Glorifying the American girl
A pretty girl is like a melody

 

A sinistra, Anna Held (1873 - 1918); a destra, Ann Pennington (1892 - 1971). Anna Held (Z10), di origini francesi, ottenne particolare successo al Palace Theatre di Londra, dove, forse, incontrò Ziegfeld che la scritturò e la sposò. Il 21 settembre 1896 trionfò nella commedia musicale A parlor match in cui cantò Won't you come and play wiz me?. Nel 1899 al Manhattan Theatre, in Papa's wife, "lanciò il mito pubblicitario del bagno nel latte e la moda del neo sulla guancia, accattivandosi l'interesse degli uomini con la sottile malizia del suo tratto, e quella delle donne con la strepitosa eleganza delle toilettes - arrivava a cambiarne sei durante un solo atto - e la ricchezza dei suoi gioielli". Grande successo ebbe in Miss Innocence, del 1908 (per recitare in cui Ziegfeld la costrinse all'aborto). "La Held rappresentò per il pubblico americano l'incarnazione della vedette francese tradizionale: il corpo minuto, ma femminilissimo, la provocante maniera di muoversi, l'eleganza, il carezzevole accento francese, il roteare furbesco dei grandi occhi neri".
Diretta ispiratrice delle Ziegfeld Follies, apparve in una sola edizione (in un filmato, peraltro) e ruppe con lo stesso Ziegfeld nel 1912. Ritratta da Luise Rainer in
Ziegfeld Follies (1936).

Ann Pennington (Z13 - 16; 18; 23 - 24; 25?) " una piccola danzatrice che illuminò le scene" sia delle Follies che degli Scandals. Nel 1915 la scritturò proprio Ziegfeld assieme al compagno di ballo George White,  il futuro creatore degli Scandals. Ritornerà nelle Follies dal 1923 al 1925; dal 1919 al 1921 sarà negli Scandals, così come nel 1926 (quando lancerà il ballo black bottom) e nel 1928, dopo aver rifiutato un'offerta di $ 2.000 a settimana per tornare da Ziegfeld. Soprannominata "the girl with the dimpled knees", ammise "orgogliosamente di imbellettarsi non solo le guance, ma anche le ginocchia". Comparve in alcuni film muti, Rainbow princess, Susie Snowflake (1916), The antics of Ann, The little boy scout (1917), Sunshine man (1918); dopo una nuova e breve incursione cinematografica sul finire degli anni Venti, ritornò sulle scene al Paramount Theatre. Nel 1943 un tentativo di ritorno a Broadway in The student prince, sino al ritiro nel 1946 dopo un ultimo tour. Non si sposò mai. Il necrologio di Newsweek del 15 Novembre 1971 sembra la base di una sceneggiatura: "a poignant obscurity living in side street hotels off Broadway shuffling along the Great White Way". Meriterebbe un film la risposta che diede a chi le chiese dove erano finiti tutti i soldi che aveva guadagnato in carriera: "In living, honey".

A sinistra Fanny Brice (Fanny Borach, 1891 - 1951); a destra le Dolly Sisters, Rosie e Jenny Dolly (Roszika Dutsch, 1892 - 1970 e Yancsi Dutsch, 1892 - 1941). Fanny Brice (Z10 - 11; 16 - 17; 20 - 21; 23), la più grande "singing comedienne"  americana, sapeva tuttavia alternare al registro comico quello drammatico tanto da risultare una eccezionale torch singer (cantante ultrasentimentale) con la celeberrima My man. Tuttavia, anche nelle canzoni comiche (Becky is back in the ballet, Second hand rose, I should worry) sapeva scartare da un tono caldo ed affettuoso ad uno più realistico, in cui l'accento yiddish irrompeva nel tessuto della canzone, come in Cooking breakfast for the one I love. Ma, dall'edizione delle Follies del 1910, quando rubò la scena a Bert Williams e Lillian Lorraine con le  canzoni Lonely Joe ("a riot") e Grizzly bear, ebbe modo di dispiegare quasi esclusivamente il talento comico, grazie anche ad un "volto divertente, con occhi espressivi, che, quando sogghigna, pare attraversato da una brutta  ferita". Altri spettacoli di successo furono The Honeymoon Express (1913), Nobody home (1915), Why worry? (1918), Fanny (1926), Fioretta (1929), Sweet and low (1930); numeri come la parodia de La morte del cigno (Dying swan ballet) e il personaggio radiofonico Baby Snooks (riproposto dal 1936 sino alla morte), con l'implacabile intercalare "Why, Daddy?" ne confermarono la popolarità. 

