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Anno 2002 SCHEGGE di...

... LEGGE

 

 

di Giuliana Parigi     

Schegge
La Modella
Villa Gialla
Razza ... ?
Clochard
Social Forum
L'or di notte
Il meccanico
riccioluto

Clochard
   

Premetto che sono un'assistente sociale.
E' una mattina di ottobre. Sono libera e decido di andar per mercatini: la mia passione!
Sto arrivando in auto in piazza delle Cure; un violento ed improvviso temporale -tipo estivo- (ma che è successo anche al tempo...) non mi fa vedere niente.
[ Antonio Ligabue - Autoritratto con cane ]Rallento. Meno male perché devo piantare una frenata. Sbuca dal marciapiede ed attraversa senza guardare né a destra né a sinistra, un barbone, davvero in male arnese; età indefinibile, strascica lentamente i piedi barcollando e tira con uno spago un cagnuccio recalcitrante e zuppo.
Ci mettono un'eternità ad attraversare.
Al finestrino della guida, incurante del temporale, mi appare un signore elegantemente vestito sui quarant'anni. Impreca perché ho fermato il traffico.
«Ma non potevo metterlo sotto!» dico indicando il barbone, che sta entrando nella famosa gelateria Cavini e si volta indietro stralunato. Il cane aspetta fuori.
«Certo che si! Quella gente lì, va levata dal mondo!»
Urla, gesticola, è sempre più fuori di sé sotto l'acqua che pare inghiottirlo.
La fila di auto comincia a suonare i clacson. Ma lui non se ne cura. Né di loro, né del torrente di pioggia.
E qui viene fuori la deformazione professionale:
«Giriamo l'angolo e sediamoci al bar. Le va? Parleremo con più comodo.»
Non aspetto risposta, ingrano e giro in Viale dei Mille, mi fermo al Sax.
Nello specchietto, con mio stupore, vedo che mi segue.
«Qualcosa non va?» esordisco (sempre per via della professione!). Siamo seduti su un divanetto uno di fronte all'altra. Non c'è nessuno.
Comincia a piangere disperatamente con singhiozzi che troncano lui e me... anche se dovrei esserci abituata.
Il barista arriva discreto e silenzioso, gli porge degli asciugamani di carta perché se li passi sui capelli. Poi torna e porta due caffè ed un bicchier d'acqua di sua iniziativa.
L'arrivo del sole ed il cessare del fiume di lacrime sono quasi contemporanei.
Si scusa e poi aggiunge:
«Sa, tre anni fa, un barbone ubriaco alla guida di un'auto rubata ha investito mia figlia, sulle strisce, che tornava da scuola. A due passi da casa. Lei non c'è più. E lui, niente, è stato dichiarato incapace di intendere e volere nel momento... lei capisce. Non punibile.»
Che dirgli? Rimaniamo in silenzio per un bel po'.
Uscendo ringraziamo il barista, che non ha voluto pagassimo. Ci salutiamo un po' imbarazzati: aprire un giardino segreto costa quanto entrarvi.

Schegge ... di legge, penso mentre me ne torno a casa.
Mi è passata la voglia di andar per mercatini.


 

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