Occasione
d'oro. Avevo "collaborato" alla stesura di un testo
(pubblicato!) del famoso Professor P.
Imprevedibile carineria, il mio nome figurava all'interno della
copertina.
Tutto ciò mi dette il privilegio di salire alla Villa
Gialla, dimora storica della famiglia P: là sulle colline
intorno alla città. Poiché tutti i componenti della
famiglia P sono o Prof. o Dott. o Ing. ecc. ecc. mi apprestavo
ad un pranzo da salotto culturale. Mi vestii di conseguenza:
tailleur d'ordinanza con camicetta bianca.
Quand'ecco la prima sorpresa. Ad aprirmi il cancello, tutto volute
e fiori stilizzati, c'era il Professore in persona in tenuta
da tennis. Mi ci volle poco a capire che il suddetto non proveniva
dai campi da tennis (in villa ce ne erano ben tre!), ma che avrebbe
pranzato in questa tenuta ... informale.
Gli altri commensali non erano da meno. Per cui l'unica fuori
posto risultavo io.
Il
pranzo, come portate, servizio, quantità e qualità,
fu all'altezza della fama della famiglia P.
Conversazione leggera, varia, attenzione all'ospite che sarei
io. Piacevole.
Il caffè nel salotto all'aperto con vista panoramica.
Iniziò un chiacchiericcio generale: le voci, gli aneddoti,
le battute, i frizzi s'incrociavano e si frammezzavano a risate,
risatine, ad accenni, ammiccamenti.
Tutti parlavano di tutti, cioè di loro parenti, amici
e conoscenti rinvangando ricordi, detti episodi, tic, manie.Un'ora
e più di puro pettegolezzo, bonario quanto vuoi, ma una
piccola dose di veleno pareva proprio circolare e ricoprire tutti
quelli rammentati. Qualcuno si ricordò di me, che giacevo
esausta su una poltrona di vimini ricoperta di un'imbottitura
a fiori rosa. Bontà sua, mi fece fare il giro della villa.
Davvero considerevole.
Al ritorno ognuno aveva preso la via dei propri alloggi. Il salotto
era deserto. Il Prof si degnò di riaccompagnarmi al cancello,
invitandomi a venire alla villa ogni volta che lo volessi.
Al
bivio mi girai in su: era uno splendore quella villa che si chiamava
Gialla dal suo primo proprietario. Un brivido mi percorse pensando
che al dopo pranzo dell'indomani avrebbero fatto le "scarpe"
anche a me. Riguardando ancora, schegge di malignità
mi parvero schizzare per ogni dove. Di sicuro
qualcuna avrebbe colpito e fatto male. |