Progetto "Conventio 2001"

 

Il Gruppo Fisica Nuova (GFN) ha proposto da Napoli, con un Manifesto nella sezione X del sito Internet http://xoomer.virgilio.it/cid12 e di quelli associati, una "Conventio 2001", un progetto di unione e di accordo per una rinnovata Civiltà del Terzo Millennio, rivolto a chiunque ne avverta già nel suo intimo l'istanza, alla fine di un secolo minacciosamente segnata da perdita di senso e da enormi squilibri socio-economici e morali. Del duplice aspetto  - ideale e pratico - della crisi si dà una copiosa esemplificazione, come incentivo per tutti all'approfondimento e alla discussione, nelle sezioni VII (Etica e conoscenza) e VIII (Lettere a LE SCIENZE) dei siti indicati.

Si intende così costituire, nel corso circoscritto dell'anno 2001 - con simbolico riferimento al film famoso come indice dichiarato di una svolta epocale -, un'assemblea la più vasta possibile ma caratterizzata in ogni suo rappresentante da forte determinazione al cambiamento, non dilatata nel tempo da indugi e negligenti rinvii. Oltre quella data si saprà quindi in modo conclusivo chi, sollecitato a decidere, è fermo mentalmente al tolemaismo del secondo millennio o è passato al copernicanesimo del terzo: non è un anacronismo, ma - se ben si riflette - è la storia che ripropone con urgenza il medesimo problema dei precedenti mille anni.

Si tratterà di un'assemblea a carattere espressamente rivoluzionario sul piano delle idee e quindi, come per tutte le rivoluzioni, inizialmente anche settario e provocatorio, così come - pur contro molte critiche - è stata nei trascorsi quattro anni dal passaggio su Internet l'azione demolitoria del GFN nel campo della fisica e della cosmologia. In meglio, si programma l'estensione del movimento di rinascita della ragione a tutti gli ambiti del sapere, da quelli cosiddetti "alti" alle esperienze e alle conoscenze della gente normale. Viene proposta, anzi, come disciplina superiore ad ogni altra quella che chiameremmo "Humanitas", a cui si iscriveranno di diritto tutti i non forniti di un sapere specifico: coloro a cui i detentori di saperi specializzati chiederanno invece, come voleva Feyerabend, un giudizio di chiarezza e semplicità vera, immune cioè dall'ipocrisia della cosiddetta "divulgazione scientifica", che mette in favola le proprie assurdità. Del tipo di quella - tanto per dire - che sul Corriere della Sera del 30 dicembre 2000 fa l'onnipresente Edoardo Boncinelli sotto il titolo: "Fisica: L'universo è tutto un tango". Ma, per l'appunto, con questo "tango" siamo ancora nel secondo millennio: quello tolemaico.

Il Progetto "Conventio 2001" avrà naturalmente solo carattere culturale e nessun fine di lucro né alcuna costituzione di natura economica. L'adesione sarà soltanto ideale e assolutamente non impegnativa sul piano pratico: il GFN ne propone, perché ciò è indicato nella stessa denominazione del Progetto, una limitazione temporale all'anno 2001. Il motivo è, che - a parere del GFN - per un movimento di pensiero dichiaratamente rivoluzionario l'attesa dello stare a vedere è peggiore del rifiuto, considerati i ridottissimi margini che restano al pianeta per sfuggire alla sua definitiva catastrofe ecologica e demografica. Osiamo credere, sfidando l'irrisione del potere accademico e tecnocratico, che questo potere - oscurantista nell'esatto valore del termine - debba essere sconfitto quanto prima possibile, se si vuole scampare all'apocalisse: quella lucidamente pronosticata da Giovanni Sartori, ancora sul Corriere della Sera ("I rischi di uno sviluppo non sostenibile: Siamo incoscienti e siamo in troppi") , del giorno immediatamente successivo alle divagazioni di Boncinelli, e ignorata da Alberto Asor Rosa nella sua analisi storica "progressista" su La Repubblica del 2 gennaio 2001 ("Il Millennio dopo il Giubileo"). Sarà istruttivo ricorrere a un'emeroteca, se non si sono letti gli articoli che abbiamo citati.

Un iter ideale e morale legato alla scienza come conoscenza invece che alla scienza come tecnica non è sicuramente adatto a conseguire una facile e immediata popolarità: è una retta che si lascia ai due lati i meandri di una strada serpentina, lungo la quale si addensa il massimo dei consensi attuali, ma anche il massimo degli scontri ideologici o di interessi costituiti e di smaccate contraddizioni. Ecco, infatti, che Umberto Galimberti su La Repubblica del 30 dicembre 2000, per difendere la manipolazione "laica" degli embrioni umani nei loro primi quattordici giorni di vita (sarebbero "pre-embrioni"), si appella a S. Tommaso e a Maritain, che sostenevano l'infusione non immediata dell'anima nel corpo dopo il concepimento. Dall'altra parte, l'ansia "religiosa" del fisico Gerald L. Schroeder (Il Foglio dello stesso 30 dicembre) giura sul Bing Bang e sulla relatività per accreditare la Creazione e i suoi troppo brevi sei giorni nella Bibbia. L'emeroteca ricordata prima è lì per tramandare ai posteri simili amenità. 