Sposata tre volte (la seconda volta con il gangster Nicky Arnstein, a cui dedicherà My man), la Brice confermò il suo salace anticonformismo anche fuori della scena ("Chiunque non dica f ... lo è infido"). A parte Be yourself del 1930, tutti i suoi film sono occasioni per ripresentare i suoi numeri, My man (1928),  The great Ziegfeld (1936), Everybody sing(1938), Ziegfeld Follies (1946). Ritratta da Barbra Streisand in Funny girl (1968, tit. it. Id.)) e Funny lady (1975, tit. it. Id.) e da Alice Faye in The rose of Washington Square (1939; tit. it. La rosa di Washington). Le Dolly Sisters (Z11; 13), gemelle ungheresi, sono considerate le Zsa Zsa Gabor del loro tempo. Nel 1911 Ziegfeld le esibisce come gemelle siamesi, le Dolly Twins. James Metcalfe nel 1916 scrive su Life: "certainly more eloquent in their feet than in speech or the act of acting": in effetti i loro cambi d'abito e le loro esibizioni contano più della scena vera e propria; d'altra parte "le Dollys sono le Dollys" e tanto basta. Anita Loos le accomunò a Louise Brooks come "brune dallo spirito biondo". Nel 1926 in Europa introducono la black bottom dance e sono acclamate da un pubblico oceanico, compresi alcuni regnanti. Ritiratesi alla fine degli anni Venti, condussero una vita mondana, al riparo di ricchi e solidi matrimoni. Nel 1933, in Francia, Yancsi, dopo un serio incidente automobilistico, rimase sfigurata. Nonostante il ricorso alla chirurgia plastica, il trauma per la perdita della bellezza la condurrà al suicidio nel 1941. Parteciparono a The one million dollar Dollies (1917) e, separatamente a The lily and the rose (1915, Roszicka) e Call of the dance (1915, Yancsi). Ritratte da June Haver e Betty Grable in The Dolly Sisters (1945).

A sinistra Cissie Loftus (Cecelia Loftus, 1876 - 1943), a destra Helen Morgan (1900 - 1941). Cissie Loftus (Z23): "La regina delle imitazioni" o "quell'incomparabile imitatrice" sono due dei giudizi riservati a Cissie Loftus che Variety giudicò "una delle donne più versatili della scena". Nativa di Glasgow, sulla scia della madre Marie Loftus (1857 - 1940), divise la propria carriera tra Londra e New York. Nel 1903 è Margherita in Faust, quindi, nel 1905 è a Londra in una edizione del Peter Pan, nel biennio 1913 - 1914 in Romeo and Juliet e Othello con William Faversham. Imita Alla Nazimova, Caruso, Bert Williams, Nora Bayes; atti unici come Diamond Express raccolgono un successo strepitoso; nel 1909 al Masonic Temple di Chicago si registra un afflusso mai visto di spettatori; nel 1915 è con Marie Dressler, attrice dal solido talento comico (si fronteggiano con battute tipo "Non si è mai sposata, vero?" "No, il figlio non vuole") mentre al Palace, nel 1923, in scena per una esibizione di circa venti minuti viene reclamata dal pubblico e rimane per più di un'ora. Del 1914 l'unico suo film, A lady of quality. Negli anni Trenta le esibizioni, nonostante i problemi di alcool e droga, sono regolari (Tonight at 8:30 di Noël Coward, la versione teatrale di Arsenic and old lace). Muore in una camera d'albergo a New York. Helen Morgan (Z31). Nel 1925 è agli Scandals, nel 1926 in Americana canta Nobody wants me che gli vale l'ingaggio di Ziegfeld nello storico spettacolo Showboat: l'indimenticabile personaggio di Julie verrà da lei replicato nella versione cinematografica del 1936.

