La conservazione delle specie
e degli habitat: | il
contributo diretto degli Zoo |
Le
collezioni faunistiche degli Zoo: basilari per tutti i compiti svolti dagli Zoo
a favore della conservazione.
Si stima che i più di 1000 Zoo del mondo
(confederati in Associazioni) ospitino complessivamente circa 1.000.000 di animali,
per lo più Vertebrati. Una porzione sempre crescente di questo totale è costituita
da individui appartenenti a specie minacciate. La Strategia Mondiale degli Zoo
per la Conservazione incoraggia gli Zoo a dedicare la maggior parte dello spazio
disponibile a queste specie e a registrare tutti gli animali nell'ISIS, il Sistema
di Informazione Internazionale sulle Specie.
Gli Zoo responsabili basano
i loro programmi di sviluppo e rinnovamento delle collezioni faunistiche sugli
obiettivi della conservazione che comprendono l'educazione, la ricerca e la conservazione
delle specie tenendo anche nella dovuta considerazione, ovviamente, il benessere
degli animali. In diverse parti del mondo le Associazioni di Zoo, nazionali e
regionali, hanno intrapreso un processo teso al coordinamento dei programmi di
sviluppo delle collezioni faunistiche degli Zoo membri. La strategia sostiene
l'importanza di un ulteriore coordinamento a livello globale dei piani relativi
alle collezioni degli Zoo.
Le collezioni animali viventi sono basilari
per i compiti svolti dagli Zoo nell'ambito della conservazione e queste stesse
collezioni potranno essere conservate solo se verrà garantito un soddisfacente
livello di longevità, riproduzione e benessere dei singoli animali. Le conoscenze
sulle tecniche di mantenimento degli animali selvatici sono state notevolmente
approfondite negli ultimi anni e hanno dato così buoni risultati che oggi il numero
degli individui di alcune specie deve essere tenuto sotto controllo, attraverso
un lavoro svolto in stretta cooperazione fra Zoo, al fine di evitare sovrapopolamenti.
Sforzi
collettivi da parte degli Zoo si richiedono anche al fine di favorire lo scambio
di conoscenze e di esperienze acquisite nel campo dell'allevamento e della riproduzione
di alcune specie che non si allevano ancora con successo nei Giardini Zoologici.
Sebbene gli Zoo, avendo fatto grandi progressi, saranno in grado di mantenere
in cattività popolazioni stabili delle specie presenti nelle loro collezioni,
l'acquisizione di alcuni animali dallo stato libero, in determinate condizioni,
risulta ancora importante, in particolare quando ciò si rende necessario al fine
della sopravvivenza di alcune specie che stanno scomparendo in natura. Gli animali
dovrebbero essere portati via dai loro ambienti originari solo se ciò, in un modo
o nell'altro, è necessario per la sopravvivenza a lungo termine delle specie cui
appartengono, specialmente nel loro habitat naturale. Inoltre, le collezioni di
animali selvatici in cattività devono sempre essere costituite in accordo con
le autorità responsabili della conservazione ambientale. La Strategia Mondiale
degli Zoo per la Conservazione afferma che il commercio di animali prelevati dallo
stato libero deve al più presto cessare di essere fonte di approvvigionamento
per i Giardini Zoologici.
Conservazione Ex-Situ: un sostegno
alla sopravvivenza delle specie allo stato libero
Oltre a mantenere
collezioni faunistiche, di importanza basilare per l'educazione e la ricerca,
gli Zoo possono contribuire anche direttamente all'opera di salvaguardia delle
specie minacciate di estinzione. Ciò viene realizzato attraverso la propagazione
di popolazioni di dette specie ex-situ (cioè al di fuori dei loro originari
habitat naturali). La conservazione ex-situ non è in alternativa bensì
è complementare alla conservazione delle stesse specie nei loro habitat originari
(in-situ). Di conseguenza, le popolazioni ex-situ degli Zoo dovrebbero
essere gestite in modo tale che siano di supporto alla sopravvivenza delle specie
allo stato libero. In accordo con le Linee Guida sulla Riproduzione in Cattività
dell'IUCN (IUCN-Policy Statement on Captive Breeding, 1987) e con la Convenzione
sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity, 1992), la Strategia
Mondiale degli Zoo per la Conservazione chiede alla Comunità degli Zoo, così come
alle autorità preposte e alle agenzie di conservazione, di appoggiare con forza
i programmi di conservazione ex-situ laddove questi siano stati organizzati
in funzione dell'interesse delle specie. In un crescente numero di casi, le popolazioni
ex-situ sono di importanza cruciale per la sopravvivenza delle specie.