Non c'è invece bisogno di un'emeroteca per trovare le verifiche a distanza di tempo delle prese di posizione assunte dal GFN nei momenti cruciali della nostra storia recente. Basterà, per esempio, consultare all'istante i siti del Gruppo Fisica Nuova sul problema diventato drammaticamente attuale in questi primi giorni del millennio, relativo al crimine innominabile dell'uso di bombe all'uranio ("impoverito"!) nei paesi balcanici, e prima ancora in quell'altra guerra "umanitaria" che fu combattuta in Iraq (dove per essa stanno ancora morendo centinaia di migliaia di bambini). Sappiamo tutti, tranne i ciechi di spirito, che si tratta sempre di crimini di quel potere tecnocratico sopra menzionato, che non occultamente sovrintende allo scatenamento di guerre come alla distruzione dell'habitat della specie "uomo", per fare prova di se stesso e convincere il pianeta dell'ineluttabile suo dominio. Nella citata sezione VII dei nostri siti, dedicata al rapporto tra scienza e morale, fanno fede gli scritti, consultabili immediatamente, n.5 ("26 aprile 1999, La guerra e il Giubileo), n.7 (1° settembre 1999, La "scienza" è neutrale; la scienza è benefica: dove virgolette e carattere tondo hanno un senso preciso), n.9 (14 febbraio 2000: "Il bel Danubio bianco"), n.10 (26 aprile 2000, "...un sozzo bubbone d'un livido paonazzo"), n.11 (20 maggio 2000, Post-scriptum all'argomento precedente). La retta che taglia la serpentina è spesso contro corrente, ma va sempre al giusto segno.

Dando seguito al Manifesto di preannuncio del Progetto (Manifesto per una Civiltà del Terzo Millennio), presentato il 5 settembre 2000 nei siti del GFN, apriamo qui la sede costitutiva della Conventio, con l'invito a tutti coloro che ci hanno finora manifestato un sostanziale consenso, sia pure non esente da critiche particolari, e a quelli che si troveranno anche in appresso d'accordo, ad esprimere la loro opinione sul Progetto "Conventio 2001", discutendone in un Forum che verrà predisposto ad hoc, e a formulare la loro personale adesione, con l'indicazione della categoria di appartenenza e del recapito postale (oltre alla e-mail telematica). La progettata Assemblea (o Conventio) degli aderenti necessita di un quadro organizzativo chiaro fin dall'inizio, con interscambio di proposte e contributi per un modo radicalmente nuovo - e tuttavia rigorosamente razionale - di fare ricerca, sia in campo tecnico-scientifico, sia in quello sociale ed economico. Come già si legge in calce al Manifesto, in questa fase provvisoria si prega di inviare lettere, documenti, costituzione di gruppi, proposte di link a repalmi@tin.it oppure a catluc@tin.it

Due sole modifiche proponiamo di apportare alle denominazioni tradizionali delle categorie professionali. Una è aggiuntiva, e consiste nel già detto inserimento di "Humanitas" nell'elenco. L'altra riguarda la fisica, che sarà naturalmente"Fisica Nuova". Quella non qualificata continuerà a insegnare nelle accademie, in attesa di morte naturale (secondo l'analisi di Kuhn), il suo inveterato tolemaismo. 

Napoli, 1° Gennaio 2001 

La "bule' " di Fisica Nuova"

Si troverà nella pagina ipertestuale il bilancio provvisorio del Progetto "Conventio 2001".

LA PAGINA DEI LETTORI

Miscellanea di attualità

In questa rubrica raccoglieremo i problemi che le circostanze vanno via via presentando alla nostra riflessione, a partire dalla conclusione da noi data il 22 ottobre 2000 al testo principale del sito (La Fisica Unigravitazionale e l' "Equazione Cosmologica": v. Programma operativo, nella sezione IX). Se non lo facessimo, sarebbe come lasciare la presa su quella falsa scienza che è lo scientismo contemporaneo, causa prima del generale disordine della società planetaria. Non manca giorno, infatti, che la cronaca non ci dia esempio di qualche nuova turlupinatura, funzionale allo scopo di drogare l'opinione "profana" con la persuasione dell'onnipotenza del pensiero scientifico attuale. Il mondo del potere accademico si è convinto che l'imbroglio che gli fa da puntello è tanto più efficace quanto più è "stupefacente" la favola tambureggiata. (Le virgolette indicano con esattezza l'effetto da raggiungere). Noi, quindi, con l'aiuto dei sostenitori di "Conventio 2001", continueremo a combatterlo, smascherandone giorno per giorno le mosse e l'opera di meditato imbonimento. Sarà come proseguire sulla scia del citato Programma operativo e delle sezioni VII (Etica e conoscenza) e VIII (Lettere a LE SCIENZE) del testo concluso del sito, con un andamento vario e contingente, suggerito dalla quotidianità.

