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Anno 2002 SCHEGGE di...

... PALINDROMO
(generazioni perse e trovate)

 

 

di Giuliana Parigi     

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L'or di notte
Il meccanico
riccioluto

Il meccanico riccioluto
 

La nebbia sfumava tutti i contorni: potevamo essere in qualsiasi posto. Nell'auto regnava un teso silenzio e anche chi non guidava, aguzzava la vista sforzandosi di leggere il cammino.
Del resto nel cuore di ognuno non andava meglio: ci dirigevamo a portar le condoglianze agli ennesimi genitori rimasti privi del figlio, "unico", perito in un incidente stradale con il contorno del dramma del pirata della strada.
All'improvviso, come "se qualcuno avesse cambiato sipario" disse Eva,ci trovammo nel sole e la strada era lì di fronte ben decifrata. Un piacere percorrerla.
La vita nell'auto riprese a fluire, si percepiva proprio; si rianimò l'ambiente e Mimmo, leggendoci nel pensiero, disse:
- Fosse così anche per Pierino!! -[ Santuario di Montenero - Ex voto - 1954 ]
La frase ebbe il potere di freddare di nuovo la comunicazione ma, almeno per me, accese l'immaginazione. Vidi Lazzaro che usciva dalla tomba e ancor più il figlio della vedova di Nain.
Echeggiò nella mia mente il potente TALITA' KUM.

L'auto prese a singhiozzare, rallentare per poi piantarsi al lato della strada dove prudentemente Vieri si era spostato.
- Che è successo? Siamo arrivati? - chiese Elettra svegliandosi.
- Fermi! Siamo fermi. Bloccati -
- Non è possibile! Auto nuova, marca di prestigio, accessoriata di tutte le diavolerie! -
Ci abbiamo girato tutti intorno a quel gioiello di alta tecnologia; aprendo di qui e di là, buttando l'occhio, toccando con circospezione... senza saper che fare.
- E va bè! Cerchiamo un'officina -
Il guaio, disse il meccanico, era che fosse accessoriata... bisogna avere il tale e tal altro macchinario e poi un computer per circuiti e poi e poi... Comunque ci provo.

Seduti, stralunati e mogi, ad un tavolino osservavamo distrattamente fuori. Montavano una stella cometa. Un crocchio di persone intorno a testa in su. Non sentivamo, ma dal gesticolare capivamo che qualcosa non andava. Ognuno dava un consiglio e i due, su per aria su un'impalcatura da pittura, spostavano e cambiavano la posizione della stella. Senza trovar soluzione.

- Che ne è di Stella? - chiesi ad Eva per associazione d'idee.
L'avevo conosciuta al suo matrimonio: la classica rossa dalla carnagione lattea a grana fine quasi trasparente; niente lentiggini, ma degli occhi chiari dal colore indefinibile. Si stava specchiando e fece un balzo quando mi vide inquadrato nello specchio. Poi rise; si presentò e passammo molto tempo insieme. Un carattere esplosivo. Una dinamo di energia.
Ne era passato del tempo! La ricordavo benissimo... ci avevo fatto un pensierino....
- E' rimasta in Austria, figurati! Sta seguendo un corso di non so cosa bene... una cosa tipo costumista, bozzettista, roba di teatro mi pare.
Qualcosa, insomma, che con i suoi studi di legge c'entra come il cavolo a merenda. -
- Studi di legge? Avrei giurato che fosse iscritta a filosofia. -
- Ah! All'inizio. Ma poi a sciare, mi sembra, conobbe Lodovico, futuro proprietario terriero, e si iscrisse ad Agraria a Pisa con lui. Non mi ricordo perché, ma si lasciarono prima di ferragosto. Lei tornò a Bologna e si iscrisse a Giurisprudenza bruciando tutte le tappe. Non la vedevi più in giro: solo studio. -
Il discorso procedeva a sbalzi, pieno di non so/ non ricordo/ mi pare...
A me metteva addosso un'inquietudine che dilagava sempre di più. Provai a cambiare discorso. Ma Eva ormai doveva raccontarmela tutta, la storia.

