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Ripasso di Fisica per il Biennio delle Superiori
 
Unità 12.
L'elettrostatica
 
Definizioni e tabelle ESERCIZI SVOLTI, ESPERIENZE E ATTIVITA' Questionario
 
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E1. Calcola quanta carica elettrica è coinvolta in un esperimento di elettrostatica in cui si riesce a sollevare un pezzetto di carta di 0,1 g attirandolo dalla distanza di 0,5 cm. A quanti elettroni corrisponde questa carica?

Svolgimento
Nel momento del distacco, la forza elettrica Fe data dalla legge di Coulomb (vedi la definizione
D5) risulta uguale al peso p del pezzetto di carta:

Fe = p

Quindi, per la definizione D13 dell’Unità 9, si ha:

k • q1 • q2 / r² = m • g

Considerando il valore della carica indotta uguale a quello della carica che ha provocato l'induzione, si ha:

q1 = q2 = q

La formula precedente diventa allora: k • q² / r² = m • g

da cui, invertendo rispetto a q si ottiene: q = r

Sostituendo i dati del problema (m = 0,1 g = 10-4 kg, r = 0,5 cm = 5•10-3 m), si ha:

q = 5•10-3 = 1,65•10-9 C.

Poiché un elettrone ha la carica di 1,602•10-19 C (vedi la definizione D2), la carica trovata corrisponde a 1,65•10-9 / 1,602•10-19 = 1,03•1010 elettroni (sono circa 10 miliardi!).

E2. Calcolare la velocità assunta dagli elettroni nel tubo catodico di un televisore, dove vengono accelerati da una differenza di potenziale di 10.000 V.

N.B.: Alcuni dati necessari per risolvere questo e i prossimi esercizi si trovano nella Tabella 4 dell’Unità 2.

Svolgimento
Nel tubo catodico c'è il vuoto, e gli elettroni cui viene applicata la differenza di potenziale sono liberi, cioè non sono vincolati a nuclei atomici (la liberazione di tali elettroni viene effettuata sfruttando l'effetto termoelettronico, cioè la capacità di particolari filamenti metallici di lasciar "evaporare" elettroni quando vengono riscaldati).
Essendo liberi, questi elettroni trasformano tutta l'energia elettrostatica ricevuta (vedi
D20) in energia cinetica. Ricordando la definizione D18 dell’Unità 10, si può allora scrivere:

e • DV = ½ me • v²

dove me ed e sono rispettivamente la massa e la carica dell'elettrone. Invertendo rispetto alla velocità v, si ottiene:

v =

e sostituendo i dati del problema:

v = = 5,93•107 m/s

Si tratta di una velocità molto alta, che gli elettroni mantengono fino all'impatto con lo schermo. Essendo una frazione considerevole della velocità della luce (5,93•107 m/s / 3•108 m/s = 0,197 = 19,7%), questa velocità coinvolge già gli effetti relativistici (vedi la definizione D9 dell’Unità 9); perciò, la velocità effettiva è leggermente minore di quella calcolata.

E3. Calcolare la capacità e il valore della carica accumulata sulle armature di un condensatore che si carica di una energia elettrostatica pari a 1,37•10-7 J quando viene collegato a una pila di 12 V.

Svolgimento
Invertendo rispetto a Q la prima formula data nella definizione
D27 si ha:

Q = 2 L / V = 2 • 1,37•10-7 J / 12 V = 2,28•10-8 C

Dalla definizione di capacità elettrica (vedi la definizione D23) si ha allora:

C = Q / V = 2,28•10-8 C / 12 V = 1,9•10-9 F = 1,9 nF

E4. Calcola la forza elettrostatica e la forza gravitazionale agenti tra elettrone e protone nell'atomo di idrogeno, e il rapporto tra queste due forze.

Svolgimento
La forza elettrostatica, applicando la legge di Coulomb, è:

Fe = 8,988•109 • 1,602•10-19 • 1,602•10-19 / (5,29•10-11)2 = 8,24•10-8 N

La forza gravitazionale, applicando la legge di Newton, è:

Fg = 6,673•10-11 • 1,673•10-27 kg • 9,11•10-31 kg / (5,29•10-11)2 = 3,63•10-47 N

Il rapporto tra le due forze è:

Fe / Fg = 8,24•10-8 N / 3,63•10-47 N = 2,27•1039.