INDICE

(in aggiornamento progressivo)

1. - Le fotografie del "nulla"

2. - Le radici della coscienza

3. - La luce imbrigliata e le"profezie" di Fisica Nuova

4. - "All'inferno il paradiso"

5. - Fatalismo

6. - Il corteo di 1500 "padreterni"

7. - "Oscurantismo"

8. - I tagliatori di teste

9. - Il direttore di LE SCIENZE è sulla buona strada

10. - Ancora sulle virtù "profetiche" della Fisica Unigravitazionale

11. - "uuuuuh"

 

1. - Le fotografie del "nulla"

I progressi della scienza contemporanea superano di mille anni luce quelli della tecnologia, per la quale noi professiamo una indubitabile ammirazione, dimostrata dal fatto che ce ne serviamo con la più sincera gratitudine proprio nell'atto di scrivere queste note e di usare il meraviglioso strumento di Internet. La differenza, a favore della scienza odierna, è che, mentre la tecnica della fotografia, per esempio, vede qualcosa dove c'è qualcosa  e nulla dove c'è nulla, la scienza di oggi vede qualcosa dove c'è nulla e, dove c'è nulla, può anche vedere "meno di nulla". Abbiamo dovuto mettere tra virgolette l'ultima espressione, perché qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un modo di dire e non di una "verità scientifica": per la quale rimandiamo, se uno non ci crede, alla sezione VIII del sito (lettera n.22) e alla X (Le Trombe di Gerico), e su ciò facciamo punto.

Non molto tempo fa, i mezzi di comunicazione ci hanno assordati con la notizia che era stato "fotografato" il big bang. Oggi, 13 gennaio 2001, nuova grancassa per la "fotografia" di un buco nero. I nostri lettori sanno fin dalla prima sezione del sito come è nata la fandonia del big bang e come viene mitologicamente sostenuta con indizi da befana, interpretati da un bambino non ancora informato dalla mamma. Ma il colmo si tocca, quando un buco vero - assenza di stelle visibili in una regione di spazio -, contornato da fenomeni marginali di ovvia spiegazione, viene "fotografato" come un buco nero: cioè un "niente", che si sta divorando tutto quanto lo circonda. Nella sezione XII (§§ 12-16) abbiamo chiarito l'apparenza e la realtà di una simile fenomenologia, analoga a quella ciclonica, al cui centro c'è un "occhio" pacifico, e non un "orco" mangia-stelle.

Il problema ora trattato non è di natura solo teorica, ma è strettamente connesso a un metodo interpretativo totalmente mistificatorio, che ottenebra il quadro generale della conoscenza umana e rende la società intera suddita di una casta di iniziati, che la assoggetta a un complesso oscuro di incontrollabili dottrine, tanto più sacre quanto più misteriose ed assurde. Il tutto è strumentale al potere di una tecnocrazia, che proclama una finta "neutralità" della scienza per sperimentarne le ricerche e i risultati tecnologici in un corso prevalentemente antiumano ed autoconservativo.

 

2. - Le radici della coscienza

Finalmente possiamo citare senza ironia un bell'articolo di Franco Prattico su La Repubblica del 15 gennaio 2001 dal titolo "C'è un mistero nel cervello", con occhiello "Gli scienziati cercano le radici della coscienza" e sottotitoli "Perché so di essere? Qual è la base materiale del Sé?", "I recenti studi di Antonio Damasio e del Nobel Edelman", "C'è qualcosa che sfugge ai fenomeni fisici, chimici ed elettrici". L'articolo compendia, con puntuali riferimenti di letteratura scientifica e filosofica (tra i quali però manca il dualismo interazionistico di Eccles: "Mente", in Enciclopedia del Novecento della Treccani), una posizione di pensiero intelligentemente problematica sull'argomento cruciale dell'autocoscienza, in contrasto con l'ottuso "progressismo reazionario" - ci si perdoni l'ossimoro - dei turiferari della Intelligenza Artificiale o "darwinistica".

Noi aggiungiamo per chiarezza che tra questi ultimi si colloca lo stesso Damasio: vedasi di lui "Mente, coscienza e cervello" su Le Scienze n.376 di Dicembre 1999, che fa il paio sulla stessa rivista con l'articolo di Hans Moravec sull' "intelligenza" dei robot. Ben altra cosa è l'analisi di Gerald Edelman e dell'italiano Giulio Tononi, dell'università di Pisa, in Un Universo di coscienza, delle edizioni Einaudi, i quali vedono l'impossibilità "non solo della produzione di  una autentica intelligenza artificiale, ma anche di qualsiasi forma di clonazione: come si può clonare ciò che è irripetibile?" 