           Nel 1929 appare nelle Midnight Frolics di Ziegfeld e nel film Applause diMamoulian. Nel 1931 è alle Follies, ultimo edizione di Ziegfeld. Morì di cirrosi epatica. Fu una delle artiste preferite da Louise Brooks. "Il nome Helen Morgan porta immediatamente alla mente la visione di una piccola donna dal volto incantevole seduta su di un grande pianoforte che, cantando, piange la perdita del suo uomo (...) le canzoni che canta, Bill, Can't help lovin' dat man, Why was I born?, What wouldn't I do for that man, Body and soul, sono esclusivamente sue. Nessun altra può cantarle (...) con la stessa partecipazione e profonda commozione". Immortalata da Ann Blyth in The Helen Morgan story (1957, tit. it. Quando l'amore è romanzo) e da Polly Bergen in Playhouse '90, un film - TV della CBS.

A sinistra Annette Kellermann (1887 - 1975); a destra Ruth Etting (1896 - 1978). Annette Kellermann (Z14), "bellezza al bagno" di origine australiana (a Boston apparve nel 1907 in un ardito costume ad un pezzo che le costò un arresto e la notorietà), seppe costruire una carriera inimitabile tanto che nel 1910 Robert Grau la salutò come "la regina del moderno vaudeville".Ogni sua apparizione, guidata abilmente  dal padre e dal marito - impresario John Sullivan, veniva salutata come un evento. Una serie di graziosi tuffi, nuotate subacquee e artistiche esibizioni del proprio corpo (riverberato da astuti e strategici specchi che lo moltiplicavano in varie posizioni per il pubblico) costituivano uno spettacolo che, nel tempo, si arricchì di numeri cantati, requenti cambi d'abito, passeggiate sulla fune ed elaborate coreografie popolate da innumerevoli  figuranti - sirene. Nel Gennaio 1918 "The Annette Kellerman's Big Show" è accolto entusiasticamente da Variety:"É bene guardarlo due o più volte al giorno". Parallela a quella teatrale è la carriera cinematografica: "The divine Venus" o "The diving Venus" comparve in Neptune's daughter (1914), A daughter of the gods (1916), Queen of the sea (1918), What women love (1920) e Venus of the South Seas (1924). Si ritira negli anni Trenta. Ritratta da Esther Williams in One million dollar mermaid (1952, tit. it. La ninfa degli antipodi).

fRuth Etting (Z27; 31), una delle più popolari cantanti americane, "a torch singer par excellence, a happy singer of sad songs", "the sweetheart of song". Dopo aver lavorato con successo a Chicago, esordisce nelle Follies del 1927 cantando Shakin' the blues away; si conferma nell'edizione del 1931, l'ultima di Ziegfeld, con Shine on, harvest moon (da un classico di Nora Bayes) e Cigars cigarettes. Di se stessa disse: "Non ero un'attrice, e lo sapevo. Ma sapevo vendere una canzone". In Simple Simon, con Ed Wynn, lancia Ten cents a dance; in Whoopee!, con Eddie Cantor e Ethel Shutta, canta Love me or leave me. Altri classici del repertorio sono It all depends on you, Mean to me, Everybody loves my baby. Appare in Roman scandals (1933), Hips, hips, hooray, Gift of gab (1934) e in altri corti per la Paramount e la Warner Brothers. Si ritira una prima volta nel 1936, scettica riguardo al cinema, dichiarando altresì che "non c'era molta soddisfazione nel cantare in un microfono[in studio]" e che "la scena perse il suo fascino quando Ziegfeld morì". Ritornò tuttavia negli anni Quaranta in programmi radiofonici e nel giro dei nightclub. Ritratta da Doris Day in Love me or leave me (1955; tit. it. Amami o lasciami)

