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:: Premessa
:: Sommario
:: Capitolo I
:: Capitolo II
:: Capitolo III
:: Capitolo IV
:: Capitolo V

Capitolo III
La conservazione delle specie e degli habitat:
il contributo diretto degli Zoo


Le collezioni faunistiche degli Zoo: basilari per tutti i compiti svolti dagli Zoo a favore della conservazione.

Si stima che i più di 1000 Zoo del mondo (confederati in Associazioni) ospitino complessivamente circa 1.000.000 di animali, per lo più Vertebrati. Una porzione sempre crescente di questo totale è costituita da individui appartenenti a specie minacciate. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione incoraggia gli Zoo a dedicare la maggior parte dello spazio disponibile a queste specie e a registrare tutti gli animali nell'ISIS, il Sistema di Informazione Internazionale sulle Specie.

Gli Zoo responsabili basano i loro programmi di sviluppo e rinnovamento delle collezioni faunistiche sugli obiettivi della conservazione che comprendono l'educazione, la ricerca e la conservazione delle specie tenendo anche nella dovuta considerazione, ovviamente, il benessere degli animali. In diverse parti del mondo le Associazioni di Zoo, nazionali e regionali, hanno intrapreso un processo teso al coordinamento dei programmi di sviluppo delle collezioni faunistiche degli Zoo membri. La strategia sostiene l'importanza di un ulteriore coordinamento a livello globale dei piani relativi alle collezioni degli Zoo.

Le collezioni animali viventi sono basilari per i compiti svolti dagli Zoo nell'ambito della conservazione e queste stesse collezioni potranno essere conservate solo se verrà garantito un soddisfacente livello di longevità, riproduzione e benessere dei singoli animali. Le conoscenze sulle tecniche di mantenimento degli animali selvatici sono state notevolmente approfondite negli ultimi anni e hanno dato così buoni risultati che oggi il numero degli individui di alcune specie deve essere tenuto sotto controllo, attraverso un lavoro svolto in stretta cooperazione fra Zoo, al fine di evitare sovrapopolamenti.

Sforzi collettivi da parte degli Zoo si richiedono anche al fine di favorire lo scambio di conoscenze e di esperienze acquisite nel campo dell'allevamento e della riproduzione di alcune specie che non si allevano ancora con successo nei Giardini Zoologici. Sebbene gli Zoo, avendo fatto grandi progressi, saranno in grado di mantenere in cattività popolazioni stabili delle specie presenti nelle loro collezioni, l'acquisizione di alcuni animali dallo stato libero, in determinate condizioni, risulta ancora importante, in particolare quando ciò si rende necessario al fine della sopravvivenza di alcune specie che stanno scomparendo in natura. Gli animali dovrebbero essere portati via dai loro ambienti originari solo se ciò, in un modo o nell'altro, è necessario per la sopravvivenza a lungo termine delle specie cui appartengono, specialmente nel loro habitat naturale. Inoltre, le collezioni di animali selvatici in cattività devono sempre essere costituite in accordo con le autorità responsabili della conservazione ambientale. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione afferma che il commercio di animali prelevati dallo stato libero deve al più presto cessare di essere fonte di approvvigionamento per i Giardini Zoologici.


Conservazione Ex-Situ:
un sostegno alla sopravvivenza delle specie allo stato libero


Oltre a mantenere collezioni faunistiche, di importanza basilare per l'educazione e la ricerca, gli Zoo possono contribuire anche direttamente all'opera di salvaguardia delle specie minacciate di estinzione. Ciò viene realizzato attraverso la propagazione di popolazioni di dette specie ex-situ (cioè al di fuori dei loro originari habitat naturali). La conservazione ex-situ non è in alternativa bensì è complementare alla conservazione delle stesse specie nei loro habitat originari (in-situ). Di conseguenza, le popolazioni ex-situ degli Zoo dovrebbero essere gestite in modo tale che siano di supporto alla sopravvivenza delle specie allo stato libero. In accordo con le Linee Guida sulla Riproduzione in Cattività dell'IUCN (IUCN-Policy Statement on Captive Breeding, 1987) e con la Convenzione sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity, 1992), la Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione chiede alla Comunità degli Zoo, così come alle autorità preposte e alle agenzie di conservazione, di appoggiare con forza i programmi di conservazione ex-situ laddove questi siano stati organizzati in funzione dell'interesse delle specie. In un crescente numero di casi, le popolazioni ex-situ sono di importanza cruciale per la sopravvivenza delle specie.