Il fatto che la forza elettrica sia così più intensa della forza gravitazionale giustifica il fatto che a livello atomico e molecolare si consideri solo la prima per lo studio della struttura della materia.

E5. Compila uno specchietto dei rapporti di intensità delle forze fondamentali, assumendo la forza gravitazionale pari a 1.

Svolgimento
Il risultato dell'esercizio precedente ha fornito il rapporto tra forza elettrica e forza gravitazionale. Poiché, per la definizione
D16 dell’Unità 4, l’interazione nucleare forte è 100 volte più intensa di quella elettrica, il rapporto tra questa interazione e quella gravitazionale è 100•1039 = 1041. Infine, poiché per la definizione D24 dell’Unità 4, l’interazione nucleare debole è 1016 volte meno intensa di quella forte, il rapporto tra questa interazione e quella gravitazionale è 1041 / 1016 = 1025. Quindi, si può compilare lo specchietto come segue:

interazione nucleare forte forza elettrica forza nucleare debole forza gravitazionale
1041 1039 1025 1

E6. Quanti elettroni sono contenuti in una carica di 1 coulomb?

Svolgimento
Dalla definizione
D2, si ha che in 1 coulomb sono contenuti:

1 / 1,6•10-19 = 6,25•1018 elettroni.

E7. Calcola la velocità che deve avere l'elettrone di un atomo di idrogeno per orbitare intorno al nucleo nello stato fondamentale (si tratta dello stato cui corrisponde la minima energia; l'atomo può passare ad altri stati, detti eccitati, che corrispondono ad energie più elevate, vedi l’Unità 14).

Svolgimento
Si deve impostare un calcolo simile a quello fatto nella definizione
D13 dell’Unità 11, sostituendo la legge di Coulomb a quella di Newton.
La velocità vc dell'elettrone deve essere tale che:

me • vc² / r = k • e2 / r2

da cui si ricava: vc = e

Sostituendo i dati del problema, si ha:

vc = 1,602•10-19 = 2,19•106 m/s.

E8. Un atomo di alluminio, in seguito a un fenomeno di ionizzazione, perde 3 elettroni. Quanta carica elettrica assume?

Svolgimento
Diventa uno ione positivo, poiché la carica di 3 protoni non è più equilibrata dai 3 elettroni persi. Quindi, la carica assunta è:

q = 3 • e = 3 • 1,602•10-19 C = 4,806•10-19 C.

E9. Calcola la forza che agisce su un elettrone libero che si trova in un punto di un campo elettrico in cui l'intensità del campo è di 20.000 N/C.

Svolgimento
Dalla definizione
D16 si ha:

F = 20.000 V •1,602•10-19 C = 3,2•10-15 N.

E10. Calcola l'energia cinetica (tramite il risultato dell'esercizio E7) e l'energia elettrostatica dell'elettrone dell'atomo di idrogeno nello stato fondamentale.

Svolgimento
Dato che la sua velocità è 2,19•106 m/s, l'elettrone in orbita ha una energia cinetica:

Ec = ½ 9,1•10-31 kg • (2,19•106 m/s)2 = 2,18•10-18 J

Mentre l’energia elettrostatica è, per la definizione D18:

Eel = 8,988•109 • 1,602•10-19 C • 1,602•10-19 C / 5,29•10-11 = 4,36•10-18 J

La differenza tra queste due energie:

Eel - Ec = 4,36•10-18 J - 2,18•10-18 J = 2,18•10-18 J

è chiamata potenziale di ionizzazione ed è l'energia necessaria per strappare l'elettrone all'atomo.

E11. L'elettronvolt (simbolo eV) è una unità di misura dell'energia molto usata in fisica atomica e nucleare, ed è pari all'energia acquistata da un elettrone quando passa attraverso una d.d.p. di 1 V. Calcola a quanti joule corrisponde questa energia ed esprimi in elettronvolt le energie dell'elettrone calcolate nell'esercizio precedente.

Svolgimento
Un elettronvolt (per la definizione
D20) equivale all’energia:

Eel = 1 V • 1,602•10-19 C = 1,602•10-19 J

L'energia elettrostatica dell'elettrone dell'atomo di idrogeno equivale a:

Eel = 4,36•10-18 J / 1,602•10-19 J = 27,2 eV

mentre la sua energia cinetica (e quindi anche il potenziale elettrico) equivale a 13,6 eV.

