AZIENDE

Di Bruno Ragonese

Segretario Regionale Ente Fauna Siciliana Noto.

SICCITA’: PROBLEMA PREVISTO,MA NON PREVENUTO.

Ad ogni estate,ogni anno in misura sempre maggiore si presenta il problema siccità con forti difficoltà di approvvigionamento idrico.

E conseguentemente le solite lamentele,proteste ed i soliti discorsi di governanti,politici e politicanti.Anche molti discorsi dei soliti tecnici che suggeriscono sempre soluzioni idrauliche: invasi,rete idrica,razionalizzazione della distribuzione,ecc. Cose certamente assai importanti per gestire correttamente un bene prezioso e sempre piu’ scarso: L’acqua potabile. Cose quasi inutili se il bene non c’è piu’. Quindi la politica adeguata deve essere quella di ricostruire il bene, e questo si ricostruisce non con misure idrauliche(persino i dissalatori!), ma ambientali.Sono misure con tempi ,purtoppo,lunghi o lunghissimi, ma se non si comincia non finiremo di precipitare verso il disastro. Da trenta anni predichiamo queste cose. Da trent’anni lanciamo il grido di allarme: la desertificazione! Da trenta anni seggeriamo misure da adottare, ma si sa’ le cassandre non sono amate. Piu’ ascolto riscuotono i politici imbroglioni ed anche quelli “onesti” non apprezzano le politiche a lungo termine: “après moi le delugè”. Purtroppo non ci sarà il diluvio, ma la desertificazione.Torneremo sull’argomento. Per essere, ovviamente,ancora snobati.

Bruno Ragonese Segretario Regionale Ente Fauna Siciliana

Rosario Spinello Architetto Firenze

Ricostruire il Bene.ACQUA

Sono assolutamente convinto che i “dissalatori” ,nella fase attuale, sono gli unici strumenti idonei a potere ricostruire il bene di cui parla Bruno Ragonese: L’acqua.

E’ oramai evidente che le falde acquifere degli iblei sono a dura prova e a basso livello.Tanto che in tutta la fascia costiera meridionale, in molti pozzi, l’acqua è, oramai, salmastra. Per non parlare della fascia siracusano-augusta na dove, addirittura, da un pozzo vicino  Priolo,da un  !giardino”, viene fuori acquamiscelata a benzina ed idrocarburi.

Dunque! La ricostruzione del Bene acqua passa attraverso la interruzione del pompaggio di falda.

Nella fascia pachinese, oltrettutto, la creazione di un “dissalatore” avrebbe il pregio di dare a tutte le imprese agricole lo stesso tipo di acqua.

Ciò, andrebbe a vantaggio della omogenizzazione della produzione locale,DOC.

Rosario Spinello Firenze

LEGA AMBIENTE

LA SALINIZZAZIONE IN ITALIA

L’altopiano Ibleo

La zona di Pachino nel settore piu’ meridionale, sono presenti tre falde di cui due libere e una confinata;la prima falda è contenuta in acquiferi quaternari ubicati in prossimità della costa ed è oggetto di forti prelievi per uso agricolo che hanno determinato un insalinamento da parte delle acque marine.La seconda falda libera contenuta in un acquifero carbonatico, mostra insalinamenti maggiori erso sud che tendono a diminuire procedendo verso nord. Sembra probabile che l’inquinamento di questa falda sia legato in parte ad una ingressione dirette delle acque marine ed in parte con gli interscambi con la prima falda.La terza falda che presenta caratteristiche confinate, risulta essere la meno inquinata; l’insalinamento sembra confinato nel settore piu’ meridioanale.In tale area è stato tuttavia riscontrato anche un inquinamento di tipo puntiforme legato alle attività agricole e alla presenza di insediamento urbani, per la presenza nell’acqua di composti fosfatati e azotati.

Pozzo acquedotto Scirbata Pachino

Tutta la fascia costiera  riadente nella Provincia di Ragusa (area di Pachino) compresa tra Scoglitti e Punta Castellazzo risulta in generale caratterizzata al 50% da ingressione di acque marine in falda fino alla profondità di due chilometri 2 km dalla costa. Cio’ ha causato la presenza di cloruri e fosfati in concentrazione particolarmente elevate.