- Vattelappesca per quale via fortunata, approdò subito ad un lavoro in Pretura.
Tutto bene. Ad un concerto di Capodanno incocciò, questa volta per sua sfortuna di quelle proprio nere secondo me, in Valdo.
Uno convinto di essere il più gran direttore di coro o di orchestra, non mi rammento più, del secolo. Quarto di una serie di fratelli davvero "geni" loro, in campi diversi. Belli come il sole tanto lui era brutto e sgraziato; ma il peggio... -

Il cameriere ci portò i caffè e dei pasticcini.
Girava e girava il cucchiaino Eva non so se assorta nei suoi pensieri, nel ricordo di Stella o come fosse un suo personale rito rilassatorio.
Era ingrassata, dopo il matrimonio. Più donna. Non avrei saputo dire se fosse bella o meno. Con lei si stava bene, questo sì. Non era poco.
Poggiò il cucchiaino con estrema lentezza e grazia, si aggiustò i capelli, che portava cortissimi, ma continuava a sfiorarli, mentre parlava, quasi fossero lunghi. Indicò sorridente i lavori fuori che non procedevano granché. Bevve un piccolo sorso.
- Tornando a Stella. Lui, voglio dire quel Valdo, ebbe un incarico in Austria: roba da poco, ma faceva molto chic... andava all'estero. Stella, bim bum bam, lo sposò, mollò la Pretura, gli andò dietro a far la casalinga. In capo ad un anno Valdo s'invaghì, ricambiato, di una austriacotta che suonava qualcosa. Se la portò in casa e cominciò un ménage a tre. Ci pensi? Nessuno ne sapeva niente... in Italia intendo. Stella non venne più; nemmeno a trovar sua madre che stava molto male e passava da un ospedale ad una clinica.
La scovammo noi amici un giorno torrido di Luglio che eravamo là, vicini a casa sua, in vacanza. Faceva spavento!!! -
Finì il caffè; guardò l'orologio e fece delle battute sulla macchina di Vieri ultimo capriccio e ne ridemmo di gusto. Sospirò e riprese.
- Dai, picchia e mena con noi amici venne fuori la storiaccia. Te la risparmio nei particolari...
Si convinse a reagire e chiese la separazione per colpa di lui. Ma ormai il danno era fatto; la Stella di una volta si era proprio spenta.
Certa gente cala a fondo e riemerge più forte di prima come se avesse finalmente trovato il bandolo della vita; altra rimane laggiù o a dibattersi nella palude o a cambiare strade su strade sempre più inverosimili. E non c'è aiuto che tenga... ti fanno sentire malissimo per la tua impotenza....
Morale è voluta rimanere lì; si fa mantenere dai suoi seguendo quel corso che ti dicevo. Ci sentiamo ogni tanto. -
- Terribile! - Ho preferito ritornare al matrimonio di Eva e ricordare Stella che afferrava il mazzolino cadendo sul prato della Chiesa.
- Scusa, ma quello spilungone che era con lei al tuo matrimonio? -
- Spilungone? Forse parli di Raoul che giocava a pallacanestro. Promessa del basket! Adorato da tutte noi. Con lei non c'entrava nulla.
Però, anche lui, che fine! Come Maradona o giù di lì! -

Fuori avevano deciso. La stella cometa era stata montata senza la coda. Per brillare, brillava ma...
Eva rispose al telefonino.
- Dice di raggiungerli dal meccanico. Pare che si riparta. Anche Elettra è lì -
Mentre si andava mi frullava in testa un pensiero che non riusciva a formularsi e che mi faceva pesante il cuore.
Vieri ci indicò l'autore del miracolo. Un giovane, riccioluto, meccanico infilato dentro una strana saloppette; radioso più della stella cometa, le mani infilate in dei guanti da chirurgo. Ci guardava a turno compiaciuto, ma come se per lui fosse stato un gioco da ragazzi.
Si fece serissimo quando Elettra gli disse dove andavamo.
- Quest'anno, questo 2002, qui in paese se ne sono andati così ben otto giovani! -
Fece una lunga pausa.
- Chi per un verso, chi per un altro si perdono intere generazioni. Roba da brivido! -
Aveva reso palese il mio recondito pensiero.
Si sfilò i guanti e andò nel box a stilar la ricevuta. La fece firmare al padrone e uscì con un timido saluto.
Mentre Vieri pagava, il padrone disse che era un gran bravo ragazzo, in gamba, d'oro. Ha un futuro.
Assentimmo... un futuro... il cuore mi si fece più leggero.


 

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