I
rischi di degenerazione genetica e di domesticazione possono essere minimizzati
laddove le popolazioni ex-situ degli Zoo vengano gestite in cooperazione
e seguendo rigide linee guida il cui indirizzo sia quello di conservare il più
possibile la variabilità genetica originaria della popolazione.
Popolazioni
gestite in maniera adeguata possono servire come preziose riserve genetiche per
la sopravvivenza delle specie in natura. La teoria del management delle piccole
popolazioni ha avuto significativi sviluppi nel corso degli ultimi dieci anni
ed è stata soggetta a continui perfezionamenti. Gli strumenti di cui ci si può
avvalere per l'analisi delle popolazioni sono costituiti dagli StudBooks (Registri
internazionali), da sofisticati software sul management delle popolazioni e da
raccolte-dati computerizzate (come il sistema ARKS, usato da più di 400 Zoo ed
il Sistema Internazionale di Informazione sulle Specie, o ISIS). Il management
delle popolazioni viene organizzato in base a programmi regionali di riproduzione.
Questi sono stati sviluppati nelle principali regioni del mondo. Attualmente,
sono stati messi a punto programmi di riproduzione a livello regionale per più
di 300 specie minacciate. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione
auspica un incremento nel numero di tali programmi. Alle autorità nazionali e
internazionali viene richiesto di agevolare il trasferimento legale di animali
nell'ambito del quadro di lavoro dei programmi ex-situ, finalizzati a favorire
la riproduzione delle specie e a minimizzare la perdita di variabilità genetica
o altri simili indesiderabili effetti.
Il Captive Breeding Specialist Group
(CBSG) della Commissione per la Sopravvivenza delle Specie dell'IUCN costituisce
il legame fra l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e la conservazione
delle specie ex-situ basata sugli Zoo. Il CBSG agisce come catalizzatore
nello sviluppo dei programmi di riproduzione e facilita il coordinamento a livello
globale dei programmi regionali. Inoltre, esso favorisce i collegamenti fra i
programmi degli Zoo e le attività di conservazione in-situ condotte dall'IUCN,
i numerosi gruppi di specialisti della Commissione per la Sopravvivenza delle
Specie (SSC), le altre Organizzazioni internazionali dedite alla conservazione,le
autorità sovranazionali,le agenzie di governo. Tali collegamenti dovrebbero essere
sviluppati al massimo. Si ritiene che il legame fra conservazione in-situ ed
ex-situ assuma sempre maggiore importanza: le popolazioni di specie minacciate,
in cattività e allo stato libero, potrebbero essere gestite in modo interattivo
e, in questo caso, dovrebbero essere considerate come componenti di "metapopolazioni"
.La sopravvivenza delle specie dipenderà dalla cooperazione fra tutte le parti
coinvolte nella conservazione in-situ ed ex-situ, sul riconoscimento dell'interdipendenza
del loro lavoro e sulla necessità di un maggiore sostegno reciproco
Capienza
degli Zoo: lo spazio limitato richiede un'attenta scelta delle specie
Per
mantenere un'adeguata variabilità genetica per un periodo di almeno 100 anni è
necessario poter disporre di una popolazione che varia da 250 a 500 individui,
a seconda degli specifici parametri delle specie.
Preso come base il numero
approssimativo di 1.000.000 di animali viventi nei 1000 Zoo del mondo e assunto
che la metà dello spazio di questi Zoo venga messo a disposizione per l'allevamento
delle specie che sono oggetto dei programmi ex-situ, si stima che la Comunità
degli Zoo potrebbe mantenere in buone condizioni popolazioni appartenenti a 1000
- 2000 specie minacciate. Questo numero potrebbe aumentare se una maggior porzione
dello spazio degli Zoo fosse messa a disposizione delle specie minacciate, se
più Istituzioni aderissero al network globale degli Zoo o se gli allevatori privati
partecipassero ai programmi di riproduzione delle specie minacciate conformandosi
alle regole della cooperazione.