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Da sinistra a destra, tre regine del vaudeville americano, Nora Bayes (Eleanor o Leonora Goldberg, 1880 - 1928), Eva Tanguay (1878 - 1947) e Sophie Tucker.(Sophie Kalish, poi Sophie Abuza, 1887 - 1966, ma anche 1884 o 1888). Nora Bayes (Z07 - 09), "a singer of popular songs", maestra nella drammatizzazione di una canzone, "entrancing, exasperating, generous, inconsiderate - a split personality; a fashinating figure". Porta al successo alcuni classici come Shine on, harvest moon, Down where the wurtzburger flows, Has anyone here seen Kelly?. Il marito, il compositore Jack Norworth (1879 - 1959), scrive per lei Take me out to the ball game, Meet me in the apple blossom time e Since my mother was a girl. Personalità egocentrica e difficile (divorzierà nel '13), proseguirà la carriera da sola apostrofandosi come "The greatest single woman singing comedienne in the world";

 del 1915 è il successo "I work 8 hours a day, I sleep 8 hours a day that leaves 8 hours for lovin". Durante la Grande Guerra intrattiene le truppe al fronte e, nel 1917, presenta "the most famous of all wartime songs", Over there, di George M. Cohan. La scontrosità e le crescenti difficoltà di salute ne freneranno la carriera; poche settimane prima della morte per tumore dirà: "I'd love to play one more week and retire". Eva Tanguay (Z09), di origini canadesi, è considerata l'incarnazione del vaudeville americano. Scrive Anthony Slide: "Il fascino di Eva Tanguay è difficile da spiegare a chi non l'ha mai vista o sentita. Le registrazioni fonografiche non le rendono giustizia. Le fotografie sembrano prese deliberatamente per mostrarcela  oltraggiosa o repellente, con il seno che deborda dal reggipetto e le cosce increspate per il grasso (...) Aveva un'immensa energia. Cantava canzoni suggestive con un fascino inimitabile, con un eloquio sfacciato". Infatti il suo maggiore successo fu I don't care, una vera dichiarazione estetica.  E poi: "Una massa di capelli ricci e biondi, gambe e braccia in continuo movimento (...) cantava testi che nessuno credeva potessero essere prodotti da una persona sana di mente". L'obiezione che la sua pazza effervescenza fosse in realtà champagne a buon mercato non sfiorava le platee adoranti a cui ammanniva cose come:
"
There's method in my madness
There's a meaning for my style
The more they raise my salary
The crazier I'll be"
E sempre più pazza e sempre più strapagata lo fu davvero: $ 3.500 a settimana. Comparve in
Energetic Eva (1916) e The wild girl (1917), autoprodotti. Per entrare nel cinema ne aveva chiesti 10.000 a settimana per tre anni! Ma era capace anche di donarne cento ad un mendicante restando anonima, segno di una personalità più complessa dell'apparenza. Nel 1924 Variety scrisse: "Ciò che Ruth è per il baseball, Dempsey per il pugilato, Chaplin per il cinema, Tanguay è per il vaudeville". Si ritirò, seriamente malata, negli anni Trenta, divenendo una reclusa. Ritratta da Mitzi Gaynor in The I don't care girl (1953). Sophie Tucker (Z09), di origini polacche, "the red hot Mama" o, col tempo, "the big fat Mama", "poteva cantare una ballata meravigliosamente. Poteva cantare qualsiasi cosa - assolutamente tutto", e qualcuno la accredita addirittura come prima jazz singer. Dopo la breve apparizione nelle Follies, dove stracciò Nora Bayes (ritiratasi folle di rabbia), la sua fama d'interprete crebbe (Variety nel 1914: "Miss Tucker can move an audience or a piano with equal address"): There's a girl in the heart of Maryland, International rag, Who paid the rent for Mrs. Rip van Winkle (when Rip van Winkle went away?. "Se qualcuno può aver simbolizzato il Palace nei suoi giorni più fulgidi, quella persona è Sophie Tucker". Nel 1916 è accompagnata da una band di cinque uomini, The Kings of Syncopation; del 1918 è uno dei suoi blues più famosi, A good man is hard to find. Si moltiplicarono le sue esibizioni nei nightclub e, dal 1922, sulla scena londinese: canterà There's more music in a grand baby than there is in a baby grand nonché When they get too wild for everyone else, they're perfect for me, registrando vari dischi contraddistinti  dalla qualità scabrosa dei testi, dal numero di "hells" e "damns" a dall'attitudine a rimare il proprio cognome con una parola "non usata nella buona società". Nel 1953 il New York Times le renderà omaggio per il repertorio cinquantennale delle sue canzoni "some sad, some comic, always entertaining". Mai ritiratasi dalle scene, fu adorata dai propri ammiratori a cui rispondeva personalmente inviando personali biglietti d'auguri. Ha partecipato a sette film: Honky tonk (1929), Broadway melody of 1938 (1937), Throughbreads don't cry (1937), Follow the boys (1944), Sensation of 1945 (1944), Atlantic City (1944) e l'inglese Gay love (1934).