I rischi di degenerazione genetica e di domesticazione possono essere minimizzati laddove le popolazioni ex-situ degli Zoo vengano gestite in cooperazione e seguendo rigide linee guida il cui indirizzo sia quello di conservare il più possibile la variabilità genetica originaria della popolazione.

Popolazioni gestite in maniera adeguata possono servire come preziose riserve genetiche per la sopravvivenza delle specie in natura. La teoria del management delle piccole popolazioni ha avuto significativi sviluppi nel corso degli ultimi dieci anni ed è stata soggetta a continui perfezionamenti. Gli strumenti di cui ci si può avvalere per l'analisi delle popolazioni sono costituiti dagli StudBooks (Registri internazionali), da sofisticati software sul management delle popolazioni e da raccolte-dati computerizzate (come il sistema ARKS, usato da più di 400 Zoo ed il Sistema Internazionale di Informazione sulle Specie, o ISIS). Il management delle popolazioni viene organizzato in base a programmi regionali di riproduzione. Questi sono stati sviluppati nelle principali regioni del mondo. Attualmente, sono stati messi a punto programmi di riproduzione a livello regionale per più di 300 specie minacciate. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione auspica un incremento nel numero di tali programmi. Alle autorità nazionali e internazionali viene richiesto di agevolare il trasferimento legale di animali nell'ambito del quadro di lavoro dei programmi ex-situ, finalizzati a favorire la riproduzione delle specie e a minimizzare la perdita di variabilità genetica o altri simili indesiderabili effetti.

Il Captive Breeding Specialist Group (CBSG) della Commissione per la Sopravvivenza delle Specie dell'IUCN costituisce il legame fra l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e la conservazione delle specie ex-situ basata sugli Zoo. Il CBSG agisce come catalizzatore nello sviluppo dei programmi di riproduzione e facilita il coordinamento a livello globale dei programmi regionali. Inoltre, esso favorisce i collegamenti fra i programmi degli Zoo e le attività di conservazione in-situ condotte dall'IUCN, i numerosi gruppi di specialisti della Commissione per la Sopravvivenza delle Specie (SSC), le altre Organizzazioni internazionali dedite alla conservazione,le autorità sovranazionali,le agenzie di governo. Tali collegamenti dovrebbero essere sviluppati al massimo.
Si ritiene che il legame fra conservazione in-situ ed ex-situ assuma sempre maggiore importanza: le popolazioni di specie minacciate, in cattività e allo stato libero, potrebbero essere gestite in modo interattivo e, in questo caso, dovrebbero essere considerate come componenti di "metapopolazioni" .La sopravvivenza delle specie dipenderà dalla cooperazione fra tutte le parti coinvolte nella conservazione in-situ ed ex-situ, sul riconoscimento dell'interdipendenza del loro lavoro e sulla necessità di un maggiore sostegno reciproco

Capienza degli Zoo:
lo spazio limitato richiede un'attenta scelta delle specie


Per mantenere un'adeguata variabilità genetica per un periodo di almeno 100 anni è necessario poter disporre di una popolazione che varia da 250 a 500 individui, a seconda degli specifici parametri delle specie.

Preso come base il numero approssimativo di 1.000.000 di animali viventi nei 1000 Zoo del mondo e assunto che la metà dello spazio di questi Zoo venga messo a disposizione per l'allevamento delle specie che sono oggetto dei programmi ex-situ, si stima che la Comunità degli Zoo potrebbe mantenere in buone condizioni popolazioni appartenenti a 1000 - 2000 specie minacciate. Questo numero potrebbe aumentare se una maggior porzione dello spazio degli Zoo fosse messa a disposizione delle specie minacciate, se più Istituzioni aderissero al network globale degli Zoo o se gli allevatori privati partecipassero ai programmi di riproduzione delle specie minacciate conformandosi alle regole della cooperazione.