A parte queste considerazioni, di fatto
lo spazio a disposizione è molto limitato e questo comporta la necessità di un'attenta
scelta delle specie ai fini della conservazione ex-situ. Innanzitutto,
la Comunità per la conservazione dovrebbe determinare quali specie potrebbero
trarre maggior beneficio dal contributo fornito dai programmi ex-situ.
Il CBSG ha sviluppato tecniche utili a questo scopo. Parallelamente, altri gruppi
di specialisti dell'IUCN e di altre agenzie di conservazione sono stati chiamati
a dare il loro supporto al CBSG. In secondo luogo, gli Zoo dovrebbero determinare
quali specie siano in grado di riprodursi e di essere mantenute al meglio e quali
specie possano essere di aiuto, attraverso l'educazione negli Zoo, per risvegliare
l'interesse e la consapevolezza del pubblico.
Le esigenze della conservazione
e il potere degli Zoo dovrebbero essere combinati per giungere alla formulazione
di Piani Regionali per le Collezioni (RCPs = Regional Collection Plans) che individuino
le specie minacciate che verranno sostenute dai programmi di riproduzione ex-situ,
promossi dalle Associazioni regionali. L'armonizzazione a livello globale dei
Piani Regionali per le Collezioni porterà alla definizione di Piani di Azione
Globale in Cattività (Global Captive Action Plans = GCAPs) per la maggior parte
dei gruppi animali che dovrebbero essere allevati negli Zoo.
Ovviamente,
la scelta delle specie che trarranno maggior beneficio dai programmi organizzati
dagli Zoo richiede tempo e riflessione. Nel caso però che l'unica possibilità
di sopravvivenza per una specie altamente minacciata sia rappresentata da una
rapida operazione di salvataggio deve essere possibile organizzare un'azione immediata.
Sebbene
il numero totale di specie la cui sopravvivenza può essere salvaguardata grazie
all'aiuto diretto dei programmi ex-situ sia limitato, la Strategia Mondiale
degli Zoo per la Conservazione sottolinea come l'impatto di questo contribuito
degli Zoo sulla conservazione sia molto più consistente di quello che indicano
in se stesse le 1000-2000 specie sovracitate. A volte, le specie prese in considerazione
sono "specie-chiave" nei loro habitat e la loro conservazione è determinante per
centinaia o anche migliaia di altre specie dello stesso ambiente. Ancora più spesso,
le specie oggetto dei programmi ex-situ possono essere utilizzate come
"specie-simbolo" , suscitando un considerevole interesse da parte del pubblico
nei confronti della conservazione delle originarie aree naturali.
Riproduzione
artificiale e crio-conservazione: la biotecnologia a sostegno della conservazione
L'uso
delle tecniche utilizzate per la riproduzione artificiale potrà un giorno potenziare
gli effetti del management delle popolazioni ex-situ e sarà di grande aiuto
nella conservazione del quoziente massimo di variabilità genetica. Vari studi
pilota hanno mostrato che metodi come l'inseminazione artificiale e l'embrio-transfer
possono essere applicati a diversi gruppi di Vertebrati. È necessario comunque
portare avanti le ricerche per esplorare tutte le possibilità di utilizzazione
di queste tecnologie ai fini della conservazione delle specie. La crio-conservazione
di gameti e di embrioni può anche essere applicata a vantaggio dei programmi di
conservazione. Le banche di germoplasma congelato possono essere utilizzate come
serbatoi genetici e possono rappresentare, dopo la conservazione in-situ ed ex-situ,
una terza componente della strategia per la conservazione. Così come per la riproduzione
artificiale, anche per la crio-conservazione si rendono necessarie ancora molte
ricerche prima che questa tecnica possa essere applicata con pieno successo a
favore della conservazione di un largo numero di specie minacciate.