 

3. - La luce imbrigliata e le"profezie" di Fisica Nuova

Come nel titolo di un capitolo della sez.XI del sito - La Fisica Unigravitazionale ha il dono della "profezia" -, è sempre Fisica Nuova ad anticipare di anni sul piano teorico le acquisizioni più recenti ed importanti della tecnologia scientifica. Tra ieri ed oggi 19 gennaio 2001 ci colpisce una notizia che è cosa ben diversa dalle stupidaggini relative a big bang e buchi neri. La riportiamo testualmente, per la sua efficace concisione, da Il Mattino:

"Tre scienziati imbrigliano il potere della luce. Come in una scatola magica, mangia la luce e poi la risputa. Una nuova tecnologia sviluppata negli Stati Uniti dà all'uomo il potere di controllare la luce, fermandola, conservandola e rilasciandola a piacere, abbattendo così una cruciale barriera teoretica per creare sistemi di comunicazione ad altissima velocità e inviolabili. I due studi sono degli astrofisici del Centro Harvard-Smithsonian Ronald Walsworth e Mikhail Lukin e di LeneVastergaard dell'Harvard University. La possibilità di controllare la luce permetterà di creare circuiti in grado di veicolare una grande quantità di informazioni indirizzate in più direzioni contemporaneamente e, appunto, alla velocità della luce (300.000 chilometri al secondo)."

Facciamo una prima riflessione generale sul contenuto della notizia. Giustamente in essa è posto in rilievo il contrasto tra la "tecnologia" adoperata, cui si deve il risultato, e la "cruciale barriera teoretica", che da quella tecnologia viene nei fatti abbattuta. E' ciò che noi sosteniamo da sempre circa il reale rapporto tra le tecniche e le teorie odierne, le quali si nutrono delle prime, ma, leggendone in modo scorretto i risultati, devono poi essere rivedute e rattoppate per adeguarsi a fenomeni ed esperienze non previsti, o mettono in campo la fantasia più spinta, là dove non corrono il rischio di essere messe alla prova, come nei fenomeni cosmologici remoti nel tempo e nello spazio.

Venendo al merito del problema, osserviamo che la barriera teoretica di cui sopra sta nel fatto che la fisica ufficiale (senza voler considerare il trascurabile particolare che essa ignora realmente cosa sia il fantasma - onda o corpuscolo? - della luce) non riconosce ai fotoni la natura di "materia", dalla quale quindi non possono essere immagazzinati e rilasciati, come le usuali particelle materiali, ma solo correre "dove li porta il cuore" (ci si permetta il riferimento letterario). 

Come sempre, la spiegazione viene dalle virtù "profetiche" della fisica unigravitazionale. I lettori troveranno qui in collegamento ipertestuale il cap.IV a), parte prima, della sez.III (La gravitazione ondulatoria: Dalle onde fotoniche alle onde galattiche), del cui § 7 riportiamo qui il secondo comma:

 La fisica corrente, quando parla del fotone, lo pensa esclusivamente in fuga nello spazio alla velocità di 300.000 km/s, che è quella della luce. Il che equivarrebbe a ritenere, considerando i fenomeni elettrici, che esistessero solo gli elettroni liberi, responsabili della corrente elettrica, e non anche quelli legati in sistemi normalmente stabili, come gli atomi. La fisica unigravitazionale afferma, invece, che il corpuscolo fotonico è universale e unico componente della materia e che, di conseguenza, lo si ritrova in tutte indistintamente le strutture e le manifestazioni naturali, vincolato in sistemi complessi oppure in fuga da essi negli eventi di destrutturazione e decadimento corpuscolare. Sarebbe interessante che i fisici ci facessero sapere, quando accendono un fiammifero, da dove schizzino fuori i fotoni emessi dalla fiammella, se non da strutture che già li contenevano, nel cuore degli atomi reagenti, in forma stabile benché invisibile.

Sarà ora evidente dal testo riportato che è solo qui la motivazione teorica, in anticipo di anni, del risultato odierno rappresentato dall'imbrigliamento della luce: già vera e propria "materia", fermata, immagazzinata e poi rilasciata dalle strutture del rubidio, usato per captarla ed emetterla. I lettori troveranno in Programma operativo (sez.IX del sito) la datazione del nostro scritto nelle NOTE che vanno dal 13 luglio al 20 agosto 1998: due anni e mezzo prima dell'esperimento odierno. Ma la fisica unigravitazionale lo va dicendo dal 1969, anno della sua nascita.

 

4. - "All'inferno il paradiso"

E' il titolo che campeggia su Il manifesto di oggi 23 gennaio 2001. Una schifosa. maledetta petroliera della sempre sia lodata "globalizzazione" sta mandando all'inferno il paradiso delle Galapagos con una macchia mortale di trecento chilometri quadrati di "oro nero" (l'oonipotente "mercato" conosce solo metafore che fanno riferimento al dio denaro). Le lagrime di coccodrillo degli scienziati odierni sulla mondializzazione del deserto si versano da continue ed inutili conferenze internazionali su governi che giustamente se ne infischiano, perché li sanno prezzolati come complici della fabbricazione di armi all'uranio e dei bombardieri che le seminano.