Altri nomi importanti furono Grace LaRue (1882 - 1956, Z07 - 08); Bessie McCoy (Elizabeth Genevieve McEvoy, 1888 - 1931, Z11), famosa per la selvaggia, demonica interpretazione di Yama Yama manRay Dooley (Rachel Rice Dooley, 1890 - 1984, Z19 - 21; 24 - 26); Mary Eaton (1901 - 1948, Z20 - 22); Emma Carus (1879 - 1927, Z07), una grande "singing comedienne"; The Fairbanks Twins, Marion e Madelaine Fairbanks (Z17? - 18 - 19); Gertrude Vanderbilt (1880 - 1960, Z08 - 09; 14), che "faces you with laughing cordiality, pleased that you are pleased with her (...) she sings with frank, impretentious simplicity, not - over anxious (...) and (...) she dances and all the world seems young. So gay, so happy, so pleased with herself and with everything that her good humor's infectious!"; Ethel Shutta (Z24?; 25); Frances White (1898 - 1969, Z16), cantante e ballerina, incantò le platee cantando M-I-S-S-I-S-S-I-P-P-I, in cui compitava ogni lettera nonché la presumibilmente clamorosa Six times six is thirty -six, and six is fourty - two, and as the rabbits multiply, why can't I?, fu una testa caldissima; Imogene Wilson (1902 - 1944, Z23; 24?), "the most beautiful blonde on Broadway", amante del manesco Frank Tinney; la spogliatissima Kay Laurell (Z14 - 15; 18), "The original American Venus"; Peggy Fears (1903 - 1994, Z25 - 26), compagna d'albergo di Louise Brooks; Dorothy Dell (Z31)

Poi Helen Broderick (1891 - 1959, Z07); Vivienne Segal (1897 - 1952, Z24); Mitzi Mayfair (Emylyn Pique, 1914 - 1976, Z31), danzatrice di tip - tap; Florence Tempest (Z07); Lucy Weston (Z08); Grace Leigh (Z08); Rosie Green (Z08); Grace Tyson (Z10); Vera Maxwell (Z10); Elizabeth Brice (Z12 - 13); Vera Michelena (Z14; 21); Emma Haig (Z16); Allyn King (Z16 - 18); Rita Gould (Z14); Delyce Alda (Z19 - 20); Evelyn Law (Z22; 24); Mary Lewis (Z21); Mary Milburne (Z21); Florence O'Denishawn (Z21); Lulu McConnell (Z22); Betty Wheeler (Z23); Greta Nissen (Z26); Polly Walker (Z26); Claire Booth Luce (Z26 - 27); Irene Delroy (Z31); The Brox Sisters (Z27, Dagmar, Loraine e Kathlyn), cantanti; Frances Upton (Z27); Gladys Glad (Z31); Edith Borden (Z31); The Collette Sisters (Z31); Pearl Osgood (Z31); Marion Sunshine (1894 - 1963, Z07); 