La
Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione si rivolge a tutte le realtà
impegnate in questo settore, invitandole a intensificare le indagini sull'applicazione
della riproduzione artificiale e della crio-conservazione nella salvaguardia delle
specie. Chiede inoltre di integrare l'uso delle riserve genetiche crio-conservate
nelle strategie di management delle popolazioni ex-situ e in-situ. Al contempo,
la Strategia mette in guardia rispetto al rischio di sopravvalutare l'importanza
del materiale genetico crio-conservato. Le popolazioni viventi sia ex-situ
che in-situ rimangono infatti di fondamentale importanza al fine di conservare
quei comportamenti tipici delle varie specie che non sono ereditabili ma che bensì
derivano dall'apprendimento e che sono altrettanto essenziali per la sopravvivenza
delle specie. Pertanto, il materiale genetico surgelato risulterebbe inutile in
assenza di popolazioni viventi. Gli Zoo vengono esortati ad utilizzare tutta la
loro capacità e competenza per preservare ogni comportamento naturale importante
per la conservazione nelle popolazioni ex-situ.
Ritorno alla
natura: gli animali degli Zoo per la reintroduzione e il ripopolamento
Le
popolazioni ex-situ degli Zoo possono direttamente aiutare la sopravvivenza
in-situ di alcune specie, fornendo i nuclei necessari per la ricostituzione o
il rafforzamento delle popolazioni selvatiche in natura.
La Strategia Mondiale
degli Zoo per la Conservazione sottolinea in accordo con la posizione assunta
dall'IUCN nel documento "Translocation of Living Organisms" (Traslocazione degli
Organismi viventi), pubblicato nel 1987, che tali progetti di reinserimento e
ripopolamento, quando sono correttamente attuati, possono portare enorme beneficio
al sistema biologico naturale. Attente considerazioni dovrebbero comunque essere
fatte riguardo alla qualità genetica e comportamentale degli animali scelti per
il reinserimento, al fine di prevenire il trasferimento nelle aree naturali di
agenti patogeni e di parassiti o di evitare la mescolanza di sottospecie. Oltre
a ciò, i fattori che potrebbero minacciare la buona sopravvivenza degli animali
reintrodotti dovrebbero essere eliminati dalle aree scelte per il reinserimento
e non dovrebbe mai essere superata la capacità di contenimento di dette aree.
Sono
stati avviati progetti di reintroduzione e di ripopolamento per più di 120 specie
animali. Fino a oggi 15 di queste reintroduzioni hanno portato alla costituzione
di popolazioni autosufficienti. Molti progetti, comunque, non possono ancora essere
valutati adeguatamente in quanto sono ancora allo stadio iniziale e le loro tecniche
sono in rapido perfezionamento. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione
sottolinea che progetti di reintroduzione e ripopolamento ben preparati e gestiti
sono di fondamentale importanza per acquisire conoscenze ed esperienze che saranno
utili per il futuro. I progetti su base scientifica, pertanto, meritano ogni sostegno
da parte della Comunità degli Zoo, degli specialisti della Commissione per la
Sopravvivenza delle Specie (SSC) dell'IUCN e delle autorità preposte alla conservazione.
Detti progetti non giungeranno a conclusione con successo in pochi anni bensì
richiederanno un impegno a lungo termine da parte di tutti coloro che vi sono
coinvolti.
Per quel che riguarda i progetti di reintroduzione e ripopolamento,
gli Zoo non lavoreranno isolatamente. Gruppi di Zoo, che opereranno in stretta
cooperazione fra loro, forniranno gli animali per la realizzazione dei progetti
e gli StudBook keepers e i coordinatori dei programmi saranno attivamente coinvolti
in questa operazione. Gli animali verranno forniti in numero tale che la popolazione
sia autosufficiente; parallelamente, negli Zoo verranno mantenute popolazioni
geneticamente e demograficamente sane, utilizzabili in possibili progetti futuri.
I progetti saranno sempre portati avanti in accordo con le linee guida dell'IUCN
e nel rispetto delle regole dettate dalle autorità preposte alla conservazione
dei Paesi ove avranno luogo le reintroduzioni. Inoltre, tutto verrà realizzato
in cooperazione con il gruppo di specialisti della SSC dell'IUCN e con le altre
agenzie di conservazione. Spesso i progetti di reintroduzione possono andare ancor
più a vantaggio della protezione delle specie e del loro habitat, laddove venga
praticata un'accorta opera di educazione del pubblico e un'appropriata pubblicità.
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