Noi non possiamo che riportare mestamente ciò che scrivevamo un anno fa come argomento n.9 della già richiamata Etica e conoscenza, sezione VII del nostro sito: 

 "Il bel Danubio bianco"

Oggi 14 febbraio del felice anno giubilare 2000 l'onda di cianuro ha raggiunto Belgrado e il Danubio, che ha così assunto un bel colore bianco, al posto del cupo blu del celebre valzer, e un ottimo odore di mandorle amare. Poco importa che ai guasti terribili di una guerra "umanitaria" (vedi l'argomento n.5 di questa rubrica) si sia aggiunta per altrettanti futuri decenni la devastazione della fauna e della flora che davano ricchezza e bellezza ai paesi rivieraschi. Rimane, per consolarcene, la miniera d'oro in Romania, origine del disastro, dalla quale gli avveduti azionisti potranno attingere ricchezza e bellezza per la gioia delle loro consorti. Del resto, con o senza cianuro, il Danubio era già un fiume reso cieco ai traffici vitali di quei paesi dai missili "intelligenti" che ne avevano fatto sprofondare i ponti.

Per gli oceani, inoltre, non è più - per grazia di Dio - "rara la luce della petroliera", come nella poesia del Montale, ma frequentissima e parimenti devastante che l'onda del cianuro, con i naufragi spensieratamente ricorrenti lungo le coste di tutto il mondo. Perché lamentarsene, se quelle carrette del mare riforniscono il "mercato" dell'unica forma di sporca "energia" che la presunta scienza di oggi è capace di produrre? 

 

5. - Fatalismo

Uno dei più citati esponenti della geofisica italiana, intervistato sul terremoto di venerdì scorso 26 gennaio 2001 in India (100.000 morti)) circa una possibilità di previsione dei sismi, la ha perentoriamente esclusa, dichiarando che, allo stato, si può solo affermare che la Terra è un pianeta "sismico". Quanto ai postumi eventuali di quel disastro, era inutile pensarci: "Tutto quello che doveva crollare è crollato". Si ripete per la scienza ufficiale nella sua interezza ciò che noi denunciavamo nella premessa all'articolo Magnetismo e terremoti. La previsione dei sismi (1972), riprodotto nella sezione V del nostro sito: che, cioè, cani e gatti sono all'avanguardia rispetto alle conoscenze degli scienziati sull'argomento, quando manifestano inquietudine nell'imminenza di un terremoto. Preghiamo pertanto gli addetti ai lavori di leggere quel nostro remoto saggio, per mettersi al livello dei propri animali domestici.

 

6. - Il corteo di 1500 "padreterni"

Dietro il gonfalone di Cristo Pantocràtore, oggi martedì 13 febbraio 2001 sfilano per Roma millecinquecento "padreterni", nati per clonazione (dato il mestiere che fanno) dall'Unico originale, per protestare contro il ministro Pecoraro Scanio in nome della "Libertà della Scienza". Li guidano due Nobel - Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini -, l'onnipresente Edoardo Boncinelli, il fisico Tullio Regge, il farmacologo Silvio Garattini. Plaude alla manifestazione indetta contro il suo incauto collega l'altro ministro, nume della Sanità, Umberto Veronesi.

Noi porremo una sola semplice domanda ai soprannaturali difensori della libera ricerca. Ci dicano, per favore, quale ceto o gruppo di cittadini oserebbe chiedere la propria assoluta libertà di iniziativa categoriale senza prima essersi dato al suo interno, autonomamente, un preciso codice di comportamento - un ovvio codice deontologico -, tale da impedire ogni esorbitanza dei singoli suoi membri dai limiti della decenza o della sicurezza generale.

Limiti superati abbondantemente dalla protervia con cui qualcuno di loro, come si è appreso, preannuncia apertamente che clonerà per conto suo un essere umano, mentre qualcun altro lo starà già facendo di nascosto in qualche parte del mondo allo scopo di prelevare e vendere organi da trapianto.

Molto "scientifico" è poi il giudizio evoluzionistico del ministro Veronesi, che svela a noi che non lo sapevamo che la natura è andata avanti da sola, per miliardi di anni, a creare "organismi geneticamente modificati": il che significa che potrà benissimo un Pinco Pallino qualsiasi, purché diplomato in biologia, facilitare il lavoro della natura, tagliando e incollando pezzi di genoma per vedere "l'effetto che fa". A questo punto dichiariamo con tutta sincerità la nostra preferenza per il meno scientifico ministro Pecoraro Scanio, il quale si preoccupa che quel Pinco Pallino con i suoi esperimenti di "evoluzione accelerata" non abbia a rovinare - come un mai abbastanza deprecato "apprendista stregone" - i campi e i cibi di mezza umanità.

 

7. - "Oscurantismo"

La parola ricorre nelle accuse che i padreterni della precedente nota rivolgono a chiunque si opponga alla cosiddetta "Libertà della Scienza", con iniziali debitamente maiuscole, così come la intendono loro. Ed ecco che La Repubblica del 14 febbraio 2001 acclama nel titolone di prima pagina a "La vittoria degli scienziati", che hanno ottenuto di stracciare in faccia ai poveri Verdi l' "oscurantistico" principio di precauzione, con la licenza piena di praticare la sperimentazione genetica "in campo aperto". Unica precauzione concessa ai Verdi, quella di mettere il sale sulla coda agl'insetti impollinatori e ai venti malandrini per impedire loro di diffondere il vizietto transgenico alle coltivazioni circostanti. Il nobile compito spetterà al solito "comitato di esperti" (eletto dalle disinteressate multinazionali) schierato con sacchi di sale lungo i confini del campo sperimentale.