Sopra, da sinistra a destra Annabelle Whitford (1878 - 1961, Z07 - 09), una ballerina che anticipò, alla Loïe Fuller, certe istanze della danza moderna americana; Lina Basquette (Lena Baskette, 1907 - 1994, Z23; Z25), première danseuse nelle Follies del 1923, già con Louise Brooks nell'edizione 1925, comparsa in The godless girl); Marilyn Miller (Marilyn Reynolds, 1898 - 1936, Z18 - 19), ballerina, ritratta da judy Garland in Till the clouds roll by (1946; tit. it Nuvole passeggere, ma non è la protagonista) e da June Haver in Look for the silver lining (1949); Lillian Lorraine (Z09 - 12; 18), definita da Ziegfeld  "the priettest little thing I've ever seen" e suo amore supremo, finì alcolizzata

Altre famose ballerine ziegfeldiane furono M. lle Dazie o Daisy (Daisy Peterkin, 1884 - 1952, Z07 - 08), in Z07 si esibì in una "Salome dance craze", in cui imitava la dissoluta protagonista evangelica assieme a Helen Gordon, che la imitava cantando); Gertrude Hoffman(n) (Kitty Hayes, 1886 - 1966, Z23), altra Salome ("she is undressed beneath excepting for short white pantalets"), ebbe il pregio di presentare i "Russian dance dramas" al pubblico americano; Bessie Clayton (1878 - 1948, Z09), "sporting, laughing, elfin creature", ebbe largo successo in Europa; Adeline Genée (Z08), di origine danese, Florence Walton (1890 - 1981, Z08); Adele Astaire, la bella Irene Castle (Irene Foote, 1893 - 1969), che ballava in coppia col marito Vernon: furono ritratti da Ginger Rogers e Fred Astaire in The story of Vernon & Irene Castle (1939); The Tiller Girls (cfr. infra); The Anna Held Girls (Z07; 09); The Albertina Rasch Dancers (Z27); Dorothy Dickson (Z17); Gilda Gray (Marianna Michalska, 1901 - 1959, Z22); Faith Bacon (Z31), spogliarellista e danzatrice e Ruby Keeler (cfr. infra).

Sotto, da sinistra a destra, Olive Thomas (Oliveretta Duffy, 1884 - 1920, Z15), morì suicida; Mae Murray (Marie Adrienne Koening, 1885 - 1965, Z08 - 09; 15), "the girl with the bee - stung lips", apparve, come ruolo di maggior rilievo, in The merry widow di Eric von Stroheim; Katherine Burke; Dolores (Z18), una chorus girl famosissima durante la prima guerra mondiale

Altre chorus girl Kathryn o Katherine Perry (attrice del muto, intelligente e salace, definirà la gloria del vaudeville Will Rogers "un impostore", accomunandosi al basso giudizio che ne aveva Louise), Peggy Hopkins Joyce (Marguerite Upton, 1893 - 1957, Z17), Peaches Browning (quindicenne, aveva sposato un milionario cinquantunenne, Edward "Daddy" Browning), Justin Johnstone (1895 - 1982, Z15 - 16),"America's loveliest woman", dopo Ziegfeld, nonostante fosse priva di laurea si dedicò con successo alla ricerca scientifica, contro il cancro e la sifilide, Mary Hay (Mary Hay Caldwell, 1901 - 1957, Z19), che ballò con Clifton Webb e comparve in Way down East di Griffith,  The Tiller Girls (Z22; 24 - 25), create da John Tiller (1854 - 1925), famosissime in Europa, dopo la morte del loro pigmalione; Dorothy Knapp (Z25), compagna di camerino di Louise Brooks; Jessica o Jessie Reid (Jessie Rogers, Z20), cacciatrice di dote, sposata cinque volte, dopo aver succhiato fortune ai mariti morì in povertà al Chicago's Osteopathic Hospital, a quarantadue anni; e le future stelle Marion Davies (cfr. infra), Lilyan Tashman (Lillian Tashman, 1899 - 1934, Z16 - 17), "a sophisticated, sarcastic blonde", la spogliarellista e romanziera Gipsy Rose Lee (Rose Louise Hovick, 1914 - 1970, Z36); Claudia Dell (Claudia Dell Smith, 1909 - 1977), Virginia Bruce (Helen Virginia Briggs, 1910 - 1982), attrice di medio livello dei Trenta e dei Quaranta