A parte queste considerazioni, di fatto lo spazio a disposizione è molto limitato e questo comporta la necessità di un'attenta scelta delle specie ai fini della conservazione ex-situ. Innanzitutto, la Comunità per la conservazione dovrebbe determinare quali specie potrebbero trarre maggior beneficio dal contributo fornito dai programmi ex-situ. Il CBSG ha sviluppato tecniche utili a questo scopo. Parallelamente, altri gruppi di specialisti dell'IUCN e di altre agenzie di conservazione sono stati chiamati a dare il loro supporto al CBSG. In secondo luogo, gli Zoo dovrebbero determinare quali specie siano in grado di riprodursi e di essere mantenute al meglio e quali specie possano essere di aiuto, attraverso l'educazione negli Zoo, per risvegliare l'interesse e la consapevolezza del pubblico.

Le esigenze della conservazione e il potere degli Zoo dovrebbero essere combinati per giungere alla formulazione di Piani Regionali per le Collezioni (RCPs = Regional Collection Plans) che individuino le specie minacciate che verranno sostenute dai programmi di riproduzione ex-situ, promossi dalle Associazioni regionali. L'armonizzazione a livello globale dei Piani Regionali per le Collezioni porterà alla definizione di Piani di Azione Globale in Cattività (Global Captive Action Plans = GCAPs) per la maggior parte dei gruppi animali che dovrebbero essere allevati negli Zoo.

Ovviamente, la scelta delle specie che trarranno maggior beneficio dai programmi organizzati dagli Zoo richiede tempo e riflessione. Nel caso però che l'unica possibilità di sopravvivenza per una specie altamente minacciata sia rappresentata da una rapida operazione di salvataggio deve essere possibile organizzare un'azione immediata.

Sebbene il numero totale di specie la cui sopravvivenza può essere salvaguardata grazie all'aiuto diretto dei programmi ex-situ sia limitato, la Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione sottolinea come l'impatto di questo contribuito degli Zoo sulla conservazione sia molto più consistente di quello che indicano in se stesse le 1000-2000 specie sovracitate. A volte, le specie prese in considerazione sono "specie-chiave" nei loro habitat e la loro conservazione è determinante per centinaia o anche migliaia di altre specie dello stesso ambiente. Ancora più spesso, le specie oggetto dei programmi ex-situ possono essere utilizzate come "specie-simbolo" , suscitando un considerevole interesse da parte del pubblico nei confronti della conservazione delle originarie aree naturali.

Riproduzione artificiale e crio-conservazione:
la biotecnologia a sostegno della conservazione


L'uso delle tecniche utilizzate per la riproduzione artificiale potrà un giorno potenziare gli effetti del management delle popolazioni ex-situ e sarà di grande aiuto nella conservazione del quoziente massimo di variabilità genetica. Vari studi pilota hanno mostrato che metodi come l'inseminazione artificiale e l'embrio-transfer possono essere applicati a diversi gruppi di Vertebrati. È necessario comunque portare avanti le ricerche per esplorare tutte le possibilità di utilizzazione di queste tecnologie ai fini della conservazione delle specie.
La crio-conservazione di gameti e di embrioni può anche essere applicata a vantaggio dei programmi di conservazione. Le banche di germoplasma congelato possono essere utilizzate come serbatoi genetici e possono rappresentare, dopo la conservazione in-situ ed ex-situ, una terza componente della strategia per la conservazione. Così come per la riproduzione artificiale, anche per la crio-conservazione si rendono necessarie ancora molte ricerche prima che questa tecnica possa essere applicata con pieno successo a favore della conservazione di un largo numero di specie minacciate.