Ancora una volta verifichiamo che la linea retta del nostro discorso, come dicevamo nell'introduzione a Progetto Conventio, incrocia in qualche punto quella serpeggiante degli altri -  che siano laici o cattolici, di destra o di sinistra, o di qualsiasi diverso orientamento -, divergendone nettamente nel resto. Nostra guida è la conoscenza dei dati naturali, come quando abbiamo identificato l'amore come unica legge morale con la gravitazione come unica legge fisica. Così ora citeremo un ottimo articolo di Gianni Vattimo su La Stampa del 12 febbraio 2001, rovinato da una frasetta nel finale che va a sbattere proprio contro un dato di natura assolutamente irrinunciabile.

L'articolo è intitolato Non lasciamo la scienza agli scienziati e sostiene il diritto incontrovertibile della società tutta, pur dopo avere ascoltato il parere degli scienziati, di decidere sulle loro scelte pratiche, che - in quanto tali - sono condizionabili da interessi non puramente conoscitivi e non sempre eticamente accettabili. "Viene la tentazione - ma forse non va considerata tale - di dire che la scienza è ormai un affare troppo serio per lasciarla fare agli scienziati." Alla fine. però, troviamo tra i limiti inammissibili "quelli che vengono messi in campo dalle ideologie assolute, per esempio, il divieto dell'uso degli embrioni anche quando è decisivo per la più rapida produzione di nuovi farmaci". No, caro Vattimo: non è una ideologia assoluta, ma un dato certissimo di natura che la vita umana comincia con lo zigote. Lasciamo dire ai mercanti delle industrie farmaceutiche che l'embrione diventa feto a quattordici giorni esatti dalla fecondazione.

 

8. - I tagliatori di teste

Tra i purissimi rivendicatori della libertà di ricerca c'è quel dottor Robert White, da noi citato al punto 4 di Etica e conoscenza (sezione VII), che da una ventina d'anni decapita scimmie e ne trapianta le teste, per vederle inevitabilmente morire dopo qualche bel risultato di momentanei, atroci movimenti riflessi, non dissimili da quelli che si attribuiscono ai ghigliottinati del Terrore. Unica colpa di quei poveri animali è di essere antropomorfi, ovvero di somigliare a quell' "uomo" che è il loro tormentatore, tutto dedito al suo benefico tentativo di poter un giorno sostituire qualche testa umana irrimediabilmente malata con quella di un generoso donatore condannato a morte.

Non abbiamo trovato nel manifesto degli scienziati protestatari "laici" un benché minimo codicillo che suoni contrario alla liceità di sperimentazioni selvagge come quella del dott. White. Era d'altra parte inutile sperare di trovarlo in qualche pronuncia di scienziati "cattolici", per i quali l'antropomorfismo vale per l'uomo rispetto all'Altissimo ma non per le scimmie rispetto all'uomo. Del resto, Civiltà Cattolica ha dichiarato "doverosa" la vivisezione, addirittura sostenendo in altro suo numero che un animale si diversifica dall'uomo perché gli manca il sentimento dell'amore: difatti, che ogni cane porti dentro una vera bomba di amore, risulta solo al suo padrone, ma - a quanto pare - non ad un gesuita. Il quale dimentica anche che la ferocia è qualità solo "umana" e mai delle bestie, incolpevolmente chiamate "feroci".

Abbiamo tirato in ballo l'atteggiamento cattolico solo perché, sullo stesso versante (quasi sembrerebbe dopo averci letto, data l'identità dell'argomentare), monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como, rinfaccia ai laici di avere adottato per l'embrione il criterio medievale cui la Chiesa ha oggi ragionevolmente rinunciato: quello per il quale, secondo Aristotele, l'anima entrava nel feto il 20.mo giorno dalla fecondazione per i maschi, il 40.mo per le femmine. E, guarda caso, ribalta sulla questione contro i laici l'episodio - altre volte da noi ricordato - del cannocchiale di Galileo, nel quale, come allora i cardinali aristotelici, oggi "questo tipo di scienziati" rifiutano di guardare (Il Messaggero dell'11 febbraio 2001). 

Col solito serpeggiare degli argomenti al di qua e al di là del dettato della scienza intesa come conoscenza, e non come tecnica da una parte o dogma dall'altra, la Chiesa avversa i contraccettivi, imponendo come surrogato della procreazione il comportamento dell'astinenza. La contraddizione è insanabile sul piano etico: se fosse immorale impedire con i contraccettivi l'incontro tra i gameti (con i quali l'anima non ha nulla a che vedere), sarebbe egualmente immorale impedirlo con l'astinenza, che per di più è innaturale e, proprio per questo, assolutamente incapace di porre rimedio alla catastrofe demografica dei paesi sottosviluppati. A meno che non li si voglia convertire all'aborto generalizzato e al suo equivalente ipocrita che è la "pillola del giorno dopo".