Altre ragazze, poi divenute famose attrici, passate tra le grinfie del "Grande Glorificatore" furono la fatale Nita Naldi (Anita Donna Dooley, 1897 - 1961), già in Blood and sand, del 1922; Irene Dunne (Irene Marie Dunne, 1898 - 1990); Mae West (1892 - 1980) più la magnifica serie di sette dive sette sottostante

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Sopra, da sinistra a destra, altre future stelle del cinema che provennero dalle scuderie Ziegfeld, la chapliniana, bellissima Paulette Goddard (Marion Pauline Levy, 1911 - 1990, Z25? - 26), già in Modern times e The great dictator, la sublime Lupe Velez (Maria Guadalupe Villalobos Velez, 1908 - 1944), sposa di Johnny Weissmuller e protagonista di uno spettacolare suicidio; Barbara Stanwyck (Ruby Stevens, 1907 - 1990); Ruby Keeler (Ethel Hilda Keeler, 1910 - 1993), altra ballerina, ma anche cantante e attrice, apparve in una serie di musical della Warner Brothers a cura di Busby Berkeley; Billie Dove (Lillian Bohny, 1903 - 1997), "The American Beauty", che apparve in The black pirate con Fairbanks; Ina Claire (Ina Fagan, 1893 - 1985, Z15 - 16), comparsa in Ninotchka; Marion Davies (Marion Cecilia Douras, 1897 - 1961, Z16), amante di William Randolph Hearst, zia di Pepi Lederer, amica di Louise Brooks, adombrata nel personaggio della cantante fallita in Quarto potere di Welles (anche se lei morì ricca, felice e onorata).

Ora altri nomi, le due bellissime Anastasia Reilly ("the dream girl of the mid Twenties. The dreams she evoked among males are better intimated than explicitly described") e Drucilla Strain; poi Eva Brady; Margaret Irving; Hilda Ferguson; Hope Dare (Rosie Intzinger); Gladys Feldman; Florence Leeds; Mary Mulhern; Jocelyne Leigh; Olive Osborne; Vanda Hoff; Alta King; Ethel Hallor; Helen Gates; Marie Wallace; Bernice Ackerman; Dorothy Leeds; Julia Ross; Betty Martin; Constance McLaughlin; Mary Alice Rice, laureata, entrò nelle "Golden Daze", le dodici più belle scelte da Ziegfeld; Marie Stevens; Perle Germonde; Fritzi Laverne; Helen MacFadden; Christine Conniff; Jose Collins; Flo Leeds; Bobbie Storey; Martha Mansfield; le due sfortunate Peggy Shannon e Cynthia Cambridge; poi Babe Marlowe e Emily Drange delle Midnight Frolics; Billie Dane, Martha Pierre, Avonne Taylor, Nina Whitmore, Edna Wheaton, Marjorie Chapin, Betty Williams, Helen Worthing e Irene Marcellus . Poi Gertrude Selden, Marie Shelton; Irene Hopping. Nello spettacolo No foolin' troviamo Audrey Dale, Alice Fitgerald, Mabel Beade, Barbara La May, Marion Strasmick, Susan Fleming, Marjorie Leet, Ivanelle Ladd, Hilda Olsen, Flo Lane, Elsie Behrens, Dorothy Mason e Marion Benda: Poi Geraldine Farrar , Bianca Froelich, Edna Chase, M. lle Nana, May Leslie e Hazel Lewis. E poi, Phyliss, Mauricette, Dinarzade, puri nomi.


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