La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione si rivolge a tutte le realtà impegnate in questo settore, invitandole a intensificare le indagini sull'applicazione della riproduzione artificiale e della crio-conservazione nella salvaguardia delle specie. Chiede inoltre di integrare l'uso delle riserve genetiche crio-conservate nelle strategie di management delle popolazioni ex-situ e in-situ. Al contempo, la Strategia mette in guardia rispetto al rischio di sopravvalutare l'importanza del materiale genetico crio-conservato. Le popolazioni viventi sia ex-situ che in-situ rimangono infatti di fondamentale importanza al fine di conservare quei comportamenti tipici delle varie specie che non sono ereditabili ma che bensì derivano dall'apprendimento e che sono altrettanto essenziali per la sopravvivenza delle specie. Pertanto, il materiale genetico surgelato risulterebbe inutile in assenza di popolazioni viventi. Gli Zoo vengono esortati ad utilizzare tutta la loro capacità e competenza per preservare ogni comportamento naturale importante per la conservazione nelle popolazioni ex-situ.

Ritorno alla natura: gli animali degli Zoo per la reintroduzione e il ripopolamento

Le popolazioni ex-situ degli Zoo possono direttamente aiutare la sopravvivenza in-situ di alcune specie, fornendo i nuclei necessari per la ricostituzione o il rafforzamento delle popolazioni selvatiche in natura.

La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione sottolinea in accordo con la posizione assunta dall'IUCN nel documento "Translocation of Living Organisms" (Traslocazione degli Organismi viventi), pubblicato nel 1987, che tali progetti di reinserimento e ripopolamento, quando sono correttamente attuati, possono portare enorme beneficio al sistema biologico naturale. Attente considerazioni dovrebbero comunque essere fatte riguardo alla qualità genetica e comportamentale degli animali scelti per il reinserimento, al fine di prevenire il trasferimento nelle aree naturali di agenti patogeni e di parassiti o di evitare la mescolanza di sottospecie. Oltre a ciò, i fattori che potrebbero minacciare la buona sopravvivenza degli animali reintrodotti dovrebbero essere eliminati dalle aree scelte per il reinserimento e non dovrebbe mai essere superata la capacità di contenimento di dette aree.

Sono stati avviati progetti di reintroduzione e di ripopolamento per più di 120 specie animali. Fino a oggi 15 di queste reintroduzioni hanno portato alla costituzione di popolazioni autosufficienti. Molti progetti, comunque, non possono ancora essere valutati adeguatamente in quanto sono ancora allo stadio iniziale e le loro tecniche sono in rapido perfezionamento. La Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione sottolinea che progetti di reintroduzione e ripopolamento ben preparati e gestiti sono di fondamentale importanza per acquisire conoscenze ed esperienze che saranno utili per il futuro. I progetti su base scientifica, pertanto, meritano ogni sostegno da parte della Comunità degli Zoo, degli specialisti della Commissione per la Sopravvivenza delle Specie (SSC) dell'IUCN e delle autorità preposte alla conservazione. Detti progetti non giungeranno a conclusione con successo in pochi anni bensì richiederanno un impegno a lungo termine da parte di tutti coloro che vi sono coinvolti.

Per quel che riguarda i progetti di reintroduzione e ripopolamento, gli Zoo non lavoreranno isolatamente. Gruppi di Zoo, che opereranno in stretta cooperazione fra loro, forniranno gli animali per la realizzazione dei progetti e gli StudBook keepers e i coordinatori dei programmi saranno attivamente coinvolti in questa operazione. Gli animali verranno forniti in numero tale che la popolazione sia autosufficiente; parallelamente, negli Zoo verranno mantenute popolazioni geneticamente e demograficamente sane, utilizzabili in possibili progetti futuri. I progetti saranno sempre portati avanti in accordo con le linee guida dell'IUCN e nel rispetto delle regole dettate dalle autorità preposte alla conservazione dei Paesi ove avranno luogo le reintroduzioni. Inoltre, tutto verrà realizzato in cooperazione con il gruppo di specialisti della SSC dell'IUCN e con le altre agenzie di conservazione. Spesso i progetti di reintroduzione possono andare ancor più a vantaggio della protezione delle specie e del loro habitat, laddove venga praticata un'accorta opera di educazione del pubblico e un'appropriata pubblicità.