In conclusione, il titolo dell'articolo di Vattimo che abbiamo riportato nella nota n.7 andrebbe cambiato in questo: Non lasciamo la tecnologia ai tecnocrati, ma affidiamola agli scienziati. A patto che scienza significhi veramente conoscenza, che dà sempre frutti "buoni", e non si subordini a una pura abilità manipolatrice, i cui eccessi sono incontrollabili.

 

9. - Il direttore di LE SCIENZE è sulla buona strada

Giusto un anno fa, dopo il leggendario articolo del marzo 2000 sulla regione di spazio che può contenere "meno di nulla", consigliavamo al direttore del blasonato periodico (vedi nostra lettera n.22, sezione VIII del sito) di fare un numero centuplo, per smaltire tutti gli scarti di magazzino "in una volta e non pensarci più". Nel n.391 di marzo 2001, lo speciale intitolato Nuova Cosmologia sembra voler cominciare ad accontentarci, raggruppandone cinque in un colpo solo. Ne diamo i titoli per l'istruzione dei lettori (ai quali, però, risparmiamo i troppi nomi degli autori): "Echi del big bang", "Un cartografo cosmico", "La quinta forza dell'universo", "Trovare un senso nella cosmologia moderna", "Idee alternative per il cosmo". Ci vorranno venti mesi invece di uno solo, ma è già qualcosa. Quanto al senso di questa moderna cosmologia, è chiaramente "meno di nulla". 

 

10. - Ancora sulle virtù "profetiche" della Fisica Unigravitazionale

IL MATTINO del 4 marzo 2001 pubblica un'intervista al professor Giuseppe Maria Pigliucci, ordinario di chirurgia al policlinico di Tor Vergata di Roma, intitolandola Contro il cancro nuove speranze dall'ipertermia. Con un collegamento ipertestuale rimandiamo al nostro saggio "Magnetismo e calore" pubblicato in due parti negli anni 1972 e 1973 e riprodotto testualmente nella sezione V del sito di Fisica Nuova, con l'allegato di una precedente comunicazione dell'aprile 1971.

Il metodo di cura, studiato da una ventina d'anni  e praticato oggi con sempre maggiore efficacia, consiste nell'indurre artificialmente un aumento di temperatura in organi e tessuti o nell'intero organismo, col risultato di bloccare l'avanzata del tumore e quindi di ridurlo o guarirlo addirittura.

In realtà il fenomeno è conosciuto fin dal Cinque-Seicento, quando Giambattista Della Porta riferiva nella Taumatologia (Trattato sui prodigi) di cancri guariti all'improvviso da occasionali febbri malariche. A quei tempi, la causa ne era del tutto ignota: oggi se ne dà una, che è però sostanzialmente erronea, e cioè che il tumore regredisce perché il calore indotto "distrugge" a preferenza le cellule tumorali, rispettando quelle normali. Un tale effetto, se pure esiste, è assolutamente marginale di fronte a quello fondamentale, che viene alla luce solo dall'analisi che la Fisica Unigravitazionale ha fatto del fenomeno e delle sue prospettive terapeutiche e profilattiche ben trent'anni fa.

Questa analisi, che attiene alla vera causa prima del cancro, del tutto ignota alla medicina e alla scienza ufficiale, si fonda sulla natura originaria della malattia, che ha fisicamente carattere elettro-termodinamico. Il problema è che la comprensione di tale carattere richiede una revisione totale della termodinamica corrente, la quale rispetto ai fattori reali da considerare è di una spaventosa grossolanità, con riferimento quasi esclusivo alla comune sensazione del calore e allo strumento che la registra, e cioè il termometro. Ed è per questo che, nella citata nostra sezione V, la trattazione del fenomeno cancro fa da cornice iniziale e finale al lunghissimo saggio su magnetismo e calore, che ricostruisce l'intera termodinamica su basi unigravitazionali.

Dobbiamo, quindi, invitare chiunque sia veramente interessato all'argomento al non indifferente sforzo di leggere l'intero testo sopra linkato. Ci pare di sentire gli strilli di chi ci accusa di lesa maestà per attentato al nume Veronesi (tutore con tutta l'accademia clinica di bisturi, veleni chemioterapici e radiazioni) e per induzione subdola di illusorie speranze negli ammalati. Lo stesso professor Pigliucci nella sua intervista deve difendere i suoi risultati dalle critiche degli immancabili "scettici", adducendo il crisma di "una terapia medica già riconosciuta dallo Stato italiano". Noi diciamo alle vestali dell' "ordine scientifico costituito" che una dottrina veramente unitaria come la nuova fisica si permetterà sempre, proprio per la sua natura professata, di entrare senza scrupoli, per dire la sua, in tutti i santuari del "sapere" codificato.