E12. Calcola il valore della carica che si accumula su un condensatore di 3 nF quando viene collegato con una batteria da 12 V.

Svolgimento
Poiché 3 nF equivalgono a 3•10-9 F, dalla formula della definizione
D23 si ricava che la carica è:

q = 3•10-9 F • 12 V = 3,6•10-8 C

E13. Il corpo umano ha una capacità di circa 300 pF (se isolato da altri conduttori). Sapendo che una scarica elettrostatica di energia maggiore di 0,25 J può essere pericolosa per l'uomo, calcola la d.d.p. massima che possiamo sopportare.

Svolgimento
Ricordando che 300 pF = 300•10-12 F, invertendo la formula data in
D27, si ha:

V = = = 40.825 V

Ovviamente, questo è un risultato solo indicativo: la soglia di pericolo può insorgere per valori molto inferiori a questo, dipendentemente dalle condizioni in cui si realizza la scarica.

E14. Calcola la d.d.p. necessaria tra nubi e terreno per produrre un fulmine lungo 1000 m.

Svolgimento
Il campo di scarica dell'aria, dato nella definizione
D29, può essere espresso anche in volt al metro (V/m). Infatti, confrontando la formula delle definizione D17 con la seconda formula della definizione D19, si ha:

E = V / r

Se il campo di scarica è di 3•106 V/m, per ottenere una scarica lunga 1000 m occorre una differenza di potenziale:

d.d.p. = 3•106 V/m • 1000 m = 3•109 V.

Questo risultato (3 miliardi di volt) dà un'idea di quanto sia grande la pericolosità dei fulmini!

E15. Apri lo scomparto delle pile di un apparecchio elettrico casalingo: come sono disposte le pile? Se l'apparecchio funziona a 12 V, quante pile da 1,5 V dovranno essere inserite per ottenere questa tensione?

Svolgimento
Le pile sono disposte in serie.
Per l'apparecchio da 12 V servono 8 pile da 1,5 V. Infatti, esse producono una differenza di potenziale:

d.d.p. = 8 • 1,5 V = 12 V


ESPERIENZE E ATTIVITÀ

A1. Se in una giornata secca accarezzi un gatto, o ti pettini, o ti togli indumenti fatti di fibre sintetiche, o sfiori lo schermo di un televisore acceso (vedi l’esercizio E2), puoi verificare i fenomeni connessi al manifestarsi dell'elettricità statica. Descrivi le impressioni tattili, visive e uditive che ricavi da questi fenomeni. Eseguendo al buio queste prove, noterai che sono accompagnate anche da numerose e piccole scintille. Perché in una giornata umida questi fenomeni non si manifestano?

A2. Elettrizza una bacchetta di plastica con un panno di lana e cerca di attirare con essa palloncini gonfi, pezzetti di carta, un filo d'acqua che cola da un rubinetto. Studia i tre metodi di elettrizzazione descritti nelle definizioni D11-D13.
Tenta di calcolare la carica coinvolta da queste elettrizzazioni misurando la distanza alla quale avviene l'attrazione di un corpo appoggiato su un piano, e impostando quindi l'uguaglianza tra forza elettrica e forza di gravità come nell'esercizio
E1.

A3. Fai ricerche sul funzionamento di alcune apparecchiature che sfruttano i principi dell'elettrostatica: per esempio, i depuratori di fumi industriali a precipitazione elettrostatica, le macchine fotocopiatrici, le candele delle automobili, le lampade flash per fotografia.

A4. La piezoelettricità è una proprietà di alcune sostanze cristalline, come il quarzo, in cui si manifestano delle differenze di potenziale quando vengono deformate elasticamente (effetto diretto). Viceversa, se queste sostanze sono assoggettate a un campo elettrico, si deformano, e quando cessa l'azione del campo tornano in equilibrio con oscillazioni smorzate (effetto inverso). Le applicazioni tecniche della piezoelettricità sono numerosissime: accendigas piezoelettrici, microfoni, misuratori di pressione, generatori di ultrasuoni, orologi al quarzo. Quali di queste applicazioni sfruttano l'effetto piezoelettrico diretto e quali sfruttano l'effetto inverso?
Apri con molta attenzione un accendigas piezoelettrico (privo di combustibile) e osserva il meccanismo di produzione della scintilla.


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