo. Flash card? Liriche improvvisate? Un album su un omicidio rituale? Non suona come il cantante di ballate che cantava i versi "portami in chiesa in tempo" nel mostruoso successo del 1983 Modern Love, o che faceva il crooner nei successivi Tonight e Never Let Me Down. Bowie affronta questo capitolo della sua carriera mestamente. Ha ceduto in quegli anni, ha detto, all' "espediente di usare i format" per vendere album.

Se gli anni 90 stanno già provando di essere maggiore fonte di ispirazione per lui, comunque, potrebbe essere per una semplice ragione: la fine del secolo. Sopratutto, il fatto sinistro della fine del millennio sembra avere prodotto la raccapricciante storia di Outside. "Tutte queste immagini hanno cominciato ad avere senso alla luce del comportamento stereotipato che si verifica alla fine del secolo", ha detto. "C'è una vaga disperazione. La morale diventa un tema importante. Io ho, in un certo senso, soltanto seguito questa sensazione".

In effetti, Mr. Bowie è così rinvigorito da questo millenario sangue freddo da immaginare che la narrazione dell'omicidio di Baby Grace Blue continui nei prossimi quattro album. Uno all'anno. Fino al, beh, dicembre 1999.

"L'idea di documentare gli ultimi cinque anni di questo millennio è una cosa che non posso mancare di fare", ha detto. E poi? "Poi quello che mi piacerebbe molto fare è presentarlo come un lavoro teatrale, forse della durata di due o tre giorni. Come un pezzo di teatro monumentale, epico".

L'entusiasmo nei commenti di Mr. Bowie su Outside è evidente anche nella stessa musica. Ritornando al tipo di inquietudine apocalittica che ha contrassegnato vecchi album come Diamond Dogs o Low, riunendosi a Mr. Eno - l'unico produttore negli ultimi 15 anni che ha trovato la tristezza nella voce di Mr. Bowie - e assemblando una band pronta a giocare e lavorare con le idee, David Bowie ha realizzato una registrazione che obbliga al paragone con i suoi migliori album degli anni 70.

È una suite di canzoni hard-core dance che mette in evidenza un pianoforte pazzo come strumento solista, che evita la rigidità della musica elettronica e che ha passaggi recitati in cui Mr. Bowie interpreta tre o quattro voci di personaggi diversi (con un'allegria demoniaca). Ma sopratutto Outside riesce ad essere rock in modo convincente, a continuare e fermarsi [?]. Infatti, potrebbe ridargli la sua posizione di eminenza in quei balli delle scuole superiori americane.

Così, mentre Mr. Bowie si allontana dal tavolo di vetro del suo ufficio, accende un'altra sigaretta e comincia ad esternare - sul suo ruolo come Andy Warhol nel prossimo film del pittore Julian Schnabel, sui suoi dipinti, o semplicemente sui piaceri del matrimonio e della famiglia (è sposato con la modella Iman ed ha un figlio, Joe, dal suo precedente matrimonio, ora studente al dottorato di filosofia) - è comprensibilmente eccitato. Ha passato un decennio "fuori" ["outside"].

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