La novità della sperimentazione di Tor Vergata è, nelle parole di Pigliucci, la conferma a distanza di trent'anni dalla nostra fisica - sia pur a margine del concetto di "distruzione" delle cellule tumorali ad opera del calore - dell'effetto da noi considerato primario della terapia ipertermica: quello di determinare una "reattività immunitaria" dei tessuti e dell'organismo (definita nella fisica unigravitazionale come elettro-resistenza), capace di bloccare l'avanzata del tumore e di permetterne il successivo annientamento da parte delle difese organiche. Una tale interpretazione apre le porte anche all'approntamento di misure preventive dei fenomeni tumorali, con opportune fisioterapie - più o meno generalizzate - fondate sull'applicazione del calore. Altro riconoscimento alle nostre "profezie" viene dalla stessa intervista con l'assimilazione dell'ipertermia curativa a quella naturale della febbre, il cui pluridecennale diradamento ad opera dei moderni farmaci antiinfettivi noi annoverammo tra  le cause dell'attuale incremento dei tumori.

Vogliamo completare il quadro di questa nostra ripresa di un argomento già trattato, citando una caduta di stile del professor Pigliucci, allorché mette le mani avanti contro i suoi critici dicendo: "Questa non è la cura Di Bella". Di questo caso ci occupammo con cautela ma con la solita chiarezza nel corso di quella trattazione. Oggi invitiamo i lettori a procurarsi il numero di ottobre 2000 del "mensile di politica, economia, cultura" La Voce della Campania e a leggere l'inchiesta di Rita Pennarola intitolata "Cappio al protocollo". Vi si parla tra l'altro di un dossier choc Un po' di verità sul caso Di Bella: "oltre 700 pagine al vetriolo ricche di documenti e testimonianze che spiegano come e perché il moloch dell'oncologia ufficiale abbia predeterminato scientificamente il definitivo affossamento del metodo messo a punto dall'anziano fisiologo modenese".

Tra gli striscioni dei 1500 "padreterni" rivendicatori di libertà per la scienza (argomento n.6) non ce n'era nessuno col titolo di quel dossier.

P.S. L'intervista al professor Pigliucci è di Antonio Poziello. Facciamo presente alla redazione del quotidiano che il proto ha più volte ripetuto lo scherzo di far usare al professore intervistato il termine ipotermia al posto di ipertermia, cioè l'esatto contrario. Esempio: "Professor Pigliucci, cos'è la ipertermia?" "L'ipotermia è una tecnica che consente di utilizzare il calore per sconfiggere il tumore". Così per altre due volte, e con altri secondari errori di stampa. Una maggiore attenzione non guasterebbe su argomenti tanto seri.

Per ulteriore informazione dei lettori riportiamo dalla medesima intervista la risposta del professore alla domanda sui risultati: "La terapia ipertermica dà i primi risultati in soli 20 giorni. Abbiamo avuto risposte positive nel 75 per cento dei casi. Una media, quindi, abbastanza elevata. Il segreto per la riuscita della terapia è la tempestività e la corretta associazione con le altre terapie. Abbiamo avuto regressioni tumorali complete in casi di tumori al fegato, al polmone, alla prostata, alle ossa, ai linfonodi. Abbiamo casi di tumori al cervello fermi da 7 anni. In alcuni casi, per ora ancora episodici,, si è verificata anche la guarigione di pazienti in avanzato stato di malattia. Sono in corso di studio protocolli sulla terapia ipertermica di numerose neoplasie, tra cui quelle della testa, del collo, della mammella, ed i risultati, in particolare per quel che riguarda questi ultimi, sono incoraggianti."

 

11. - "uuuuuh"

E' "il suono della collisione tra buchi neri giganti". Ce l'assicura Chiara Palmerini sul n.392 di LE SCIENZE (aprile 2001) nel suo articolo Cacciatori di onde, del quale riportiamo l'esordio:

"Il suono della gravità comincia con un debole ronzio, cresce rapidamente d'intensità e si spegne all'improvviso con un 'uuuuuh' concentrato, come una videocassetta che comincia a riavvolgersi. Non molto impressionante per essere, come dice il sito Web del California Institute of Technology, il suono della collisione tra buchi neri giganti."

Dal seguito apprendiamo che "questo strano fischio" è per il momento una simulazione al computer di un "concerto dal vivo" che "Rainer Weiss, del Massachusetts Institute of Technology, aspetta da trent'anni di sentire".

Non è un'attesa disinteressata, visto che l'articolo è corredato di una serie impressionante di fotografie, di mole assai superiore allo sforzo letterario dell'autrice, che mostrano apparecchiature fantasmagoriche dell'evidente costo di miliardi di dollari, cacciatrici di onde gravitazionali. Queste rarissime e catastrofiche farfalle dell'odierna cosmologia hanno un'ampiezza pari alla "variazione relativa della distanza tra due corpi": per un'onda di supernova,"significa che due oggetti distanti 1000 chilometri si avvicinano o si allontanano di un miliardesimo di millimetro".

In quei miliardi di dollari è, in realtà, la ragione per cui i fisici percettori non capiranno mai che, ogni volta che si mettono a sedere, sono sempre e soltanto onde gravitazionali che posano le loro "belle membra" sui ben retribuiti scanni.